Anno scolastico 2011-2012 - mese di febbraio
Maurizio Tiriticco - 29-02-2012
Al di là di un discutibile Vales e di un ritorno a concorsi con migliaia di insegnanti che premono per entrare nei ruoli, come si diceva un tempo, pare che non ci sia altro! E proprio quando la Fondazione Agnelli ci dice una cosa che già sappiamo da anni, cioè che la nostra istruzione obbligatoria ha un anello debole, la scuola media! E, se una catena ha un anello debole, rischia di spezzarsi, se non si corre ai ripari! Sono anni che parliamo di un curricolo di istruzione obbligatorio verticale, continuo e progressivo - quanti aggettivi! - della durata di dieci anni, ma...
Enrico Maranzana - 27-02-2012
Il Presidente della regione Lombardia Roberto Formigoni il 27 gennaio scorso ha presentato un progetto di Legge Regionale "Per la crescita lo sviluppo e l'occupazione". In particolare nell'art.5 la proposta consente alle scuole statali di reclutare il personale docente con un concorso di istituto che realizza l'incrocio diretto fra domanda e offerta.
Severo Laleo - 25-02-2012
"La laurea serve: dà opportunità e salari migliori (dati Isfol-Alma Laurea). Con CEPU ti laurei prima e sei più preparato".
Questo è il messaggio pubblicitario di CEPU per attirare clienti. E insieme profitti. Del resto, la laurea, cos'è per CEPU? Un'opportunità di profitto "prima" degli altri. E con più "preparazione".
Senza pudore si annuncia un teorema sfacciato: meno tempo di studio, più preparazione finale! E vai!
Ma qual è la risposta della Scuola di Stato?
Cosimo De Nitto - 25-02-2012
Sono passati i fatidici e molto massmediati 100 giorni dall'insediamento del governo Monti e dei suoi ministri. Non ci vuole un analista particolarmente fine per farci capire le differenze col precedente governo. In particolar modo abissale appare la differenza tra i due ministri della pubblica istruzione. Le differenze tra l'Avv. Gelmini, che ha preso l'abilitazione a Reggio Calabria, e il Prof. Profumo, Rettore del Politecnico, Presidente del CNR sono talmente evidenti che rendono inutile ogni paragone, a prescindere dai neutrini.
Dopo 100 giorni, data ragione di ciò, si apre una riflessione sui contenuti della nuova guida del Ministero dell'Istruzione Università e Ricerca, che, per taluni aspetti, fa ripensare quel paragone di cui sopra e quell'evidenza non appare poi più così netta, marcata.
Giuseppe Aragno - 23-02-2012
Dallo Speciale Il tempo e la storia



Ho una storia da raccontare: riguarda l'Europa, l'Italia fascista e Napoli soprattutto, icona della "città di plebe", formicaio "di pitocchi, scugnizzi, prostitute e camorristi", come la vide da giovane Labriola e quasi la fissò nel tempo: "un invito permanente a rivoltarsi, insorgere, levarsi contro tutti" che, se qualcuno l'accoglie, si fa "fuoco di paglia": vampata nobile d'incendio e nulla più. Così fu la breve stagione del '99, così le Quattro, ardenti giornate del '43.
Davanti ho carte d'archivio. Lasciamole parlare. Per sentito dire, tutti più o meno sanno di Spinelli a Ventotene; di un'Europa dei popoli per la quale finisce nel carcere fascista un manipolo di soldati napoletani del Genio, spediti in Libia tra il '38 e il '39, mentre l'altra Europa, quella tutta banche, Borse, aziende, mercato e profitto, affila le armi, pronta a mandare i giovani al macello, questo no, questo non lo si sa, nemmeno per sentito dire.
Cosimo De Nitto - 23-02-2012
"Ce lo chiede l'Europa" è divenuto un ritornello buono per una canzonetta di Sanremo. Ce lo sentiamo ripetere come un tormentone senza fine per giustificare provvedimenti altrimenti ingiustificabili per la loro iniquità sociale.

Ovviamente l'Europa, secondo i "ce lo chiede l'Europa", si guarda bene dal chiederci che i salari, gli stipendi e le pensioni in Italia vanno aumentati di gran lunga, che bisogna aumentare gli investimenti nella formazione, nella ricerca, nella cultura, che bisogna sconfiggere la dispersione scolastica, che bisogna dare lavoro ai giovani e alle donne, che bisogna eliminare la corruzione... No, queste cose non ce le chiede l'Europa, secondo i "ce lo chiede l'Europa".
