Anno scolastico 2010-2011 - mese di marzo
Vincenzo Pascuzzi - 31-03-2011
Iscrivere i figli al liceo è diventata una moda, uno status symbol? Proprio così e a ragione. Famiglie, studenti e docenti hanno instaurato un circolo virtuoso: i migliori vanno alle scuole migliori e queste risultano migliori proprio perché attraggono i migliori, sia prof e che studenti! Il fatto che "i livelli dell'istruzione liceale sono vertiginosamente crollati" non modifica il giudizio in termini relativi. Per quanto svalutati, i licei risultano ancora più validi e attrattivi rispetto a tecnici e professionali. La fama o la nomea si auto realizzano, continuano il circolo virtuoso. Virtuoso? Sì, relativamente e per chi ne fa parte. Complessivamente (per tutta la scuola e per la nazione) il circolo risulta invece vizioso, negativo e svantaggioso.
Francesco Mele - 31-03-2011
Con un atto di prevaricazione il Ds impedisce ancora una volta, a un anno di distanza, la votazione di una mozione del collegio dei docenti del Meucci di Carpi.
Dopo un mese di discussioni, documentazione, circolazione di informazioni e riflessioni, che hanno coinvolto l'intera scuola, viene impedita da un atto di imperio, da una prepotenza gerarchica, l'espressione del libero pensiero di docenti in merito alla carne viva della loro professione, una palese violazione, ancora una volta, della libertà di insegnamento che trova nella dimensione collegiale una delle sue articolazioni irrinunciabili e costituzionalmente garantite.
Ma c'è qualcuno che potrà difendere il nostro diritto all'espressione, la nostra libertà di insegnamento?
Giuseppe Aragno - 30-03-2011
Mi piacerebbe parlare di scuola, senza dover dire nell'ordine "ragazze e ragazzi", così come continuo a far uso di netturbino o spazzino, handicappato e cieco, e non mi convincono i ragionamenti da cui nascono l'operatore ecologico, il diversamente abile e il non vedente. Non ne faccio questioni di forma. E' il contrario. Si tratta di sostanza: c'è una maniera di parlare e scrivere che appiattisce il pensiero sull'idea corrente, scade nel conformismo e nuoce all'intelligenza critica.

Mi piacerebbe parlare di scuola, senza cancellare un'idea tutta sindacale, da lavoratore, e poter dire, senza scandalizzare, che son pagato poco e faccio sinceramente troppo. Poterlo dire e non sentirmi replicare che nessuno m'impedisce di cambiar mestiere.
Francesco Di Lorenzo - 30-03-2011
Dallo Speciale Notizie dal fronte



