Anno scolastico 2003-2004 - mese di aprile
Anselmo Fazzone - 30-04-2004
QUALE TEMPO PIENO? COPPIA O GRUPPO DOCENTE ? ANNOSO PROBLEMA!


Dimensioni del gruppo di lavoro diade e gruppo non sono sinonimi. O si è in presenza di un gruppo, più o meno numeroso (dalla triade a gruppi di quattro/cinque componenti), o di ...
Francesco Mele - 30-04-2004
Questa discussa figura ha innescato un dibattito che è passato attraverso successive elaborazioni, riflessioni e correzioni di tiro da parte dei diversi protagonisti del movimento e delle organizzazioni sindacali. Ritengo utile proporre all'attenzione di tutti la posizione della CGIL Scuola nazionale su questo tema, per coglierne i punti di forza e di debolezza. Anche questo è un modo per dare strumenti di riflessione ai collegi che in questo mese stanno operando scelte fondamentali per la difesa della buona scuola che questa sciagurata riforma vuole cancellare.

LA POSIZIONE DELLA CGIL SCUOLA SUL TUTOR

La Cgil Scuola ha espresso da tempo e con determinazione la propria netta contrarietà all’istituzione del tutor.
Con le note che seguono intendiamo fare chiarezza su tutti i vari aspetti che possono coinvolgere gli organi collegiali e gli insegnanti in questa fase.
Ciò è tanto più necessario perché in diverse scuole sta circolando un ritornello: il tutor ormai è legge e, quindi, è obbligatorio, si deve obbedire perché l’obiezione di coscienza non è ammessa.
Di conseguenza i collegi dei docenti sarebbero obbligati a individuare i criteri necessari al dirigente scolastico per assegnare l’incarico a svolgere la funzione tutoriale.

Stanno veramente così le cose ?

No, l’autonomia scolastica affida alle scuole la competenza a decidere in materia di organizzazione della didattica.
L’autonomia scolastica è una prerogativa forte perché è stata recepita nella nostra Costituzione.
Pertanto, le istituzioni scolastiche autonome possono, attraverso una delibera del Collegio dei Docenti:

- non assegnare l’incarico a svolgere la funzione tutoriale ad una parte degli insegnanti;
- stabilire di considerare tutti gli insegnanti responsabili dello svolgimento della funzione tutoriale, affidando ai Consigli di classe/team docente, nella loro collegialità, la progettazione e l’attuazione delle attività di: assistenza tutoriale a ciascun alunno, rapporto con le famiglie, orientamento per le scelte delle attività opzionali, coordinamento delle attività didattiche ed educative, cura della documentazione del percorso formativo.


>>> continua...
Luciano Zatta - 30-04-2004

Negli ultimi anni la parola d'ordine che è risuonata in tutte le scuole italiane è stata senza ombra di dubbio "autonomia". Improvvisamente consuetudini e sicurezze che sembrano destinate a perpetuarsi fino alla fine dei tempi sono state messe in ...
Antonio Valentino - 29-04-2004
A proposito dello schema di decreto predisposto dal MIUR sul Servizio di valutazione del sistema scolastico

Lo schema di decreto predisposto dal Ministero sulla valutazione del sistema scolastico si presta a considerazioni piuttosto ...
Filippo Flez - 29-04-2004
Condivido la risposta data da Marta Gatti all'intervento di Niccoli e Gandola. Per questo motivo la giro ai lettori di Fuoriregistro come contributo utile al dibattito


Concorezzo, 28/04/2004

Ho letto l'articolo "Tutor: possibili scenari e delibere dei Collegi ": alcune considerazioni.


da Niccoli e Gandola:

Caso A: il dirigente scolastico chiede al Collegio docenti e al Consiglio di istituto di esprimere i criteri generali sulla base dei quali individuare i docenti ai quali affidare, tramite incarico, le funzioni tutoriali prescritte dal decreto. Collegio e Consiglio li indicano (come? chi? senza formazione?). Il capo d’istituto attribuisce i relativi incarichi. La procedura lascia un po’ perplessi, in assenza di un requisito come la necessaria formazione ma, in attesa di questa e se gli organi collegiali della scuola deliberano in questo senso, la delibera non è certo illegittima (almeno fino a quando non venga dichiarato illegittimo il decreto stesso sulla quale si fonda).


Ma allora? Se il nostro contratto prevede una e una sola figura professionale (o profilo professionale), se persino la Moratti nella circolare, accortasi di questo, modifica a 180 ° il concetto da figura a funzione e chiede l’attivazione di una “fase negoziale , ai sensi dell’art.43 del CCN del comparto scuola”, L’INDIVIDUAZIONE ALL’INTERNO DEL COLLEGIO DI FUNZIONI TUTORIALI AFFIDATE A ALCUNE MAESTRE E’ ANTISINDACALE, ILLEGITTIMO, e di conseguenza IMPUGNABILE CON UN RICORSO!
Quali sono le leggi che i dirigenti sono chiamati a onorare???? Solo quelle che dicono loro???


Da Niccoli e Gandola

Caso B: il dirigente richiede i criteri per individuare “figure” di docenti tutor e il Collegio si rifiuta di esprimerli, sostenendo che le funzioni tutoriali riguardano tutti quanti i docenti, essendo parte costitutiva dello stesso profilo docente così come contrattualmente delineato.
In questo caso una posizione di mero rifiuto (no al tutor, no ai criteri generali sic et simpliciter) sul piano giuridico – come ha sostenuto recentemente in un convegno milanese dell’Andis l’avv. Laura Paolucci – è debole: il Collegio, in quanto organo pubblico di una istituzione scolastica autonoma, viene meno ad un obbligo di legge, ad esso attribuito. Questo, di fatto, rinvia la questione al dirigente scolastico che, in quanto organo dell’amministrazione, deve procedere anche in assenza di criteri. Apre inoltre una conflittualità tra collegio e dirigente scolastico che forse sarebbe meglio evitare, in quanto assolutamente sterile e improduttiva.


Quali sono le “mansioni” previste per la funzione tutoriale?
Assistenza tutoriale agli alunni/e-rapporto con le famiglie-orientamento-cura della documentazione-coordinamento attività didattiche ed educative…
Il collegio docenti nel rifiutare, come suo diritto, l’individuazione delle attribuzioni delle funzioni tutoriali ad alcuno/a , lo fa affermando che le funzioni stesse sono espletate da sempre nei luoghi deputati alla programmazione, siano essi le interclassi, i gruppi docenti, i gruppi di programmazione ecc.
La delibera di rifiuto non deve in alcun modo “spalmare” la funzione tutoriale su tutti/e ma deve rifiutarla perché RIDONDANTE. Assumere questo concetto come elemento valoriale di novità vuol dire negare la pratica quotidiana della scuola che queste “cose” le fa e le ha sempre fatte”
Si tratta quindi di affermare l’esistente.
I consigli di interclasse, i gruppi di docenti, i gruppi di programmazione devono continuare ad assumerle collegialmente, come hanno sempre fatto!



>>> continua...

Alba Sasso - 29-04-2004
Incredibile: anche la Moratti, di tanto in tanto, fa marcia indietro. C’è voluta una mobilitazione degli intellettuali, c’è voluto un appello promosso da scienziati di fama internazionale e sottoscritto da più di 40mila persone per convincere il ...
Gianni Gandola, Federico Niccoli - 29-04-2004
Fabrizio Dacrema, in un recente intervento a proposito del tutor sostiene che: “ nelle scuole molti dirigenti scolastici sono spinti dall’amministrazione a procedere all’assegnazione dell’incarico a svolgere la funzione tutoriale ad una parte del collegio dei docenti. Il leit-motiv è sempre lo stesso “La legge c’è e va applicata”. Peccato che il decreto (la famosa legge) è piuttosto confuso in materia e si guarda bene dal parlare di incarico, che inevitabilmente introdurrebbe una figura nuova di docente in palese contrasto con il contratto e con l’autonomia scolastica. Si vuole veramente arrivare ai ricorsi scuola per scuola ?”.
Con ciò Dacrema delinea di fatto uno scenario preciso: quello in cui il dirigente scolastico chiede al Collegio di esprimere i criteri generali per l’individuazione dei “docenti tutor”, in applicazione del decreto legislativo n.59/2004 (art.7, commi 5, 6 e 7). Ora, è bene innanzi tutto sgombrare il campo da un possibile equivoco. Sul fatto che le leggi vadano applicate in uno Stato di diritto non ci può essere il benché minimo dubbio: questa è una delle regole, come ci ha insegnato Norberto Bobbio, costitutive della democrazia politica. Questa regola e questa preoccupazione non sono patrimonio “esclusivo” del dirigente scolastico in quanto tale, riguardano parimenti il Collegio docenti e tutto il personale della scuola, come in generale tutti i cittadini, “in quanto tali”. La legge vale per tutti e, soprattutto di questi tempi, è bene attestarsi su una linea di assoluta difesa della legalità. Non si può pensare che si osservano solo le leggi che piacciono o che fanno comodo. La legge è legge. E il decreto legislativo, fino a quando non sarà dichiarato illegittimo, ha valore di legge e come tale va “attuato”. Il problema è “come”, ovvero “quali” sono le interpretazioni e gli spazi possibili, le modalità di attuazione della norma sostenibili sul piano, appunto, della legittimità.

E su questo piano non è possibile allora non incrociare e non tenere nel debito conto un'altra norma legislativa, il DPR 275/1999 (derivante dalla legge n.59/1997), che attribuisce piena autonomia alle scuole in materia di organizzazione didattica e di impiego dei docenti nell’ambito del proprio piano dell’offerta formativa. (Si veda su questo punto, l'intervento "In difesa dell'autonomia delle istituzioni scolastiche" di F. Niccoli).
D’altra parte è la stessa Circolare ministeriale 29/2004, in premessa, ad evidenziare che il nuovo Titolo V della Costituzione attribuisce all’autonomia scolastica “un riconoscimento di rango primario” e a far esplicito riferimento agli art. 4 e 5 del DPR 275/99, Regolamento in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche.

Nei fatti, sulla questione del tutor e delle funzioni tutoriali si sta verificando nelle scuole una molteplicità di situazioni. Interpretazioni e prese di posizione diverse rese possibili da tre fattori:
1) l’ambiguità oggettiva della norma in questione e i suoi limiti intrinseci
2) l’opposizione sindacale (il ricorso presentato al TAR del Lazio contro il decreto e la CM 29)
3) la contrapposizione dichiarata del movimento “contro la riforma Moratti” (no al tutor, senza se e senza ma).
Ambiguità della norma: nell’articolo 7 del D.Lvo non si parla mai di diversa “figura” docente. La Moratti stessa ha ripetutamente dichiarato in TV che non si tratta di una nuova “figura professionale”” ma di “funzione”. Che non si tratta di nuove figure professionali in un rapporto di “sovraordinazione” con gli altri docenti ma di “funzioni rientranti nel profilo professionale del docente” è ribadito nella stessa CM 29. Peccato però che si agganci il possibile svolgimento di queste funzioni ad una formazione specifica, il che lascia presupporre che questo riguarderà solo alcuni docenti e non tutti, con relativo “incarico”. E cosi si torna alla “figura” e ad una implicita diversità di ruoli. La formazione, peraltro, non c’è stata. Quindi mancherebbe un requisito giuridico necessario per l’individuazione di queste diverse “figure”.