Gennaro Tedesco - 20-02-2012
Dopo tanta teoria, poco e mal studiata e soprattutto non metabolizzata, su una intercultura di cui nelle Scuole ma anche in non poche Università si conoscono solo le maldestre interpretazioni di sporadici e non sempre sperimentali maestri, senza rimandare studenti e docenti alle fonti originarie e originali e senza mai aver visto e praticato un extracomunitario nel suo luogo e contesto d'origine oltre che nel "territorio", per usare un'espressione alla moda di sapore "federalista" (giacchè nel Bel Paese, fortunatamente in questo caso, tutto si riduce a vuoto propagandismo) credo che sia giunto il momento di tentare di "carnalizzare" , rendendoli meno ectoplasmatici dei ragazzi extracomunitari intravisti nelle nebbie e nelle brume gassose delle elucubrazioni e sofisticazioni di non pochi docenti e dirigenti, alcuni punti dell'approccio interculturale nelle Scuole della Repubblica.
Claudia Fanti - 20-02-2012
Non appassiona per nulla tutto questo vociare di valutazione di sistema.
Cade male, molto male. Sì, perché la scuola spesso è più avanti. Ci si è già accorti da tempo che la valutazione per fungere da stimolo al miglioramento deve farsi il più possibile discreta. Deve camminare in punta di piedi come una ballerina. Da tempo immemorabile abbiamo capito che rifarsi a modelli stranieri non ha senso.
Vorrei farvi immaginare "addirittura" una scuola che non dà voti, che non assegna punteggi, che non scrive bravo o bravissimo su quaderni o elaborati.
Seguitemi, per una volta, nell'osservazione di un bambino che entra in prima classe e con le sue maestre e i compagni lavora per tutta la durata della scuola elementare, libero da un giudizio esterno a lui sconosciuto.
Lorenzo Picunio - 18-02-2012
Compie novant'anni il maestro Mario Lodi, una colonna della scuola attiva italiana (quasi ognuno che è stato bambino negli ultimi trent'anni ha letto a scuola "Cipì"). Nominarlo senatore a vita sarebbe un modo per dimostrare che la scuola è importante, che il valore dell'istruzione è riconosciuto, che le politiche di sostegno alla conoscenza vincono sui tagli indiscriminati. Poi serve anche altro, ma il segnale sarebbe importante.
Giuseppe Aragno - 17-02-2012
Con tutto il rispetto, quando le ho parlato del suo VALeS , prof. Profumo, Chiara, la mia giovane amica ricercatrice, s'è fatta una risata schietta e ha commentato: "americanate". Ha una storia alle spalle, Chiara, e la racconta così a chi le chiede meravigliato: "ma che fai, sei tornata a casa?":
"Sì, me ne sono tornata in Italia e ho mollato tutto, gli USA, la borsa di studio, il prestigioso Istituto di ricerca e le prospettive di carriera, perché, in attesa della stella polare, i soldi per la privata non ce li avevo e mia figlia dovevo mandarla per forza in una scuola pubblica".
Per chi non capisce e fa lo sguardo interrogativo, risponde secca e senza mezzi termini:
"'I ministri, da noi, non sanno nemmeno di che parlano! Fa schifo. Da quelle parti la scuola pubblica fa schifo. Non potevo rovinare mia figlia. Qui, nonostante l'incompetenza di chi governa, abbiamo ancora una scuola coi fiocchi".
Enrico Maranzana - 17-02-2012
Una titolazione così perentoria deriva dall'inventariazione dei due principali nodi problematici della scuola: nulla è stato fatto per la loro soluzione, anzi, è mancata perfino la loro percezione.

La filosofia anarchica e l'individualismo, che identificano la loro controparte nello Stato, non hanno subito scalfitture: nella scuola la volontà del legislatore è sempre stata sistematicamente travisata e sterilizzata, risolta nella sola compilazione di carte di lampante inutilità.
Cosimo De Nitto - 15-02-2012
I modelli sociali che questa cultura sottende sono aberranti, incompatibili con un paese civile in cui ci siano uomini e donne che hanno dignità, senso dell'onore e del pudore, amore per un lavoro onesto, magari faticoso, ma che non costringe a "vendersi".
