Anno scolastico 2004-2005 - mese di giugno
Coordinamento Nazionale ITP - 30-06-2005
Il Coordinamento Nazionale dei Docenti di Laboratorio da tempo svolge la sua attività con la finalità di difendere il ruolo degli Insegnanti Tecnico Pratici ( ITP) e delle attività laboratoriali cercando di sensibilizzare i sindacati, le forze ...
Forum insegnanti - 30-06-2005
Nella pagina del sito della Fabbrica del Programma dedicata al convegno "la fatica e l'orgoglio degli insegnanti" compare, tra i documenti correlati all'incontro del 14 maggio, un articolo di P. Reguzzoni sulla "funzione docente"
Con una certa ...
Pierluigi Nannetti - 29-06-2005
Premessa:
Gli USA stanno massacrando il popolo irakeno: ogni giorno, dopo che Bush ha dichiarato la fine della guerra, circa un anno e mezzo fa, muoiono 40 - 50 persone nell'indifferenza del mondo intero. Secondo Bush la "democrazia" sta avanzando ...
Lucio Garofalo - 28-06-2005
L'esito referendario del 13 Giugno scorso ha riconfermato una serie di tendenze di natura regressiva, in atto in Italia da diversi anni.

Una riflessione preliminare merita l'ennesimo fallimento di un'iniziativa referendaria: da 10 anni nessun ...
ADACO - 28-06-2005
L'ennesimo annuncio del Ministro "senza qualità" Letizia Moratti non merita di essere commentato. Se è vero, come sostenuto da una miliardaria, messa non casualmente alla guida di un dicastero strategico, che la notizia oggi data al termine del Cdm ...
Gianni Mereghetti - 27-06-2005
Caro collega,
gli scritti di questo sciagurato esame di stato ce li siamo lasciati alle spalle ed è finalmente tempo di passare al colloquio, forse l'atto che il legislatore ha lasciato più nell'ambiguità, così che ciascuno di noi ...
Stefano Colombini - 27-06-2005
Il ruolo dell'autonomia scolastica è cresciuta e sta crescendo in maniera esponenziale, a livello di personale della scuola, in questi ultimi anni.
Tutto questo è dovuto a diversi fattori: innanzitutto perché è stata percepita come una dimensione ...
Stefano Medel - 25-06-2005
Leopardi era un uomo di livello non comune, superiore alla media, colto, erudito ed un incredibile autodidatta. Di quest'uomo ormai entrato nel mito delle lettere, si continua a parlare non a caso. Capitando a Recanati, si notano i cipressi, e si guarda incuriositi, cercando i passeri solitari e l'ermo colle. E si ha un senso di tristezza, pensando a questo grande uomo, e alla sua vita, sola e triste. E ci si sente, come di aver perso , qualcuno di grande.
Aldo Ettore Quagliozzi - 25-06-2005
Da una ricerca di Eurisko riferita all'anno 2004 si apprende che nel bel paese ben 900.000 famiglie continuano a consumare come "dannati della Terra", al solo consumo condannati quindi, anche se, per riportare le parole di EurisKo "E' il consumismo povero e sognante di chi ha uscite che superano costantemente le entrate".
Spendere oltre i bisogni di base; è la dura realtà del bel paese! E poi, ben 4 milioni di famiglie del bel paese che, sempre secondo Eurisko, "si rivelano molto orientate alle spese e poco al risparmio e agli investimenti".
E del resto, come pensare che le cose potessero andare diversamente allorquando tutto il vivere del bel paese sembra una continua inutile rappresentazione scenica, dalla politica alle più nobili espressioni dello spirito?
Collegio Docenti ITIS Marconi di Bari - 25-06-2005
I docenti dell'ITIS "Guglielmo Marconi" di Bari, riuniti in Collegio il 24 giugno 2005, esprimono viva preoccupazione a seguito dell'approfondita lettura dello schema di Decreto Legislativo attuativo della Legge 53/2003 per quanto concerne la scuola secondaria superiore, nella versione approvata dal Consiglio dei Ministri del 27 maggio 2005.

Osservando i quadri orari allegati alla bozza di decreto, balza agli occhi una generalizzata riduzione del monte ore di svariate materie, che necessariamente comporterebbe il sovrannumero di alcune decine di migliaia di docenti, in special modo quelli che insegnano materie tecniche e professionalizzanti, oltre ai colleghi di Diritto ed Economia.
Gianni Mereghetti - 25-06-2005

  1. Marco Lodoli ha perfettamente ragione! Noi insegnanti siamo sempre più sommersi da pratiche insensate, boccheggiamo tra inutili scartoffie, finendo con il credere che ciò che vale dentro la scuola sia la compilazione di verbali, di registri, di programmazioni. L'esame di stato porta alla luce questa aberrazione della vita scolastica, ma purtroppo si tratta della pratica quotidiana, lo sanno bene quelle scuole, come la mia, che sono cadute nel tranello del Progetto Qualità, dove ciò che conta non è quello che fai in classe, ma se compili correttamente un modulo. Marco Lodoli ha ragione, e verrebbe da dire con Jurij Galanskov che dentro le aule scolastiche "l'uomo è scomparso, insignificante come una mosca egli si muove appena" tra gli adempimenti burocratici che fanno della scuola un meccanismo così perfetto da rendere superflua la presenza di insegnanti e studenti.

  2. Il ministro Moratti ha annunciato l'assunzione di quarantamila precari storici, come la panacea della scuola italiana! Nulla di più inopportuno, anche se in realtà queste prossime assunzioni rappresentano un segnale positivo, perchè, contrariamente a quanto predicato dai sindacati, dimostrano che nella scuola possibilità di lavoro ce ne sono, minime ma ce ne sono! Non è vero quindi che vi saranno licenziamenti, né che gli organici saranno drasticamente ridotti, anzi nuovo personale verrà assunto.
    Il problema serio è come verrà assunto! Il ministro Moratti, il quale all'inizio del suo mandato aveva annunciato la rivoluzione del reclutamento, con queste quarantamila assunzioni dei precari storici annuncia di fatto la sua sconfitta. Ciò che risulta evidente infatti è il suo cedimento alla logica sindacale, quella del sistema di reclutamento per graduatoria. Siamo tornati a Canossa, non è stato fatto un passo in avanti verso un sistema di reclutamento nuovo che premi il merito, che valorizzi le capacità.
Alba Sasso - 25-06-2005
Roma, 21 giugno 2005

Siamo deputate e deputati dei partiti dell'Unione nella Commissione Cultura della Camera. In questi anni di governo del centrodestra siamo stati parte di una decisa opposizione sociale alla riforma Moratti. Forti di questa ...
Gianni Mereghetti - 24-06-2005
Terminata la II prova degli esami di stato si entra in un breve periodo di pausa apparente, tre giorni nei quali i docenti iniziano la correzione degli elaborati scritti e gli studenti si buttano a capofitto nello studio per prepararsi alla III ...
Chiara Cavallaro - 23-06-2005
RIFLESSIONI CONCLUDENDO IL PRESIDIO NONVIOLENTO SOTTO PALAZZO CHIGI

Succede cosi', che le cose inizino e poi finiscano. Spesso non sappiamo, ne' siamo tenute e tenuti a sapere, che sono esistite.
Noi per molti mesi ci siamo alternate ed alternati ...
Corrado Mauceri - 22-06-2005
Per una scuola statale, pluralista e democratica, aperta a tutti e di qualità

Per iniziativa del Comitato di Firenze "Fermiamo la Moratti" si è svolto sabato 18 giugno scorso la prima riunione del coordinamento dei comitati della Toscana impegnati a contestare le leggi Moratti ed a contrappone una politica scolastica alternativa.
I Comitati hanno anzitutto deciso di dare continuità al coordinamento regionale con l'impegno a riconvocarsi nella prima decade di settembre per verificare l'attività svolta nelle diverse realtà della regione e definire le ulteriori iniziative, tenendo anche conto di quelle analoghe promosse da altri comitati ( in particolare dalla Rete delle scuole di Milano ).
Il coordinamento ha anzitutto discusso la bozza di proposta di legge per l'abrogazione delle Leggi Moratti e per il ripristino immediato dell'obbligo scolastico (che è diverso dall'ambiguo diritto-dovere affermato nel decreto Moratti) nell'immediato fino a 16 anni, ma con l'obbiettivo di una elevazione rapida fino a 18 anni.
Il coordinamento ritiene difatti che gli effetti devastanti e per molti aspetti irreversibili delle leggi Moratti debbono essere subito impediti, intensificando e coordinando nell'immediato le iniziative per la disapplicazione delle leggi Moratti e subito dopo le prossime elezioni politiche con una legge di urgenza (potrebbe anche essere un decreto-legge) per l'abrogazione di una legislazione eversiva che contrasta con il ruolo che la Costituzione assegna all'istruzione scolastica statale; ovviamente un tale provvedimento urgente che ripristinerebbe il precedente ordinamento scolastico, dovrebbe essere accompagnato da una contestuale iniziativa per una riforma del sistema scolastico adeguata alle esigenze della società di oggi.
La scuola ha bisogno di riforme, di personale qualificato e stabile e di risorse finanziarie adeguate che possano garantire un'effettiva autonomia ed un'attività qualificata.
Antonio Zacarias - 22-06-2005
Saluti a tutti,