>>> continua...
Scuola Media - 28-04-2004
MOZIONE (SCUOLA MEDIA) L. SETTEMBRINI

ORGANIZZAZIONE DELLE CLASSI E CONFERMA POF a. s. 2004/05

Il Collegio Docenti della Scuola Media L. Settembrini di Afragola riunito nella seduta del 22/04/04, esaminata la legge delega di riforma dela ...
Maurizio Tirittico - 28-04-2004
La povertà culturale delle Indicazioni nazionali

Tutto ciò che si muove contro i contenuti della riforma Moratti è indubbiamente utile, ma… Non è un po’ pochino vedere solo le pagliuzze in un processo che l’attuale amministrazione ha già avviato e vuole portare a termine, e non preoccuparsi invece della trave, di tutto l’insieme che sostanzia la riforma?
Tempo fa non ho sottoscritto l’appello per la difesa degli Istituti tecnici e professionali promosso da tanti autorevoli amici, perché ritenevo che costituisse un motivo secondario a fronte di un processo con il quale ci si deve ancora confrontare! Che coinvolge più attori, istituzionali e non, più istanze, più soggetti, quanti ne ha messi in gioco la riforma del Titolo V della Costituzione! Anche perché la questione non è la difesa di quegli istituti ma la complessa costruzione di un intero secondo ciclo assolutamente nuovo!
Allo stesso modo, la questione di Darwin è solo una delle più appariscenti insieme ad altre che le Indicazioni nazionali mettono in campo e che non sono assolutamente da meno! Non c’è lettore attento che non veda il divario che corre tra documenti di tutto rispetto, quali gli Orientamenti del ’91, i programmi della scuola dell’obbligo del ’79 e dell’85 e le attuali Indicazioni! Alla dignità culturale e pedagogica di quei documenti corrisponde l’estrema povertà di contenuto, e di linguaggio anche, delle Indicazioni!
Nessuno nega che fosse necessario – forse! – rileggere e riscrivere quei documenti, ma nessuno si aspettava lo stravolgimento che ne è stato perpetrato! Il fatto è che quei documenti sono nati da un dibattito impegnato che ha visto al lavoro per mesi i più autorevoli rappresentanti della ricerca disciplinare e pedagogica! Le Indicazioni, invece, sono anonime! E per di più non hanno alcuna rilevanza giuridico-formale! Costituiscono semplici allegati ad un decreto legislativo! Così alla loro debolezza contenutistica si accompagna quella legale! Tant’è vero che – e sta scritto sul decreto – le attuali Indicazioni hanno un carattere transitorio! Sì! Transitorio! E’ un insulto per la scuola italiana! Gli insegnanti di una scuola che non nasce oggi, ma che ha a monte tradizioni più che nobili, sono così tenuti a lavorare in ordine a Indicazioni di cui l’amministrazione stessa riconosce la transitorietà e la provvisorietà! E con quale serietà professionale potranno attuarle? La nostra scuola non meritava un simile affronto!
E che accadrà quando saranno scritte… sempre per via transitoria… le Indicazioni per il sistema dei licei? Speriamo che non si debba fare, a valle, il confronto con i Programmi Brocca!


>>> continua...
Annalisa Colombo - 28-04-2004
Si aggiunge alle già numerose e strategiche “dimenticanze”, che trovano ragion d’essere nell’ormai palese filosofia che anima la riforma della scuola, l’omissione dalle Indicazioni Nazionali, ovvero i nuovi programmi, della teoria darwiniana ...
Nico d'Aria - 28-04-2004
E-mail n° 13 da Nico d’Aria a Pianeta Terra

Oggetto: Nono viaggio

Avviso ai terrestri.
Suppongo che di solito leggiate le mie e-mail pubblicamente. Quella di oggi, meglio che ognuno di voi la legga da solo. La drammatica avventura che m’è ...
Roberta Bedosti - 28-04-2004
Adolescenti





Irene si guardava attorno un po' smarrita, conosceva solo alcuni dei 20 ragazzi con cui si trovava a condividere la strana gara: " Le Olimpiadi della matematica ". Era stata un' idea della professoressa Ariberti. Dal momento ...
Annalisa Rossi - 28-04-2004
- “Sciur diretur, l’è masch” (11) - gli disse il dottore ( “Ma da quando si fa venire il dottore, per una faccenda di donne?”- diceva intanto la Genta, di sotto)
- “ Sua fumna a l’à dime ch’a völ ciamelu cun en nom da baraba” (12) - scandalizzò il ...
Precarius - 27-04-2004
La mozione del Collegio docenti, del Consiglio d'Istituto per chi si trova in una fase avanzata, nell'avversare le disposizioni previste dalla riforma con l'applicazione dei principi fissati nell'autonomia costituzionale , è rafforzata dalle ...
Pino Patroncini - 27-04-2004
Quando tre anni fa Dandini, Guzzanti & Co. durante le trasmissioni de “L’Ottavo Nano” parodiavano la Casa delle Libertà simulando un appartamento in cui ognuno faceva ciò che voleva infischiandosene degli altri pensavo che si trattasse di una esagerazione funzionale alla satira. Oggi assistendo ai comportamenti dei condomini della Casa berlusconiana di fronte alla “riforma” scolastica voluta dal Ministro Moratti comincio ad avere seri dubbi che si trattasse solo di tecniche di scena.
E non mi riferisco agli spot ministeriali e ai manifesti di Forza Italia, degni di Zelig (non quello di Bisio, quello di Woody Allen), che ora inneggiano al tempo pieno, convinti che l’elettorato si farà infinocchiare e lo scambierà con il vecchio doposcuola.
No! Mi riferisco al balletto intorno a quella che dovrebbe essere la riforma della secondaria superiore.

Confindustria salva il tecnico e affonda il professionale.

L’inizio alle danze lo ha dato alcuni giorni fa l’on. Valditara di AN con un articolo sul Sole 24 Ore dove di fronte alle incertezze che attraversano gli istituti tecnici si affrettava a dire che sarebbe stato bene che l’eredità di quegli istituti fosse trasferita pari pari nei licei tecnologici dando ad essi una adeguata articolazione in indirizzi.
Una posizione assai differente, anzi persino inconciliabile, con il documento ministeriale che, distribuito qualche tempo fa a Fiuggi, preconizzava il liceo come scuola della “theoria”, modellato essenzialmente sul liceo classico e figurava un liceo tecnologico con molta idea, storia e filosofia della tecnologia ma senza laboratori e con poco spazio per la tecnica professionale.
Pochi giorni dopo a questa posizione faceva eco la Confindustria che in un convegno tenuto a Vicenza sosteneva un’articolazione del liceo tecnologico in ben nove indirizzi, praticamente quasi tutti corrispondenti alle stesse aree in cui, se si doveva credere ad una intervista rilasciata dal consigliere del Ministro prof. Bertagna, si sarebbe dovuta suddividere l’istruzione professionale.
E non solo: i docenti, in questo disegno, sarebbero soprattutto di professionalità tecnologiche, docenti di laboratorio, esperti esterni (anche se scelti possibilmente dal capo s’istituto).
Naturalmente Confindustria fa finta di non ritenere in contraddizione la proposta né con la legge 53 né con quanto il Ministro e il suo seguito sono andati fin qui dicendo. Ma il Ministro ha guardato bene dal trovarsi presente a una riunione tanto autorevole quanto imbarazzante e i suoi rappresentanti hanno solo promesso di passare le carte.
La cosa più interessante del progetto di Confindustria è che il tutto andrebbe inserito in Poli Tecnologici, intesi come vere e proprie cittadelle educative articolate dal punto di vista formativo, organizzativo e territoriale che possono comprendere, negli stessi settori e indirizzi, il Liceo Tecnologico, i corrispondenti percorsi dell’istruzione e formazione professionale, eventuali corsi EDA, corsi serali e un’offerta stabile di formazione superiore.
Secondo Confindustria sembrerebbe che avvicinando, magari solo fisicamente, le scuole, si tenga un po’ più distante il principio di separazione della secondaria superiore come è scritta nella legge 53: “il secondo ciclo è costituito dal sistema dei licei e dal sistema dell'istruzione e della formazione professionale” e “ferma restando la competenza regionale in materia di formazione e istruzione professionale…”


>>> continua...
Bruno Ugolini - 27-04-2004
Il serial killer occupa le prime pagine dei giornali. Sono quasi scomparse, invece, le cronache di Melfi dove migliaia di giovani operai, fino ad ieri tranquillissimi, hanno scoperto che magari lavorare di notte per due o tre settimane di seguito fa ...
Fabrizio Dacrema - 27-04-2004
MA ATTENZIONE ALLA SINDROME DI TAFAZZI

La mobilitazione contro il decreto Moratti continua. Il governo sta puntando tutto sul prevalere nel movimento della rassegnazione, ha fatto concessioni per il prossimo anno scolastico, ha finto aperture sulle prospettive, ma sta praticando effettive chiusure sugli aspetti che ritiene strategici per l’attuazione del suo progetto regressivo.
Vediamo le questioni principali.

Le questioni aperte

Docente tutor
– Con la circolare 29 il Ministro ha detto alle scuole di attendere ulteriori indicazioni prima di prendere decisioni in materia e si è impegnato ad avviare il confronto con il sindacato. Del confronto non c’è traccia, i sindacati sono convocati solo il 6 maggio sull’avvio del prossimo anno scolastico. Intanto nelle scuole molti dirigenti scolastici sono spinti dall’amministrazione a procedere all’assegnazione dell’incarico a svolgere la funzione tutoriale ad una parte del collegio dei docenti. Il leit-motiv è sempre lo stesso “La legge c’è e va applicata”. Peccato che il decreto (la famosa legge) è piuttosto confuso in materia e si guarda bene dal parlare di incarico, che inevitabilmente introdurrebbe una figura nuova di docente in palese contrasto con il contratto e con l’autonomia scolastica. Si vuole veramente arrivare ai ricorsi scuola per scuola ?

Indicazioni Nazionali – Sono state introdotte come mero allegato al decreto, in via transitoria e in attesa di definire la quota nazionale del curricolo in modo legittimo, attraverso un regolamento governativo. Il Ministro Buttiglione all’uscita del Consiglio dei Ministri ha dichiarato di aver fatto un accordo con la Moratti, secondo il quale le Indicazioni sarebbero state modificate ampiamente. Il Ministro non ha mai smentito. D’altra parte sembra impossibile non istituire una commissione pluralista di esperti, avviare una vasta consultazione degli insegnanti e arrivare a nuovi programmi condivisi per la scuola della repubblica (non del governo). Invece sono state date indicazioni alla case editrici di uniformare tutta l’offerta di libri di testo alle Indicazioni. Le scuole possono ovviamente adottare le edizioni precedenti o decidere per l’adozione alternativa, ma il tentativo di imposizione rimane pesante. Non solo, il Ministro ha convocato il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione per dare avvio al percorso che dovrebbe portare ad un regolamento governativo che confermerebbe sostanzialmente l’attuale testo. Davvero si vogliono imporre programmi elaborati da commissioni segrete, considerati dalla comunità scientifica privi di sufficienti basi culturali e pedagogiche (vedi parere del CUN) e per certi aspetti addirittura oscurantisti(vedi il caso Darwin e l’appello degli scienziati) ?

Anticipo nella scuola dell’infanzia – Dopo la circolare 29 sembrava chiaro che il Ministero avesse rinunciato a far partire l’ingresso degli under tre dal prossimo anno scolastico, visto che l’ha subordinato alla definizione per via contrattuale delle nuove professionalità e condizioni organizzative, ritenute vincolanti dalla stessa legge.
Invece diverse Direzioni Scolastiche Regionali stanno raccogliendo le iscrizioni e hanno addirittura formato nuove sezioni comprensive degli anticipatari. Il Ministero vuole veramente promuovere situazioni di illegalità diffusa ?


>>> continua...
Grazia Perrone - 27-04-2004
In memoria di Camillo Berneri


(…)”Il 15 marzo 1937, nello stesso giorno in cui si concludeva la battaglia di Guadalajara , sedici membri della Cnt [1] vengono uccisi da comunisti a Villanueva de Alcardete; nell’aprile il locale giornale della ...
Anita - 26-04-2004
Vi sottopongo una notizia saputa da poco e presente sul sito della Cisal Scuola.
Vorrei saperne qualcosa più, dal momento che non ho trovato grande eco nè sulla stampa, nè in Internet.
Qual è la data prevista?
Quale la formulazione della ...
ilaria ricciotti - 25-04-2004
Ricordate giovani il 25 aprile,
come un giorno da non far morire.

La nostra Costituzione nata diversi anni fa,
è ancora attualissima, anche se qualcuno la vorrebbe modificar.