Il tribunale del lavoro di Genova, la settimana scorsa, ha condannato il ministero dell'Istruzione a risarcire 15 precari. Poco più di 30 mila euro a testa, questa è la somma decisa come risarcimento dal giudice, per i docenti pagati come precari e utilizzati come personale stabile. La contraddizione è troppo evidente. Ogni anno molti lavorano perché sono tra i primi in graduatoria, ma non percepiscono lo stipendio in estate e hanno meno diritti degli altri.
Ora, tra le motivazioni della sentenza, la novità è che il tribunale ha fatto sua una direttiva comunitaria che obbliga gli Stati a limitare l'uso dei contratti a termine.
Lorenzo Picunio - 29-03-2011
Non è passato un secolo - erano gli anni Trenta - da quando dei proprietari terrieri della zona di Chirignago invitavano i contadini a non mandare i loro figli a scuola per evitare che si facessero strane idee sul loro futuro.
La Costituzione Repubblicana ha dato alla scuola pubblica quel ruolo di ascensore sociale che è il suo senso più profondo.
Oggi la scuola pubblica è sotto attacco. Viene accusata di essere ideologica, quando al suo interno convivono insegnanti di ogni posizione politica.
Enrico Maranzana - 29-03-2011
"Quando mi è stato chiesto per la prima volta di presentare il festival di Sanremo ho pensato a due cose, immediatamente. La prima è stata la mia professoressa di filosofia, perché io a scuola ero un asino, non studiavo mai e lei ogni volta che mi interrogava mi prendeva in giro. Io volevo fare l'attore da ragazzino e mi diceva: «Venga Bizzarri alla lavagna che vuol far l'attore». Ecco volevo dire alla mia professoressa di filosofia che sto presentando il festival di Sanremo", messaggio concluso da un eloquente gesto del braccio.
Francesco Mele - 28-03-2011
In un momento in cui il dibattito INVALSI SI - INVALSI NO sembra riduttivo, provo ad andare oltre al semplice NO ad uno strumento non tanto inutile quanto piuttosto direi DANNOSO per la Scuola Statale, come le verifiche INVALSI. Sul DANNO derivante dall'uso di queste modalità di verifica altri hanno scritto e io stesso in passato, e a quei testi rimando. Qui mi interessa dissertare invece su quale strumento a me pare utile per intervenire in modo virtuoso sul rilancio della Scuola Statale, sulla sua qualità, sul bene dei portatori del diritto costituzionale all'istruzione, che sono poi le nostre bambine e i nostri bambini, le nostre ragazze e i nostri ragazzi. Quello che dirò ha come riferimento il mio orizzonte, che è la scuola secondaria superiore in cui insegno e che meglio conosco, ma con le dovute correzioni può essere esteso a tutto il panorama scolastico, dai 3 ai 18 anni.
Vincenzo Pascuzzi - 28-03-2011
Sono stato messo bonariamente in mora dall'ottimo preside catanese Giuseppe Moncada (da poco in pensione). La questione è relativa ad alcune domande rivolte, lo scorso dicembre, dallo stesso preside a me e ai docenti del Liceo classico "Adolfo Pansini" di Napoli e del Convitto Nazionale anch'esso di Napoli.
Maurizio Tirittico - 25-03-2011
Gianfranco Zavalloni fa molto bene a ricordarci che sarebbe necessario attivare, soprattutto nei bambini più piccoli, processi educativi, formativi e istruttivi (dpr 275, art. 1, c. 2) all'insegna della l e n t e z z a a a !!! In altre parole, a fronte di una società sempre più impaziente, malferma, incerta e liquida, certi valori... o più semplicemente certi atteggiamenti e comportamenti da considerare "normali", rischiano di finire a gambe all'aria! Non so fino a qual punto sia noto il malessere di tante maestre di scuola dell'infanzia e primaria - purtroppo i maschi disertano questi gradi di scuola e non sanno quello che perdono! - di fronte all'improduttiva e costante irrequietezza emotiva e comportamentale di tanti bambini che sono loro affidati. Irrequietezza che fa pendant con quella di tanti genitori che vorrebbero "tutto e subito" dai loro bambini e non sanno neanche che cosa sia! Il fatto è che essere genitori oggi è un mestiere - perché sempre di un mestiere si tratta - sempre più difficile!
Vincenzo Pascuzzi - 24-03-2011
Valutare gli insegnanti, sostiene qualcuno, serve per migliorare gli insegnamenti. Ciò è di sicuro consequenziale e, a prima vista, sembra anche logico, utile e risolutivo. Ma solo a prima vista. Intanto non è né esaustivo né prioritario. Vediamo perché.

Quando c'è un qualsiasi problema, prima questo deve essere identificato, analizzato e studiato e poi se ne cerca la soluzione. Ugualmente quando c'è una malattia, viene prima la diagnosi, poi la terapia.

