Anno scolastico 2008-2009 - mese di novembre
Elisa Di Guida - 29-11-2008
La scuola apprende e trema. La notizia giunge dal Collegio arcivescovile Bentivoglio di Tradate, nel varesotto, ed avrà conseguenze sulla scuola tutta. Protagonisti un manipolo di insegnanti, i soliti. Quei fannulloni, ignoranti, immeritatamente benestanti e, magari, pure terroni ne hanno combinata un'altra delle loro. Hanno bocciato, per la terza volta, all'esame di maturità Bossi junior. Lo hanno respinto nonostante il Tar avesse intimato loro la ripetizione della prova già fallita a luglio. Lo hanno bocciato nonostante la ministra Gelmini avesse inviato un ispettore a garanzia del candidato unico.
Paolo Citran - 29-11-2008
Giunge dall'Ufficio Scolastico Regionale del Friuli-VG una circolare indirizzata ai Dirigenti scolastici sul tema "onerosità e/o gratuità delle visite fiscali".
Rispondendo a quesiti pervenuti da alcune scuole, l'Ufficio cita una sentenza della Cassazione che si esprime nel senso che "l'onere del pagamento della visita fiscale grava sul datore di lavoro".
L'Ufficio nota altresì che la sentenza nulla cambia nell'impianto normativo esistente, in quanto il suo valore non è "erga omnes".
Pertanto l'Amministrazione Scolastica, sulla scorta del parere dell'Avvocatura dello Stato, applica il criterio che "le visite fiscali rientrano nelle competenze delle Unità Sanitarie Locali e rappresentano prestazioni comunque a carico del Servizio Sanitario Nazionale"...

Riccardo Princi - 29-11-2008
L'indubbia volontà di mitigare il provvedimento per quanto riguarda la riduzione del tempo scuola, ha indotto tutti i sindacati concertativi, eccezion fatta per la FLC-CGIL, a emettere sconcertanti comunicati, se non di esultanza, quantomeno di plauso per il testo licenziato. Alcuni sono "abbastanza soddisfatti", per altri "siamo in presenza di una buona base per la discussione", per altri ancora "tale orientamento induce ad un cauto ottimismo" e infine si parla di "soluzioni ragionevoli".
Ma ammesso che questi pareri portino effettivamente ad una minor riduzione del tempo scuola, resta il fatto che i tagli, in misura più o meno accentuata, ci saranno comunque e, cosa più importante, resta il macigno degli 8 miliardi di euro in meno destinati alla scuola, come previsto nella finanziaria triennale.
Giuseppe Aragno - 29-11-2008
Discutendo di scienza, politica e morale, professor Brunetta, Auguste Comte ebbe a sostenere che "nessuna proprietà può essere creata e trasmessa da una sola persona, senza una indispensabile cooperazione pubblica specifica e generale ad un tempo", sicché "il suo esercizio non deve mai essere puramente individuale". Comte, che non era né un anarchico insurrezionalista, né un rivoluzionario bolscevico, ricordava ai benpensanti borghesi che, in casi estremi, è consuetudine universale che una comunità di individui ridotti spalle al muro autorizzi se stessa a impossessarsi della proprietà e la confischi. Un capitalismo sano non si schiererebbe con la tracotante malafede dei sostenitori della logica del profitto e aprirebbe un dialogo coi giovani che insitono: "noi la crisi non la paghiamo".
Per carità, ministro, non balzi dalla comoda poltrona trovata dio sa come in un Parlamento di "nominati" che nessun cittadino ha potuto votare. Vedrebbe crollare in anticipo il castello di carte su cui poggia la sua malcerta popolarità e indurebbe il grande pensatore positivista a ricordarle che, nel clima di sfascio morale della classe dirigente di cui lei fa parte, la solidarietà con la Gelmini e la campagna contro i funzionari pubblici sono un nonsenso politico e una scelta indecente per un uomo di cultura.
Miha - 29-11-2008
Spesso alla nostra associazione Scuolafutura viene richiesto, quando vengono organizzate serate sulle nuove norme scolastiche, di avere un contaddittorio ovvero un dibattito tra chi sostiene il pro e il contro. Richiesta sacrosanta ma che ahimè cozza con la scarsa-nulla disponibilità di trovare un esperto, un dirigente, un qualcuno che spieghi pubblicamente le ragioni di tanto sconquasso. Già durante la riforma Moratti era dura trovare qualche sostenitore, però alla fine veniva un collega di Bertagna che provava a spiegare da dove veniva l'idea del Portfolio, del Tutor o la profondità delle Indicazioni Nazionali, salvo poi concludere che però lui non era d'accordo su come fossero state applicate tali teorie. Adesso è il vuoto e giustamente l'on. Ghizzoni ieri sera faceva notare che siamo alla schizofrenia pura tanto che anche Valentina Aprea ha da ridire sulle norme del Governo. Sembra che l'unico favorevole a questo disastro sia il ministro Tremonti che ovviamente di scuola non capisce alcunchè e quindi ben si guarda di andarsene in giro per l'Italia a fare figure da pollo per difendere cose indifendibili. Ma questa è la democrazia, baby...
Ieri sera durante il consiglio comunale aperto a Carpi c'era la ghiotta occasione di sentire le ragioni del provveditore di Modena che si è fatto notare ultimamente per iniziative abbastanza virulente...
Uno studente autoconvocato - 28-11-2008
Cosa sta succedendo in questi giorni funesti?
La crisi sta mettendo in ginocchio il paese, serve liquidità da poter immettere sul mercato dell'economia reale, bisogna che si taglino le spese superflue - i famosi "sprechi" - e tutta la trafila della 133.

Ok, sembra un discorso sensato, però c'è un passaggio che mi lascia perplesso: il momento in cui si è cominciato a pensare all'Università come a uno spreco.

Non mi si venga a dire che la situazione degli atenei migliorerà, che si fanno dei tagli mirati alla razionalizzazione delle risorse: i tagli sono a pioggia, più che interventi mirati sembrano un attacco al napalm.
Docenti Liceo Classico Pansini Napoli - 27-11-2008
Ministro, sono d´accordo con i tagli perché a chi lavora nella scuola bisogna pagarlo meglio e chi non serve a nulla bisogna che lo si mandi via.

Signor Ministro, vorrei sapere perché non taglia i docenti di Religione: essa è una materia facoltativa. Perché calcolare l´organico sulla base degli iscritti e non degli avvalentesi?

Signor Ministro, perché i vescovi possono nominare i docenti di religione e questi diventano di ruolo senz´altro merito?

Signor Ministro, se tagliamo i rami secchi (insegnamento di religione), fatto a 30 ore l´orario annuale di ogni ordine e grado, il risparmio sarebbe di 1/30 del budget del ministero. Se calcoliamo che alle scuole elementari le ore sono due, il risparmio è ancora più vistoso.
Libero Tassella - 26-11-2008
Per risolvere in modo strutturale il problema del precariato docente bisogna rivedere la politica sciagurata sui tagli di organico e sull'aumento degli alunni nelle classi, che fa coppia con quelli sulla sicurezza degli edifici scolastici: gli uni colpiscono nella carne e negli affetti, gli altri nella mente e nel futuro delle nuove generazioni.