Essa sancì l'uguaglianza di tutti i ...
Rolando A. Borzetti - 24-04-2004

UNA DATA DA RICORDARE PER SEMPRE

Salvina Focoso - 24-04-2004
Ci sono molti punti controversi in merito alla Riforma Moratti, tra questi uno dei più evidenti è certamente quello relativo all'insegnamento dell'inglese. Quest'ultimo, infatti, vive una palese contraddizione tra le «parole» e i «fatti». Le «parole» ...
Aldo Ettore Quagliozzi - 24-04-2004
“ ( … ) E Critone, ciò udendo, al fante che stava presso ritto in piedi, fe’ cenno: e il fante uscì.
E, stando buona ora, tornò, menando colui che aveva a dare il veleno, il quale portava pesto dentro a un calice.
Socrate, vedendo colui, disse : - ...
Organizzazioni sindacali - 24-04-2004
AL PREFETTO DI BOLOGNA
UFFICIO TERRITORIALE DEL GOVERNO
Via IV NOVEMBRE, n. 24
BOLOGNA

AL DIRETTORE SCOLASTICO REGIONALE
P.zza XX Settembre, n. 1
BOLOGNA

AL MINISTERO DELL’ ISTRUZIONE, UNIVERSITA’ E RICERCA
Viale Trastevere, n. 76/a
00153 ROMA

COMMISSIONE DI GARANZIA
PER L’ATTUAZIONE DELLA LEGGE SULLO SCIOPERO
NEI SERVIZI PUBBLICI ESSENZIALI
Via PO n. 16/a
ROMA


Oggetto
: Proclamazione sciopero dell’intera giornata di tutto il personale della scuola (Dirigente Docente ed ATA) per il giorno 10 maggio.


CGIL Scuola, CISL Scuola, UIL Scuola, SNALS/CONFSAL e GILDA dell’Emilia Romagna, concluso il tentativo obbligatorio di conciliazione presso l’Ufficio Territoriale del Governo di Bologna senza nessun accordo, rilevano che la determinazione, da parte del MIUR, delle dotazioni organiche nelle scuole statali in Emilia Romagna, sta producendo danni rilevantissimi e non piu’ sopportabili, al sistema formativo dell’intera regione.
Il Ministro dell’Istruzione ha ridotto drasticamente il numero degli insegnanti e del personale Ausiliario, Tecnico ed Amministrativo nelle scuole statali della Regione.


>>> continua...
Pierangelo Indolfi - 24-04-2004
Intervengo da cattolicissimo e chiaramente come la penso io non è uguale a come la pensa il cardinal Ruini.
Affrontiamo prima di tutto un aspetto. L'ora di religione, per come è impostata attualmente, rientra in maniera chiarissima tra le attività facoltative e opzionali, data la possibilità per lo studente di dichiarare di non volersene avvalere. Bisognerebbe trarne le conseguenze, perché è
uno scandalo che se l'80% di una classe non si avvale, il collega di religione fa lezione a due tre persone, cosa non consentita a nessun insegnante di nessun'altra materia. Come minimo la decenza dice che in questi casi vanno accorpate le classi durante l'ora di religione. Questi colleghi fanno sballare la statistica del rapporto docenti/alunni, e invece la croce è sempre stata messa finora addosso agli ITP. Non mi sembrerebbe quindi particolarmente scandaloso e discriminatorio che l'ora di religione venisse messa in coda all'orario normale o addirittura di pomeriggio e che si lavorasse per classi aperte, facendo gli organici alla luce di questo criterio. Non per niente; ricordiamoci che dall'anno venturo tutte le "educazioni" nella scuola media diventano opzionali e facoltative e i colleghi inizieranno a vivere con il patema d'animo che i genitori possano decidere di non avvalersi di musica o di ed. artistica. Perché mai ci devono essere invece i figli della gallina bianca?


>>> continua...

Federico Niccoli - 24-04-2004
Il Tempo Pieno che vogliamo

Ho letto con particolare interesse l’intervento di Claudia Fanti all’interno del dibattito aperto su “ScuolaOggi” a proposito del modello di tempo-pieno che difendiamo.
Perché, dice Claudia, giocare in difesa e non all’attacco ?
In verità né Gianni Gandola né tutti gli altri (me compreso) che finora sono intervenuti nel dibattito hanno lontanamente pensato di arroccarsi in difesa di un mitico tempo-pieno delle origini, che sarebbe stato contaminato dal tempo-pieno attuale.
Si tenta solo di dire che, per evitare di essere catalogati fra i nostalgici di un modello e per evitare una difesa “a prescindere”, è necessario mettere in luce gli indicatori di qualità della migliore esperienza della scuola elementare italiana per contrastare (- e quindi con un gioco “di attacco”-) la miserevole proposta del cosiddetto tempo-pieno Moratti.

Partiamo dagli indicatori di qualità del tempo pieno attuali evidenziati con molta precisione da Claudia Fanti. Credo che nessuno dei 23 punti evidenziati sia una novità, introdotta a modifica e/o integrazione dei principi fondanti del tempo pieno originario, che ( scusandomi sin d’ora per una categorizzazione veloce non compatibile con una discussione fine e approfondita dei vari punti ) possono essere così riassunti :

- la pluralità delle figure educative : assoluta parità degli insegnanti con alternanza di ruoli e di orari
- il rispetto dei ritmi di apprendimento dei bambini in tempi distesi, che presuppone e postula l'assoluta unità didattica mattino/pomeriggio con articolazione della giornata senza subordinazioni gerarchiche tra le attività da svolgere al mattino o al pomeriggio, con riconoscimento della piena e paritaria valenza formativa delle educazioni, con il "pranzo insieme"
- solo in una giornata di 8 ore i bambini hanno la possibilità di alternare momenti di massima concentrazione a momenti di libertà espressiva nel pieno rispetto dei loro ritmi di attenzione/concentrazione . Il tempo disteso assume in modo intenzionale, deliberato e controllato il significato strategico di risorsa formativa
- utilizzare la diversità come risorsa : se la diversità è la norma (e cioè la descrizione normale della condizione infantile e non solo infantile) la scuola deve strutturarsi normalmente in modo da operare una discriminazione positiva e attiva nel senso che discrimina non già i soggetti cui si rivolge ma la intensità e complessità del proprio intervento in ragione delle esigenze diverse cui deve dare risposte efficaci
- Differenziare la proposta formativa rendendola proporzionale alle difficoltà e alle esigenze di ciascuno: a tutti gli alunni deve essere offerta la possibilità di sviluppare al meglio le proprie potenzialità
- Valorizzare le molteplici risorse esistenti sul territorio (enti locali, associazioni culturali e professionali, società sportive, gruppi di volontariato, ma anche organismi privati) allo scopo di realizzare un progetto educativo ricco e articolato affinché l'offerta formativa della scuola non si limiti alle sole attività curricolari e assuma un più ampio ruolo di promozione culturale e sociale

Da un’impostazione generale come quella sopra indicata, abbiamo fatto discendere una precisa strategia metodologica, centrata fondamentalmente su modalità di insegnamento/apprendimento in grado di qualificare la proposta formativa.



>>> continua ...
Omer Bonezzi - 24-04-2004
Il ricorso della regione Friuli aiuta il movimento e lo sciopero del 21

La vera notizia della settimana, una bella notizia, è che entro il 4 Maggio la regione Friuli, speriamo seguita dalla regione Emilia Romagna, presenterà un ricorso per incostituzionalità della legge Moratti, sugli articoli 7-10-12-13-15.

Questo fatto, che conferma, quanto da sempre andiamo dicendo, è una risposta della politica di rilievo enorme, perché, se una giunta significativa e moderata come quella di Illy, ed il suo esponente di rifondazione Comunista, il collega docente Antonaz, sollevano presso la Corte l’incostituzionalità di fatto di tutta la legge, sostenendo di essere in sintonia con i movimenti dei genitori ed insegnanti della regione, e se altrettanto farà l’Emilia, il destino di questa legge, ad un cambio di maggioranza governativa, è segnato.

In Italia dovrà succedere, insomma, quanto è già accaduto in Spagna, dove Zapatero ha annunciato tra i primi atti del suo governo l’abolizione dell’analoga legge sulla scuola approvata dal governo di centro destra.

La testardaggine della cgil scuola, dei movimenti, della nostra associazione, sta pagando.
Il movimento ha una prospettiva politica, può resistere, provarle tutte per fermare una legge incostituzionale e insieme “conservare le fabbriche” per la ricostruzione come fecero nel Nord i partigiani contro l’occupazione tedesca.

La fase di maggio sarà, però, decisiva.

Il movimento, a cui apparteniamo a pieno titolo, il 15 sarà a Roma.
In quella sede manderà un messaggio sociale alla cittadinanza: Berlusconi a Porta a Porta ha mentito: Non ci sarà tempo pieno per tutti. L’impatto comunicativo sarà duro per il governo, il dissenso contro la legge Moratti aumenterà, ed il danno per Berlusconi sarà notevole. Poi Barbiana ci aspetta, è il luogo del nostro orgoglio professionale.

A maggio, però, inizia, una nuova fase del movimento, inedita:
in ogni scuola, in ogni collegio si stanno ridislocando poteri e prerogative garantite dall’art 117 della Costituzione italiana.
I collegi saranno chiamati a decidere, in ossequio alla legge dell’autonomia se confermare il proprio Pof oppure adottare le decisioni,che non sono ordinatorie ma “indicative”, del decreto legge, saranno chiamati, in nome della propria deontologia professionale, a decidere sui libri di testo e sull’adozione per un anno dei nuovi programmi provvisori.


>>> continua ...

Daniele Formenti - 24-04-2004
Costituzione Italiana , Art. 33. : L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento.
Theodosius Dobzhansky: "In biologia nulla ha senso se non alla luce dell'evoluzione" .

Nei primi giorni di marzo del 2004 si sono diffuse voci ...
Pier Alberto Caruso - 23-04-2004
Lunedi 19, si è conclusa la conferenza dibattito “ La Riforma Moratti opinioni ….e considerazioni…” ospitata nel salone degli specchi del “Palazzo dei Leoni” della Provincia Regionale di Messina.
Al tavolo dei lavori presenti i relatori ...
Coordinamento - 23-04-2004
Appello delle associazioni professionali per il diritto ad adottare libri di testo conformi al proprio piano di lavoro


La scelta del libro di testo o dei materiali alternativi è un elemento fondante della libertà di insegnamento e ...
Grazia Perrone - 22-04-2004
Il 25 aprile, anniversario della Liberazione, il Presidente Carlo Azeglio Ciampi conferirà alla città di Barletta la medaglia d’oro al valor militare (che si aggiungerà a quella al merito civile già conferita nel 1959) per il tributo di sangue che i ...
Salvina Focoso - 22-04-2004
Anche la Francia prepara la riforma della scuola ed è oltremodo interessante capire come i nostri cugini d’Oltralpe stanno procedendo, per poi confrontare il loro metodo con quello adottato nel nostro Paese.