Ora è convinzione comune che la scuola italiana non funzioni in modo adeguato e soddisfacente...
Lucio Garofalo - 23-03-2011
La storia dimostra che le guerre non costituiscono la giusta soluzione per questo tipo di problemi, non sono uno strumento utile per salvaguardare i diritti umani, nella misura in cui le guerre non risolvono i problemi ma rischiano di aggravarli e moltiplicarli. Infatti, il principale pericolo che si corre è di incendiare l'intero fronte dei Paesi arabi, incentivando e fomentando le spinte oltranziste ed islamico-integraliste che, almeno finora, erano parse inesistenti o comunque marginali nelle rivolte sociali del Maghreb, causando una pericolosa escalation militare in Medio Oriente, che è una polveriera ad alto rischio di esplosione.
Giuseppe Aragno - 23-03-2011
Se il punto vero fossero i diritti, tre morti al giorno in un anno, uccisi sul lavoro, e il dolore senza rimedio delle famiglie distrutte sarebbero il biglietto da visita più serio e più eloquente dell'ultima crociata all'italiana. Un oltraggio al pudore che le parole e la figura dell'onnipresente Larussa incarnano a meraviglia nei "salotti buoni", dove i diritti spariscono e compaiono gli interessi. Al confronto Gheddafi non esce poi male e, non a caso, tra i due regimi vigeva, e in parte sopravvive, un trattato d'amicizia.
Laura Ceccon - 22-03-2011
Ho già avuto modo di commentare un precedente articolo del Prof. Israel con una lettera pubblicata anche da un principale quotidiano nazionale (Repubblica 18/5/2010) e firmata da più di 400 genitori e insegnanti. Riprendo volentieri nuovamente in mano la penna, a seguito dell'articolo "Discalculia: ennesima invenzione per specialisti disoccupati" uscito su Tempi del 16/3 sempre a firma di G. Israel che persevera nel portare avanti la sommaria e allarmista campagna "negazionista", di chiara matrice anti-psichiatrica, contro DSA e ADHD. Non si offenda Israel, per carità, riguardo all'uso del termine "negazionista", utilizzato da anni (e non certo in suo onore) nei confronti di chi nega l'esistenza di questi disturbi ricalcando, per lo più consapevolmente, le estremistiche posizioni una ben nota setta importata dagli USA. Questo sì è terrorismo psicologico ed è anche una grave mancanza di rispetto nei confronti dei tanti bambini e ragazzi che nelle scuole devono lottare tutti i giorni, seppur intelligenti e capaci, con lettere e numeri ma soprattutto con l'incomprensione, l'incompetenza e la carente flessibilità didattica della scuola italiana, forgiata su un anacronistico modello di studente standard.
Ma il cammino intrapreso dalla società civile va invece verso il riconoscimento e il rispetto delle differenze, come stabilito dalla legge nazionale 170 sui DSA, tanto osteggiata dai "negazionisti" e da Israel, ma invece fortemente voluta da genitori, insegnanti e tecnici, uniti dalla volontà di tutelare il diritto allo studio, la dignità e il futuro di tanti studenti con grandi potenzialità.
Carlo Ruta - 22-03-2011
In Libia è partita una guerra, che i governi dell'Occidente e gran parte dei mezzi d'informazione presentano ancora una volta come umanitaria. Di cosa si tratta realmente? Per comprendere quanto sia credibile tale motivo, è utile partire da un paio di dati storici recenti. Israele alcuni anni fa ha pianificato e attuato in Palestina una operazione che ha denominato con coerenza «piombo fuso». L'esito è stato di qualche migliaio di morti, quasi tutti civili. Ma nessuno ha minacciato una guerra «umanitaria». Nessuno si è guardato bene dal metterla in opera, come nessuno si era esposto a tanto già nella precedente operazione «Pace in Galilea», dagli esiti analoghi. Altro caso istruttivo è quello dello sterminio delle popolazioni cecene pianificato e attuato da circa venti anni dai governi della Russia, prima con Eltsin poi con Putin. Si tratta per certi versi di una guerra infinita, che ha provocato centinaia di migliaia di morti, in massima parte civili. Fino ad oggi nessuno Stato ha invocato però l'avvio di guerre «umanitarie». Nella Libia di Gheddafi tale tipo di azione, in difesa dei diritti delle popolazioni, è stata invece voluta risolutamente dalle nazioni forti dell'Occidente, su input degli Stati Uniti e con la convalida del consiglio di sicurezza dell'ONU. A quali costi, in termini di vite umane?
Vincenzo Pascuzzi - 21-03-2011
La ministra Gelmini ha una fissazione per il merito. Anzi, la sua deve essere proprio un'ossessione, quasi la sua unica o principale ragione di vita ministeriale e politica! Gelmini sta tenacemente perseguendo ed intende arrivare ad una situazione in cui studenti, professori e scuole siano finalmente tutti classificati, abbiano cioè una posizione definita e precisa in una scala graduata, ciascuno un suo numeretto. Ciò ad ogni costo e purchessia. La necessità e l'utilità delle classifiche, la validità e la condivisione dei criteri per la loro compilazione sono aspetti secondari e, in fondo, inessenziali. Le classifiche, una volta compilate, si auto-giustificheranno e si auto-valideranno.
Francesco Masala - 18-03-2011
Come tutti gli anni, essendo in esubero, mi tocca fare domanda di trasferimento e poi domanda di utilizzazione.
Quest'anno la domanda di trasferimento non si fa a mano, ma in formato elettronico.
Mi sono detto: finalmente, era ora!
Facendola, ...
Giuseppe Aragno - 17-03-2011
Colore di pelle, religione, lingua, cultura diverse da chi a scuola l'ospita e prova a riconoscergli, con passione e accoglienza, la dignità che Maroni e l'Italia leghista ogni giorno gli negano, al ragazzo indiano non sono sfuggiti né il misterioso fermento di questi giorni imbandierati, né la diversità incomprensibile delle bandiere sventolate: verde leghista, giglio borbonico in campo bianco e il tricolore della "libertà".
Viene dalla terra di Ghandi, ha occhi attenti e riflessi veloci, il ragazzo immigrato, e deve aver pensato a chissà quale problema risolto, a quale antica servitù spezzata, sicché me l'ha chiesto, con commovente innocenza e involontaria ironia:
- Unità significa indipendenza?.
Così, a bruciapelo, non è una domanda facile e rispondo d'istinto:
- No, l'indipendenza non è l'unità.
Gianfranco Pignatelli - 16-03-2011
La scuola è la trincea intorno all'unità nazionale. È il solo ed ultimo baluardo del comune senso d'appartenenza.
Non a caso è assediata da chi vuole disgregare il Paese. Da chi all'idea di comunità e al valore della solidarietà contrappone quelli della astiosità settoriale e della avidità personale.
In tal senso il disegno strategico dell'attuale governo è chiaro e mirato. Attaccare la scuola pubblica, quella di tutti e per tutti, uguale dovunque e, per questo, collante nazionale.
Denigrarla, delegittimarla e ghettizzarla, come istituzione.
Tagliare le risorse umane, strumentali, funzionali ed economiche. Linciare i docenti, limitarne la liberta d'insegnamento, precarizzarli, inibire la mobilità territoriale di ciascuno.
Franco Buccino - 15-03-2011
La verità è che per la scuola non è un bel momento. Il presidente del consiglio ha preso di mira la scuola pubblica. Dopo tagli indiscriminati e pseudo riforme di copertura, da lui l'accusa infamante di traviare i giovani e la proposta indecente del "bonus" alle famiglie per iscrivere i figli alle scuole private. Per fortuna nel nostro paese sulle questioni della scuola cadono i governi. Ma la battaglia politica sulla scuola pubblica che è stata ripresa con rinnovato ardore non deve, paradossalmente, distrarre e far dimenticare che i precari ormai non reggerebbero una nuova ondata di tagli. Urge per loro una soluzione ad horas: tocca a questo parlamento, a questo governo, a questa opposizione affrontare il problema. Perché il gioco delle tre carte può avere risvolti drammatici.
Claudio Berretta - 15-03-2011
Non si tratta quindi di dare "il potere ai meritevoli", ma il merito deve sicuramente essere concepito come elemento fondante di una società efficiente. Ciò che occorre chiarire però sono gli obiettivi di questa società e di questa efficienza. Se siamo d'accordo nel dire che l'obiettivo è il bene comune (e non i privilegi di pochi) non c'è alcun dubbio che un primario di un ospedale debba essere tale per le sue capacità ed il suo impegno negli studi e nel prodigarsi per il bene dei pazienti, non perché è figlio di un primario. Questo dovrebbe valere sempre e comunque.
Si sostiene che nella scuola si debba premiare il merito. Ogni tentativo fatto, si dice, ha però incontrato l'opposizione degli insegnanti. Dal che se ne deduce che gli insegnanti non vogliano essere valutati e vogliano conservare privilegi corporativi. Qualcuno ha mai provato a chiedere a quella parte di insegnanti disponibili ad esserlo, come ritengono giusto farlo?
Francesco Mele - 14-03-2011
... il mistero di un parere che viene dal passato