Bisogna quindi assumere, rendendo contrattualmente stabile il lavoro degli insegnanti precari, e farlo su tutti i posti vacanti negli organici, evidentemente lì dove c'è bisogno, attraverso una graduatoria nazionale di assunzioni, rivedendo per questo e da subito l'ambito territoriale, ora provinciale, della validità delle graduatorie ad esaurimento; non disperdendo quel precariato docente, vera risorsa della scuola italiana, che ha accumulato negli anni esperienze educative, didattiche, disciplinari, ad invarianza di retribuzione e con contratti instabili negli anni e a volte in situazioni di grande disagio logistico.
Claudia Fanti - 25-11-2008
Concretezza invisibile eppure tangibile nei risultati

Parlare di pedagogia è parlare di concreto più di quanto non sembri a prima vista. Incentivare la ricerca è qualcosa di estremamente rivoluzionario, di estremamente utile per cambiare un mondo che diventa stretto e angusto quando ricorre alla semplificazione, all'elusione o addirittura all'esclusione della differenza e delle differenze. Non dobbiamo vergognarci di esprimere l'invisibile, di desiderare l'utopia, di andare oltre i crolli delle pareti responsabili della morte di un giovane ragazzo vittima della sottovalutazione semplificatoria dei decisori politici di ogni epoca, i quali sempre pontificano, sempre dibattono, sempre offrono soluzioni inadeguate e al risparmio sul e per il benessere della gente comune e "piccola". Non dobbiamo vergognarci di fare della pedagogia la forza propellente per noi e per i nostri alunni/e affinché divengano essi stessi capaci di migliorare le dinamiche sociali e di superare barriere di qualsiasi tipo, prima fra tutte quella che nega valore alla vita umana per darne ai consumi più di quanto essi meritino.
Insegnanti seconda lingua comunitaria - 25-11-2008
Non intendiamo accettare uno scenario che dà come pressoché certo e ineluttabile l'asservimento delle diverse lingue e culture (comprese quelle nazionali) al monopolio esclusivo di una lingua - l'inglese - la quale, per questo stesso processo, risulterebbe, da una parte, la lingua dominante e dall'altra, l'espressione di una cultura necessariamente impoverita e semplificata: al contrario, riteniamo indispensabile educare i giovani alla pluralità linguistica e culturale, in un'ottica di apertura, in grado, contemporaneamente, di valorizzare l'insieme del patrimonio storico, culturale e linguistico del nostro continente e di accogliere la ricchezza che viene dai grandi spostamenti di popolazioni che interessano la realtà contemporanea.
E' solo dal confronto tra e con modelli culturali diversi, e non dalla loro omologazione, che la scuola può concorrere a formare persone che, consapevoli della propria identità e appartenenza, sappiano riconoscere e apprezzare il dialogo con "l'altro da sé", diventando con ciò cittadini in una società sempre più vasta e multietnica, dove fondamentali devono essere i valori del rispetto e della tolleranza reciproca.
Libero Tassella - 24-11-2008
Per il Presidente del Consiglio si è trattato di "una fatalità drammatica", mentre per il Ministro dell'istruzione "non si può morire così, non possono succedere queste cose in una scuola". Ma i tetti delle scuole non crollano per fatalità e il Ministro parla come se ad occuparsi delle sicurezza nelle scuole, dovessero essere altri. Naturalmente nessuno pensa di colpevolizzare solo l'ultimo Governo, perché le gravi inadempienze in materia di sicurezza nelle scuole, sono da ripartire equamente tra tutti quelli che hanno governato il paese negli ultimi cinquant'anni.
Lucia Arrigoni - 24-11-2008
Uno si alza la mattina, si infila in un autobus stracolmo di gente e che gli è costato un occhio della testa di abbonamento, va a scuola per cinque ore la mattina, forse per un paio anche al pomeriggio, e poi di nuovo autobus, casa, studio. Senza che questa fatica sia proiettata verso qualcosa. Perché anche con un diploma, perfino con una laurea, non abbiamo la prospettiva di trovare un buon lavoro, o addirittura non abbiamo la prospettiva di trovare un qualsiasi lavoro...
Professori, noi oggi siamo dalla vostra parte. E confidiamo che anche voi siate dalla nostra. Il nostro futuro non può essere solo una nostra preoccupazione, ma deve per forza essere una preoccupazione anche vostra. Il nostro futuro non vi sarà indifferente. Sia voi che noi abbiamo bisogno che gli studenti di oggi abbiano buone prospettive, sia voi che noi abbiamo bisogno che la scuola sia una scuola pubblica e di qualità. In definitiva, che sia una buona scuola.
Redazione - 24-11-2008
Sono precari della scuola, lavoratori della formazione, ma potrebbero appartenere ad una delle mille categorie messe sotto attacco da un governo incapace di capire il Paese e di dare risposte concrete alle esigenze reali della gente. Un governo che appare ogni giorno di più il braccio armato dei poteri forti e lo strumento consapevole di una cieca reazione di classe.
Damiano Cavallin - 22-11-2008
COME POSSONO I DOCENTI DELLE SCUOLE SUPERIORI
EPRIMERE IL LORO DISSENSO RISPETTO ALLA L.133?


La legge 133, essendo associata alla finanziaria, è modificabile dal parlamento fino a Dicembre. Alcuni parlamentari della stessa maggioranza hanno chiesto di rivederla, almeno in parte. Se intendiamo fare pressione affinché ciò avvenga è necessario trovare nuove strategie, diverse dallo sciopero tradizionale, che ha perso, ormai, gran parte della sua efficacia.
Tra le modalità di protesta innovative, già attivate in molti istituti superiori, ricordiamo...

Cosimo De Nitto - 22-11-2008
"Il cosiddetto decreto Gelmini non contiene nessuna riduzione di spesa, nessuna previsione di licenziamento . Si è addirittura parlato di 83 mila licenziamenti : sono ipotesi che non esistono. C'è solo il fatto che avere due maestri incide meno sulla possibilità di formazione dei bambini . Si torna quindi al maestro unico, anzi, al maestro prevalente , liberando l'altro maestro, che potrà applicarsi a quello che una volta si chiamava doposcuola e che ora chiamiamo tempo pieno , richiesto di quasi tutte le famiglie".
Così ha dichiarato quel burlone del Presidente del Consiglio, ma non si è accorto che il naso gli cresceva, o forse era geloso del naso lungo della sua ministra Gelmini e allora è entrato in competizione con lei su " chi la spara più grossa ".
Giuseppe Aragno - 22-11-2008
Il governo Berlusconi, che, in quanto a persona umana, ha un'idea ripresa dalla capanna dello zio Tom, punta a perpetuare le discriminazioni sociali e razziali. In discussione sono i beni comuni, la libertà individuale e sociale, la cittadinanza e i diritti acquisti, dallo studio al lavoro. In discussione soprattutto sono la crisi e chi dovrà pagarla. Il governo si muove per delega: comanda il capitale e a pagare è il lavoro.
Vittorio Delmoro - 21-11-2008
Signor Ministro,