Berlusconi, come in uno spot pubblicitario, ha costruito un sogno in cui si vedono giovani belli, felici e gaudenti, con auto di lusso, elegantissimi, nei posti più belli della terra e con il mondo ai loro piedi. Il suo target erano i giovani, l'eterna giovinezza, il potere sugli altri con la seduzione. Era, ed è ossessionato dalla gioventù, anche quella precoce al limite dell'adolescenza.
Claudia Fanti - 14-02-2012
E' vero che molti insegnanti hanno una pregiudiziale nei confronti di un sistema di valutazione nazionale. Verissimo! Ma forse hanno ragioni da vendere, visto il modo in cui ogni "novità" piove come una meteora sulle loro teste senza che esse (le teste) siano mai state consultate! D'altra parte, che il corpo docente sia unicamente chiamato a eseguire, è una consuetudine tutta italiana che ha radici molto antiche. Viene in mente il mitico Maestro di Vigevano! Si sperava che nel terzo millennio qualcosa cambiasse. E' vero anche che l'Europa chiede di "allinearsi".
Per ora si dice che verrà abbandonata in un primo momento l'idea della premialità dei docenti e che sull'argomento spinoso verrà avviata una consultazione tra rappresentanze (?) di docenti.
Franco Buccino - 14-02-2012
Mi sono imbattuto l'altro giorno nel mio amico precario della scuola. Quello delll'ascensore. Mi ha raccontato brevemente le ultime novità. Come aveva previsto, non ha avuto l'incarico annuale. Anche se continua a uscire qualche calendario del Provveditorato, tra correzioni e annullamenti la graduatoria non scorre. Ha lavorato in una scuola per cinque giorni prima delle feste su un progetto regionale, è andato a un paio di convocazioni per supplenze brevi senza fortuna. Trova persone collocate in elenco prima di lui, che ha quasi quarant'anni di età e dieci di servizio. Per fortuna, ripete, che c'è il "salvaprecari", con il quale si ha anche quest'anno punteggio e indennità di disoccupazione.
Enrico Maranzana - 13-02-2012
La legge ha sostituito il termine "scuola" con "sistema educativo di istruzione e formazione".
Il legislatore ha affrontato il problema scolastico in conformità alle moderne tecniche per il trattamento delle situazioni complesse: lo ha scomposto in sottoproblemi e ne ha affidato la soluzione a soggetti diversi.
L'esistenza di una molteplicità di organismi implica sia la distinzione delle funzioni, sia il relativo coordinamento.
Si tratta di una problematica aggredita e risolta dall'art. 37 del decreto legislativo 150/2009 sulla dirigenza pubblica che riafferma e "rafforza il principio di distinzione tra le funzioni di indirizzo e controllo spettanti agli organi di governo e le funzioni di gestione amministrativa spettanti alla dirigenza".
Ecco perché il voler "valorizzare il ruolo e la leadership del dirigente all'interno dell'autonomia scolastica e della comunità professionale" è sintomo di disorientamento e di confusione.
Francesco Mele - 13-02-2012
Una nuova genia di educatori si aggira per le lande della Contea di Mutina, li chiamano ormai "i vendicatori" e fondano il loro credo pedagogico su un disinvolto utilizzo della cosiddetta "didattica coattiva" che vede la ritorsione (una volta in volgare la chiamavamo vendetta) come strumento privilegiato per educare le giovani generazioni.
Questa innovativa filosofia pedagogica che sta prendendo piede in alcune delle nostre scuole, vede tra le illuminate figure di riferimento una coppia di presidi/gladiatori della nostra Contea, di cui andare decisamente orgogliosi, che ripescano direttamente dalla cultura dell'Impero i fondamenti della loro visione dell'educazione: tutti i mezzi sono buoni per piegare la volontà e la resistenza di giovani riottosi e ribelli che si permettono di volgere il loro sguardo fuori dal tranquillo percorso pensato per loro dalla scuola, dai libri di testo, dai loro docenti illuminati. Un guardare e ricercare altrove che può rivelarsi molto pericoloso per il futuro dell'intera società civile.
Claudia Fanti - 11-02-2012
Francamente non capisco dove condurrà il sistema di valutazione che si va profilando all'orizzonte prossimo.