mi chiamo Antonio Zacarias, sono un Rsu argentino, lavoro in Permasteelisa Spa di Vittorio Veneto. Scrivo questi appunti con l'idea e la speranza che servano per non commettere gli stessi errori che ho commesso io, sarei felice se queste parole arrivassero al cuore e alla mente di almeno uno di voi.
Provengo da una nazione che negli ultimi 10 anni è passata da un benessere accettabile a una miseria insopportabile, a causa di molti fattori, ma che si riassumono in una frase detta tante volte "riduzione del costo del lavoro". La conseguenza è stata la perdita dei diritti dei lavoratori, licenziamenti in massa, livello di disoccupazione al 23%. Si parlava della "legge del mercato", per un lavoratore come me questo significava che per strada c'erano altri 200 lavoratori disoccupati che desideravano il mio posto per dar da mangiare alla propria famiglia e quindi se il mio capo mi chiedeva di lavorare in collaborazione altre quattro ore, io dovevo dire di sì, la collaborazione significava lavorare gratis.
Maurizio Tiriticco - 22-06-2005
Sono giorni in cui nella stampa si fa un gran parlare dei prossimi esami di maturità! Sono cose che abbiamo sempre dette e riguardano i numeri dei candidati, le ansie, le difficoltà della prova, le preoccupazioni del dopo esame e così via! E sono i discorsi di sempre, come se la riforma degli esami di maturità non ci fosse mai stata! Ed in effetti è proprio così! Il ritardo è assai grave ma nessun commentatore sembra accorgersene! E' il destino di molte riforme nel nostro Paese ed in primis di quelle che riguardano la scuola!
Francesco Mele - 22-06-2005
La prima è una notizia proveniente da Retescuole e riguarda la Legge di iniziativa popolare sulla scuola. La seconda riguarda i quadri orario del decreto delle superiori, che ho raccolto in due file, cos' Se qualcuno vuole ragionarci sopra, scritti così consentono di avere una migliore visione d'insieme e di fare un confronto con la situazione attuale.
Angelo Verpelli - 22-06-2005
Con una sconcertante decisione il MIUR ha confermato la somministrazione dei test Invalsi anche per i prossimi tre anni scolastici, la direttiva nr. 48 del 6 maggio 2005 , della quale pubblichiamo alcuni stralci, ne enuncia le motivazioni e fissa i criteri per l'applicazione.
Sembra che la grande mobilitazione popolare e le dichiarazioni dei sindacati in merito alla non obbligatorietà dei test, alla loro inutilità e parzialità, siano stati del tutto ignorati dal governo, anzi il MIUR ha emesso un bando di gara il 10 giugno per l'appalto delle prove 2005-06 per un valore di 3,9 milioni di euro, con procedura ristretta ed accellerata, che per i non addetti ai lavori significa che nel giro di due o tre settimane al massimo, quindi entro fine giugno, il bando sarà aggiudicato.
Mai fu così rapida l'approvazione di un capitolo di spesa per la scuola, l'intera operazione avrà un costo superiore ai 16 milioni di euro per il triennio, ma non era meglio impiegare questi fondi per la dotazione degli organici nelle scuole?

Le statistiche dei PISA sono uno strumento preciso nel delineare la "povertà" culturale di un Paese, purtroppo misurato su chi sta ancora apprendendo il sapere, gli studenti.
Non credo che i nostri ragazzi siano carenti, mentre lo è il sistema che non riesce ad innalzare i livelli di apprendimento, i quattro e più anni di "cura" Moratti hanno i peggiorato i risultati, d'altra parte togliendo risorse alla scuola si impoverisce la qualità della didattica, si va sempre di più verso la differenziazione degli alunni.
L'impiego dei test Invalsi su così larga scala è il vero "bastone" della riforma Moratti, nei prossimi anni tutto il sistema scuola sarà monitorato con dei criteri così poco rappresentativi che i dati forniranno solo degli indicatori di efficienza, e gli insegnanti, loro malgrado, saranno costretti ad adottare una didattica funzionale ai test, proprio per rimanere nei parametri dettati dal governo.
La soluzione per migliorare le perfomances dei nostri alunni, in particolare sul problem sovling, è da ricercare nell'attività di gruppo con l'ampia condivisione delle capacità, non con un attività frontale, non esiste una disciplina di problem solving, però il Miur ha deciso che verrà testata dall'Invalsi.
Siamo di fronte ad un'ulteriore mistificazione, questo governo ha davvero una grande capacità di fare scelte in base alla fonetica di un termine, forse problem solving suonava bene quindi lo hanno inserito a pieno titolo nella direttiva proprio per questo motivo.
Peccato che per raggiungere gli obiettivi fissati a Lisbona, e noi italiani siamo il fanalino di coda del treno europeo delle riforme, non serve rafforzare il sistema di valutazione convogliandone fondi preziosi, bensì bisogna investire nel "sapere", quindi dotando le scuole di sufficiente organico, acquistando i computers, rendendo la scuola un luogo piacevole e sicuro - edilizia scolastica - promuovendo iniziative internazionali di comunicazione fra i vari sistemi scolastici, o in altre parole abrogare la legge 53, non certo adottando scelte frettolose, delegando ad un singolo istituto tutta la responsabilità del successo.
Saremo sempre qui, vigili ed oppositori a qualsiasi atto pernicioso per la scuola, non è importante oggi essere al 26° posto, ma domani, continuando con queste politiche scolastiche dissennate, saremo ammessi a pieno titolo nella "economia più competitiva del mondo basata sulla conoscenza"?
Ho quasi il timore che verremo sanzionati, ma a questo punto la responsabilità sarà degli Invalsi, tutto il resto è storia.
Marco Mayer - 21-06-2005
Segnalo:

UNHCR
Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati
COMUNICATO STAMPA


19 giugno 2005

RAPPORTO STATISTICO UNHCR: RIFUGIATI AL LIVELLO PIÙ BASSO DAL 1980, RIMANE ALTO IL NUMERO DI SFOLLATI E APOLIDI

L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha annunciato oggi che durante il 2004 il numero complessivo dei rifugiati nel mondo è diminuito del 4 per cento,scendendo a quota 9,2 milioni, la cifra più bassa da quasi 25 anni. Il rapporto statistico annuale, pubblicato dall'Agenzia a ridosso della Giornata Mondiale del Rifugiato - che sarà celebrata il 20 giugno - mostra tuttavia come il numero degli sfollati e degli apolidi resti alto.

Dal rapporto di 90 pagine emerge che, nonostante il calo del numero dei rifugiati, che ha toccato il livello più basso dal 1980, il numero totale di persone che rientrano nella competenza dell'UNHCR - cifra che include anche richiedenti asilo, rifugiati rimpatriati, apolidi ed una parte degli sfollati di tutto il mondo - è aumentato nel corso del 2004 da 17 a 19,2 milioni di persone.

"Dietro ogni numero c'è un essere umano" ha dichiarato António Guterres, il nuovo Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, insediatosi mercoledì scorso. "Se da un lato possiamo rallegrarci del fatto che vi sia stata una riduzione nel numero di rifugiati ed un aumento in quello dei rifugiati rientrati nei propri paesi d'origine, dobbiamo allo stesso tempo ricordare che ognuno di questi 19,2 milioni di uomini, donne e bambini ha subito il trauma dell'esodo forzato e che nel mondo vi sono ancora diversi milioni di sfollati interni che al momento non ricevono assistenza".

La diminuzione del numero complessivo di rifugiati per il quarto anno consecutivo si può in gran parte attribuire ad un livello di rimpatri volontari praticamente senza precedenti. Complessivamente, dalla fine del 2001 più di 5 milioni di rifugiati hanno potuto fare ritorno nei loro paesi d'origine - 3,5 milioni dei quali nel solo in Afghanistan.

Nel 2004, 1,5 milioni di rifugiati hanno fatto volontariamente ritorno nel proprio paese, con un incremento di circa 400mila unità rispetto all'anno precedente. La cifra relativa ai rimpatri avvenuti nel 2004 comprende 940mila rifugiati rientrati in Afghanistan e 194mila in Iraq. Anche l'Africa ha visto tornare in patria un consistente numero di rifugiati, dei quali 90mila in Angola, altrettanti in Burundi, 57mila in Liberia, 26mila in Sierra Leone, 18mila in Somalia, 14mila in Ruanda e 13.800 nella Repubblica Democratica del Congo. In tutto, sono 27 i paesi che nel corso dell'anno hanno visto rimpatriare più di 1.000 persone.

Durante lo scorso anno il numero di persone 'di competenza' dell'UNHCR è cresciuto di poco più di 2 milioni di unità, toccando quota 19,2 milioni. Tale aumento è stato determinato principalmente dalla crescita del numero di sfollati interni, apolidi e di altre categorie di migranti forzati, passato dai 5,3 milioni della fine del 2003 ai 7,6 milioni della fine del 2004.

Il numero di sfollati di cui si occupa l'UNHCR è aumentato in parte a seguito di due nuovi sviluppi verificatisi nel 2004: la nuova responsabilità dell'Agenzia di assistere 660mila degli 1,8 milioni di sfollati del Darfur ed un incremento nella stima governativa del numero di sfollati in Colombia - aumentato di 240mila unità toccando quota 2 milioni.