questa è la seconda lettera che le scrivo nel giro di poche settimane; evidentemente lei non legge la posta, immagino perché voglia dedicare tutto il suo tempo a mansioni ben più importanti.
Ma come si fa a non reagire di fronte alle sue scellerate dichiarazioni, che produce a getto continuo da ogni tribuna?
Ultimamente ha detto che gli insegnanti italiani percepiscono uno stipendio troppo alto rispetto al loro orario di lavoro che si configura come un part-time e ieri ha avuto la spudoratezza di dire che i fannulloni stanno soprattutto a sinistra.
Ora si dà il caso che io sia insegnante e pure di sinistra, per cui mi sento tirato direttamente in ballo e allora voglio fornirle - se avrà la compiacenza di leggerle - alcune informazioni di carattere personale.
Gianni Gandola, Federico Niccoli - 21-11-2008
In articoli precedenti relativi alla scuola primaria abbiamo ripetutamente sottolineato la differenza sostanziale fra un "tempo scuola di 40 ore" e il modello pedagogico del tempo pieno (*). Sul piano degli organici docenti - per chiarire nuovamente con un esempio - per garantire le 40 ore di scuola su quattro classi bastano sei o sette insegnanti che, con le ore degli insegnanti specialisti di religione e di inglese, possono ricoprire l'intero orario settimanale. Il Tempo Pieno invece, dalla sua legge fondativa in avanti (art.1 della L.820 del 1971 ripreso dall'art.8 comma 2 della legge 148/1990 poi art.130 del Testo unico n.297/1994, quindi dall'art.1 della legge 25 ottobre 2007, n.176) ha sempre comportato, come presupposto, il doppio organico su ogni classe. Non solo due insegnanti, ma due insegnanti "contitolari", con pari dignità quindi, entrambi corresponsabili delle attività e della gestione del gruppo alunni assegnato.
Omero Sala - 20-11-2008
Il pubblico pagante sta fischiando. Gli spettatori - si sa - sono volubili: fino a ieri hanno applaudito i monologhi più o meno convincenti, le barzellette di dubbio gusto, i giochi di prestigio, le pernacchie per gli sfigati, le bastonate per i brutti e cattivi; oggi invece non hanno gradito l'elogio del Paese dei Balocchi a scapito della scuola; non è piaciuta loro la denigrazione delle maestre che tutti percepiscono un po' come delle mamme; e si sono ricordati della dolce Fatina dai Capelli Azzurri e dell'untuoso Omino di Burro con le sue viscide lusinghe che nascondono intenzioni subdole e interessi abietti.
Movimento Insegnanti Precari - 18-11-2008
L'assemblea nazionale del 16 ha deciso all'unanimità la data del 30 per una grande assemblea nazionale della scuola; tutta la mattinata sarà dedicata al precariato, e poi si confluirà con la piattaforma degli insegnanti precari discussa durante la mattina nella più generale assemblea sulla scuola.
Ci sembra un ottimo modo per avere visibilità e per aggregare intorno al movimenti dei precari della scuola un numero elevato di persone, che collettivamente e senza ingerenze esterne, possa rivendicare i propri diritti e quelli della scuola statale.
Per questo, chiediamo a tutti voi, insegnanti precari organizzati e non,
di costruire insieme a noi l'assemblea nazionale
Vittorio Delmoro - 18-11-2008
LETTERA APERTA

Signor Presidente,

l'ho sentita in TV (e letta sui giornali) che di fronte alla grave crisi che ci sta investendo bisogna fare sacrifici e mi sono chiesto: sta parlando a me?

Sono abituato a vivere di sacrifici fin dalla nascita, nonostante abbia avuto un'esistenza senz'altro migliore dei miei genitori grazie ai loro ancor più dolorosi sacrifici e ho cercato di educare i miei figli ad una vita sobria seppur dignitosa.

A cosa dovrei dunque rinunciare, signor Presidente?

Forse però non stava parlando a me...
Francesco Mele - 17-11-2008
Immaginate che le scuole superiori in tutta Italia decidano di fare un'assemblea di istituto tutte nello stesso giorno (diciamo il 18 dicembre 2008 giovedì), della durata delle lezioni di una giornata come prevede il Testo Unico (Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297 artt. 12-14 ).

Immaginate che in ogni città le scuole superiori decidano di tenere tali assemblee in piazza, visto che quasi in nessuna scuola esistono spazi per tenere le assemblee alla presenza di tutti gli studenti.

Immaginate che l'oggetto di tali assemblee sia: "perché difendere la scuola statale" o "perché continuare la mobilitazione" o "perché non arrendersi" o qualcosa del genere.

Immaginate che i contributi possano essere in forma di lezioni magistrali di docenti o interventi di studenti universitari e medi, genitori, lavoratori, cittadini ...

Riuscite a immaginare l'impatto mediatico, praticamente a costo zero?
I Supervisori al tirocinio nelle Siss, Bologna - 17-11-2008
I docenti sono disponibili al cambiamento e ritengono necessaria una organica riforma della Scuola e dell'Università, così come ritengono giusto razionalizzare le risorse, rendere il sistema scolastico italiano più in grado di rispondere ai bisogni formativi delle nuove generazioni. Ma una vera riforma della Scuola richiede complessi processi di elaborazione e soprattutto investimenti e risorse. A quel punto è possibile tagliare ciò che risulta improduttivo e inadeguato..
L'intera manovra, invece, fatta essenzialmente di tagli, non deriva da una riflessione sui processi formativi/didattici/educativi della scuola, ma rappresenta il frutto delle misure inserite nel capitolo della Legge Finanziaria estiva (art. 64 Legge n° 133/2008) denominato "Contenimento della spesa per il Pubblico Impiego". Nel senso che prima si è deciso di reperire risorse incidendo sull'Istruzione, poi si sono scelti gli ambiti in cui intervenire.
Claudia Fanti - 17-11-2008
Se Gelmini non capisce la società che si ribella, a parte quella che le fa quadrato intorno nelle aule di convegni di partito, possiamo noi permetterci di non capire lei e tutti quei giornalisti e intelligentoni che vorrebbero istruirci sul "buon senso" della sua riforma?