Poiché la scuola viene considerata un ...
Alba Sasso - 22-04-2004
Il mondo dell’Università e della Ricerca torna a mobilitarsi, in occasione della giornata di sciopero generale proclamata per il prossimo 23 aprile: una giornata per “la qualità della formazione pubblica” e della “risorsa sapere”, che si pone in ...
Arturo Ghinelli - 22-04-2004
“Non ci sono standard nazionali per gli allievi. Nella personalizzazione anche la valutazione dovrebbe dotarsi di strumenti narrativi come il portfolio, che è nato in USA proprio per reagire alle prove oggettive preparate da agenzie esterne”.
Queste ...
Giuseppe Aragno - 22-04-2004
Per il 25 aprile racconterò una storia a Fassino e a Violante, socialisti moderni e pragmatici, internazionalisti della ragion di Stato che, nel cielo dei sogni coperto da nuvole di smog, hanno smarrito per sempre il “sol dell’avvenire”. A loro, ...
Stefano Borgarelli - 21-04-2004
Allo zoo dovevo proprio venirci. Tutto diventa più chiaro, qui. Secondo David Field (Zoological Society di Londra), gli scimpanzé possono insegnare molto agli uomini: «Pensiamo di poter imparare dal loro comportamento […] ci può permettere di ...
Annalisa Rossi - 21-04-2004
Che città asmatica!
Francesco, seduto davanti alla finestra del suo ufficio, sorrise alla signora Fissore che s’affannava allo sportello nel tentativo di spiegare all’impiegata che dieci lire lei non poteva pagarli per spedire le medicine a ...
Roberta Bedosti - 21-04-2004
Adolescenti





Giulia parcheggiò la bici sotto gli alberi e salì velocemente le scale. Si sentiva orgogliosa ed emozionata all' idea di far parte della redazione del giornalino della scuola.
Era avvenuto tutto così in fretta che non aveva ...
Nico d'Aria - 21-04-2004
E-mail n° 12 da Nico d’Aria a Pianeta Terra

Oggetto: Ottavo viaggio

Carissimi terrestri,

avvicinandomi con l’astronave ho fatto fatica ad atterrare nell’ottavo pianeta; il computer lo individuava perfettamente, ma io con gli occhi non lo ...
Arturo Ghinelli - 20-04-2004
Tutti vi hanno parlato del tutor. Nessuno vi parla mai del nienter. Sì perché se c’è un tutor, c’è anche un nienter. Se c’è uno che fa tutto, ci sarà anche quello che non fa niente. Non quello che non fa niente di niente, ma quello che non fa niente ...
Gruppo di lavoro - 20-04-2004
L’articolo di Pietro Lucisano – docente ordinario di Pedagogia sperimentale all’Università “La Sapienza” di Roma, apparso sul n. 2/2003 della rivista “Cadmo – Giornale italiano di Pedagogia sperimentale” diretta da Benedetto Vertecchi - conferma ...
Collegio Docenti - 20-04-2004


Istituto comprensivo statale di Scuola Elementare e Media “G. Cena”
S.da S. Mauro, 32
Torino
tel. 0112730154
fax 0112238274
e-mail:segreteria



DELIBERA DEL COLLEGIO DEI DOCENTI DEL 31/3/2004

Il collegio dei ...
Gianni Gandola - 20-04-2004
Uno dei risultati dell’attuazione della Riforma nella scuola primaria e delle operazioni di assegnazione degli organici pare essere, inevitabilmente, la scomparsa delle “compresenze” dei docenti. Che cosa sono le “compresenze” e che cosa comportano ...
Francesco Mele - 19-04-2004
Ero a Parma il 3 aprile perchè mi sembrava giusto esserci, mi sarebbe piaciuto essere anche a Bologna l’8 aprile e a Roma il 15 aprile, ma non riesco ad essere dappertutto e come me molti altri.
Coordinamento nazionale in difesa del tempo pieno e ...
Sandra Coronella - 19-04-2004

Abito in una piccola città di provincia, dove non c’è molto movimento, né molto dibattito politico... A scuola incontro persone che credo pensino e si comportino “mediamente” come tanti altri in Italia. Da noi le azioni di lotta, gli scioperi, le ...
Collegio Docenti S.M.S. Sibilla Aleramo - 19-04-2004
AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
AL PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
AL PRESIDENTE DEL SENATO
AL MINISTRO LETIZIA BRICHETTO
ALLA VII COMMISSIONE PERMANENTE CULTURA,
SCIENZA E ISTRUZIONE ...
Vittorio Delmoro - 19-04-2004
Quella che segue è una proposta che ambirebbe sedere al tavolo romano che si riunisce oggi (lunedì) per decidere sulla giornata di lotta della scuola pubblica, ma ha due difetti di fondo : il primo è che nasce dalla mia testa senza che io abbia avuto ...
Gruppo di lavoro - 19-04-2004
Anche a Reginaldo Palermo, Dirigente scolastico, abbiamo rivolto le nostre domande sui progetti pilota e sul futuro SNVI

- Come è possibile partire con un piano di valutazione, se non esistono standard nazionali ?

Penso che questo sia il ...
Coordinamento genitori - docenti Napoli - 19-04-2004
Riceviamo da Napoli - e volentieri pubblichiamo - una lettera aperta inviata alla stampa dal coordinamento genitori-docenti, impegnato ad organizzare la resistenza contro l'attuazione della riforma Moratti, e l'ordine del giorno approvato la ...
Grazia Perrone - 18-04-2004
Diciamocela tutta e fuori dai denti … anche se la cosa può non piacere a qualcuno.

La legge sulla parità scolastica è figlia “legittima” del governo di centro-sinistra e, da allora, un ampio settore della scuola “paritaria” privata accede ai ...
Gruppo di lavoro - 17-04-2004
FONTE: Sito superabile.it

Pubblichiamo la nota che Salvatore Nocera, vicepresidente della Fish, ha inviato al ministro dell'Istruzione, Letizia Moratti, nella quale analizza il progetto pilota 3 e suggerisce alcune soluzione per fare in modo che ...
Benito Corrao - 16-04-2004
Che futuro avranno gli aspiranti docenti di educazione Tecnica con la nuova riforma scolastica? Ed i 20.000 docenti di ruolo? Intanto ritorna la vecchia economia domestica!
Da qualche tempo a questa parte sembra che, in Italia, la stampa scritta ...
Giovanna Nigrelli - 16-04-2004
Insegno lettere alle scuole superiori e da qualche anno il Ministero dell’Istruzione mi “ha imposto”, come ai miei colleghi, di insegnare ai miei alunni anche come si scrive un articolo di giornale.
Certamente non sono la sola ad essermi chiesta: ...
Armanda Selva - 16-04-2004
Sono un'ex-insegnante specialista di francese.
Con molta grinta ho sempre difeso le lingue comunitarie diverse dall'inglese dimostrando, con l'esperienza degli alunni, la loro grande valenza formativa e i vantaggi, nel successivo apprendimento ...
Grazia Perrone - 15-04-2004
L’impresa economica non è solo una comunità di capitale (e di interessi soggettivi) ma – prima ancora – una comunità di persone. Un’impresa è tanto più solida non solo quando sono positivi i bilanci economici e i “trend” di crescita esponenziale ma, ...
Omer Bonezzi - 15-04-2004
Non ci arrendiamo

La lotta contro la controriforma continua. La scuole, i movimenti ed i sindacati non si arrendono. L’amministrazione è in difficoltà.

Chi scrive pensava che ci fossero le condizioni per uno sciopero generale della scuola, ...
Marcella Guglielmelli - 14-04-2004
La valutazione nel sistema scolastico: i possibili contributi offerti dalla docimologia


La legge n. 59/97 ed il regolamento n. 275/99, conferendo alla scuola pubblica italiana piena autonomia amministrativa, organizzativa e didattica ed ...
Vittorio Delmoro - 14-04-2004

Sembra che l’esperienza non ci insegni nulla!

Numerose sono state nei mesi precedenti le voci di insegnanti, genitori, cittadini (organizzati o meno nei Comitati) sollevatesi per invitare all’unità, visto che (almeno a parole) siamo tutti quanti ...
Stefano Borgarelli - 14-04-2004
Nuove equazioni dell’astronomia popolare.
Conversazione con lo storico Piero Brunello sulle derive della cultura locale *



DOMANDA - Il terreno delle tradizioni popolari è scivoloso. Ha perlomeno due versanti. Messo a coltura in modo ...
Giancarlo Cerini - 13-04-2004
Sabato 17 aprile 2004, dalle ore 10 alle ore 12, presso la sala Docet (Fiera di Bologna) avrà luogo la presentazione del 2° Rapporto regionale sulla scuola in Emilia-Romagna.
Partecipano: Lucrezia Stellacci, direttore generale USR Emilia-Romagna; ...
Francesco De Ficchy - 12-04-2004
Dalla scuola sms dei miei tre figli Marco, Alessio e Fabio.
Rolando


A nome del personale dell'Istituto Comprensivo "Pestalozzi" di Tor­vaianica, comunico che i docenti dell'Istituto stesso hanno delibe­rato, in risposta alle politiche sul­la ...
Rosa Mauro - 12-04-2004



Sapete cosa c'è di strano?
Che questa cosa sia stata scoperta dalle sonde del mondo occidentale.
Lo stesso che trionfalmente dichiara, con parole e con bombe, la propria superiorità sul globo terrestre, di cui si pappa l'85% delle ...
Arturo Ghinelli - 10-04-2004
“Arturo, mi hanno chiamato schiavo! Per questo mi sono arrabbiato tanto e quando è entrata la prof mi ha trovato che urlavo” Mentre mi racconta, il suo volto scuro si illumina.E’ cresciuto da quando è arrivato quattro anni fa dalla Mauritania, ma il ...
Arturo Ghinelli - 09-04-2004
Uno sciopero è già stato fatto. Resta solo l’obbedienza?
Se i sindacati vogliono che genitori e insegnanti resistano ancora alla tentazione di ubbidire alla legge che adesso c’è, devono utilizzare le assemblee sindacali in orario di lavoro, in tutti i luoghi di lavoro,per spiegare a tutte le categorie cosa prevedono la legge 53 e il decreto 59.
In questa opera di conoscenza, visto che si tratta di attività didattica, consiglierei di utilizzare gli insegnanti.
Perché i genitori sappiano la verità su come è stata cambiata la scuola dei loro figli.
Perché gli insegnanti capiscano di non essere soli a resistere alle richieste dei dirigenti. A proposito di questi ultimi, bisogna stanarli perché escano dal loro silenzio , che ha fatto molto rumore non solo nella categoria.
O sono come le tre scimmiette? Uno non vede, uno non sente e tutti tacciono ?
I sindacati dovrebbero chiamare, in ogni Comune, tutti i candidati sindaci a pronunciarsi sulla legge 53. Visto che si va verso le elezioni amministrative,gli elettori devono poter sapere come la pensano i futuri sindaci dalla loro viva voce.Lo stesso dicasi per i possibili Presidenti delle Province e gli assessori in pectore alla P.I.
Entro Aprile sarebbe importante contro i tagli degli organici proclamare una giornata di sciopero della categoria con adesione delle altre categorie per due ore, da dedicare a quelle assemblee di cui parlavo prima per spiegare la legge 53 e il decreto 59. In questo modo se si riuscissero a fare le assemblee sindacali veramente dappertutto, riusciremmo a battere la disinformazione della pubblicità ministeriale verde pisello e delle televisioni.
Infatti i mezzi di comunicazione potrebbero diventare l’ultimo cittadella da assediare.


>>> continua...

Ilaria Ricciotti - 09-04-2004
Ci hanno propinato un uovo,
tondo, tondo e sodo, sodo.

Un uovo di cioccolato fondente,
prodotto per confondere la gente.

Un uovo diverso dagli anni precedenti,
un uovo che crea soltanto tormenti.

Un uovo avvolto da carta grigia,
simile ...
Riccardo Ghinelli - 09-04-2004
Assistiamo in questi giorni ad uno strano fenomeno.

Negli anni passati il Ministro ha preso una serie di provvedimenti che miravano chiaramente ed in modo abbastanza esplicito al contenimento della spesa per l'istruzione. All'insegna della ...
Gruppo di lavoro - 09-04-2004
Abbiamo rivolto al professor Giovanni Cominelli membro del Comitato tecnico-scientifico dell'Invalsi e impegnato, in particolare, della formazione alla valutazione le stesse domande poste al professor Marcianò.
L’idea è quella di creare una tavola rotonda virtuale. Alla quale, speriamo, siederanno altri interlocutori. Per altre risposte e, magari, per altre domande. Il gruppo di lavoro.

Una premessa indispensabile a tutte le risposte.