Il numero di apolidi e altre categorie di migranti forzati in simili difficili condizioni che rientrano nel mandato dell'Agenzia nel 2004 è aumentato a 2.053.000 persone, dalle 912mila dell'anno precedente.
Tale incremento è dovuto per la maggior parte all'importante sforzo compiuto dall'UNHCR per migliorare l'accuratezza dei dati relativi agli apolidi.

Tuttavia, una parte significativa della popolazione mondiale degli apolidi non è ancora stata identificata in modo sistematico, nonostante gli sforzi messi in atto dall'Agenzia per accrescere la conoscenza a livello internazionale di questa numerosa, ma spesso trascurata, categoria di persone che vivono senza essere riconosciuti cittadini da alcuno stato.

Angelo Verpelli - 21-06-2005
Il documento dei Democratici di Sinistra, stilato il 5 febbraio 2005, prende le distanze dalla riforma Moratti, invocandone la cancellazione.
Non intendo soffermarmi sul significato di cancellazione in luogo di abrogazione, voglio solo considerare ...
Laura Tussi - 21-06-2005
La propensione alle relazioni

Gli atteggiamenti educativi emozionali e di controllo comportamentale incidono sulle modalità di impostare la relazione educativa con gli allievi, dal momento che non sono delle dimensioni isolate, ma interconnesse ed interdipendenti con l'impostazione complessiva della personalità globale dell'insegnante. Le convinzioni socio-politiche, la visione del mondo e dell'uomo, gli atteggiamenti verso le persone in divenire, il modo di porsi rispetto al compito educativo e in rapporto a se stessi sono istanze comportamentali e modali che sono comprese nel sistema interdipendente della personalità. Mentre non esistono divergenze tra gli studiosi dell'interazione educativa sul fatto che gli atteggiamenti educativi sono strutture interdipendenti, non esiste invece unanimità nell'individuazione dei criteri su cui fondare tali atteggiamenti.
  • Kessel, uno studioso marxista, afferma che solo gli insegnanti con un chiaro e fondato atteggiamento favorevole alla società socialista stabiliscono significative relazioni sociali.
  • Secondo la Psicologia Individuale di matrice adleriana, il rapporto educativo deve essere fondato sull'interesse sociale.
  • Secondo la psicologia di orientamento cristiano, gli atteggiamenti educativi sono validi se fondati sulla carità e responsabilità.
  • Per altre correnti di pensiero sono validi se fondati sul senso democratico.
Da questi esempi risulta che gli atteggiamenti educativi positivi sono considerati come possibili solo se radicati in specifici sistemi motivazionali di tipologia prosociale. La formazione o la modifica degli atteggiamenti educativi degli insegnanti non devono essere considerate attraverso dinamiche processuali orientate su principi pedagogici, ma devono comprendere l'intero paradigma sistematico di convinzioni ed atteggiamenti dettati dalla personalità. La modalità tramite cui l'insegnante definisce il suo rapporto relazionale con gli allievi, influisce sulle vicendevoli relazioni e modalità di approccio e di rapporto all'interno della classe. Nel momento in cui l'insegnante stabilisce un contatto in cui gli allievi si sentono accettati e stimati come persone e quando esercitano una funzione di guida in modalità sociale e integrativa, allora gli allievi non solo si sentono valorizzati, ma motivati a sentirsi come attori interagenti nel gruppo classe.
A questo punto ci si chiede se è possibile educare alla pace e creare un clima scolastico in grado di dare sicurezza agli alunni e agli insegnanti e di sviluppare al massimo le risorse di ciascuno.
  • Per coloro che hanno risposto negativamente, il rapporto educativo è una questione di potere, di controllo, di trasmissione efficace di contenuti da depositare nella memoria degli allievi.
  • Per coloro che non sono stanchi di provare, di cercare rapporti di reciproco adattamento creativo e nonviolento, dentro una realtà strutturale che permane ancora ostile a queste mete, valgono gli obiettivi che sempre i migliori educatori hanno saputo conseguire, quali il mutuo insegnamento, la cooperazione, la fiducia e l'accettazione reciproca, il confronto aperto e alternative nonviolente nei conflitti nella comunicazione circolare e non unilaterale, con lo scambio continuo fra educazione e vita personale e sociale.
Gianni Mereghetti - 18-06-2005
LETTERA APERTA

Carissimi,

sono in molti a dirvi che gli esami di stato sono una passeggiata, che una volta sì che erano una prova seria, oggi invece che a esaminarvi sono i vostri insegnanti chi può mai credere che possiate ...
Vincenzo Andraous - 18-06-2005
Chi mi conosce ed ha occasione di leggere ciò che scrivo, ricorderà la storia di Lutrec, giovanissimo guerriero in erba conosciuto nella Comunità Casa del Giovane di Don Franco Tassone a Pavia.
Ogni tanto ritorno con il pensiero a Lutrec, rivedo i ...
Fuoriregistro - 17-06-2005
Nella newsletter n° 281 del 15/06/2005, la rivista Aprile on line riporta un articolo dal titolo: "Cari lettori che ci leggete a scrocco... ".
Il vivere a spese altrui non ci piace, così come non ci piacciono parole che poco hanno a che fare con la ...
Gilda Bologna - 17-06-2005
A pochi giorni dall'inizio degli Esami di stato, riceviamo dalla Gilda di Bologna una lettera che denuncia la farsa delle Commissioni d'esame costituite esclusivamente da membri interni. Chi vuole aderire alla protesta può inviare il testo via fax al Ministro e al Direttore Generale ed includerlo nel verbale conclusivo della commissione e nella relazione del Presidente che verrà inviata al MIUR e all'INVALSI (Red)

Al Dirigente Scolastico

Chiediamo la Sua cortese collaborazione per far pervenire il giorno 20/6/05, in occasione della riunione preliminare, questo breve testo e il documento in allegato ai membri delle Commissioni di Esame di Stato del Suo Istituto.

Ai Presidenti di Commissione
Ai Docenti membri di Commissione


Gentili colleghi.

Tra breve saremo chiamati a svolgere gli Esami di Stato che, come ogni anno, si affrontano in un clima di profonda stanchezza e demotivazione.

Appare difatti evidente quali siano state le ragioni che hanno condotto all'eliminazione dei membri esterni e che attualmente determinano l'obbligatorietà per molti di noi a svolgere un rituale demotivante e inutilmente faticoso.

Oltre a ciò il meccanismo ha di fatto determinato profonde sperequazioni economiche fra quanti sono chiamati a svolgere obbligatoriamente la funzione di membro interno, gravato del carico di responsabilità della correzione degli scritti e dei colloqui, e quanti possono volontariamente decidere di svolgere le ben retribuite funzioni di Presidente.

Per non rassegnarci e cercare di recuperare un ruolo attivo nelle decisioni Ministeriali, o quantomeno manifestare il nostro dissenso, vi invitiamo ad inviare via fax, tramite scuola, il testo allegato al Ministro (fax: 0658493811) e al Direttore Generale dell'Emilia Romagna (fax. 051247876) e vi chiediamo di inserire il documento, anche modificato, nel verbale conclusivo della commissione e nella relazione del Presidente che verrà inviata al MIUR e all'INVALSI.

Ciò è permesso ai sensi dell'art. 14 comma 2 del Regolamento che prevede che i membri di commissione possano esprimere un proprio commento sui lavori della commissione medesima.

Certi che vogliate condividere la proposta vi inviamo in allegato il testo del documento che sarà reperibile anche in formato word sul nostro sito: www.gildabo.it.

Il coordinatore provinciale Bologna 13/6/05
Prof. Carlo Braga
Aldo Ettore Quagliozzi - 16-06-2005
" ( ... ) Non a caso le Chiese evangeliche mobilitate in occasione del voto del 2 novembre ( per le elezioni presidenziali americane n.d.r. ) hanno indicato il loro modello di riferimento nel maschio bianco che ha il fucile in casa e che va ogni ...
Laura Tussi - 16-06-2005
La didattica autobiografica all'interno dei contesti relazionali.
Modelli teorici di riferimento: Modello ecologico e Teorie della mente.
Progetto d'intervento


DESTINATARI E CONTESTO


Ragazzo con disagio emotivo-affettivo-relazionale che vive in contesti altamente relazionali (scuola, famiglia, gruppo di pari), ma con scarsi stimoli di riflessione culturale e di metarappresentazione, senza particolare predisposizione alla metacomunicazione e metacognizione, finalizzata all'evoluzione di un pensiero narrativo, anche introspettivo.

FINALITA'

Portare l'alunno ad un livello di autoconsapevolezza tale da guidarlo e preservarlo da atteggiamenti fortemente lesivi a danno suo e dei compagni, suscitando in lui dinamiche autoriflessive ed introspettive, rispetto alla propria storia di vita e di formazione, tramite attività orientate al metodo autobiografico. Il progetto si propone di stimolare e valorizzare la propensione alla valorizzazione di sé e dei contesti relazionali di interazione quotidiana.