Ebbene anche noi non capiamo l'accanimento terapeutico quando la giustificazione dello stesso si vorrebbe basare su teorie pedagogiche non ben identificate. Lo capiamo soltanto se parla dell'esigenza di tagliare. E qui sta il punto! Non accettiamo che si tagli la scuola statale. Se dà fastidio questa nostra testarda difesa della parte positiva dell'esistente, ce ne dispiace, ma la cosa non ci allarma. Se quell'esistente vale la pena, noi lo difendiamo, così come Pirani, Panebianco, Ricolfi, Sartori, Citati, Israel e altri saggi si ostinano a offendere con il loro potere culturale elitario. Zzzzzzzzzzzzz, che zanzaroni! Che gonfiori fastidiosi sulla nostra pelle segnata da anni di continue riforme e controriforme!
Comitati docenti, studenti e genitori di Empoli - 17-11-2008
I docenti sono disponibili al cambiamento e ritengono necessaria una organica riforma della Scuola e dell'Università, così come ritengono giusto razionalizzare le risorse, rendere il sistema scolastico italiano più in grado di rispondere ai bisogni formativi delle nuove generazioni. Ma una vera riforma della Scuola richiede complessi processi di elaborazione e soprattutto investimenti e risorse. A quel punto è possibile tagliare ciò che risulta improduttivo e inadeguato..
L'intera manovra, invece, fatta essenzialmente di tagli, non deriva da una riflessione sui processi formativi/didattici/educativi della scuola, ma rappresenta il frutto delle misure inserite nel capitolo della Legge Finanziaria estiva (art. 64 Legge n° 133/2008) denominato "Contenimento della spesa per il Pubblico Impiego". Nel senso che prima si è deciso di reperire risorse incidendo sull'Istruzione, poi si sono scelti gli ambiti in cui intervenire.
Miha - 17-11-2008
Ultimamente il formidabile politologo Giovanni Sartori sfoggia tutte le sue competenze per portare acqua alla sponda della Gelmini la quale, leggiamo nell'editoriale del Corriere del 14/11, "nel complesso si è mossa bene". Beh, penserete voi, una che è riuscita in pochi mesi a provocare una compatta onda di protesta dalle materne all'università, che ha causato il più compatto sciopero del comparto da anni e che non si può neppure mostrare a un dibattito pubblico per timore di essere linciata forse non si è mossa poi così bene.
Ma cosa volete saperne? Mica siete stati Albert Schweitzer Professor in the Humanities alla Columbia University mica siete stati nominati Comendador della Ordem do Cruzeiro do Sul dal presidente della Repubblica Federale del Brasile. Lasciate spiegare dal Sartori dunque che dall'alto della sua esperienza nel settore afferma "il ripristino del maestro unico non è una tragedia...se tagli ci debbono essere, questo non è esiziale". Sarà così, però il Politologo non spiega cosa ci sia di veramente esiziale se non lo è l'educazione pubblica in un fase complessa come l'infanzia e come mai i tagli debbano colpire proprio l'unico segmento dello stato italiano che raggiunge risultati positivi a livello internazionale e non lo sperpero che i suoi colleghi Stella e Rizzo hanno così brillantemente illustrato.
Cosimo De Nitto - 14-11-2008
In questo modo non si va da nessuna parte e si mette in sofferenza la democrazia e il sistema di regole su cui si regge. Ne sono perfettamente consapevoli le centinaia di migliaia tra studenti e lavoratori dell'università e ricerca che oggi, con i loro cortei gioiosi e critici, hanno dato vita a una bella pagina della democrazia, chiedendo al governo di mostrarsi forte, tornando indietro sui suoi passi per intraprendere un nuovo percorso virtuoso, rinunciando all'immagine che vuol dare di sé come tosto- coraggioso- duro- conlepalle.
Giuseppe Aragno - 14-11-2008
Come ognuno sa bene, la sovranità del popolo si esplica in maniera diretta, mediante il voto, soprattutto nell'elezione dei deputati. Ne deriva che, da quando una legge elettorale ha soppresso il diritto di "delegare", l'intero sistema politico si è posto fuori della legalità repubblicana. Il Parlamento, infatti, di per se stesso non è sovrano. Ogni suo componente acquisisce i poteri costituzionali esclusivamente per delega espressa dagli elettori. In assenza di questo requisito, da anni, in Parlamento i sedicenti "deputati" sono solo dei clandestini.
Corrado Mauceri - 14-11-2008
In primo luogo bisogna raccogliere tutte le dichiarazioni con le quali la Gelmini ha assicurato che non ci sarebbe stata la soppressione del tempo pieno.
In secondo luogo avviare subito una campagna per il tempo pieno ed a gennaio in occasione delle preiscrizioni presentare le domande per il tempo pieno.
A fronte del probabile rifiuto avviare una vertenza nazionale sul tempo pieno sia a livello parlamentare, sia promuovendo assemblee sul tempo pieno sia eventualmente con vertenze giudiziarie, però meglio studiate e coordinate a livello nazionale da un collegio di difesa.
Gian Paolo Trevisani - 14-11-2008
Oggi è il mio primo giorno di malattia dell'anno scolastico 2008/2009. Ho realizzato e toccato con mano concretamente che cosa significa nell'era del ministro Brunetta ammalarsi. Ora capisco che per combattere l'assenteismo questa legge sembri funzionare, non capisco perché io che assenteista non sono, ma semplice ammalato, debba subirne le conseguenze e debba essere penalizzato economicamente proprio nel momento del maggior bisogno perché devo affrontare tutta una serie di spese mediche (visite specialistiche, analisi, ecc.). Non capisco perché chi negli uffici pubblici ha la responsabilità, ed anche la retribuzione, di vigilare sull'assenteismo sia stato esonerato da tale mansione per legge e senza conseguenze.

Doriana Goracci - 14-11-2008
Se l'Onda, non diventerà un moto artificiale di acque, mosso dai motori dei partiti e dei loro consociati ma sarà consapevole del passato e del presente, in lotta per il proprio futuro auto organizzato, forse un po' più di studenti e giovani di questo vecchio Paese, capirà cosa è successo a Genova e cosa ci facevano 8 signori della guerra e la stampa del mondo, in quell'estate infame. A qualunque età si fossero assaggiate una ad una, come grani di rosario, quelle giornate, si sarebbero fatti i conti con l'apertura della stagione della Caccia per gli uni e della Raccolta di consensi dall'altra, concepite al tavolino del potere di allora e di oggi, e si sarebbe rimasti per un bel pezzo rintronati dall'assenza di legalità, allo stato puro.
Libero Tassella - 14-11-2008
L'obiettivo neanche tanto nascosto del governo Berlusconi è stato quello di dividere il fronte sindacale che già non brillava per unitarietà d'intenti; si pensi che sul pubblico impiego, nel giorno stesso del grande sciopero unitario della scuola, il 30 ottobre scorso, Bonanni e Angeletti, il primo aveva anche parlato sul palco di Piazza del Popolo, già si dividevano da Epifani, firmando in serata ( CISL e UIL) l'accordo contrattuale del pubblico impiego, da cui il recente atto d'indirizzo sul contratto scuola con la miseria prevista in termini di aumento e con la riproposta del concorsone per premiare i " meritevoli".
Non deve quindi sorprendere l'incontro recente di palazzo Grazioli di cui oggi si discute.
Bisogna rispondere e protestare contro il comportamento della CISl, è vero, ed è sacrosanto farlo, (poteste e disdette) anche se credo che la cosiddetta rappresentatività sindacale bisognerebbe presto ridefinirla con una svolta epocale, siamo ormai in un nuovo secolo e i sindacati dovrebbero rinnovarsi nella struttura e persino nel lessico.
Antonio Limonciello - 13-11-2008
L'Onda, come molti movimenti, parte per contrastare un atto del governo, poi piano piano prendono corpo analisi e conclusioni più radicali e globali di quelle di partenza. Le loro sembrano analisi apocalittiche e i media diffondono le visioni governative tipo: non conoscono la proposta del governo, i giovani sono strumentalizzati, eccetera, eccetera. Balle televisive allo scopo di creare un'immagine negativa e accerchiare il movimento nascente. Cattiva informazione con tutti i media che hanno? La verità è che temono il movimento. Intanto con gli universitari hanno fatto una piccola marcia indietro.
Lo temono per vari e fondati motivi.
Fuoriregistro - 13-11-2008
In questi giorni sono moltissime le e-mail inviate al Presidente della Repubblica per chiedergli di non firmare la legge di conversione del decreto Gelmini.