Mi si consenta il dubitare del successo pratico su vasta scala dell'iniziativa. Mi interesso di altro, di ciò che riguarda il rispetto dei modi di apprendere di bambine e bambini.
Maurizio Tiriticco - 11-02-2012
Sono in molti a chiedermi cosa penso di Vales! Penso semplicemente che non puoi valutare lo stato di salute di un infermo di cui già sai di quali medicine necessita! Andiamo a valutare come e perché uno zoppo non potrà mai gareggiare per i cento metri? E gli diciamo anche che è bravo perché riesce a fare qualche passo? Illuderlo che tutto va ben, madama la marchesa? E perpetuare così il suo cattivo stato di salute? Per me è un perdere tempo e soldi! E poi tre anniii! Un'infinitààà!!! Tre anni di carte su carte, di menar il can per l'aia! Mentre il malato magari continua a peggiorare! Possibile che non si abbia il coraggio di porre mano a ciò di cui il nostro sistema di istruzione ha veramente bisogno?
Cosimo de Nitto - 11-02-2012
Se fossi un poeta, ma poeta non sono, potrei dedicare un'ode alla carta igienica per l'alta funzione sociale, civile e sanitaria che essa svolge. Mi rendo benissimo conto che trattare questo argomento fa inorridire di sdegno i palati, e gli odorati fini, che la vita la vedono sempre dall'alto dei massimi sistemi, dall'iperuranio delle idee, dei raffinati costrutti della mente e della scienza. Ma provate a pensare cosa succederebbe se non si avesse, all'occorrenza, un rotolo di carta igienica. Sarebbe tragicamente sconveniente e imbarazzante, mortificante della dignità dell'individuo.
Lucio Garofalo - 10-02-2012
Per la serie: una risata (oppure la neve) li seppellirà
Ci mancava solo il Blizzard, la terribile bufera di ghiaccio proveniente dalle steppe siberiane, a completare l'immensa scalogna che ci perseguita ormai da troppo tempo.
In queste ore l'intera penisola è sferzata da una furiosa tormenta di neve accompagnata da un vento gelido tipico delle regioni artiche, per cui sembriamo sprofondati in piena "era glaciale", benché non si vedano circolare i mammut o le tigri dai denti a sciabola.
Laura Alberico - 10-02-2012
In questi giorni il clima lancia la propria sfida agli uomini, li sottopone a vere e proprie prove di resistenza ricordando loro che la vita e la sopravvivenza sono legate all'ambiente e alle sue trasformazioni più di quanto si possa immaginare.
Andrea Tornago - 10-02-2012
Dallo Speciale brace brace brace



Rifiuti radioattivi nel quartiere San Polo di Brescia: è riemersa dagli archivi un'ordinanza del 1994 che documenta come l'Asl e il Comune sapessero della presenza del Cesio già quattro anni prima della messa in sicurezza del sito. Quattro anni in cui lavoratori e semplici cittadini hanno continuato a frequentare un'area esposta ad alta radioattività, quasi 500 volte superiore al fondo naturale.
Giuseppe Aragno - 08-02-2012
C'è la crisi, si dice, e pare tutto chiaro. Al buio, sullo sfondo, però, c'è qualcosa di "non detto", o forse d'indicibile, e sul proscenio la luce mostra un'altalena: oggi chincaglierie scintillanti vendute come gioielli ai creduloni, domani cadute di stile ripetute e negate col sorriso innocente e i toni pesanti di chi cerca la guerra. Nulla di più vicino all'inquietante paradosso di Orwell: "Il linguaggio politico è concepito in modo che le menzogne suonino sincere, l'omicidio rispettabile e l'aria abbia parvenza di solidità".
Cosimo de Nitto - 08-02-2012
Chi confonde i voti numerici con il merito, peggio ancora con la meritocrazia, come ha fatto la Gelmini, è un/una contaballe. Scegliere voto numerico, giudizio, descrittori sintetici, ecc. è una scelta di strumento che non c'entra niente con la valutazione, con il merito e assolutamente niente con la meritocrazia.
Per valutare il "merito" bisogna stabilire, fra l'altro, se prendere anche in considerazione la base di partenza, oppure no. Questo è il tema del contendere.
