‎‎Ce lo chiede l'Europa
Cosimo De Nitto - 23-02-2012
"Ce lo chiede l'Europa" è divenuto un ritornello buono per una canzonetta di Sanremo. Ce lo sentiamo ripetere come un tormentone senza fine per giustificare provvedimenti altrimenti ingiustificabili per la loro iniquità sociale.

Ovviamente l'Europa, secondo i "ce lo chiede l'Europa", si guarda bene dal chiederci che i salari, gli stipendi e le pensioni in Italia vanno aumentati di gran lunga, che bisogna aumentare gli investimenti nella formazione, nella ricerca, nella cultura, che bisogna sconfiggere la dispersione scolastica, che bisogna dare lavoro ai giovani e alle donne, che bisogna eliminare la corruzione... No, queste cose non ce le chiede l'Europa, secondo i "ce lo chiede l'Europa".

Credevo che l'ipse dixit con Copernico, Galileo e soprattutto col criticismo kantiano fosse morto e sepolto sul finire del XVII secolo. E invece no, il vizio del pensiero a cui non piace la libertà critica e sperimentale ritorna sotto spoglie sempre diverse.

Oggi, se si vuol far assurgere a dogma una qualsiasi posizione basta invocare l'Europa, basta pronunciare l'abracadabra "ce lo chiede l'Europa" e il gioco è fatto. Scatta l'impulso, chi vuoi che sia io col mio piccolo cervello, con i miei bisogni, con i miei diritti, con le esperienze e le mie convinzioni che mi sono costruito durante la vita, giuste o errate che siano: niente. "Ce lo chiede l'Europa". Ma cosa e chi è l'Europa? Qui chi ammonisce, minaccia, blandisce col "ce lo chiede l'Europa" sbanda, balbetta, ha difficoltà a rispondere. Almeno quell'ipse del "ipse dixit" si conosceva; per i pitagorici era Pitagora, nel medioevo era Aristotele, entrambi auctoritates identificabili e prestigiose, ancorché discutibili, come tutti. Ma l'Europa chi è? Anche il giorno in cui potrà assurgere a suprema auctoritas universalmente riconosciuta, potrà comunque essere discussa tutte le volte che ci chiederà di intrupparci nel pensiero unico? Oggi di sicuro meglio lasciar stare.

Se uno mi vuol convincere a fare qualcosa argomentando col "ce lo chiede l'Europa" diviene per me fin troppo facile rispondere: quale Europa, quella che affama il popolo Greco e gonfia di potere le banche e la finanza? No, grazie. La soglia del mio allarme critico scatta appena sento dire: "ce lo chiede l'Europa". Subito mi chiedo: "dov'è la fregatura?"

Tags: Europa, sacrifici, ipse dixit


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 Pier Luigi    - 26-02-2012
Ormai ogni persona normalmente informata (a patto che non legga i giornali al soldo e non veda le varie TV al laccio) può immediatamente rendersi conto che l'Europa è un edificio di cartapesta che un’operazione di eugenetica istituzionale ci presenta con una facciata di pseudo-democrazia (il parlamento-parlatoio di Strasburgo, la commissione-specchietto per le allodole di Bruxelles) al servizio della Banca Centrale di Francoforte, terminale degli interessi dei grandi istituti di credito e d’affari.