Ora il Presidente della Repubblica non può, per disposto costituzionale, rifiutarsi di firmare una legge approvata dal Parlamento. Egli, però, prima di firmarla, può inviare un messaggio motivato alle Camere con il quale chiede una nuova deliberazione.

Per chiedergli di seguire questa strada, costituzionalmente corretta, è stato predisposto il testo di una lettera che chi volesse può inviargli.
Cristina Tioli - 12-11-2008
I docenti del 9° circolo di Modena

ESPRIMONO

forti preoccupazioni e perplessità in relazione alla possibilità di proseguire un "fare scuola" nel pieno rispetto della Carta Costituzionale, delle Indicazioni Nazionali e senza stravolgere il proprio Piano dell'Offerta Formativa

CHIEDONO CON FORZA

di rivedere il decreto già approvato in base alle effettive necessità di cambiamento di cui la scuola ha bisogno,dando doveroso spazio a un dibattito che coinvolga chi "fa scuola", in modo da evitare scelte dettate unicamente da esigenze di puro risparmio economico.
Carla A. - 12-11-2008
Noi insegnanti del "Balzan" abbiamo deciso di partecipare alla protesta, già intrapresa da docenti e studenti di molte università e scuole italiane per dire NO ai recenti interventi normativi del settore scuola, provvedimenti che, a nostro avviso, non scaturiscono da un serio esame dei bisogni della società e dei giovani di oggi, ma hanno solo lo scopo di ridurre la spesa; lo stiamo facendo, e lo faremo, sia tramite iniziative individuali (come l'adesione allo sciopero del 17 o del 30 ottobre...) che insieme.
Come prima iniziativa abbiamo concordato di bloccare le "uscite" ( viaggi d'istruzione di uno o più giorni, stage, scambi, sopralluoghi, visite aziendali, artistiche, scientifiche ecc...) e tutte le attività proposte da enti, associazioni, istituzioni esterne al "Balzan" che richiedano i nostri studenti come "pubblico".
Gianni Gandola, Federico Niccoli - 12-11-2008
Che la cosiddetta "riforma Gelmini" in realtà non sia una riforma è stato riconosciuto da più parti, di diverso orientamento. Non solo dalla Cgil e dall'opposizione politica ma persino da Emma Marcegaglia che - come ha scritto su Repubblica Eugenio Scalfari - di certo bolscevica non è, fino a Famiglia Cristiana o al Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale (Azione cattolica). Tutti quanti a sottolineare il fatto che si tratta di un puro e semplice taglio di spesa.
Ma, al di là del contenuto, quello che colpisce - e che indispone - è il metodo seguito per arrivare all'approvazione del decreto 137 ed alla sua conversione in legge.
Vittorio Delmoro - 11-11-2008
Il paginone di Repubblica di lunedì 10 novembre giunge (inatteso) in un momento clou della lotta del popolo della scuola : dopo la più grande protesta culminata il 30 ottobre con quasi due milioni scesi in piazza in cento città d'Italia (1 milione solo a Roma), dopo i primi passi indietro del governo e prima delle nuove forme di protesta con in vista uno sciopero generale di tutte le categorie.

Naturalmente mi sono precipitato a leggere : chissà quali verità avrà scoperto il nostro beneamato Pirani, dopo che la riforma gelminiana è stata studiata e rivoltata da ogni parte fino all'ultimo comma!

La lettura del paginone si è rivelata a tratti esilarante, se non fosse invece preoccupante.
Cosimo De Nitto - 11-11-2008
Quello che si sta perpetrando a danno della scuola della Repubblica è un misfatto senza precedenti e la CHIESA non può rimanere in silenzio. La mancanza di ascolto da parte del governo di tutte le istanze sociali, istituzionali, professionali, scientifiche, la mancanza di rispetto anche nei confronti dei propri parlamentari, oltre che dell'opposizione, mortificati da decreti e voti di fiducia, l'arroganza degli atti e delle parole, da quando in qua sono diventate virtù cristiane? Il silenzio fa venire cattivi pensieri. Il silenzio è parente di complicità.
In queste settimane che hanno visto centinaia e centinaia di migliaia di giovani, insegnanti, genitori per le strade a reclamare il loro diritto allo studio, alla conoscenza, al lavoro, al futuro, la CHIESA si è occupata d'altro, ha parlato d'altro, come se niente accadesse nel corpo profondo della nostra società. Tante persone che guardano al suo magistero hanno atteso invano una parola che non è venuta. Peccato che quando poi è venuta, è stata quella sbagliata e deludente di Monsignor Diego Coletti responsabile scuola della conferenza episcopale italiana che ha sentenziato : "il problema dei risparmi è certamente sul tavolo ed è ineccepibile....è inutile se non addirittura dannoso intervenire agitando le piazze".

Precari Scuola - 11-11-2008
La riforma della scuola in questi giorni, furoreggia in tutte le televisioni.
E in egual modo d'occupazioni, atti di forza, inviti alla prudenza, smentite o precisazioni.

Gli unici di cui non si parla più sono i precari della scuola.

In mezzo ad una strada eravamo, ed in mezzo ad una strada siamo.
Ebbene si, per noi malgrado l'articolo 4 della Costituzione "La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.", malgrado i concorsi vinti, malgrado una legge Finanziaria, malgrado tante parole di comprensione, malgrado SIAMO STATI I PRIMI A PROTESTARE (lo sapete bene voi e i giornalisti che hanno taciuto volontariamente, è da mesi che ricevete le nostre mail), per noi NIENTE!