OBIETTIVI

Migliorare la situazione di disagio in cui imperversa l'allievo.
Invogliare la predisposizione al dialogo, alla metacomunicazione nel tentativo di mediare e favorire la gestione del conflitto, in un'ottica di educazione alla cooperazione, alla comunicazione in modalità e contesti positivi, con insegnanti, compagni e personale della scuola. Disincentivare gli atteggiamenti violenti e non costruttivi nei confronti di tutti. Imparare a riflettere su di sé, sul proprio agito, sulle azioni positive a lui rivolte (metacognizione). Accentuare le capacità introspettive che arricchiscono la persona.

CAMBIAMENTI SULL'EDUCATORE

Volontà di stimolare una felice e piena relazione ed esperienza di vissuti in comune dalla vicinanza e dai risultati conseguiti dall'alunno. Maggiore autocontrollo personale. Maggiore propensione all'ascolto, alla tolleranza, al dialogo con un allievo e di conseguenza con tutti gli allievi.

CAMBIAMENTI SULL'ALLIEVO

Socializzazione positiva e non violenta all'interno di tutti i contesti relazionali. Predisposizione all'autoriflessione e all'introspezione, alla gestione dei conflitti, per poi riflettere tali acquisizioni nelle dinamiche relazionali reciproche con tutti gli altri e nei vari contesti d'interazione. Evoluzione del pensiero metacognitivo e narrativo all'interno dei contesti sociali d'interazione quotidiana.

STRATEGIE PER PROMUOVERE IL CAMBIAMENTO (azione metabletica)

Acquisizione da parte dell'allievo della capacità di compilare un diario su cui annotare le proprie esperienze, per poi commentarle insieme all'insegnante ogni volta. Attivare una didattica autobiografica che susciti l'evoluzione e l'esplicazione di un pensiero narrativo che induca il ragazzo a riflettere su di sé, attraverso meccanismi di metacognizione, agevolati dalla metacomunicazione con l'insegnante. Verrà predisposto un itinerario dialogico in cui si valorizzeranno le predisposizioni alla narrazione di sé, tramite meccanismi didattici di decentramento emotivo e cognitivo. Il cambiamento consta nell'acquisizione di capacità di pensiero autoriflessivo e metacognitivo, attribuendo significato e senso al contesto e all'esperienza di formazione.
Aldo Ettore Quagliozzi - 15-06-2005
Il titolo della presente nota è stato preso a prestito da una corrispondenza di Umberto Galimberti pubblicata su di un supplemento del quotidiano "la Repubblica ".
Pone domande inquietanti, in un paese nel quale il problema della scuola si è ben ridotto alle solite comparsate di tale Brichetto Letizia, in arte ministro del MIUR, un acronimo da brividi.
Il problema della scuola non interessa agli abitatori del bel paese, tanto da delegarne completamente le problematiche ai soli addetti ai lavori, considerati, anche se non pubblicamente dichiarati, al pari dei giudici, " stralunati " esseri, nullafacenti o quasi, gloriosamente dediti, e senza tanti riconoscimenti e ricompense, a qualcosa per la quale la sedicente società civile ha ben poco da dedicare o da spendere.
In tale contesto la scuola è divenuta purtroppo rifugio o approdo dei tanti che in verità avrebbero meglio potuto impiegare il loro tempo in altre faccende o mansioni socialmente più utili.
Ne ho fatta esperienza personale in quanto genitore, per via naturale, ed in quanto insegnante, per scelta inizialmente molto convinta e motivante, e con il senno del poi del tutto sconclusionata.
Nel trascorrere dei lustri l'asfissiante gabbia entro cui l'istituzione imprigiona gli anni migliori tanto dei ragazzi che dei docenti, unici questi ultimi nella specie umana a trascorrere e lasciare, al pari della muta degli ofidi, nelle fetide, inospitali aule, il meglio della propria vita, dall'entrarne come alunni all'uscirne come bacucchi, nel trascorre di quei lustri dicevo la consapevolezza che il mio lavoro fosse, se non inutile, in fondo ininfluente allo svolgimento regolare della vita sociale, mi ha condotto ed indotto alla persuasione di un abbandono anticipato, inglorioso forse ma utile e da toccasana, onde salvare quella parte di me stesso ancora salvabile da un ruinare verso forme sempre più perniciose di perdita del senso della realtà e, la qual cosa è infinitamente più grave, verso una completa disistima personale, innescata dalla inconcludenza della quotidiana fatica.
E questo senso di smarrimento lo si ritrova nella vasta letteratura che vado scoprendo di colleghi in fuga precipitosa verso quella salvezza dalla " pubblica calamità " che è divenuta la scuola del bel paese; è divenuto oramai un problema di " salute pubblica " oltre che di " salute personale ", ma come tale non interessa a nessuno, se non ai diretti interessati che sopravvivono nella speranza di una sempre più vicina " uscita di sicurezza " .
E prima della dotta prosa di Umberto Galimberti provo ad offrire un assaggio di quanto ha scritto Paola Mastrocola nel suo ultimo lavoro " La scuola raccontata al mio cane ".
Sì, proprio al suo cane, infinitamente più sensibile a tali problematiche che non i sordi abitatori del bel paese. E' una piena crisi di identità personale e collettiva.
Calogero Martorana - 15-06-2005
Il referendum sulla L.40 non l'abbiamo perso noi del Sì, ma è semplicemente - e tecnicamente - fallito. Del resto, poche cose sono così chiare come quest'astensione: la gente, gregge clericale o meno che sia stata, ha rifiutato di partecipare a ...
Innocenzo Cipolletta - 15-06-2005
Ne avevamo già parlato nei giorni scorsi. Ora entriamo nel merito proponendo un intervento pubblicato nel sito La voce . (Red)

Il sistema contrattuale nato dagli accordi del 1993 ha molti limiti, ma la sua sostituzione con uno nuovo non sarà agevole. Se non si farà attenzione ai molti trabocchetti, l'eventuale avvio di una nuova negoziazione potrebbe portare più tensioni e inconvenienti che vantaggi.

Il contratto e il territorio

Vediamo i suggerimenti e gli obiettivi fin qui proposti da esperti e da parti sociali. Si sostiene che la determinazione del salario debba essere decentrata in modo da distribuire la produttività del lavoro lì dove essa si forma. Così espresso, questo obiettivo presuppone il mantenimento di un sistema di contrattazione salariale centrale, dove venga assicurata la difesa del potere d'acquisto del salario, e l'estensione a tutte le imprese della contrattazione decentrata, per favorire la distribuzione della crescita della produttività.
In questi termini, rappresenta un aggravio di contrattazione e verrebbe a determinare un aumento del costo del lavoro rispetto alla situazione attuale, dove la contrattazione aziendale non è obbligatoria. Pertanto, sarebbe mal digerito dalle imprese, sia che si estenda obbligatoriamente la contrattazione aziendale a tutte le imprese (anche alle piccole), sia che si adottino livelli contrattuali territoriali (regionali o altro). Per altro, è da notare che il contratto territoriale ha tutti i difetti di quello nazionale portati all'ennesima potenza. Infatti, poiché non distingue tra le diverse aziende, distribuisce incrementi di produttività (o quant'altro) che sono una media relativa a imprese presenti su di un territorio limitato. La media, quindi, è ancora meno rappresentativa che nel caso nazionale, tanto più che sul territorio possono esserci casi di competizione reciproca: lo stesso aumento di costo salariale finirebbe per penalizzare l'impresa più debole, ovvero per avvantaggiare notevolmente quella più forte.
Rosalba Sgroia - 15-06-2005
Ormai sono consapevole di vivere tra i fantasmi e in uno Stato Etico che impone a tutti un'unica morale.
Sono disgustata per la vicenda referendum e dell' ingerenza del Vaticano, le cui gerarchie hanno imposto ai preti (e l'ha detto anche il cattolico Tombolini, ex dirigente Azione cattolica) di fare campagna elettorale nei luoghi di culto, con l'aggravante dell'incitamento all'astensionismo. Tutto contro la legge vigente.
Difficile votare per le persone devote e amiche della Chiesa Cattolica, specie nei paesini, quando votare significa andare contro il " volere di Dio".
Si rimane MARCHIATI, si rischia la scomunica e chi ci crede ne ha paura.
Onore a tutti i cattolici che hanno ragionato con la loro testa e in armonia con la loro fede.
E dell'impossibilità di molti cittadini residenti all'estero che non hanno potuto votare? Ne vogliamo parlare? Di chi è la responsabilità?
Dove sono finiti il nostro senso civico, le nostre conquiste democratiche? Le ha risucchiate il Vaticano?
Gianni Mereghetti - 14-06-2005
C'è un film che dovrebbe essere proiettato in tutti i collegi dei docenti della scuola italiana, è LES CHORISTES.
E' un film che racconta la commovente vicenda di un musicista apparentemente fallito, ma che vive il suo lavoro di sorvegliante in un ...
Fuoriregistro - 14-06-2005
Riceviamo e pubblichiamo

Con l'annuncio di Maroni dello slittamento a settembre - ad un mese dal termine ultimo fissato nella legge delega - del decreto sul trasferimento del TFR ai Fondi pensione e dell'avvio della procedura del silenzio/assenso ...
Corrado Mauceri - 13-06-2005
Per la Scuola della Repubblica
Comitato di Firenze


Nel sito Retescuole in data 1/6 u.s. è pubblicato una nota a firma di Angelo Verpelli intitolata "Perchè la riforma del sistema scolastico piace anche al centro-sinistra ?"
Io penso però che non sia giusto nè fare il processo alle intenzioni, nè, tanto meno,generalizzare; difatti è possibile che alcune componenti del centro-sinistra possano avere un'idea della scuola come quella rappresentata da Verpelli; ma è CERTO che questa idea non può essere quella del maggior partito del centro-sinistra e cioè dei DS che nel suo ultimo congresso nazionale ha approvato un o.d.g. in cui in modo netto ed inequivoco si assume l'impegno non solo della abrogazione delle leggi Moratti, ma di una politica scolastica alternativa a quella delle destre; lo stesso impegno è stato assunto dal Rif. Com, PdCI, VERDI oltre che da molte organizzazioni scolastiche e tra queste la CGIL Scuola e Cobas.