I Progetti Pilota non si sono mai proposti di misurare alcunché, per la semplice ragione che non sono stati ideati per produrre una misurazione, ma per “simulare ” una misurazione. Il loro scopo era quello di sperimentare delle modalità di confezione dei test, di somministrazione dei medesimi, di raccolta dei risultati, di funzionamento della catena organizzativa. E dovevano anche servire a verificare la disponibilità delle scuole a partecipare alla costruzione del Servizio nazionale di valutazione, visto che le scuole sono uno dei cardini del Servizio, l’altro essendo l’Invalsi, così come prevede il Decreto legislativo appena approvato dal Consiglio dei Ministri. Nel corso delle tre sperimentazioni si sono operate modifiche, si sono realizzati degli avanzamenti. Per esempio, si è incominciato a costruire test e a validarli. Presso l’Invalsi non ce n’erano o quasi. Si è costruito un campione per il secondo e il terzo progetto. Si sono sperimentate vie dirette tra l’Invalsi e le scuole, cercando di eliminare dei passaggi. Si è sperimentata la via della somministrazione e della raccolta dei questionari per via informatica. E così si è visto che la Rete non funzionava, perché non era in grado di reggere che pochi contatti contemporanei. La partecipazione volontaria delle scuole è passata da 2000 a 7000 a 9000 nei tre progetti. Si sono moltiplicati i dibattiti sulle problematiche della valutazione, organizzati dalle scuole o dagli Enti locali. Si sono avviati i primi tentativi di formazione degli addetti alla catena organizzativa ai vari livelli. L’approdo finale doveva essere il Decreto legislativo sulla valutazione e sull’Invalsi. Che, in effetti, è stato approvato dal Consiglio dei Ministri il 25 marzo ed ora incomincia l’iter previsto. Ora la sperimentazione è finita. Dall’autunno si incomincerà a fare valutazione effettiva, a partire dalle classi per le quali entra in vigore la riforma.

Ed ora le risposte

- Il gruppo di lavoro INVALSI che dà inizio alla sperimentazione nel 2001 (a proposito, ora è lo stesso?) dichiara che la prima caratteristica (a proposito, perché caratteristica e non obiettivo?) del progetto stesso doveva essere quella di :
a. misurare, scuola per scuola, il grado di raggiungimento degli obiettivi nazionali stabiliti dall’Alta Direzione (Ministro), integrando gli obiettivi nazionali con quelli dell’autonomia;

Con l'espressione obiettivi nazionali, si intendono gli standard nazionali , peraltro non ancora prodotti, o i due ambiti di indagine previsti dal ministro al momento della nascita del progetto (attuazione del POF e competenze)? L'osservazione ci serve per introdurre la domanda vera: come è possibile partire con un piano di valutazione, se non esistono standard nazionali?

Il Gruppo di lavoro ha registrato quasi subito il ritiro della prof. Ribolzi. Il dott. Murano ha preso servizio all’estero. La caratteristica di cui si parla non è del progetto, ma del Servizio. Perciò non è un obbiettivo, ma una caratteristica strutturale. Per obbiettivi nazionali, in materia di verifica degli apprendimenti, si intende gli standard nazionali. Finchè non sono definiti non è possibile effettuare nessuna misurazione. I Progetti Pilota per elaborare i test hanno utilizzato come standard i programmi vigenti incrociati con test internazionali già usati e revisionati per l’occasione. Ma, come si è chiarito, non per misurare, ma per “simulare” la misurazione. In materia di “sistema” si è “usato” il Pof.


>>> continua...

Coordinamento Napoli - 09-04-2004
Nuove adesioni ed iniziative del coordinamento insegnanti-genitori.

Controinformazione sul ruolo, ancora sovrano, del collegio dei docenti e sugli strumenti
legislativi a supporto. Coinvolgimento attivo dei genitori contro la riforma.

Il coordinamento si è riunito oggi 6 aprile per discutere de seguente ordine del giorno:
- la situazione nelle scuole
- strumenti a difesa dei collegi dei docenti
- adozioni libri di testo
- iniziative di mobilitazione a livello cittadino/nazionale

Sono state contattate ed intervenute nuove scuole, tra le quali numerosi istituti comprensivi, nei quali si registra una spinta maggiore da parte dei docenti di scuola elementare.
In base a quanto i docenti hanno segnalato nell ‘ambito delle proprie scuole, si stanno verificando i seguenti problemi e situazioni:

- i dirigenti scolastici temporeggiano e rinviano un coivolgimento diretto dei collegi;
- altri presentano organizzazioni orare che provano a far passare come dato di fatto;
- laddove i collegi si organizzano e si autoconvocano, mediamente i dirigenti “tentano” di bollare come mozioni politiche i documenti elaborati dai collegi e ne contrastano la discussione con stratagemmi vari, in modo del tutto arbitrario;
- in più collegi i dirigenti propongono commissioni in cui studiare la riforma;
- la disinformazione sulle procedure ed i ruoli rende insicuri parte dei docenti , che temono ritorsioni.


>>> continua...

Aldo Ettore Quagliozzi - 09-04-2004
Ricorrendo il tempo della “ Passione “ e per richiamare alla individuale sensibilità ed alla collettiva memoria le innumerevoli “ Passioni “ della umana storia, vissute sulle carni martoriate di milioni di uomini e di milioni di donne, di tutte le razze, di tutte le fedi, di tutte le età, a causa della tragicità propria della storia, così come è venuta sviluppandosi su di questo frammento di universo chiamato Terra, trascrivo la stupenda “ pagina laica “ di Marguerite Yourcenar apparsa su “ Le Figaro “ del 7 di aprile dell’anno 1977, con il titolo “ Sequenza di Pasqua. Una delle più belle storie del mondo “.


“ Un prologo quasi ironico: un gruppo di gente modesta giunge nella capitale col proprio maestro prediletto, acclamato da quella stessa plebaglia che, di lì a poco, doveva dileggiarlo.

Una frugale cena di festeggiamento: un traditore sospettato fra i dodici commensali; un ingenuo che proclama a voce alta la propria dedizione e che sarà il primo ad avere un momento di debolezza; il più giovane e il più amato appoggiato con una certa indolenza sulla spalla del maestro, ammantato com’è, forse, di quel guscio dorato che spesso protegge la giovinezza; il maestro, isolato per la sua sapienza e prescienza in mezzo a questi ignoranti e deboli che sono però quanto di meglio ha trovato per seguirlo e continuare la sua opera.

Scesa la notte, il maestro, ancora più solo in questo angolo di frutteto che domina la città dove tutti, tranne i suoi nemici, lo hanno dimenticato: le lunghe ore buie in cui il presentimento si muta in angoscia; la vittima che prega affinché la prova attesa gli venga risparmiata, ma è anche consapevole che non può essere evitata e che, se dovesse ricominciare, ripercorrerebbe lo stesso cammino; l’anima eterna che osserva il suo voto nonostante la notte solitaria .


>>> continua...


Stella sghemba - 09-04-2004
Agli ostinati che continuano a indignarsi per le manifestazioni per la pace, in cui si urla più frequentemente contro l’America e i governi affiliati che contro i terroristi, vorrei rivolgere una domanda. Non avete veramente capito perché? Dunque, se ...
Elena Duccillo - 09-04-2004
Riporto la trascrizione delle interviste registrate dalla trasmissione "la radio ne parla" andata in onda lunedì. La stessa trasmissione si può ascoltare a questo url: http://www.radio.rai.it/radio1/laradioneparla


LA RADIO NE PARLA 5/04/04 a cura di Ilaria Sotis

Ilaria Sotis
: E' stato approvato pochi giorni fa, con un Decreto del Consiglio dei ministri, il servizio nazionale di valutazione dell'Istruzione ogni singola scuola saprà in futuro quali sono i suoi punti di forza e quali quelli di debolezza per arrivare a questo si sono fatti 3 progetti pilota in alcune migliaia di Istituti.
Professor Giacomo Elias lei ha coordinato questa iniziativa a cosa servirà questo servizio di valutazione?

Elias: Lo scopo principale è quello di fornire alle scuole un riferimento di parte terza per impostare il loro miglioramento continuo.
In pratica, ricevendo sia i propri risultati (che sono rigorosamente riservati ad ogni scuola che non vengono resi pubblici )e ricevendo una media nazionale dei risultati la scuola ha degli elementi per poter nell'ambito delle proprie attività di autovalutazione capire i propri punti di forza e di debolezza e provvedere conseguentemente.Quindi non serve nè a fare graduatorie nè a fare lavagne dei buoni e dei cattivi

Ilaria Sotis: Come sono stati considerati all'interno di questi questionari gli alunni disabili?

Elias: Gli alunni disabili hanno avuto particolari attenzioni, in modo particolare siccome ci era stato posto il problema dei non vedenti, ma direi ancora più importante quello degli ipovedenti, abbiamo provveduto a predisporre dei questionari in modo specifico, nel caso degli ipovedenti, se i numeri mi sovvengono, abbiamo fatto 60 diversi tipi di questionari in collaborazione con l'unione italiana ciechi.



>>> continua...

Alba Sasso - 08-04-2004
Sui tagli alle cattedre e sullo stato d'agitazione del personale scolastico

In Puglia, i sindacati della scuola abbandonano il tavolo delle trattative con l’Ufficio Scolastico Regionale e scelgono di proclamare lo stato d’agitazione della ...
Pier Alberto Caruso - 08-04-2004
GUIDA PER I RAGAZZI
Alla scuola secondaria di primo grado

Carissima, carissimo

questo è il tuo ultimo anno nella Scuola elementare e tra pochi mesi
conoscerai il nuovo mondo della Scuola secondaria di I grado…………
………………..……….sappi che stiamo ...
Annamaria Medri - 08-04-2004
Dieci mesi fa, il 24 maggio 2003, al termine della “Conferenza Nazionale per l’abrogazione della riforma Moratti” tenutasi a Buccinasco (Milano), venne lanciato un appello con il quale si invitavano le scuole a riunirsi in assemblea, a votare mozioni per l’abrogazione della legge e per il ritiro del primo decreto, a eleggere i propri delegati.

In questi mesi decine e decine di scuole di tutto il Paese hanno raccolto quell’invito e oggi, 3 aprile 2004, in 120 insegnanti, genitori, delegati RSU, responsabili sindacali, eletti nelle istituzioni di Milano, Torino, Parma, Bologna, Varese, Reggio Emilia, Piacenza, Modena, Carpi, Siena, Pavia, Viareggio, Verbania con messaggi di adesione e sostegno da Arezzo e Napoli, ci siamo ritrovati a Parma nell’”Incontro Nazionale dei delegati delle scuole e delle città, per l’abrogazione della riforma Moratti, per il ritiro del primo decreto applicativo”. All’incontro hanno partecipato gli onorevoli Capitelli e Motta (DS), Soliani (Margherita) e De Simone (Rifondazione Comunista). Al termine dei nostri lavori decidiamo di lanciare a tutti gli insegnanti e i genitori, a tutti i responsabili e i dirigenti sindacali, agli eletti nelle istituzioni, ai parlamentari il seguente

APPELLO
PER LO SCIOPERO GENERALE IMMEDIATO,
PER LA MOBILITAZIONE UNITA
FINO AL RITIRO DEL DECRETO APPLICATIVO, FINO
ALL’ABROGAZIONE
DELLA “RIFORMA” MORATTI.


Perché un appello per l’unità in questo momento?

La situazione è sotto gli occhi di tutti: nella divisione totale, scuola per scuola, la “riforma” Moratti sta partendo in questi giorni. Tutte le scuole italiane sono messe sotto una pressione enorme per applicare, in nome dell’Autonomia Scolastica, la legge 53. Alle scuole viene imposta la scelta del tutor, l’adozione dei Piani di Studio Personalizzati, le variazioni organizzative, il taglio di centinaia di ore di insegnamento, l’istituzione delle materie facoltative, la fine del Tempo Pieno e Prolungato, dei Moduli e del Tempo Normale (Medie), l’eliminazione degli insegnanti di sostegno.
In queste ore centinaia di scuole cominciano ad applicare tutto ciò nella divisone più assoluta: nel tentativo di resistere alcune cercano di adottare solo qualche punto, altre applicano l’intera legge, altre cercano di confermare l’organizzazione e i programmi attuali.
Nel momento in cui ci siamo riuniti apprendiamo che in provincia di Torino i funzionari del Ministero hanno convocato i dirigenti scolastici per dire chiaramente: voi siete incaricati di applicare la riforma, non tollereremo che non lo facciate. Intanto si annuncia il taglio di un posto di Tempo Pieno ogni sei!
Un dato emerge quindi in modo chiaro: se il decreto e la circolare non saranno ritirati la “riforma” partirà.