Si tratta per l'Università, si apre il dibattito con gli studenti, PER NOI NIENTE!
Nada - 10-11-2008
Forse il prossimo anno dovrò sopravvivere come collaboratrice scolastica precaria e studentessa seralista
... personalmente non penso che l'argomento "gelmini" non abbia
attinenza con la parola pace
... l'istruzione è una parte fondamentale nella conoscenza e quindi nella
scelta dei percorsi da fare di una società
... prendiamo lo studio del diritto, storia, scienze, arte...
... se non diamo la conoscenza ai giovani, il sapere possibilmente
obiettivo, avremo una società ignorante, manipolabile
... la parola pace per me non è a sè stante, fa parte del quotidiano, tanto più dell'educazione scolastica
...il 4 novembre sono stati 90 anni dalla fine della prima guerra mondiale: vi ripropongo ciò che ho scritto tempo fa...
Gianfranco Pignatelli - 10-11-2008
Non intesa come battuta, più o meno idiota ed inopportuna, ma come regalo, dazione o merce di scambio che dir si voglia. Il travaso di risorse dalla scuola statale a quella privata è la "carineria" pretesa dal Vaticano che, prima, ha affossato con premeditazione ed ostinazione Prodi e, poi, ha appoggiato con determinazione e convinzione la destra.
Gabriele Turci - 10-11-2008
Basta, tutta questa follia deve finire. Ogni bambino ed ogni famiglia hanno e devono avere il diritto al rispetto della loro fede, devono godere di spazi dove eventualmente esercitarla con le proprie comunità di fede, ma la scuola pubblica di stato ad altri compiti deve assolvere.
Essa, fra i suoi compiti, deve porsi come baluardo di difesa di tutti i bambini anche dalle loro famiglie.
La scuola pubblica di stato non ha e non può avere un credo da difendere o un agnosticismo da far maturare. Essa deve promuovere lo spirito critico e la formazione libera e consapevole di uomini e donne che, diversi fra loro, sappiano però camminare insieme ed operare per il bene comune.
Questa è, o dovrebbe essere, la prima ed unica religione civile cui la scuola di stato dovrebbe soggiacere e tendere.
Riccardo Princi - 08-11-2008
Il Ministro Brunetta ha inviato all'ARAN (Agenzia Negoziale per il Pubblico impiego), l'atto di indirizzo per il rinnovo del contratto del personale della scuola, quindi nei prossimi giorni si dovrebbero aprire le trattative tra l'ARAN e le organizzazioni sindacali di comparto.
Il rinnovo è relativo al biennio economico 2008-2009, per cui le trattative si apriranno almeno con 10 mesi di ritardo rispetto alla scadenza del contratto precedente (31 dicembre 2007).
Possiamo tranquillamente affermare, che questo è uno dei peggiori atti di indirizzo mai varati, che oltre a prevedere lo stanziamento di risorse ridicole, calcolate sull'inflazione programmata e che consentiranno di recuperare non più del 30% della perdita di potere d'acquisto conseguente all'inflazione reale, introduce anche allarmanti ipotesi di introduzione di meccanismi di premialità.

Enrico Maranzana - 08-11-2008
Le decisioni strategiche sempre ribaltate nel momento applicativo

La cultura dell'organizzazione è assente

Le figure del controllore e del controllato sono coincidenti

L'ordinaria prassi didattica è improduttiva

La chiave di volta: definire i risultati attesi

I riferimenti culturali sono inadeguati

Il concetti di "qualità" è stato snaturato
Oliver - 07-11-2008
Dopo le innumerevoli manifestazioni di piazza, la gente, e gli studenti continuano a manifestare purtroppo solo a livello universitario, la scuola di base ha troppe difficoltà per procedere nella protesta nonostante il disastro messo in campo dalla "riforma del piffero".
Questa "riforma" mira a ridurre il ruolo della scula pubblica italiana. Ultime notizie, sembra che la Lega sia riuscita ad eliminare la soppressione delle scuole con meno di 50 alunni per difendere il proproio elettorato nelle valli. Dov'era all'atto della stesura del documento e perchè continua ad affermare che non ci sono tagli?
Giuseppe Aragno - 07-11-2008
Ieri, nell'università occupata, mentre si discuteva delle prospettive del movimento, una ragazza mi ha fatto pacatamente una domanda e mi sono reso conto di quanto sia necessario e urgente che la scuola militante faccia i conti con se stessa e si assuma le responsabilità d'una scelta difficile ma ineludibile. Una domanda, semplice, chiara, apparentemente banale, ma radicale e profonda, come la luce dei bellissimi occhi neri che mi fissavano intensi, fiduciosi, ma decisi. Gli occhi di chi domanda, ma la risposta, per conto suo, se l'è già data: "cosa dovrebbe contare di più, per noi, professore, l'anno accademico o il futuro che ci stanno togliendo? La punizione per la ribellione o la consapevolezza che ci ribelliamo contro un'ingiustizia?"
Cosimo De Nitto - 07-11-2008
Il governo, convinto dalla insurrezione delle Regioni, degli EE.LL. e dalla straordinaria ONDA che percorre ogni giorno il Paese da nord a sud e da sud a nord, cioè, della serie solo con le buone maniere questo governo ascolta, sembra voglia ritirare questo art. 3 col quale, fra l'altro, va a modificare ciò che è contenuto nella Legge 133 emanata appena un mese prima.
Che pasticcioni! Anche una persona inesperta di procedure parlamentari non avrebbe combinato tutto questo casino, come dicono i ragazzi oggi.
Elisa Di Guida - 06-11-2008
Se l'informazione non mistifica la realtà, non esalta il governo ed i suoi componenti ma si limita a riferire fatti concreti, meglio adottare il modello Berlusconi. Basta etichettarla come disinformazione e propaganda della sinistra. Anzi no. Meglio oscurarla o censurla.

Così, la quotidiana rassegna stampa del Ministero dell'istruzione è di colpo "dimagrita": da 20-30 pagine a 10 ed anche meno. Il sito trascura i giornali indipendenti e privilegia quelli dipendenti dalla destra o dalla famiglia. Nella rubrica delle lettere sgrana un rosario di improbabili missive di "devoti" della Gelmini o fustigatori dei prof sobillatori. Per contro, l'ultimo Espresso e la Repubblica di ieri risultano censurati.
Dino Donofrio - 06-11-2008
Sono 1.247 le Istituzioni Scolastiche del Mezzogiorno (BASILICATA-CALABRIA-CAMPANIA -PUGLIA-SICILIA) individuate dal MIUR per la revisione del piano regionale di dimensionamento della rete scolastica .
I plessi o punti di erogazione del servizio scolastico con meno o pari a 50 alunni nei piccoli comuni rappresentano un'istituzione importante anche nelle provincie del Mezzogiorno
A fronte degli Istituti Scolastici che non raggiungono i 500 iscritti (o 300 se situati in zona di montagna) sono molti quelli dove eventuali accorpamenti porterebbero a successivi sdoppiamenti senza alcun risparmio effettivo.
Movimento Insegnanti Precari - 06-11-2008
Dopo la manifestazione del 30 ottobre, nella quale eravamo presenti con uno spezzone di insegnanti precari, riteniamo sia essenziale far emergere con una maggiore visibilità ed un crescente grado di organizzazione il movimento degli insegnanti precari, con le sue specifiche ragioni ed i suoi problemi.

Se vogliamo affermare con forza le nostre rivendicazioni dobbiamo aumentare il livello di coordinamento e, con esso, la capacità di organizzare una nostra mobilitazione.