Esiste quindi uno schiertamento vasto , impegnato per l'abrogazione delle leggi Moratti e per una proposta alternativa; è necessario sostenere con forza questa linea anche per scoraggiare eventuali ripensamenti; in questo senso il Comitato di Firenze "FERMIAMO LA MORATTI" si è concretamente impegnato, formulando una proposta di legge per l'abrogazione delle leggi Moratti ; auspichiamo che possa formarsi un vasto schieramento di associazioni e comitati per dare concretezza a questo primo impegno; è evidente infatti che l'immediata abrogazione delle leggi Moratti è preliminare ad ogni altra proposta.

p. il Comittato di Firenze Corrado Mauceri




5 Febbraio 2005
Ordine del giorno sulla Scuola
Approvato dal Congresso.

La legge Moratti e l'intera politica del governo di centro-destra negano l'eguaglianza del diritto di tutti a quel bene primario che è l'istruzione, destrutturano e impoveriscono il sistema pubblico e rappresentano un arretramento della cultura della scuola e dell'Italia.
I democratici di sinistra si impegnano a costruire da subito un progetto diverso e alternativo, facendolo vivere in una grande campagna di discussione nel Paese e nel confronto con tutte le forze del centro-sinistra. A partire dalla convinzione che oggi serve "più scuola", pubblica, laica e di qualità e che garantire il diritto alla cultura e a una formazione qualificata per tutti e per tutta la vita è condizione di democrazia e questione decisiva per la qualità del sistema produttivo. Per questo i democratici di sinistra si impegnano ad inserire nell'agenda del nuovo governo la cancellazione della legge n. 53 e l'immediato avvio di tutti quei provvedimenti necessari a rilanciare il processo di riforma e di innovazione del sistema formativo italiano, nel quadro degli obiettivi indicati dalla Conferenza di Lisbona.
Anna Pizzuti - 12-06-2005
Prima mattina di giugno, mattina di sole fresco. Seguendo l'invito dei promotori del referendum, vado a votare , con la speranza di influenzare l'andamento del quorum.
Fuoriregistro - 12-06-2005
Condividiamo la gioia - Redazione

Florence e Hussein sono liberi
Sono stai rilasciati dopo cinque mesi di prigionia. Erano stati rapiti in Iraq il 5 gennaio


Florence e Hessein sono liberi. Dopo cinque mesi di prigionia i due ostaggi sono stati rilasciati e potranno finalmente riabbracciare famiglia, amici, colleghi. La giornalista di Liberation è già in volo per la Francia, dove sembra atterrerà questo pomeriggio. Hussein Hanoun, invece, interprete iracheno che lavorava a fianco di Florence, è rimasto nel suo Paese e ha già raggiunto la sua famiglia, nel quartiere di Jadria, nel centro di Baghdad.
L'attesa è finita, dunque. Da quel 5 gennaio scorso, quando furono rapiti, sono stati mesi di silenzio, di lunghi vuoti. Nessuna informazione sulla loro sorte trapelava ormai dal primo di marzo, quando uno straziante video diffuso dai sequestratori mostrava una Aubenas stanca, provata, supplichevole di aiuto. E la Francia, e l'Europa intera, erano da allora col fiato sospeso e con Florence nel cuore. Molte le iniziative di solidarietà, le fiaccolate, gli appelli. Tante le gigantografie appese nelle piazze principali - e non solo francesi - imponenti e maestose, per non dimenticare.

E adesso? Presto ascolteremo i loro racconti, i loro ricordi, le loro sensazioni. Sentiremo ancora una volta raccontare come si vive con un'arma puntata addosso, come si riesce a sopportare questo tipo di prigionia senza impazzire, come si fa ad attendere impotenti che qualcun altro decida del nostro destino, come ci si sente dopo essere sopravvissuti alla guerra.
Giuseppe Aragno - 11-06-2005

Quando la ritrovai, chiusa in una busta ingiallita, la foto di Pietro Raimondi, sedici anni, operaio alle "Cotoniere Meridionali" a Poggioreale, incupì per un attimo la mia piccola vittoria personale di studioso alle prese con la fatica d'una ricerca puntigliosamente condotta fuori dagli schemi prefissati sui quali ricostruiamo la storia.
La Settimana Rossa a Napoli - narravano la foto e le note di polizia che l'accompagnavano - non fu sommossa di lazzaroni, ma lotta operaia. Era come se il palcoscenico della storia mutasse la scena e i protagonisti. Come per incanto, spariva dalla ribalta la città plebea quasi per vocazione, prigioniera dell'eterno malcostume, del ricatto clientelare, e di una ideologia subalterna che fa di tutte le classi un popolo indifferenziato nel quale si perdono nuclei sparuti di proletari smarriti e inevitabilmente sconfitti dal pauroso binomio licenziamento-disoccupazione.
La mostrai all'archivista, come un trofeo:
- Ha visto? - esclamai - Altro che furti e rapine, come lei sosteneva. Queste carte sono preziose!
Ero eccitato, come sempre quando la scrigno della storia si lascia violare e dal mio presente appare l'umanità che palpita sull'incerto confine del tempo, dove il futuro è ormai passato e non c'è passato che non sia stato futuro. L'umanità, sempre uguale a se stessa ma ogni volta diversa, che chiede solo di capire, raccontare e farsi raccontare.
Era lì davanti a me, in quei fascicoli scovati col fiuto dei cani, la Settimana Rossa che tra il 9 e il 12 giugno 1914 insanguinò le vie di Napoli e smentì lo stereotipo del "popolo lazzarone", che tanto sta a cuore ai padroni del vapore, sempre più compromessi col dramma del Sud. Una città in cui, se la storia la scrivono studiosi attenti anzitutto alle variabili dello sviluppo capitalistico, i ceti operai non hanno rilievo nemmeno quando scoprono il sindacato e il partito politico, e se a mettervi mano sono studiosi meccanicamente marxisti, i lavoratori finiscono su bilance da farmacisti, che pesano diversità tra operai e proletari di fabbrica e valutano solo la capacità di esprimere istanze radicali di antitesi al sistema. Ne nasce una città in cui accadono fatti ma non ci sono persone.
Aldo Ettore Quagliozzi - 11-06-2005
Sarà mai pensabile e quindi possibile che i pronunciamenti " inopportuni " sui fatti temporali del bel paese da parte degli esponenti religiosi, e non solo, della chiesa di Roma, possano fare sorgere sensi di colpa, o di grave peccato, nelle moltitudini dei fedeli di quella confessione?
Ma quando essi giungeranno a realizzare compiutamente la loro dualità di credenti e di cittadini? Or è tanto il tempo passato da quando la chiesa di Roma li ha sciolti da incredibili, antistorici vincoli di non partecipazione alla vita politica del bel paese, per cui non avrebbe senso che le loro coscienze venissero attanagliate dal senso profondo del grave peccato.
E' che, nei decenni trascorsi, quella dualità ha stentato a crescere, o forse ne è stata impedita la crescita, o solo si è operato un tentativo di impedirne la crescita, come in questa ultima occasione al pari delle precedenti.
Ecco allora comparire, come volteggianti lugubri spiriti venuti da un altrove, i maestri del pensiero profondo, a dettare indicazioni perentorie che assumono il dettato proprio degli editti, se non quello degli anatemi di infausta memoria.
Nicola Giua - 11-06-2005
Al Dirigente Generale
dell'Ufficio Scolastico Regionale
Dott. Armando Pietrella
CAGLIARI

e, p. c.
Ai Dirigenti del C.S.A.
CA-NU-OR-SS
- Alle RSU
- A tutto il personale docente e ATA
- Ai Genitori
- Ai Dirigenti Scolastici
SCUOLE DELLA SARDEGNA
Agli Organi di Informazione


OGGETTO: se questa è l'applicazione delle Vostre "RIFORME"!!!

Gent.mo Dott. Pietrella,
lo scrivente Nicola GIUA in rappresentanza dei COBAS - Comitati di Base della Scuola della Sardegna, in relazione all'oggetto, espone quanto segue.
Nel corrente anno scolastico la fervida fantasia di alcuni Dirigenti Scolastici è sfociata in vari abusi nella gestione degli organi collegiali e nell'emissione di atti gravemente illegittimi. La creatività di taluni Dirigenti si è sbizzarrita all'inverosimile raggiungendo vette assolutamente impensabili anche nella gestione di altre fattispecie, contrattuali e non.