In assenza di ogni fondata motivazione giuridica utile per costringere le scuole a prestare bieca manovalanza per lo svolgimento delle prove INVALSI, da più parti viene citato un intervento dell'Avv. dello Stato Laura Paolucci che sosterrebbe, secondo chi la cita, che i collegi dei docenti non possono deliberare nel merito. Nella maggior parte dei casi si citano solo passaggi (forum dell'ANP che è un'associazione professionale dei dirigenti scolastici, quindi decisamente di parte), ovviamente scelti ad arte, in un altro caso però è la stessa amministrazione che utilizza l'intervento dell'avv. Paolucci; si tratta dell'USP di Torino che in una circolare ai DS della provincia riporta "il parere espresso dall'Avvocato dello Stato Laura Paolucci e pubblicato sulla "Letterina Asasi" (Associazione delle Scuole autonome della Sicilia). Tale circolare ha fatto il giro d'Italia e anche il mio DS l'ha sventolata davanti agli occhi dei resistenti, come fosse il verbo.
Peccato però che si tratti di un testo diverso dall'originale...
Claudia Fanti - 14-03-2011
Allora, dunque vediamo, quali cose straordinarie, epocali ci sono. I voti, il numero esorbitante di alunni per classe, la scomparsa del denaro per l'aggiornamento, il proliferare di progetti che consentono di dimostrare che si esiste, una sorta di maniacale e compulsivo dai dai acchiappa l'evento quando dà lustro, magari sulla stampa locale che è sempre meglio di niente, ambienti decrepiti all'inverosimile, mancanza totale di tecnici per i pc sempre più usati e malandati, mancanza totale di spazi adeguati alle norme vigenti e alla didattica attuale, mancanza di sapone, di carta, di gessi, di cablaggio delle aule, sempre più straordinario il niente...Che "merito" ci sarà per chi lavora con il niente? Sarà straordinario.
Giuseppe Aragno - 12-03-2011
A Scampia, terra di camorra, il gatto non esiste, c'è la "iatta", femminile che comincia per i, e il topo si chiama "zoccola" maschile che comincia con zeta. I maestri, meglio se non "unici, "creeranno" gatti e topi in un percorso che non si misura coi parametri della "Milano bene". Se l'Ispettore o l'Invalsi di turno si presentano a metà del percorso, coi loro test sul gatto e sul topo e, come accade talvolta, con le domande "à la page" sui colori dei pois della cravatta di papà, il risultato è uno e già noto e la domanda antica: chi custodirà i custodi?.
Maurizio Tiriticco - 11-03-2011
La cosa che più mi addolora di tutta questa vicenda è la grande approssimazione culturale e docimologica che leggo nelle veline che di scuola in scuola i nostri docenti si stanno passando! Mi chiedo: dove sono quegli insegnanti che una volta si battevano perché la scuola migliorasse i suoi strumenti? Che esigevano un'amministrazione più sollecita? Che studiavano per conto loro come e perché migliorare le loro attività! Che senso ha oggi rifiutarsi di fronte ad un adempimento il cui fine è solo quello di verificare insieme che cosa stiamo facendo nelle aule, dov'è che facciamo bene, dov'è che sbagliamo...
Vincenzo Pascuzzi - 11-03-2011
Imperterrita, e apparentemente convinta, la ministra procede con la terza annualità di riduzione delle risorse e di licenziamenti di personale docente e ata, precisando che "La scuola è in grado di reggere". C'è chi la contraddice ("ha le traveggole") e riassume l'entità dei tagli dall'a.s. 2009-2010 all'a.s. 2011-2012 e oltre. Chiunque comprende, e potrà constatare, che in queste condizioni la scuola non può che continuare a peggiorare.