L'emergenza della situazione ci spinge ad invitare tutte le organizzazioni e i singoli precari a costruire collettivamente una assemblea nazionale, che proponiamo per il giorno 30 novembre (luogo da stabilire).
Francesco Masala - 05-11-2008
per migliorare il livello di istruzione degli studenti, che chi ci governa riconoscerà peggiorato, confortato dal giudizio Ocse-PISA, apparissero due nuovi canali tv, Mediaset e/o Rai non importa, due gratis gestiti dal Cepu e/o dal Forcom, e uno a ...
Giancarlo Peris - 05-11-2008
I docenti della Media Flavioni,

pur ottemperando a tutti gli obblighi di lavoro che derivano dalle delibere collegiali ( Consigli di classe, Collegio dei docenti, Consiglio di Istituto) in materia di viaggi di istruzione, ovvero preparazione degli itinerari delle uscite di un giorno e/o viaggi di più giorni, collaborazione con il Dirigente Scolastico per quei docenti nominati in specifiche commissioni e/o ai quali siano stati attribuiti incarichi relativi alla materia in quanto Funzioni Strumentali

deliberano che

al momento attuale, stante l'atteggiamento del Ministro e del Governo arroccato alle proprie decisioni e rigidamente chiuso a qualsiasi confronto

• non garantiscono di accompagnare i propri alunni a dette uscite e/o viaggi di istruzione
fin tanto che il Governo non ritiri i decreti e che limiteranno le attività alle sole lezioni itineranti all'interno del territorio cittadino.
Redazione - 05-11-2008
Riportiamo qui stralci di un dibattito iniziato in un tamtam della scorsa settimana, per rilanciare la discussione sul tema e soprattutto non perdere nuovi spunti alla discussione.
Gabriele Turci - 04-11-2008
90 anni fa finiva il massacro della prima guerra mondiale, oggi, 4 novembre 2008, non festa ma lutto.

90 anni fa a Villa Giusti l'Austria si arrendeva all'Italia. Era la vittoria! La prima guerra mondiale per l'Italia era finita!
Una guerra non voluta dai lavoratori e imposta con la forza dallo stato italiano. Anzi, oggi è storicamente dimostrato che fu opera di una cricca precisa e ben individuata del governo, esautorando un parlamento comunque inefficiente.
Chi si ricorda, in questi giorni, che nel 1915 a Milano, Roma, Torino e
altre località ci furono manifestazioni di massa contro la guerra? Che a
Torino 100mila operai in sciopero si scontrarono con la polizia e le
truppe in una lotta durata due giorni?
Era chiaro che i lavoratori non volevano essere carne da cannone, non
intendevano pagare i costi di una guerra imposta da una parte della borghesia, dagli industriali, dalle alte gerarchie dell'esercito.
Chi ricorda che persino il Vaticano, allora, si adoperò con tutti i mezzi per evitare che il paese finisse in questo buco nero?
Francesco Mele - 04-11-2008
Tralascio la variegata campagna denigratoria avviata in grande stile già da troppo tempo contro tutto il personale della scuola e proseguita ultimamente con il fannullonismo del ministro Brunetta. Mi porterebbe via troppo tempo e potrebbe sembrare una difesa interessata.
Mi limiterò alle affermazioni che ho sentito in questo ultimo mese in trasmissioni e interviste che hanno offerto al governo una platea, spesso senza contraddittorio, per sostenere le tesi di una cosa che si ostinano a chiamare riforma ma che è solo una riorganizzazione del sistema scuola col fine apertamente dichiarato di risparmiare 8 miliardi di euro in tre anni.

Un esempio: in Italia ci sono più bidelli (159.000) che carabinieri (116.000), VERO, peccato che le caserme dei carabinieri siano circa 5000 mentre le scuole oltre 41.000 e che i bidelli dal 2000 al 2008 siano calati di oltre 10.000 unità, con gravi riflessi soprattutto sul ruolo di assistenza, sorveglianza e vigilanza all'interno delle scuole che i bidelli svolgono. Inoltre sempre a proposito dei bidelli si dice che c'è un bidello ogni due classi: a parte che facendo il rapporto viene circa 2,4 e non due, c'e da dire che questo parametro non tiene conto che moltissime scuole, oltre al tempo pieno, sono aperte anche al pomeriggio (come buona parte delle scuole superiori) e oltre (scuole serali) e che questo comporta inevitabilmente turnazioni per coprire a volte 16 ore di apertura della scuola come appunto avviene nelle scuole che hanno corsi serali. In questi casi non ha senso calcolare il numero di bidelli per classe ma prevale la copertura del tempo di apertura della scuola, e quindi appunto la sorveglianza, la vigilanza

Ma questo dei Carabinieri è un esempio significativo di come con questa campagna mediatica si sia voluto colpire l'immaginario collettivo: più pulitori di aule che difensori della sicurezza? Eppure non c'è alcun nesso logico tra le due figure, solo quello di tenere alto il valore della paura (la sicurezza) e basso quello della cura dei nostri giovani.
Danilo Sbarriti - 04-11-2008
Proposta di mozione

CONSIDERATO che

Con il D.l. 2008/137 del 1/10/2008 divenuto Legge 2008/133 con approvazione definitiva al Senato il 29/10/2008, non viene annullato il D.P.R. 275/199 ....

Con il D.l. 2008/137 del 1/10/2008 divenuto Legge 2008/133 con approvazione definitiva al Senato il 29/10/2008, non vengono abrogate le esperienze di "Tempo Modulare" e "Tempo Pieno" adottate nel nostro P.O.F. fino ad oggi

La Regione Toscana ha fatto ricorso alla corte di cassazione contro la Legge 2008/133

Ad oggi mancano dei precisi regolamenti attuativi alla legge 2008/133 che permettano alle automie scolastiche qualunque eventuale cambiamento per il P.O.F. 2009/2010 rispetto a quello 2008/2009
Dedalus - 04-11-2008
Le manifestazioni di massa che si sono tenute nei giorni scorsi in tante città d'Italia costituiscono un fatto politico di grande rilevanza. Si è trattata della mobilitazione più vasta del mondo della scuola della storia della Repubblica. Una mobilitazione che ha riguardato, per la prima volta, tutti i settori del nostro sistema di istruzione, dalla scuola dell'infanzia all'università, come mai era successo. Non nel tanto vituperato '68, non negli anni della pantera e nemmeno in quelli dell'epoca Moratti. Manifestazioni che hanno coinvolto insegnanti, personale della scuola, studenti, genitori.
Il governo finora ha dato prova di non voler ascoltare, reagendo in maniera scomposta e limitandosi ad accusare la sinistra di dire falsità, senza minimamente cercare di capire quanto sta succedendo. Ha pensato di stravolgere alcuni aspetti fondamentali del nostro sistema educativo, a partire dalla scuola primaria, con l'obiettivo prioritario di ridurre la spesa per l'istruzione (questa la motivazione di fondo della "riforma" Gelmini, come è stato riconosciuto da parti diverse, dalla Marcegaglia a Famiglia Cristiana) senza mettere in conto la reazione che un simile modo di procedere, per decreti legge e voti di fiducia, avrebbe sollevato.
E così si è visto il risultato, l'effetto della "riforma Gelmini" che riforma non è. Una riforma della scuola degna di questo nome segue infatti ben altri percorsi, ha altri presupposti culturali e pedagogici, necessita di condivisione e consenso per avere davvero successo.
Francesco Mele - 03-11-2008
... Molti lamentano che i dirigenti scolastici impediscono l'approvazione di mozioni che condannano i provvedimenti del governo, dicendo che si tratta di leggi che vanno applicate e che la competenza per queste cose è dell'assemblea sindacale.