Infatti, abbiamo avuto ed abbiamo tuttora fulgidi esempi di Istituzioni Scolastiche della Sardegna nei cui Collegi dei Docenti non è consentito alle/ai docenti di esercitare in alcun modo, o in maniera assolutamente ridotta, le proprie prerogative ed altre "situazioni" nelle quali alcuni Dirigenti Scolastici si sostituiscono addirittura al Collegio o assumono incredibilmente le funzioni di "Organo Giurisdizionale".
La casistica di tale "sovranità limitata" è varia e può essere chiarita con alcuni esempi assolutamente non esaustivi.
Anna Pizzuti - 10-06-2005
A prescindere da questo aspetto piuttosto surreale, per cui il testo del decreto potrebbe essere stato cambiato dopo l'approvazione, il tema del campus mi sembra degno della massima attenzione, per vari ordini di motivi che, forse, alla fine, si riducono ad uno solo: è un espediente per separare la scuola in due canali, facendo finta che questo non avviene.
C'è poi un ulteriore motivo per stare attenti al campus: in caso di cambio della maggioranza di governo, potrebbe costituire una forte tentazione per quelli che "... ma sì, teniamola, la riforma Moratti, al massimo sistemandola un po'". E' il nome, che potrebbe attirare. Quanto alla sostanza, è tutto un altro discorso.
Collegio docenti Venturi Modena - 10-06-2005
Il Collegio docenti dell'Istituto statale d'Arte "A.Venturi" di Modena, dopo aver analizzato lo schema di Decreto legislativo relativo alla riforma del Secondo ciclo d'istruzione, con documenti allegati, critica fortemente tale proposta ed evidenziano quanto lo studio delle arti applicate sia fondamentale per far conoscere, apprezzare e studiare il grande patrimonio artistico del nostro paese, assicurando contemporaneamente la continuità del "fare arte".
Annalisa Morasso - 09-06-2005
Credo che ormai tutto sia stato detto o scritto su queste prove. A che servono? Chi le ha decise? Per valutare cosa e perché? Quindi da questo punto di vista mi pare ci sia poco da aggiungere. Credo, però, importante riflettere sul tempo che tutte ...
Mario Menziani - 08-06-2005
Dotato di una adiposa gibbosità "fotocopiacea" (destinata ad accrescersi a dismisura nel tempo), attorniato dal pulviscolo tutoriale, addestrato fin da piccolo a saltare d'anticipo, procede a balzi, ondivago, nel campus.
Quando la sua figura si staglia all'orizzonte, il suo pecup può destare inquietudine e senso di smarrimento.
Sarà cura di Osvaldo fornirgli indirizzi, passerelle, orientamenti, ma sempre tenendosi a debita distanza, senza dimenticare, tuttavia, un'osservazione periodica e regolare.
(A questo punto vediamo che Osvaldo, con aria meditabonda e al tempo stesso possibilita, si infila un dito nel naso: "Valsi? Invalsi? Ai posteri l'ardua sentenza").
E' finito l'anno scolastico e Osvaldo s'è trovato con questo nuovo animale strampalato nella sua isola di Stranalandia.
Naturalmente non è frutto della fantasia di Benni questa nuova creatura, ed infatti non è altrettanto divertente: volete metterla con la soave leggerezza del maiale volante o con la straordinaria veridicità del gorilla "Vaichesei"?
Per questo, se proprio vogliamo ridurla ad un'isola di Stranalandia, affidiamola all'ottimo Stefano Benni, questa nostra povera scuola. Almeno ci faremo quattro sane risate e non più questo sangue amaro a vederla così maltrattata, così impoverita, così inesorabilmente abbandonata.
Francesco Paolo Catanzaro - 08-06-2005
E' notizia di pochi giorni fa l'episodio di cronaca relativo ad abusi sessuali su una minorenne in una scuola del nisseno. La vittima : una ragazzina tredicenne; i suoi "molestatori": un ragazzo di sedici anni, l'altro di diciassette. Si ripropone ...
Aldo Ettore Quagliozzi - 08-06-2005
" ( ... ) L'irrompere di tematiche religiose di diverso orizzonte nello scontro politico, sia su scala internazionale che all'interno dei singoli Stati, è un sintomo pericolosissimo che chiunque abbia dimestichezza con la Storia può avvertire.
Le guerre di religione hanno insanguinato e devastato attraverso i secoli l'Europa e il mondo. Le loro radici risiedono nelle latebre della società e il conflitto, sovente, divampa all'improvviso.
A differenza delle guerre tradizionali, quelle in cui domina l'elemento religioso sono difficili da concludersi e si trascinano senza soluzione: i combattenti sono, infatti, dominati da idee assolute, non suscettibili, di per sé, di mediazioni di compromesso.
Sono, per gli stessi motivi, crudelissime nello svolgersi, ogni parte in causa sentendosi portatrice del Bene in lotta con il Male. ( ... )
"

E' la lucida scrittura di Mario Pirani nel suo sempre citato articolo " Stato, Chiesa e la lezione di Giolitti ", pubblicato sul quotidiano " la Repubblica " del 16 novembre 2004, a " guerra referendaria " già ben divampata.
Nell'articolo l'autore, con toni allarmati, disegna, o prefigura anche per l'occasione, gli scenari propri che la storia del continente europeo, e non solo europeo, ci ha consegnato allorquando, per l'appunto, la " ragione " della politica e della tolleranza è stata messa da parte dall'intransigenza fideistica ed assolutistica delle " religioni ", intese esse nel senso più lato possibile, anche di quelle senza un " dio " da adorare.
Una certezza ci consola nella fattispecie; in un paese dalla religiosità sonnacchiosa qual è per esperienza il bel paese, alle fiammate iniziali sopravverranno l'indifferenza e la soddisfazioni dell'essersi contati; nulla da temere quindi, e direi per fortuna, per scenari fratricidi che andassero oltre le date del 12 e 13 di giugno dell'anno del signore 2005.
Hanno altro per cui infiammarsi gli abitatori del bel paese, che sprecare energie e tempo su discorsi che investono i " massimi sistemi "; la tentazione della delega è forte come sempre, ma soprattutto nella attuale circostanza in cui la chiesa di Roma ha fatto sentire la sua tonante ed intimidatoria voce.
E come suol dirsi nelle siffatte circostanze, ad " ogni buon fine " conviene ricorrere alle letture dei testi di chi " se ne intende ", come l'interessante e lucido scritto del professor Fabio Bacchini, professore di Filosofia della Scienza all'Università di Sassari, pubblicato sul quotidiano " l'Unità " col titolo " Legge 40, vicina allo spirito dell'eugenetica ".

Dedalus - 07-06-2005
La notizia, confermata anche da un comunicato stampa della segreteria regionale della FLC-Cgil, è di quelle che fanno un certo effetto: sette dirigenti scolastici della Lombardia nei giorni scorsi sono stati promossi ispettori direttamente dal MIUR, ...
Francesco Mele - 06-06-2005
Sindacato, resistenza alla Moratti e dirigenti scolastici