Come se nulla fosse e per nulla turbato e sfiorato sia da questa grave situazione che dal clamoroso fallimento del tentativo, della stessa Gelmini, di sperimentare l'introduzione del merito in alcune città e province, Roger Abravanel ripropone la sua ricetta di meritocrazia applicata alla scuola.
Lorenzo Bussi - 10-03-2011
La Repubblica del 10 febbraio, ha riportato gli effetti del boicottaggio delle gite scolastiche e dei viaggi di istruzione. Il calo dei fatturati, nel 2011, è valutabile attorno al 35%: centotrenta milioni, un disastro in appendice alla crisi strutturale. Agenzie di viaggio di Milano e Rimini si sono offerte di pagare la diaria ai "prof". Ezio Moretti, amministratore di Caravantours, racconta: «Oggi contiamo duecento gruppi di studenti in meno e a fine maggio saranno ottocento. Una perdita di 5 milioni di euro, un quinto del nostro fatturato. Abbiamo provato a far capire ai sindacati che così si mette a rischio un settore, niente. Abbiamo chiesto un intervento al ministro Brambilla, neppure ci ha risposto. Lavoro da trent' anni con professori e studenti, così male non è mai andata».
E invece la risposta della Brambilla non si è fatta attendere. Il ministro del turismo e quello dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Mariastella Gelmini, hanno presentato, venerdi 25 febbraio, l'iniziativa "Dai Mille ... a un milione ... studenti alla scoperta dell'Unità d'Italia".
Giuseppe Aragno - 09-03-2011
Si può essere in totale disaccordo, ma un uomo ha tutto il diritto di porre al centro dell'universo sociale una cultura che esprima un interesse particolare e fare l'elogio della scuola privata, che di tale cultura può e vuol essere al servizio. Certo, la funzione della scuola non è quella della famiglia e ne vien fuori un circolo vizioso che soffoca l'idea di pluralismo, esalta l'individualismo, impedisce la conoscenza e il riconoscimento della diversità delle culture. Il diritto, tuttavia, esiste e non può essere negato. Se quest'uomo, però, presiede il Consiglio dei Ministri della Repubblica italiana ed è responsabile, quindi, delle sue politiche formative, la conseguenza di una simile presa di posizione dovrebbero essere le immediate dimissioni.

