La iella dei Maya e la nuova era glaciale
Lucio Garofalo - 10-02-2012
Per la serie: una risata (oppure la neve) li seppellirà
Ci mancava solo il Blizzard, la terribile bufera di ghiaccio proveniente dalle steppe siberiane, a completare l'immensa scalogna che ci perseguita ormai da troppo tempo.

In queste ore l'intera penisola è sferzata da una furiosa tormenta di neve accompagnata da un vento gelido tipico delle regioni artiche, per cui sembriamo sprofondati in piena "era glaciale", benché non si vedano circolare i mammut o le tigri dai denti a sciabola.

Sarà forse questa la ormai famosa "profezia escatologica" dei Maya, lo "scenario apocalittico" descritto da vari scrittori e cineasti seguaci del movimento "new age", basandosi su un'interpretazione dei calcoli matematici e del calendario che i Maya formularono oltre 5000 anni fa?

Mi limito a citare il celebre film uscito nel 2004, "The Day After Tomorrow - L'alba del giorno dopo", diretto dal regista statunitense Roland Emmerich, che appartiene al filone "catastrofico" ispirato (appunto) alle profezie maya.

In ogni caso, ci mancava il Burian, il temibile vento glaciale di origine siberiana, a concludere le spaventose iatture che si sono abbattute finora, dopo che abbiamo avuto la disgrazia di conoscere i peggiori governi della storia repubblicana: il precedente, guidato da B. con il suo circo di nani e ballerine, e il regime in carica, presieduto dall'ineffabile Monti con il "dream team" formato da professori bocconiani ed esperti confindustriali, generali Nato, referenti delle gerarchie vaticane, tecnocrati della BCE e funzionari del grande capitale e dell'alta finanza. E dopo aver sopportato l'uragano Tremonti e la peggiore crisi economica dai tempi della "grande depressione" del 1929!

Ora, malgrado io non sia un catastrofista, sorge spontaneo chiedersi cos'altro dovremmo ancora attenderci per questo "famigerato" 2012. Forse un'invasione degli alieni? O cosa?

Tra recessione ed austerità economica, governi antipopolari e tempeste polari, rincari inarrestabili dei prezzi della benzina e dei generi alimentari, ed altre "amene" sventure, credo che la soglia di tolleranza della "malasorte" sia stata ampiamente oltrepassata.

Ebbene, come si usa dire: "non c'è limite al peggio". Consiglio di fare i dovuti scongiuri.

Senza tema di smentite, una cosa è appurata: i Maya erano un "popolo di menagramo".

Lucio Garofalo

Post scriptum: poiché la civiltà storica dei Maya, fiorita intorno al 1500 a. C., è collassata all'incirca mille anni fa, esattamente quando, per un intreccio di cause di ordine soprattutto economico e sociale (in particolare una serie di carestie, siccità, invasioni, guerre e rivolte), ebbe inizio il declino delle popolazioni che abitavano una vasta zona del Centro America che si estende attualmente dall'area meridionale del Messico (comprendente gli stati federali del Chiapas, del Quintana Roo, del Campeche e della Penisola dello Yucatán) fino all'Honduras, El Salvador e Guatemala, spero di non aver offeso i discendenti di questa antica, nobile e progredita cultura precolombiana.

interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf

 Pier Luigi Lunerti    - 12-02-2012
I Maya non c'entrano. L'allarmismo e il catastrofismo è oggi imperante nei nostri media per nascondere altre cose e per terrorizzare i poveri di spirito. Io che mi sono trovato "nell'occhio del ciclone" (Marche) posso solo dire che un tempo questi erano eventi naturali che tutti vivevano tranquillamente e senza patemi, pur avendo case riscaldate da un solo caminetto. E ora vado a spalare la neve.

 Lucio Garofalo    - 12-02-2012
Scusa, ma temo che tu non abbia colto lo spirito ironico dell'articolo. Parlando seriamente, non credo che i Maya abbiano alcuna responsabilità rispetto a quanto accaduto nel corso di "emergenze" che dipendono non dal maltempo ma da inefficienze e incapacità umane. Mi limito ad usare degli eufemismi.

 Pier Luigi Lunerti    - 13-02-2012
Non si allarmi! Lo spirito ironico era evidente e solo per brevità ho tagliato corto con gli incolpevoli Maya. Per il resto ho voluto sottolineare solamente il catastrofismo imperante nei media condividendo in toto il succo dell'articolo.