Ovvio dire che come in ogni situazione si tratta di rapporti di forza; sono innumerevoli i collegi che hanno approvato mozioni di condanna di questo o quel provvedimento del governo, come pure i consigli di circolo o di istituto, è sempre stato così e sempre sarà. Ma è sempre stato che ci siano dirigenti che puntino i piedi. In questi casi allora occorre stilare le mozioni in modo tale che vengano citate considerazioni che siano proprie delle competenze del collegio dei docenti che sono ...
Paolo Citran - 03-11-2008
Emma Bonino, in un suo intervento al congresso del Partito Radicale, nel criticare l'annuncio da parte di Valter Veltroni di un referendum popolare contro pseudo-riforma Gelmini, ha giustificato tale critica con la motivazione che i referendum debbono farsi solo sui grandi problemi legati ai diritti umani e a non a piccoli provvedimenti di dettaglio: pensiamo alle cose serie non al grembiulino! - ha proclamato in modo riduttivo ed offensivo l'esponente radicale.
Strabiliante mi è apparsa l'idea che non siano in gioco diritti fondamentali quando si tratti di scuola: il perché di tale "strabilio" pare tanto ovvio che non credo abbia bisogno di esplicitazioni...
Libero Tassella - 03-11-2008
Le recenti dichiarazioni dell'Aprea penso che lascino intravedere, se la signorina di Brescia si farà o la faranno da parte, la possibile " linea di successione", la dirigente scolastica milanese, già ANP, già responsabile scuola di FI, viceministro con la Moratti, oggi presidente della commissione cultura della camera, ha tutte le caratteristiche per subentrare alla Minerva...
Per l'avvocato bresciano non c'è certo la disoccupazione come per le sue coetanee italiane, lei è sotto l'egida del Cavaliere, quindi ci sarà un proficuo lavoro di partito e poi la candidatura al Parlamento europeo.
Claudia Fanti - 03-11-2008
Abbiamo avuto sportelli per tutto, perché non fare uno "sportello" di attiva e "serena informazione" costante?
Un' ultima nota. Avrete letto sicuramente l'articolo che qui sotto incollo. Il Cavaliere cerca di fermare l'onda dopo che ha invaso le piazze. Riflettiamo sul significato che può avere tale "pausa di riflessione" governativa. Intanto la scuola dei "piccoli" ha già la sua bella legge! Permettetemi di dire "le donne, le maestre e le mamme, ancora una volta, soprattutto le donne, hanno la loro bella legge che non le rispetta e spetta ancora una volta a loro contribuire al risanamento economico (circa 8 miliardi di euro) delle tasche altrui!
Corrado Mauceri - 01-11-2008
La Costituzione assegna alla scuola una funzione istituzionale fondamentale e cioè la formazione democratica delle nuove generazioni; per questa ragione la scuola deve essere una scuola per sua natura pluralista e governata con la partecipazione democratica di tutte le sue componenti.
La scuola della Costituzione non può quindi essere la scuola del partito al potere formare le nuove generazioni come durante il regime fascista; la scuola statale, secondo la Costituzione, deve garantire la libertà di insegnamento e quindi deve essere di tutti e per tutti. Scuola statale, non governativa.
Vittorio Delmoro - 01-11-2008
Sì, il popolo della scuola è sceso dal nord, salito dal sud, convogliato da est e persino dal poco ovest a Roma per mostrarsi non tanto al ministro Gelmini o alla compagine di governo che la appoggia, a cominciare dal suo capo, quanto per dimostrare al popolo italiano tutto quale sia la consistenza di quella minoranza di facinorosi di cui vanno blaterando sui media.
Oliver - 01-11-2008
I nove miliardi di euro servivano a Tremonti, la Gelmini poverina sta sullo scranno mettendo in risalto le sue gaffe, non conosce la scuola, purtroppo non può intervenire per ridimensionare questa mostruosità, all'improvviso senza nessuna forzatura il mondo della scuola si è mosso con determinazione dicharandosi lontano dai partiti e dai sindacati venduti e al mass media che tra un morto e l'altro ci disinforma, finalmente gli italiani potranno capire chi li governa. auguri!!!
Omero Sala - 01-11-2008
La questione del grembiule a scuola, sollevata dalla Gelmini e lasciata decantare, non è una questione agostana di secondaria importanza: a ben vedere infatti svela - più di qualsiasi altra proposta - i principi ispiratori della controriforma scolastica e della restaurazione culturale
berlusconiana.
Per convincersi di ciò basta chiedersi che senso aveva il grembiule, quando si usava, e per quali ragioni è andato in disuso e che senso assume oggi la sua reistituzione.
Omero Sala - 01-11-2008
La riforma che non dispiace poi tanto... Se vogliamo credere ai sondaggi (che però talvolta vanno a dar ragione a chi li commissiona), dobbiamo rassegnarci: le proposte della Gelmini che tanto ci sconvolgono non sono poi così sgradite fuori dal recinto degli addetti ai lavori.
In particolare non appare del tutto malvista la decisione di rimettere il maestro unico nella scuola elementare.

Riandando alle discussioni degli anni, Settanta e Ottanta si possono trovare tre ordini di ragioni per le quali è da temere il maestro unico e da preferire - senza ombra di dubbio - il gruppo docente.
Gianfranco Pignatelli - 01-11-2008
Nel decreto sulla scuola (137/08 o Gelmini) ci sono pochi tagli e tanti specchietti per le allodole. Ma non è bastato. Non perché la scuola sia un covo di comunisti. A frequentarla sono solo persone istruite. Capaci d'informarsi e valutare. Di capire e reagire. Persone che non hanno ma sanno. Che non s'accontentano e, ogni giorno, cercano di portare i confini della propria conoscenza sempre una spanna più in là. Sono donne e uomini che non hanno rendite di posizione da difendere ma obiettivi da raggiungere.

Nel frattempo il premier, attraverso i suoi replicanti dall'aria incarognita, ci fa sapere che "la ricreazione è finita". E' una presa di coscienza o una minaccia?
galassia scuola
Spazio aperto alle riflessioni e alle opinioni personali su quanto avviene nella scuola in generale, nella nostra scuola in particolare, nelle piazze e nei palazzi in cui la scuola è all’ordine del giorno. Insegnanti, ma anche studenti, operatori, genitori … possono dar vita a un confronto su tematiche attuali, a patto che la discussione sia corretta.
Astenersi anonimi e perditempo!
La Redazione
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