Dopo aver assistito al seminario della FLC CGIL di Modena del 31 maggio scorso, su ruolo, poteri e prerogative dei Dirigenti Scolastici, restiamo ancora in attesa di un seminario rivolto a docenti e personale ATA su ruolo, poteri e prerogative dei lavoratori, delle loro rappresentanze e degli organi collegiali nella scuola dell'autonomia.
Il seminario dei Dirigenti era proprio dei e per i Dirigenti o per gli aspiranti tali. Di docenti infatti ce ne erano ben pochi, e del resto proprio questo era lo scopo più meno dichiarato dagli organizzatori: un seminario sul ruolo, poteri e prerogative dei Dirigenti scolastici nella scuola dell'autonomia per far capire che la FLC CGIL non è in conflitto con i Dirigenti in quanto tali che anzi accoglie al suo interno come componente dell'istituzione scolastica con pieno diritto di tutela.
Nulla da eccepire, figuriamoci! Però occorre fare chiarezza e per questo farò alcune riflessioni su quanto ho sentito e vado sentendo in questi tempi sul ruolo del sindacato in questa stagione della vita della scuola italiana. Le faccio da iscritto che si sente interno a questa organizzazione e ne condivide le strategie e la visione della realtà. Le faccio da dirigente di questa organizzazione che ha a cuore non tanto e non solo la sua sopravvivenza e la sua avanzata, quanto soprattutto la realizzazione di quegli obiettivi che ci fanno sentire di essere interni ad un percorso comune e condiviso. A tale proposito io penso che, in questo momento, la difesa della scuola pubblica sia il percorso che più di tutti accomuna e coinvolge chi ha a che fare con la scuola.
La tenace resistenza messa in atto dalle scuole nella fine dell'AS 2003-2004 aveva portato alla conferma dei POF dell'anno precedente e con questo i collegi si appellavano alla legge sull'autonomia per sbarrare il passo all'idea di scuola della Moratti centrata sulla personalizzazione, la riduzione del tempo scuola, l'opzionalità di pezzi di percorso di apprendimento, la gerarchizzazione del corpo docente. Nessuno si nascondeva però la necessità di supportare la resistenza dei collegi che non potevano reggere da soli il peso della resistenza alla controriforma e infatti il ruolo del sindacato fu importante ad esempio nel bloccare l'attuazione del tutor, vero centro nevralgico della nuova idea di scuola.
A partire da settembre 2004 abbiamo assistito però ad una massiccia controffensiva del ministero tramite direttori regionali e ispettori. Numerosi seminari residenziali in tutta Italia hanno indottrinato i dirigenti scolastici su come far fronte alla situazione operando su essi tutte le pressioni possibili anche le minacce. Questo ha avuto particolare effetto sugli incaricati e gli appena immessi in ruolo che, ovviamente, erano i più ricattabili. Abbiamo così assistito, in numerosi collegi della penisola, ad un'azione massiccia delle dirigenze per svuotare nei fatti le prese di posizione assunte nelle delibere del maggio-giugno precedente. Si è usato di tutto da parte dei dirigenti, dalla ricerca di una condivisione nella costruzione delle decisioni (come è giusto che sia) fino alle minacce di sanzioni, ispezioni, impugnazioni ecc.. Ovvio che in molti casi si è creato un conflitto tra collegio e dirigente, in particolare laddove il dirigente non accettava ostinatamente le decisioni e la sovranità del collegio dei docenti, ma soprattutto dove il collegio è stato capace di essere il cardine di una resistenza di scuola. Oggetto del contendere sono stati nello specifico i programmi (spiccando tra tutti la storia e la geografia nel biennio finale della scuola elementare), le funzioni tutoriali, le ore opzionali, il portfolio, la scheda di valutazione, le prove INVALSI.
I dirigenti della nostra provincia ad un certo punto hanno deciso di far fronte a questi conflitti in modo organizzato, trasformando una rete di scuole, il Rismo, in una sorta di società di mutuo soccorso tra dirigenti scolastici, disattendendo le finalità che avevano fatto nascere la rete e conferendole intenti corporativi. Il Rismo infatti ha elaborato e votato, approvandolo a larghissima maggioranza, un documento di informazione interno con interpretazioni normative e strategie di comportamento che consentissero ai membri della società di mutuo soccorso di piegare le resistenze dei collegi dei docenti.
Comportamenti analoghi, anche se forse in modo non così organizzato, si sono verificati in tutta Italia e le minacce in qualche caso sono diventate realtà, basta pensare alle ispezioni di Bologna, risolte comunque in un nulla di fatto da quanto se ne sa.
In molte scuole della nostra provincia la strategia Rismo ha avuto successo e i collegi, ormai stanchi, meno uniti e più disorganizzati, senza grandi argomenti di fronte alla massa di informazioni normative citate dai dirigenti, sotto le minacce di cui si diceva e, soprattutto, senza un'adeguata e autorevole controinformazione su tutte le questioni, hanno ad un certo punto deciso di accettare soluzioni di compromesso che hanno consentito al dirigente di poter riferire di aver fatto il proprio dovere, e ai docenti di poter lavorare con un po' di tranquillità. E allora si sono fatti i programmi secondo le Indicazioni nazionali, si sono dichiarate, almeno sulla carta, le ore opzionali, più o meno finte, si sono distribuite le funzioni tutoriali, si sono costruite schede di valutazione come vuole la ministra e in qualche caso anche di più, si sono progettati portfolio di fortuna, si sono organizzate le prove INVALSI partecipando alla formazione prevista.
Ma qualcuno in qualche scuola non ci sta, punta i piedi, si permette di obiettare e addirittura si presenta in collegio con i volantini. Quest'ultimo fatto è stato raccontato da una dirigente incaricata nel corso del seminario per dirigenti, a dimostrazione, secondo lei, di come il suo sindacato (la FLC CGIL) sia contro i dirigenti scolastici, la tranquillità e la vita delle scuole.
Ma torniamo ai reduci che ancora resistono. In quelle situazioni il conflitto è palese e tuttora esistente e si pone allora il problema di quale deve essere il ruolo del sindacato in un frangente come questo.
Io penso che il sindacato avrebbe dovuto, sin da settembre, elaborare una strategia articolata di supporto e sostegno alla resistenza dei collegi. Una strategia fatta di informazioni su come il sindacato interpreta i vari temi caldi, di seminari sulle prerogative, ruolo e poteri del collegio dei docenti, di interventi specifici nelle singole situazioni in difesa dei colleghi minacciati dai dirigenti, di promozione di iniziative pubbliche di lotta e sensibilizzazione dell'opinione pubblica, di appoggio concreto alle realtà di movimento presenti nel territorio, di coinvolgimento degli enti locali, di stimolo alla discesa in campo dei partiti del centrosinistra, di interessamento del mondo del lavoro attraverso la confederazione e le varie categorie, per cominciare a preparare il terreno per quello sciopero generale che se non vogliamo rimanga un'utopia ha bisogno di terra sotto i piedi...; in sintesi: si chiedeva al sindacato di svolgere il ruolo politico che la grave situazione della scuola richiedeva. Non dico che non si sia fatto qualcosa, dico che è stato troppo poco.
C'è poi un'altra questione, il triangolo dirigenti-lavoratori-sindacato. Questa è una questione molto delicata che va chiarita una volta per tutte e che può rappresentare per molti una discriminante che mette in discussione la stessa appartenenza ad un'organizzazione.
Io sono convinto che ci sia posto nel nostro sindacato per tutti i lavoratori della scuola, anche per i dirigenti, perché è giusto che anche i dirigenti vengano tutelati nel loro rapporto di lavoro col datore ma anche, e soprattutto, per sconfiggere il tentativo di rendere i dirigenti dipendenti dal potere politico. Non solo, non sono scandalizzato dal fatto che negli organismi dirigenti del nostro sindacato ci siano dirigenti scolastici e che addirittura il nostro segretario nazionale lo sia. Ma deve essere chiaro per tutti, come fino ad oggi ho dato per scontato che fosse, che in sede di contrattazione tra RSU e dirigente scolastico, in caso di conflitto tra un lavoratore e la dirigenza, in caso di comportamento antisindacale di un dirigente, nel caso in cui un dirigente assume comportamenti che non rispettano la sovranità del collegio, in tutti i casi in cui il dirigente opera in rappresentanza del datore di lavoro, il sindacato sta dalla parte dei collegi e dei lavoratori, anche se il dirigente è un iscritto alla FLC CGIL. Poi è chiaro che si cercano mediazioni possibili, ma sempre compatibili con gli obiettivi strategici della nostra organizzazione; io penso che fuori da questo non ci possono essere ambiguità.
Ora, nel caso specifico della nostra provincia, nessuno può negare che ci siano stati episodi di prevaricazione della sovranità dei collegi dei docenti - che il documento Rismo ha cercato di legittimare dal punto di vista normativo - oltre che attacchi ai singoli lavoratori al limite del mobbing. Quelli che Nico Danieli, coordinatore dei dirigenti scolastici della FLC CGIL di Modena, durante il seminario ha chiamato casi particolari, sono molto più diffusi e variegati di quanto la sua esperienza di dirigente delle superiori e la sua buona fede gli consentano di vedere. Ma anche se si limitassero ad un caso solo, il sindacato non dovrebbe esitare un attimo nel decidere da che parte schierarsi.
Se il triangolo dell'ambiguità ha potuto finora trovare quasi sempre un sofferto equilibrio di convivenza pacifica, oggi il sindacato non può più permettersi pericolosi silenzi e colpevoli immobilismi.
Da membro della segreteria della FLC CGIL della mia provincia, che in tutti questi mesi ha taciuto e non denunciato il documento del Rismo anche al proprio interno (solo due persone ne erano a conoscenza, il vecchio e la nuova segretaria), ho proposto più volte di prendere posizione e smentire quanto in quel documento viene sostenuto, anche senza fare esplicito riferimento ad esso, consegnando ai collegi i nostri punti di vista sulle questioni che quel documento affronta. Non c'è stato nulla da fare, in un modo o nell'altro non se n'è mai discusso e il direttivo non è mai arrivato a decidere in merito alla necessità o inutilità o inopportunità di una tale uscita pubblica.
Anche l'ultimo tentativo è andato male visto che mancava il numero legale, ma del resto era comprensibile visto che la riunione era prevista per il giorno prima del seminario sui dirigenti scolastici.
Ho deciso allora di mettere a disposizione di tutti quegli spunti di riflessione e di controinformazione che proponevo di far arrivare ai collegi-ghi resistenti. Si tratta di una raccolta utile di quanto prodotto in tema di resistenza in questo ultimo anno e che potrebbero far comodo. Alcune sono mie deduzioni che chiedo di verificare e correggere a chi ha competenze più di me sulle questioni normative; altre invece sono riferite a prese di posizione molto più autorevoli e quindi decisamente più attendibili.
Marina Bolletti - 06-06-2005
Vorrei che tutti i lettori di Fuoriregistro venissero a conoscenza dell'episodio a dir poco incredibile (ma senza dubbio segno dei tempi) che qui di seguito brevemente illustro, riportando l'appello dell'Associazione Italiana Biblioteche. Dove sono ...
Gianni Mereghetti - 06-06-2005
La scuola che finisce è per tutti una grande gioia, non per me, portato a trascorrere questi giorni in compagnia di un'intensa tristezza. E' la tristezza che mi prende a ricordare tutte le volte che ho tradito l'esigenza di vero, di bene, di bello ...
Marco Mayer - 04-06-2005
Con una lettera aperta ad alcuni colleghi docenti ho avviato una dicussione all'interno del nostro corso di laurea. Il tema è molto sentito tra gli studenti e forse qualcuno di voi è interessato a partecipare al dibattito. Ecco il testo della mia lettera e la prima risposta