>>> continua....

Gabriele Turci - 08-04-2004
All’Ufficio del Garante per la Radiodiffusione e l'Editoria via Santa Maria in Via 12 - 00187 Roma

Al Giurì di Autodisciplina Pubblicitaria
via Larga 15 - 20122 Milano

All’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato
via Liguria 26 - 00187 Roma

e p.c.all’ ADICONSUM NAZIONALE via G.M. Lancisi 25 - 00161 Roma


Forlì 5 aprile 2004

Oggetto: richiesta d’immmediata sospensiva per pubblicità ingannevole e denuncia ai fini d’inibizione e cessazione della stessa.

Con la presente, il sottoscritto Gabriele Attilio Turci, cittadino della Repubblica Italiana, nato a Forlì il 27 ottobre 1950, residente in Forlì, via Biagio Bernardi,
89/e, sollecita le istituzioni in indirizzo ad esaminare il caso della pubblicità operata dal MIUR sulle radio e TV, in onda in questi giorni, su tutte le reti, private
e pubbliche, avente per oggetto una presunta “ scuola che cresce con te”.

Nello spot pubblicitario si presenta immediatamente il percorso scolastico partendo da ciò che viene definito come “Tempo Pieno” e procede mostrando gli
insegnamenti disciplinari di informatica ed inglese che appaiono come altra novità.

Lo spot ha l’evidente interesse di rassicurare gli utenti rispetto alla polemica diffusa sul Tempo Pieno e di accrescere il consenso intorno alla riforma,
sottolineando ambiti disciplinari presentati come novità. Ora se pur è disquisibile il fatto che informatica ed inglese siano una vera novità per la scuola italiana (I laboratori informatici e linguistici sono stati messi in
campo, infatti, nella scuola di base, già all’epoca del ministro Berlinguer, con amplissimi finanziamenti) il sottoscritto intende sollevare, principalmente la
questione dell’utilizzo dell’espressione Tempo Pieno, all’interno dello spot.

A seguito del decreto applicativo della legge 53 nell’articolato relativo al TEMPO PIENO (art. 7 c. 4 e art. 15) si può leggere quanto segue:


>>> continua...

Heidrun Aschacher - 07-04-2004
Ho letto solo ora su Fuoriregistro l'intervento di Grazia che corrisponde esattamente a come la vedo io (la netta contraddizione tra dlgs 59/04 art. 13 comma 2 ed art. 19 comma 3).

Secondo me, l'organizzazione modulare 3/2, in qualche sporadico caso 4/3, va mantenuta, nel nuovo anno scolastico, per le classi seconde, terze, quarte e quinte. Lo sostengo in barba all'art. 13 comma 2 del dlgs 59/04 che recita: "Per l'attuazione delle disposizioni del presente decreto sono avviate, dall'anno scolastico 2003-2004, la prima e la seconda classe della scuola primaria e, a decorrere dall'anno scolastico 2004-2005, la terza, la quarta e la quinta classe.", e in barba alla fedele parafrasi nella cm 29/04 che, nel secondo capoverso, parla di attuazione "in tutte le classi della scuola primaria".
Lo sostengo in virtù dell'art. 19 (Norme finali e abrogazioni) comma 3 del dlgs 59 che dice: "Le seguenti disposizioni del testo unico approvato con
decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297 CONTINUANO AD APPLICARSI limitatamente alle sezioni di scuola materna e alle classi di scuola
> elementare e di scuola media ANCORA FUNZIONANTI SECONDO IL PRECEDENTE
ORDINAMENTO, ed agli alunni ad essi iscritti, e sono abrogate a decorrere dall'anno scolastico successivo al completo esaurimento delle predette sezioni e classi: ..." (il maiuscolo è mio). Seguono una serie di articoli tra cui l'art. 128 che parla del modulo organizzativo (in contrasto col sistema del tutur), o l'art. 145 che regola il passaggio da una classe all'altra (in contrasto con i periodi didattici (della durata di due anni), o l'art. 148 che impone l'esame di licenza a conclusione del corso elementare). Siccome il 99% delle scuole elementari italiane gioco forza si trova ancora coll'ordinamento precedente (precedente al regime ordinamentale introdotto dalla moratti), IMMAGINO solo nella prima classe dovrà/potrà essere attuata la riforma.
Ma anche qui con riserva, facendo leva sul ruolo dell'autonomia (peraltro sottolineato dalla stessa 29 col suo rimando al nuovo titolo V della Costituzione, e in altri passaggi).



>>> continua...

Lorenzo Picunio - 07-04-2004
Si stanno discutendo fra insegnanti, studenti e genitori nell'ambito delle iniziative contro la "riforma" Moratti. Sono punti di programma proposti ai partiti per le prossime elezioni.


1. Un programma nazionale per l'edilizia scolastica capace di eliminare la vergognosa situazione di molte scuole del sud, di mettere finalmente a norma le molte scuole che ancora non rispondono a criteri di legge, di garantire le palestre alle scuole che non le hanno, di fornire laboratori ed aule informatiche.

2. L' ampliamento del numero delle classi a tempo pieno nella scuola elementare e a tempo prolungato nella media raccogliendo la richiesta delle famiglie e riconoscendo la qualità didattica di tempi scolastici più ampi e distesi, con la contitolarità (nella scuola elementare) di più insegnanti.

3. Il biennio unico ed obbligatorio della scuola secondaria superiore, riconoscendo il diritto di tutti i cittadini all'istruzione e rifiutando la logica delle "due società" nella prospettiva dell' obbligo scolastico al diciottesimo anno.

4. La garanzia del sostegno per tutti i portatori di handicap, in misura adeguata ai bisogni, secondo quanto è richiesto dallo spirito dell'art. 3 della Costituzione, dalle Convenzioni Internazionali e dalla Legge 104.


>>> continua...

Giuseppe Agostino, Arcivescovo di Cosenza - 07-04-2004
Sono passato, da solo, dall'Istituto Papa Giovanni, mercoledì 31 marzo, nel pomeriggio, ritornando dalla Conferenza Episcopale Calabra.
Ho visto una situazione insostenibile: uomini e donne come cartocci depositati a terra, letti senza lenzuola, servizi igienici inguardabili, nessuna sedia, finestre sgangherate.
Ho incontrato e visto piangere lavoratori delusi perché senza stipendio da diversi mesi e che stentano a dare da mangiare ai loro figli.
Mi sono vergognato di essere uomo, cristiano, vescovo e di essere calabrese.
È insostenibile la stasi di soluzione da parte della politica che si sta rivelando veramente bacata.
Negli ultimi tre anni sono stati presentati alla Regione Calabria e non assunti progetti seri e vi sono tanti ritardi inaccettabili nel pagamento delle rette per gli ammalati.
Insisto rispettosamente che si porti a compimento, in breve termine, il progetto attualmente in discussione.
Non si possono cercare degli utili da parte di alcuni sulle sofferenze dei crocifissi della terra.
È una bestemmia sociale.


>>> continua...

Anna Pizzuti - 07-04-2004
La fretta - ha notato Milan Kundera -è nemica della memoria; non credo che sia amica di un’operazione complessa e coinvolgente come l’interpretazione letteraria.

Fino a che punto è sbagliata un’interpretazione sbagliata?

«Ciò che veramente conta non può essere contato », ha scritto Irwin Thompson

Citazioni tratte da: La valutazione nell’educazione letteraria di Guido Armellini




Il nostro viaggio all’interno dei progetti pilota che hanno preceduto l’istituzione del Servizio nazionale di valutazione non poteva non soffermarsi sullo strumento del quale ci si è finora serviti e del quale, senza alcun ripensamento, ci si servirà in futuro, in modo sistematico.

Si tratta dei test a risposta chiusa. Un tipo di prova nei confronti della quale si sono registrati, nelle scuole, entusiasmi a volte incondizionati, ma anche numerose critiche.

Un dibattito forte negli anni scorsi, soprattutto all’epoca della riforma dell’esame di Stato, poi affievolito, disperso, vuoi in una pratica acquiescente, meccanica e non controllata nella sua scientificità, vuoi nell’indifferenza.

E invece proprio ora sarebbe utile tornare a discuterne, ora che è diventato lo strumento per la valutazione, attenzione, non solo delle competenze degli alunni, ma dell’intera qualità della scuola.

Ne ho parlato per telefono con il professor Guido Armellini **, tenendo sul tavolo, lui ed io, le due prove di italiano del Progetto Pilota due.

La conversazione inizia con alcune riflessioni, proprio sulla tipologia di prova scelta dall’Invalsi.

Il test a risposta chiusa, anche se tarato scientificamente, a regola d’arte, risulta utile solo se viene usato per una ricerca a largo raggio, su un argomento delimitato o per raccogliere un dato elementare. Se si vuole, ad esempio, rilevare, se un certo numero di persone sappia cosa è il Parlamento, oppure cosa sia una somma e così via.

In ogni altro caso, mi chiedo cosa possa valutare. Ed a cosa possano servire i dati ottenuti, se non a dirci quanto,forse, in una parte del Paese una certa conoscenza sia più o meno consolidata rispetto a quanto si rileva in un’altra parte. Nulla di più.
Certo non ci consentono di formulare valutazioni caso per caso, scuola per scuola. Una cosa è rilevare dei dati, tutt'altra cosa è dedurne una valutazione localizzata.

Il guaio è che questi dati generici e "bruti" vengono resi pubblici, anche scuola per scuola, classe per classe, dando luogo inevitabilmente a "classifiche", ed innescando meccanismi difficilmente controllabili.

Così un dirigente potrebbe sentirsi valutato ed, a sua volta, valutare l’insegnante e il genitore potrebbe fare lo stesso per la scuola. Mentre, nella realtà, quella scuola potrebbe essere impegnata – e bene - su tanti fronti e quel’ insegnante potrebbe ritenere molto più importanti, per i suoi alunni, che conosce direttamente, altri ambiti, altre competenze, altri percorsi.

La scorrettezza dell'operazione consiste insomma nel far passare un mero rilevamento di dati nozionistici (scelto per di più con criteri assolutamente discutibili) per una “valutazione del servizio scuola”
.”

L’INVALSI difende la validità delle proprie scelte dichiarando che “i parametri usati durante la misura e nella fase di elaborazione ed analisi (sono) coerenti con quelli usati dai servizi di valutazione comunitari ed internazionali


>>> continua...

Aldo Ettore Quagliozzi - 07-04-2004

( … ) La cosa che si disponeva a fare consisteva nell’incominciare un diario. Ciò non era illegale ( nulla era illegale, perché non c’erano più leggi ); ma se comunque fosse stato scoperto, non c’era dubbio che sarebbe stato condannato a morte, o a venticinque anni almeno di lavori forzati.

Winston infilò un pennino nella cannuccia e lo succhiò, come s’usa, per facilitare la presa dell’inchiostro.

La penna era uno strumento antiquato, che si adoperava assai di rado, perfino per le firme importanti, e lui se n’era procurata una di nascosto e non senza difficoltà, solo perché sentiva che quei bei fogli color crema meritavano che ci si scrivesse sopra con un vero pennino, anziché d’essere grattati con una delle solite matite a inchiostro.

Veramente non aveva l’abitudine di scrivere a mano. Con l’eccezione di qualche breve appunto, di solito dettava ogni cosa al dittografo, un apparecchio che registrava e trascriveva tutto ciò che si diceva in un microfono, e che era assurdo pensar di adoperare nella presente circostanza.

Intinse la penna nel calamaio e quindi esitò un istante. Ebbe un fremito fin nelle budella. Segnare la carta sarebbe stato l’atto decisivo. Con certe piccole goffe cifre, scrisse: 4 aprile 1984. ( … ) “ ( da “ 1984 “ di George Orwell )



>>> continua...

Anita - 06-04-2004
Li abbiamo ricevuti a scuola e li giro: posso essere utili. Ciao e buone vacanze!