Lorenzo Picunio - 07-02-2012
L'Ufficio Scolastico regionale per il Veneto chiede alle scuole di comunicare a febbraio i dati sugli alunni disabili per l'anno scolastico a venire, comprese le richieste di maggior sostegno o di classi meno numerose. L'intento è buono: poter determinare il numero degli insegnanti a giugno e non a settembre, e quindi diminuire il turn over degli insegnanti stessi.
Non solo: ma viene fatta balenare un'altra possibilità positiva: alle scuole un organico funzionale (incrementato del 3% circa rispetto all'organico fissato per legge per le classi), per coprire supplenze e necessità eventuali, misurato sulla serie storica degli ultimi anni.
Severo Laleo - 06-02-2012
1. Amo insegnare. Amo apprendere. Per questo motivo sono un insegnante.

V. Scelgo di fare l'insegnante per essere a disposizione piena, e sempre dalla parte, delle persone in età/condizione di formazione. Con amore.

2. Insegnerò per favorire in ogni modo possibile la meraviglia per il mondo che è innata nei miei alunni.
Insegnerò per essere superato da loro. Il giorno in cui non ci riuscirò più cederò il mio posto ad uno di loro.

V. Non so se la meraviglia e il desiderio di libertà siano innati, ma insegnerò certamente per favorire i processi di autonomia/indipendenza/libertà di tutte/i le/gli alunne/i in qualche modo in contatto con la mia professionalità. Non avrò con le/gli alunne/i alcun rapporto di superiorità/inferiorità, ma solo e sempre rapporti di parità, pur nella differenza dei ruoli.
Giuseppe Aragno - 03-02-2012
Per Berlusconi era l'«azienda Italia» e ne menava vanto: a guidarla l'aveva voluto il «popolo sovrano». Il voto non è dettaglio banale, ma dopo il lavoro forsennato dei curatori d'immagine e le utili idiozie dei pennivendoli, l'amore per la democrazia si fa passione per la «sobrietà». L'opinione pubblica si costruisce: è la fabbrica del consenso che si studia nelle scuole non a caso ridotte alla fame. L'intelligenza critica non cede al ricatto dello spread.
Monti, che pare vada per la maggiore, nei sondaggi sarebbe al 50%, ma si finge d'ignorare che metà degli elettori non intende votare, sicché il dato reale d'un consenso virtuale non va oltre il 25%. Ai rischi legati a statistiche manipolate è molto attento il libero insegnamento, ma Profumo dovrebbe saperlo: chi investe in formazione punta sui tempi lunghi e lavora quasi a futura memoria.
Claudia Fanti - 02-02-2012
Non credere signore che noi non ti capiamo quando ci parli con quel tono pacato, sereno, distaccato, a volte rotto da qualche cedimento che fa tanto umano.
Tu e l'altro potere che è quello dei media che ti danno voce concedendo a volte un contraddittorio dove tu non sei più e non potrai sentire, siete le due facce della medaglia di una sirena moderna che usa le parole come un refrain inestinguibile, martellante per ottundere le coscienze, per annichilire la capacità di discernere dei tanti che stanno lì appesi a una speranza di cambiamento.
E dite e dite e dite sempre le stesse cose fino a farle entrare non soltanto nel lessico quotidiano, ma addirittura nel sogno di un cambiamento agognato: quello di un' Italia più giusta.
Cosimo De Nitto - 02-02-2012
Quando il linguaggio segue l'evoluzione del quadro politico.
Prendete ad esempio l'espressione così in voga in questa era montiana-forneriana: "flessibilità in uscita". Non si tratta di una flessibilità qualsiasi, cioé di una capacità di flettersi (piegarsi) in generale, ma solo in uscita. Magari uno sprovveduto potrà pensare che si tratti di qualcuno molto alto, che ha un uscio di casa troppo basso ed è costretto a flettersi-piegarsi per poter uscire. E invece no. "Flessibilità in uscita" sta, lo giuro sul mio onore, per "licenziamento".
galassia scuola
Spazio aperto alle riflessioni e alle opinioni personali su quanto avviene nella scuola in generale, nella nostra scuola in particolare, nelle piazze e nei palazzi in cui la scuola è all’ordine del giorno. Insegnanti, ma anche studenti, operatori, genitori … possono dar vita a un confronto su tematiche attuali, a patto che la discussione sia corretta.
Astenersi anonimi e perditempo!
La Redazione
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