maestra Chris - 09-03-2011
Io sono insegnante di scuola elementare e concordo con i genitori che lamentano troppi compiti: io ne dò pochi pochi.
Volevo però riferire una mia esperienza: in una prima elementare di qualche anno fa i genitori si LAMENTARONO vivamente perchè davo TROPPO POCHI compiti.
Ci sono anche queste realtà: ad alcuni pare che la scuola sia di serie B se vengono dati pochi compiti.
Giovanni Cocchi - 09-03-2011
In risposta ai dubbi di un Presidente di Istituto se scendere in piazza

Gentile signora, in un suo garbato messaggio lei dice:

"dobbiamo rispettare anche il silenzio dei genitori moderati o dei genitori che vedono il senso della riforma...in questo modo si invita velatamente a chi non è d'accordo a scendere in piazza ad allontanarsi dal Coordinamento".
Elisabetta - 08-03-2011
Mi sapete dire per favore come sta andando il blocco in Italia ed in Veneto in particolare?
Grazie!
Gianfranco Amodeo - 08-03-2011
Indirizzo queste parole al popolo ed ai dirigenti di sinistra. Ma anche al popolo "di destra". Non ai suoi dirigenti.
Le parole d'ordine del nostro attuale, e spero ancora per poco, governo sono in questo caso legate ad un attacco alla scuola pubblica, covo sostanzialmente di insegnanti comunisti, che rovinano i giovani inculcando ideali contrari a quelli insegnati dalle loro cattolicissime famiglie. Cattivi maestri contro buoni padri.
Tale concetto fa il paio con l'altro tormentone "i magistrati sono una casta di intoccabili" oltretutto anche loro comunisti.
Ovviamente anche i docenti di ruolo della scuola pubblica sono visti come una casta. E lo sono. Casta di paria.
Roberto Albertini - 08-03-2011
La diffusione del sapere, l'aumento delle competenze, la formazione di massa diventano SUPERFLUE.
In quale altro modo potremmo spiegare la crisi formativa che attraversa le società sviluppate? Perché giovani sempre più qualificati possono, debbono, cambiare mestiere continuamente se non con il fatto che quei mestieri si possono apprendere con un breve ADDESTRAMENTO? Eppure si produce, anzi si sarebbe in grado di produrre molto di più pur con una diffusa dequalificazione di massa del lavoro. Se i giovani non trovano lavoro non è come amano dire i nostri ottimisti-riformisti perché non sono qualificati. E' vero il contrario, non ci sono lavori qualificati a sufficienza per i nostri giovani. Anzi non ci sono lavori comunque qualificati a sufficienza per tutti i nostri giovani.
Francesco Mele - 08-03-2011
La Scuola Statale è il polmone di un paese, prende l'ossigeno che è nella cultura dell'umanità e con esso attiva le energie per il progresso e lo sviluppo del bene comune.
Un paese che non respira è come un sasso in balia degli elementi ... peggiori.

La Scuola Statale è anche Pubblica nel senso originario del termine, che vuol dire che è di tutti e che è per tutti, cioè appartiene a tutti i cittadini di un paese e per tutti i cittadini del paese deve rappresentare la risposta al diritto ad apprendere di cui ogni cittadino è portatore.

Tale diritto, però, va ben oltre la cittadinanza: oggi più che mai tale diritto travalica ogni ufficiale appartenenza alla civis e assume il significato molto più alto di un diritto che è di ogni essere umano. Nella società multietnica il termine Pubblica assume un connotato di universalità, che tutti comprende: da tutti prende le sue ragioni di essere e a tutti deve offrire, per assumere senso.
Lidia Prosperi - 07-03-2011
Lettera aperta all'onorevole Gelmini

Presumendo l'emanazione di qualche circolare sul prossimo esame di stato, riflettiamo sul precedente!