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BOZZA DI DELIBERA DEL COLLEGIO DEI DOCENTI SU
ADOZIONE CRITERI PER INDIVIDUAZIONE TUTOR



Il Collegio dei Docenti del Circolo didattico / Istituto Comprensivo / Scuola media statale ………………………………., nella seduta del…………………., con all’o.d.g. l’individuazione dei criteri per il conferimento della funzione tutoriale,

Vista la legge n°53 del 28 marzo 2003;
Viste le disposizioni contenute nel Decreto legislativo sulla definizione delle norme generali relative alla scuola dell’infanzia e al primo ciclo dell’Istruzione, approvato il 23 gennaio 2004,
Visti gli artt. 24, 25, 27 del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro,
Visti gli artt. 3,4,5,6 del DPR 275/ 99, Regolamento in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, che attribuisce alle istituzioni scolastiche autonomia nella definizione dei tempi dell’insegnamento e dello svolgimento delle singole discipline e attività, nell’impiego dei docenti e nelle modalità organizzative coerenti con il Piano dell’Offerta Formativa;
Vista la CM n.29 del 5 marzo 2004
Considerati i bisogni formativi degli alunni che frequentano la scuola, che è inserita in un contesto territoriale ……………………………………………… ;
Tenuto conto dei vincoli e delle risorse degli allegati al Decreto citato,

ESPRIME
parere contrario all’attivazione della figura del tutor in quanto lesiva della pari dignità professionale dei docenti ed in contrasto con la dimensione cooperativa e collegiale del lavoro nella scuola.

CONSIDERATO
- che il contratto nazionale di lavoro definisce in modo unitario la funzione docente e considera di competenza di ogni insegnante i compiti affidati dal Dlgs approvato il 23/1/04 alla funzione tutoriale (assistenza tutoriale gli alunni, rapporto con le famiglie, orientamento, cura della documentazione, coordinamento delle attività didattiche ed educative);
- che è prerogativa delle istituzioni scolastiche autonome adottare le forme più efficaci di organizzazione didattica e professionale delle attività per assicurare lo svolgimento dei suddetti compiti e funzioni

DELIBERA
di non indicare alcun criterio per l’individuazione del docente cui assegnare la funzione tutoriale e di affidare ai Consigli di classe/team docente, nella loro collegialità, la progettazione e l’attuazione delle attività previste dall’art.7 comma 5 del citato decreto legislativo.
L’espressione di voto favorevole alla presente delibera vale anche come dichiarazione di diniego a fronte di un eventuale conferimento della funzione tutoriale da parte del dirigente scolastico.

APPROVATO ……….



>>> continua...
Beppe - 06-04-2004
Oggi si è svolta un'assemblea del lavoratori della scuola infanzia e primaria del Circolo didattico di Portomaggiore (Ferrara) Si è dibattuto sulla figura del tutor e alla fine dopo un serrato, utile, interessante dibattito è stata approvata la ...
Maurizio Tirittico - 06-04-2004
Nei miei frequenti incontri sul campo mi chiedono sempre qualcosa di concreto su questi benedetti obiettivi formativi su cui c'è tanta tanta confusione! Come sapete, io non sono tanto... per la quale! Ho sempre in mente - pur non essendo assolutamente un passatista - i Programmi del '79 e dell'85... che hanno una grande dignità cultural-pedagogica a fronte di queste Indicazioni, povere, traballanti come contenuto e come linguaggio, abborracciate e molto tirate via! Soprattutto, la "scritturazione" delle "abilità", mi sembra uno dei tanti esiti di quelle esercitazioni - quante ne abbiamo condotte!!! - con insegnanti di primo pelo quando, in sede di programmazione, debbono cimentarsi con la individuazione/definizione/formulazione degli obiettivi! Le Indicazioni sono una brutta cosa, e tutti lo sappiamo, però, chi sta in aula, bene o male - più male che bene - ci deve fare i conti! Di qui le numerose richieste di aiuto! E sarebbe troppo facile rispondere che è difficile cavar sangue da una rapa! Di qui il mio sforzo, molto vano certamente, di dare qualche indicazione... senza la I maiuscola... improntata ad una sorta di buon senso (nulla a che vedere, comunque, con il "buon senso" che qualche tempo fa ha animato alcuni amici, convinti che in questa riforma si potesse trovare qualcosa di buono!) che, però, non faccia a meno di un certo rigore! Vi invio il malfatto, sperando in un vostro perdono!
PS - Com'è noto, le Indicazioni nazionali hanno un carattere di transitorietà... fortunatamente!!! Va detto con forza che non si è mai visto che in un intero sistema di istruzione di un intero Paese... per di più di avanzata civiltà e matura democrazia... si insegni e si apprenda sulla base di contenuti e obiettivi transitori e provvisori! Per me, è un insulto alla ragione... e al buon senso! Ed è anche un insulto il fatto che le Indicazioni siano ufficialmente anonime e costituiscano - al di là di ogni buona norma - degli allegati ad un decreto legislativo, come se si trattassero di comuni allegati tecnici! Quesito! Non ritenete opportuno che si lanci un appello affinché dal Miur venga istituita una commissione di studio con tanto di pubblico decreto, composta di autorevoli membri della cultura, delle discipline, della ricerca pedagogica, che metta mano ad una scrittura autorevole delle Indicazioni, scientificamente fondata e, soprattutto, condivisa? Noi siamo senza peccato... quindi il lancio della prima pietra... ci tocca!!!



>>> continua...

Dedalus - 06-04-2004
In un recente spot televisivo della serie “la scuola cresce, proprio come te”, l’ineffabile settore propaganda del MIUR ha pensato bene di inserire anche il tempo pieno, naturalmente con il corredo di internet e inglese. Come se nulla fosse. Come se la questione del Tempo Pieno non fosse al centro di vivaci polemiche e proteste. Come se il tempo scuola di 40 ore riproposto dalla Moratti (27+3+10) fosse la stessa cosa del modello di Tempo Pieno consolidatosi in questi anni.
Uno degli “effetti paradossi” della Riforma Moratti è stato indubbiamente quello di aver dato origine ad una generale ripresa di interesse per la scuola, con le estese mobilitazioni di insegnanti e genitori di questi mesi, come non succedeva da tempo. Si è sviluppato nel paese un vasto movimento di opposizione e di dissenso nei confronti dei cambiamenti delineati dal Decreto attuativo (tempo scuola spezzettato, docente tutor, ecc.) e per la difesa, soprattutto nei grandi centri urbani, del modello di scuola esistente, vale a dire del tempo pieno così come riconfermato dalla legge di riforma della scuola elementare n.148/1990.

Ora, se è indubbio che le “innovazioni” prospettate dalla Riforma Moratti sollevano forti riserve e contrarietà occorre d’altra parte chiedersi, obiettivamente, se è giusta una battaglia di pura conservazione dello status quo. Veramente vale la pena di difendere il Tempo Pieno “in generale”, evitando di guardare dentro e di vedere che cosa funziona e che cosa no in questo modello e nelle situazioni concrete? E’ credibile trincerarsi dietro un semplice e indifferenziato “tutto va bene, madama la marchesa”?
Partiamo dalla constatazione che la scuola a Tempo Pieno oggi è una realtà estremamente variegata e complessa.


>>> continua...

Gruppo di lavoro - 06-04-2004
SUL PP3 E SUL FUTURO SNVI INTERVISTA A GIOVANNI MARCIANO' (*)

Premettiamo che le domande riguardano indistintamente i tre progetti, anche se le citazioni utilizzate per le prime sono state prese dalla relazione sul progetto Pilota 1, svolta dal Professor Elias, presidente dell’Invalsi. In ciò confortate da questa dichiarazione contenuta nella relazione dello stesso professore sul Progetto Pilota 2

"Il metodo di valutazione - Il metodo scelto combina la valutazione delle prestazioni degli studenti, attraverso l’uso di prove oggettive appositamente costruite, con la rilevazione delle attività avviate dalle istituzioni scolastiche su specifici aspetti del servizio scolastico. Esso ricalca il metodo utilizzato per la prima valutazione ."


Questa l’intervista


- Il gruppo di lavoro che dà inizio alla sperimentazione nel 2001 (a proposito, ora è lo stesso?) dichiara che la prima caratteristica (a proposito, perché caratteristica e non obiettivo?) del progetto stesso doveva essere quella di :
a. misurare, scuola per scuola, il grado di raggiungimento degli obiettivi nazionali stabiliti dall’Alta Direzione (Ministro), integrando gli obiettivi nazionali con quelli dell’autonomia;

Con l'espressione obiettivi nazionali, si intendono gli standard nazionali , peraltro non ancora prodotti, o i due ambiti di indagine previsti dal ministro al momento della nascita del progetto (attuazione del POF e competenze)? L'osservazione ci serve per introdurre la domanda vera: come è possibile partire con un piano di valutazione, se non esistono standard nazionali?

Ho visto un po' po' di ministri dibattersi con questo problema. L'idea del SNVI non e' nata ieri, ma quando qualcuno ha tagliato la testa al toro (ha DECISO ... spero tutti conoscano l'etimologia del verbo decidere) e tra la pressione dell'UE, in cui spicchiamo per la mancanza di un servizio di valutazione nazionale, e i tempi per un processo di difficile avvio (prima gli obiettivi poi la valutazione), ha lanciato i "Progetti Pilota" che - evidentemente in modo indiretto - han portato e portano tutti i soggetti della scuola a confrontarsi.

Non vorrei comunque che permanesse un equivoco di fondo su cui ogni riflessione rischia di scivolare. Ora poi che il decreto e' uscito, penso che tutti debbano premettere ad ogni osservazione che stiamo parlando di "obiettivi nazionali " nel contesto in cui (cito la sintesi pubblicata qui: " Si passa dalla valutazione delle procedure alla valutazione degli esiti formativi in uscita, superando l'auto-referenzialità del sistema scolastico, a supporto di una piena autonomia organizzativa e didattica delle istituzioni scolastiche e dei loro processi di auto-valutazione ."

Non vedo in ciò una limitazione dell'autonoma didattica della scuola - e di riflesso di noi insegnanti. Sinora siamo tutti "andati a naso", anzi molte scuole si sono più volte dichiarate "abbandonate" nell'auto-valutazione che non poteva che essere autoreferenziale. E quindi con pochi riflessi verso la progettualità mirata a risolvere tanti limiti - ben presenti a tutti noi - dell'azione didattica quotidianamente espressa in classe. Ora i PP hanno provato a dare alle scuole partecipanti degli elementi di riscontro. Un'esperienza pilota in cui chi ha partecipato ha ben avuto modo di vedere mille limiti, ma anche un dato su cui imperniare poi la propria autovalutazione d'istituto.

Un dato esterno, a volte gratificante, a volte scomodo. Comunque "esterno", e in quanto tale "dato" e non "elaborato" internamente. Ci sono state scuole che han dichiarato di "non riconoscersi" in quel dato (e quindi hanno inviato un feedback con tutte le osservazioni metodologiche del caso, perché si affinasse il processo. Dal PP1, al PP2 e ora al PP3 è stata una continua evoluzione). Molte scuole invece hanno trovato riscontri interni a quel dato esterno, e rinforzati proprio dal valore del "dato esterno" han potuto avviare processi interni di progettazione dell'offerta formativa
.


>>> continua...