Cari amici,

l'altra settimana a Siena ho ascoltato un'appassionata testimonianza di Antonio Cassese sul Darfur: un milione e mezzo tra profughi e sfollati, più di 100.000 morti. Una tragedia ed un crimine contro l'umanità di cui i grandi mezzi di informazione ci hanno parlato anche se a fasi alterne.
Nessuno può dire non sapevo.
Dal giorno della conferenza di Cassese mi è rimasta dentro una domanda: perchè decine (e talora centinaia) di migliaia di persone si sono mobilitate per l'Iraq e non c'è stata nessuna iniziativa per il Darfur?
Per la verità a Londra qualcuno ha tentato, ma ha raccolto un centinaio di persone o poco più.
Non ho risposte a questa domanda, ma sento che come studiosi abbiamo il dovere di indagare il fenomeno e cercare delle risposte.
Che ne pensate?

Marco Mayer
Grazia Perrone - 04-06-2005
Inoltro il testo (preceduto dalla minuta di accompagnamento) della nota a verbale al contratto di istituto che il dirigente/datore di lavoro (il quale, alle ultime elezioni amministrative cittadine, si è candidato - con scarso successo - nella lista ...
Flora - 04-06-2005
PROTESTA

-PER LA TUTELA DEI DIRITTI DEGLI ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI
-PER LA DIFESA DEL TEMPO PIENO
-PER L'ABROGAZIONE DELLA RIFORMA MORATTI-

Questi gli appuntamenti di cui sono a conoscenza.
Chiedo ai colleghi laziali e campani di integrarli con le date delle manifestazioni del loro territorio.
Grazie.
Redazione - 04-06-2005
I salari dei dipendenti pubblici non crescono più delle retribuzioni dei privati. Gli attacchi ai rinnovi contrattuali del pubblico impiego, anche quelli che arrivano da Bankitalia, "sono ingiustificati. Ma il modello contrattuale del '93 va cambiato lo stesso, per incentivare il livello decentrato. E dunque per differenziare i salari sul territorio". Non parla di gabbie salariali Guido Fantoni, presidente dell'Aran, l'agenzia governativa per la contrattazione nel pubblico impiego, a cui nei prossimi giorni dovrebbero arrivare le prime direttive per rinnovare i contratti dei circa 3,4 milioni di lavoratori della p.a. Fantoni invita però a non aver paura del concetto, "perché nella sostanza esistono già in alcuni comparti, come gli enti locali e la sanità, e non è detto che sia peggio".

Domanda. Il governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio, nella sua relazione ha parlato di aumenti nel pubblico impiego che sono stati, negli ultimi dieci anni, più alti di quelli del privato e soprattutto dell'inflazione, con una crescita sostanziosa nell'ultimo quadriennio. Un attacco, insomma, ai contratti che avete fatto sotto il governo Berlusconi.
Risposta. È la solita storia della media del pollo. Gli aumenti incriminati ricomprendono anche comparti per i quali non vige la contrattazione presso l'Aran, come la carriera diplomatica e prefettizia. Se guardiamo invece ai dipendenti contrattualizzati le cose stanno in modo diverso. Dal 2001 al 2004, le retribuzioni nella p.a. sono salite del 6,1% contro l'8,9% delle industrie e un tasso di inflazione effettivo che è stato del 5,2%. E poi c'è il discorso del secondo livello.

D. Ossia?
R. I livelli contrattuali sono due, quello nazionale e quello decentrato. Per i dipendenti delle amministrazioni centrali il secondo livello è finanziato dallo stato, e dunque è sotto controllo. Per questi, non ci sono stati sforamenti. Per gli altri, per esempio i lavoratori di enti locali e sanità, conta molto quanto le singole amministrazioni sono in grado di stanziare.

D. E dunque in questo caso gli aumenti di fatto possono essere più consistenti anche del privato?
R. È proprio così. Su questi contratti non c'è controllo.

D. Il governo ha scritto ai sindacati per aprire una trattativa anche sulla contrattazione integrativa per frenare il proliferare della spesa.
R. Il problema più che sindacati è di regioni e autonomie locali, sono loro che dovranno fare un passo indietro.

D. Il ministro della funzione pubblica Baccini ha annunciato che domani il consiglio dei ministri approverà le direttive per scuola, ministeri e aziende autonome. Siete pronti ad avviare le trattative?
R. Siamo sempre pronti.
Giuseppe Aragno - 03-06-2005
... SE VINCE IL NO

Prodi, Fassino, Rutelli, Amato, D'Alema e Fini - potrei fare altri nomi, ma mi pare che basti - allineati e coperti su una linea dai tratti più o meno uguali, confermano sulle grandi questioni la sostanziale compattezza del ...
Cub scuola - 01-06-2005
Inoltriamo la lettera aperta del collega Antonio Marraccini, docente di chimica presso l'Istituto Tecnico "Da Vinci" di Borgomanero.
Sottolineiamo che il collega ha, da ieri, iniziato uno sciopero della fame per richiamare l'attenzione delle ...
Comitato per la Scuola della Repubblica - 01-06-2005
La scuola che vogliamo: statale e pluralista, laica e democratica, aperta a tutti ed obbligatoria fino a 18 anni: la scuola della Costituzione.
La scuola che non vogliamo: la scuola-azienda e subalterna al mercato, regionalizzata e governata da Ministri ed esecutivi, gerarchizzata e discriminatoria: la scuola della Moratti. Proponiamo sin da ora un incontro nazionale per il 25 settembre, eventualmente a Firenze, preceduto da un incontro preparatorio il prossimo 18 giugno.

Fabrizio Dacrema - 01-06-2005
L'approvazione in prima lettura da parte del Consiglio dei Ministri del decreto sulla secondaria conferma la decisione, presa dai responsabili scuola dei partiti del centrodestra, di andare avanti comunque, nonostante la sconfitta elettorale delle regionali.

Decreto secondaria: missione impossibile ?

È pur vero che immancabilmente il centrosinistra si è nel frattempo dato da fare per ridare fiato all'azione governativa, ma il tentativo di completare l'iter del decreto entro la scadenza formale (il 17 ottobre scade la delega) e quella sostanziale (a novembre/dicembre deve essere pronta la macchina amministrativa per permettere le iscrizioni a gennaio) non sarà in ogni caso una impresa facile.
I tempi sono effettivamente ristretti (il tempo medio di approvazione dei precedenti decreti è stato di otto mesi), inoltre, Parlamento (l'opposizione è sul piede di guerra e la maggioranza è tuttaltro che compatta) e Conferenza delle Regioni non faranno ponti d'oro al decreto.
Vasco Errani, Presidente dell'Emilia Romagna, a nome di tutte le Regioni, ha già dichiarato che non ci sarà alcuno sconto, lamentando il non coinvolgimento delle Regioni nella definizione finale dello schema di decreto e rivendicando il diritto a entrare nel merito per la realizzazione della necessaria intesa.
In questo quadro l'unica possibilità del governo di approvare definitivamente il decreto in tempi utili consiste nel blindare il testo, continuare a non ascoltare nessuno, forzare anche istituzionalmente nel rapporto con le Regioni e il Parlamento e arrivare alla meta comunque, costi quel che costi.
A che serve allora approvare una riforma senza consenso né condivisione ? Non certo alla sua possibile e proficua attuazione. Serve solo alle prossime campagne elettorali (le politiche del 2006 e la corsa a sindaco di Milano della Moratti) per poter affermare "Sulla scuola abbiamo attuato il programma: obiettivo raggiunto".
In realtà l'unico risultato conseguito consiste nell'aver indebolito e impoverito la scuola pubblica, per il resto non è cambiato nulla, nessun punto e a capo, casomai progressivo declino, e, soprattutto, nessuna riforma attuata. Il disegno controriformatore non ha fatto il suo ingresso nella scuola reale, è rimasto un orizzonte minaccioso, rifiutato e non applicato nelle scuole grazie agli spazi legittimi dell'autonomia scolastica tutelata dal nuovo Titolo V della Costituzione.
Così è andata per il ciclo primario e così andrà per il secondo ciclo, visto il ruolo determinante affidato dallo stessa norma costituzionale alle Regioni, ora in gran parte contrarie alla Legge 53/03.

galassia scuola
Spazio aperto alle riflessioni e alle opinioni personali su quanto avviene nella scuola in generale, nella nostra scuola in particolare, nelle piazze e nei palazzi in cui la scuola è all’ordine del giorno. Insegnanti, ma anche studenti, operatori, genitori … possono dar vita a un confronto su tematiche attuali, a patto che la discussione sia corretta.
Astenersi anonimi e perditempo!
La Redazione
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