Onorevole Ministro,

sono una docente a tempo indeterminato di una Scuola Secondaria di 1° grado, incaricata nel giugno dello scorso anno come Presidente di commissione agli Esami di Stato conclusivi del primo ciclo di Istruzione.
Voglio condividere con Lei alcune riflessioni, derivanti dalla mia esperienza personale e da tante affermazioni ascoltate da colleghi dell'Istituto Comprensivo in cui lavoro e di quello in cui ho presieduto gli esami.
Vorrei parlarLe di tanti aspetti della nostra Scuola, dal suo livello generale ai programmi (ad esempio di Storia), dal monte ore alla formazione delle cattedre, ma sono convinta che affrontare tanti temi significa spesso non svilupparne adeguatamente alcuno, per cui mi limito a quello che in questo momento mi preme maggiormente, ovvero la VALUTAZIONE.
Enrico Maranzana - 07-03-2011
.. ma-le-scuo-le-no ..

Il ministro Gelmini ha firmato il decreto che definisce la disciplina, i requisiti e le modalità di formazione iniziale dei docenti. Esso contiene una prima, generale indicazione delle responsabilità degli insegnanti.
Questo scritto raffina i caratteri della professionalità docente e, per ciascuno, fornisce alcune indicazioni su come dovrebbero essere le attività delle scuole per essere credibili esempi di vita dell'istituzione scuola.
Francesco Masala - 05-03-2011
Finalmente ci siamo arrivati, era naturale, dalla scuola azienda arriviamo alla misurazione delle ore di lezione, un piccola virata fordista. Che uno studi, abbia conoscenze e competenze, ma si assenti, diventa un problema. Se è a scuola, ma passa ore senza far niente perché non ci sono supplenti, quello non è un problema. Conta aver timbrato il cartellino, poi chi se ne frega.
Inoltre nel delirio "federalista" il ministero dice che si possono superare i 50 giorni di assenza, ma ogni scuola può regolamentare le sue deroghe.
33 Presidenti d'Istituto di Bologna - 04-03-2011
Siamo Presidenti dei Consigli d'Istituto e di Circolo delle Scuole di Bologna e provincia, il nostro ruolo istituzionale non ci consentirebbe di esporci politicamente.
Tuttavia, stante il clima e le parole utilizzate dal Capo del Governo italiano, sabato 26 febbraio scorso, nell'ambito del convegno dei Cristiano-Riformisti e che qui si riportano integralmente:
"... potere educare i figli liberamente e liberamente vuol dire di non essere costretti a mandare i figli a scuola, in una scuola di Stato dove ci sono degli insegnanti che vogliono inculcare dei principi che sono il contrario di quelli che i genitori vogliono inculcare ai loro figli educandoli nell'ambito della loro famiglia..."
riteniamo doverose alcune considerazioni che esulano dalle idee e dalle scelte politiche di ciascuno.
Chiediamo a voi genitori, insegnanti, educatori e chiunque abbia a che fare quotidianamente con la scuola pubblica, se questa scuola inculca ai vostri figli valori contrari a quelli che cercate di trasmettere...
Lorenzo Cherubini - 04-03-2011
Quando nostra figlia è arrivata all'età della scuola io e mia moglie ne abbiamo parlato e abbiamo deciso: scuola pubblica. Potevamo permetterci di scegliere e abbiamo scelto. Abbiamo pensato che fosse giusto così, per lei. E' nostra figlia ed è la persona a cui teniamo di più al mondo ma è anche una bimba italiana e l'Italia ha una Scuola Pubblica.
Marco Magni - 03-03-2011

Anche gli animi più nobili, quando universalizzano, scambiandolo per un dono di natura, il loro privilegio di intellettuali, cadono nell'errore di leggere i problemi dell'educazione secondo le categorie della morale. E' quel che Pierre Bourdieu chiama l'illusione scolastica: il mondo letto dal punto di vista della professoressa di lettere, con gli esseri umani che si dividono in "dotati" e "somari". Il giudizio scolastico, eretto a categoria dello spirito, diviene il criterio delle diagnosi e delle soluzioni di una condizione di crisi. La crisi della scuola, che ritengo personalmente un fatto impossibile da negare. Ma il dato di fatto della crisi è una cosa, la sua diagnosi intelligente tutt'altro.
Giordano Mancastroppa - 02-03-2011
Sono un genitore di un'alunna di quinta elementare e di una di seconda superiore. Dall'11 al 13 maggio le loro classi saranno "obbligate" a sottoporsi alle prove INVALSI.

Mi pare di aver capito che l'unico modo, come genitore e cittadino, per manifestare l'indisponibilità alla realizzazione di queste prove, sia quello di far "assentare" le mie figlie da scuola. Se non mi verranno fornite altre alternative, dovremo farlo.

Provo ad argomentare le motivazioni che stanno alla base di questa forma di protesta, affinchè possano essere motivo di riflessione per altri genitori, docenti e dirigenti...
Giuseppe Aragno - 02-03-2011
Che il potere tema la conoscenza narrano, impareggiabili, i Greci antichi nel mito di Pallade Atena, vergine dea della sapienza, nata contro il volere di Zeus, padrone dei cieli, dei numi e del mondo.
Spodestato il padre Cronos e incantato da Metis, titana della conoscenza, Zeus volle farla sua. E' andata sempre così: il potere desidera possedere la conoscenza. Messa incinta Metis, però, Zeus sentì nascergli dentro la paura; se dall'ammaliante titana fosse venuto al mondo il frutto d'un connubio col potere, quel figlio l'avrebbe di certo spodestato. Lo spettro del timore trovò conforto nella superstizione, che anche sull'Olimpo fu puntello al dominio, e un oracolo confermò: "il figlio che avrai da Metis sarà la fine del tuo regno..."
Come animale ferito, disposto a tutto per salvare se stesso, Zeus divorò la titana e si sentì al sicuro dal rischio.
Enrico Maranzana - 02-03-2011
La libertà d'insegnamento, mantra del docente, trae la sua origine dall'interpretazione dell'art. 33 della nostra costituzione: "L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento".
Si tratta di un principio posto a fondamento della vita e dell'attività delle scuole a cui il comune sentire attribuisce contenuti la cui sovrapponibilità con la concezione anarchica della politica che scaturisce dall'idea di un ordine fondato sull'autonomia e sulla libertà degli individui è impressionante...
Roberto Colombo - 01-03-2011
Sì, Lei ha ragione, Presidente Berlusconi: noi insegnanti della scuola pubblica italiana (non tutti, per carità: le generalizzazioni sono tutte stupide e volgari) qualcosa effettivamente cerchiamo di "inculcare" ai nostri alunni. Non però l'"indottrinamento ideologico" che Lei forse - impegnato in ben altre faccende - non si è accorto che è tramontato da molto tempo (ammesso che fosse anche un tempo così diffusamente praticato). Noi cerchiamo semmai di "inculcare" i seguenti (antichi, e forse inattuali) "valori"...
Severo Laleo - 01-03-2011
Ha appena finito la sua arringa il capo popolo della libertà.
Ha difeso, davanti a una platea di cristiani, la famiglia italiana dalle malefatte della scuola pubblica.
E ha gridato convinto: "Educare i figli liberamente vuol dire di non esser costretti a mandarli a scuola in una scuola di stato dove ci sono degli insegnanti che vogliono inculcare dei principi che sono il contrario di quelli che i genitori vogliono inculcare ai loro figli." La banalità falsa dell'affermazione è lapalissiana.
Poveri figli.
Vincenzo Pascuzzi - 01-03-2011
Per rimediare "all'aberrante e desolante situazione della scuola italiana", Domenico Bonvegna ha una sua tesi singolare e originale. Questa: "per risolvere gran parte dei problemi della scuola, occorre che questa venga frequentata da studenti che hanno voglia di studiare, al contrario per chi non ne ha, (almeno il 50% di quelli che frequentano soprattutto le scuole superiori), sarebbe un bene per loro e per gli altri che abbandonino la scuola."
Alcune osservazioni sono opportune, se non doverose. Elenchiamo le principali...
galassia scuola
Spazio aperto alle riflessioni e alle opinioni personali su quanto avviene nella scuola in generale, nella nostra scuola in particolare, nelle piazze e nei palazzi in cui la scuola è all’ordine del giorno. Insegnanti, ma anche studenti, operatori, genitori … possono dar vita a un confronto su tematiche attuali, a patto che la discussione sia corretta.
Astenersi anonimi e perditempo!
La Redazione
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