Roberta Bedosti - 06-04-2004
Adolescenti





La professoressa Ariberti veleggiava sui nuovi tacchi, pronunciando le parole con insolita cautela. Il silenzio era totale, come quando l' argomento non lascia spazio a distrazioni.
Giulia alzò la testa, terrorizzata di ...
Nico d'Aria - 06-04-2004
E-mail n° 11 da Nico d’Aria a Pianeta Terra

Oggetto: Settimo viaggio


Carissimi terrestri,
Il settimo pianeta è tutto a bolle. Sono forme rocciose a cupola, cave, dentro cui c’è una caverna di roccia rosa. In ogni caverna ci vive una ...
Annalisa Rossi - 06-04-2004
Salutami Grenoble

Salutami Grenoble,
quando la vedrai
e ricorda di non
metter la cravatta.
Mi piange il cuore
a vederti partire
e io qui
a aspettare.
L’Idra mostruosa
ha sconfitto il suo sistema
e ti vesti di nuovo
di chiaro.
Io, che ...
Cristina Contri - 05-04-2004
In questi giorni sto andando nelle scuole per partecipare alle assemblee dei docenti, assemblee in cui si cerca, insieme, di resistere all’idea di scuola che vorrebbe la Moratti. Nelle assemblee illustro la proposta della CGIL Scuola, e di altri sindacati, di utilizzare, in nome dell’autonomia scolastica, il Collegio dei Docenti e il Consiglio di Circolo per far sì che in questo momento di transizione non si cambi nulla. In sostanza proponiamo di deliberare il piano dell’offerta formativa di questo anno scolastico, e, per quanto riguarda il tutor, che non se parli nemmeno.
Ad un certo punto dell’assemblea, ogni volta, arrivano le stesse obiezioni:
- ma ormai quella della Moratti è legge dello stato e come tale dobbiamo applicarla!
- come insegnanti siamo servitori (servitori?) dello stato (appunto, stato, non governo!) e dunque non è possibile praticare alcuna forma di disobbedienza senza passare dalla parte del torto
- ma è legale la vostra proposta?
Altri ancora sostengono, a ragione, che la democrazia si fonda su un patto sociale in base al quale le leggi, anche se promulgate dalla parte avversa, sono riconosciute da tutti e come tali rispettate.
Insomma alla fine delle assemblee mi ritrovo ogni volta a riflettere sul rapporto che abbiamo con le leggi. È un dibattito, questo, che trovo molto interessante, ed è positivo che nasca in maniera spontanea nelle scuole, perché penso che possa essere utile anche in una prospettiva di crescita per tutti noi.
E allora, in questi pensieri del dopo assemblea mi sono chiesta: c’è una relazione tra le leggi e la scuola vera?
È chiaro che la relazione c’è. Ma che tipo di relazione? Possiamo dire che delle buone leggi si traducono in una buona scuola e che delle cattive leggi portano una cattiva scuola? Credo proprio di no.


>>>continua...

Grazia Perrone - 05-04-2004
(...)"La scuola, come la vedo io, è un organo “costituzionale”. Ha la sua posizione, la sua importanza al centro di quel complesso di organi che formano la Costituzione. Come voi sapete (tutti voi avrete letto la nostra Costituzione), nella seconda parte della Costituzione, quella che si intitola “l’ordinamento dello Stato”, sono descritti quegli organi attraverso i quali si esprime la volontà del popolo. Quegli organi attraverso i quali la politica si trasforma in diritto, le vitali e sane lotte della politica si trasformano in leggi. Ora, quando vi viene in mente di domandarvi quali sono gli organi costituzionali, a tutti voi verrà naturale la risposta: sono le Camere, la Camera dei deputati, il Senato, il presidente della Repubblica, la Magistratura: ma non vi verrà in mente di considerare fra questi organi anche la scuola, la quale invece è un organo vitale della democrazia come noi la concepiamo. Se si dovesse fare un paragone tra l’organismo costituzionale e l’organismo umano, si dovrebbe dire che la scuola corrisponde a quegli organi che nell’organismo umano hanno la funzione di creare il sangue (...)". (cfr. discorso pronunciato da Piero Calamandrei al III Congresso dell’Associazione a difesa della scuola nazionale (ADSN) l'11 febbraio 1950)

E’ la stessa Autrice ad attribuirne la valenza di (…)”progetto politico diretto a definire – nella sua completezza – un progetto di scuola in regime di autonomia (…)”. Il tutto condito in “salsa federalista” in virtù del nuovo assetto costituzionale che scaturisce dalle modifiche apportate al Titolo V della Costituzione dalla passata legislatura … che il governo di centro-destra intende accentuare. E sul quale ritorneremo.

Per comprendere appieno la portata storica dello “sconvolgimento” normativo in atto nella scuola (e non solo) è necessario fare esplicito riferimento, in primo luogo, alla legge Costituzionale n. 3 del 18 ottobre 2001 la quale – approvata da maggioranza risicata - ha innovato radicalmente il governo e la gestione stessa del sistema educativo del nostro Paese ridistribuendo la “mappa” dei poteri, delle competenze e delle responsabilità tra i Comuni, le Province, le Città metropolitane, le regioni e lo Stato.


>>> continua...

Grazia Perrone - 05-04-2004
Il problema della valutazione della scuola in Italia è la mancanza di criteri chiari e condivisi e, di conseguenza, la impossibilità di un confronto tra le scuole. La sensazione che si ricava dalla nostra ricerca è che gli approcci docimologici ...
Giuseppe Aragno - 05-04-2004
Tutta la verità che capisco è la poca verità che conosco. Fatti, se così si può dire, se ai fatti si può associare il vero. Conosco ciò ch’è stato: ci fu battaglia. Tra chi si attestò sui valori e chi – nello stesso campo – quei valori attaccò, ci fu battaglia. Si giunse a tal punto che per difendere la scuola dello Stato ci volle “Il Manifesto”, che ebbe l’animo di promuovere la protesta. “Il Manifesto” il quale – serve dirlo? – era allora il giornaletto dei rivoluzionari falliti e dei brigatisti mancati. Finì con la terra bruciata e i vincitori tracotanti. Dei valori alla fine si fece paccottiglia: sorpassati. Questo si disse testualmente: sorpassati. In quanto agli sconfitti, al danno, come accade, si sommò la beffa: irriducibili e patetici ex sessantottini.
Conosco ciò ch’è stato e capisco la verità che conosco. Poco ma capisco. E’ per questo che non mi meraviglio se, in collegio docenti, i curatori fallimentari degli antichi valori sono ormai diventati tutti movimentisti. Resistenza è la parola d’ordine, l’ultimo ritrovato: resistenza ad oltranza, assieme alla formula magica che produce i miracoli: la “base”.


>>> continua...

Mirco Pieralisi - 02-04-2004
Tutor: no senza giri di parole
Adozioni antiriforma: si può fare!


Mentre si stanno progettando nuove iniziative di movimento sulla lotta alla riforma, siamo alla vigilia di una battaglia fondamentale negli organi collegiali per contrastare il decreto attuativo nella scuola di base.
Indubbiamente c’è ampia unità di intenti e di vedute su alcuni aspetti di questa battaglia “istituzionale”, in particolare sulla necessità di approvare mozioni che confermino il quadro orario, organizzativo e didattico precedente al decreto attuativo, per tutelare il tempo pieno, le compresenze, la contitolarità dei docenti delle classi.

Al tempo stesso però dobbiamo fare chiarezza su altre due questioni su cui ci sono alcune incertezze (a volte veri e propri abbagli), o la mancanza di informazione.

1) DEVE ESSERE RIFIUTATO IL RUOLO DEL TUTOR SENZA SE E SENZA MA: semplicemente bisogna sostenere che questa funzione non esiste perché le attività a cui fa riferimento fanno parte della funzione docente di tutte e tutti e inoltre la definizione di un orario di cattedra per decreto contrasta sia con l’autonomia di organizzazione didattica sia con le norme contrattuali. Perché invece in alcuni documenti di fonte sindacale si dà l’indicazione di iscriversi in massa ai corsi di formazione, per altro nemmeno avviati? Qual è la ragione di questa soluzione all’italiana che passa sotto lo slogan “siamo tutti tutor”?


>>> continua...


Elena Duccillo - 02-04-2004
Il mio viaggio nel progetto pilota è cominciato da qui e non è ancora finito.

E’ entrato a far parte di quelle scoperte che fai , che trovi assurde e così continui ad occupartene fino a che non hai sviscerato il problema.
Sull’onda emotiva si scrive di getto e la rabbia guida il pensiero fin dove si può spingere, le parole si inseguono, la speranza è sempre la stessa: agire per cambiare la realtà, reagire perché non abbia la meglio l’indifferenza.
Quando si esaurisce la prima fase, quella dell’indignazione, ti si pone la scelta di lasciar fare chi ha raccolto l’appello oppure di offrire una “responsabile collaborazione” e di metterci del tuo perché le cose cambino.
Non mi cimenterò in discorsi tecnici, sarebbe facile farmi obiezioni, non sono una esperta del campo e tutto quello che ho letto in questi giorni è sufficiente solo a farmi un’idea mia circa la valutazione del sistema di Istruzione.
Ancora oggi non mi capacito del perché in tre anni di sperimentazione alcuni nodi non siano venuti prima al pettine.
Ho provato a darmi una risposta a questo perché leggendo e rileggendo, tra gli altri documenti, i messaggi del forum, soprattutto del PP3 ma anche del pp2 . Il fitto scambio di messaggi mette in luce tutto ciò che, all’atto pratico, succede nelle scuole, passaggio importante per capire quali sono i punti critici del sistema messo a punto per rilevare la qualità degli apprendimenti.
Pochi ma presenti negli interventi i richiami alla modalità di somministrazione delle prove agli alunni che seguono una programmazione individualizzata, nessun accenno alla mancanza degli “indicatori di qualità” inerenti l’integrazione scolastica nel questionario di sistema.
Se pochi sono i richiami, nulle sono le risposte, i chiarimenti da parte dell’Invalsi. Si rimanda con risposte laconiche al manuale del somministratore per avere soluzione ai quesiti


>>> continua...

Chiara Carabelli - 02-04-2004
La valutazione degli apprendimenti è senza dubbio elemento essenziale del fare scuola ed è quindi innegabile che, volendo monitorare il livello di competenza raggiunto dagli alunni finalizzato a valutare la qualità del sistema istruzione, questo aspetto debba essere centrale.

L’integrazione egli alunni disabili nelle scuole di ogni ordine e grado se da una parte sancisce il diritto alla formazione di ogni cittadino, indipendentemente dalle condizioni di salute di ciascuno, dall’altra non può essere svincolata dall’idea di fondo secondo la quale la presenza in classe di un alunno diversamente abile costringe ad una riorganizzazione complessiva del sistema di insegnamento apprendimento che deve poter avere una positiva ricaduta sull’intero gruppo, senza la quale l’idea stessa di integrazione perde di significato.

Il modello italiano è stato negli anni riconosciuto come all’avanguardia in Europa e nel mondo proprio perché non si limita a fornire agli alunni disabili un contesto stimolante e favorente la crescita dei singoli, ma ha determinato la crescita della riflessione pedagogica e didattica degli operatori coinvolti.

Una valutazione che limita lo sguardo al risultato di apprendimenti considerati indicatori del sistema istruzione, penalizza non solo gli alunni disabili che da questo sistema vengono esclusi perché “non conformi”, ma penalizza in modo ancor più pesante l’intervento docente che ha promosso il raggiungimento di quei risultati.

Il personale docente impegnato in classi in cui sono inseriti alunni disabili deve riorganizzare il proprio impianto didattico per renderlo capace di rispondere a bisogni “speciali”. Ciò, è innegabile, comporta un sforzo non indifferente di rilettura del proprio ruolo e del proprio modo di porsi, dovendo fornire a tutti gli alunni idonei strumenti di crescita culturale, professionale, tecnica ecc…


>>> continua...

Fabio Brotto - 02-04-2004
Sul Corriere di martedì 23 marzo si legge un intervento di Claudio Magris dedicato alla violenza dei tifosi del calcio. “Nell’epoca della secolarizzazione” scrive Magris “lo stadio e le sue adiacenze sono divenuti ciò che era la Chiesa nel Medioevo. Una specie di spazio sacro in cui la legge non può far valere la sua forza e il delinquente non può essere toccato. Se l’altare o il sagrato non sono più, grazie a Dio, al di sopra della legge, non si vede perché debba esserlo lo stadio”.
Si vede, eccome, verrebbe da rispondere. Ma poiché non tutti dispongono della necessaria capacità di visione, vediamo di spiegare perché debba avvenire ciò che Magris depreca: devastazioni, aggressioni, violenze impunite e sostanzialmente tollerate dal Sistema, forze dell’ordine “distolte da altri più importanti impegni” ecc. Nel passo qui citato (che qualche medievalista potrebbe accusare di imprecisione, quantomeno: la Chiesa coi delinquenti contro la legge, mah…) Magris dà per scontata un’avvenuta secolarizzazione, ovvero la fuoriuscita del mondo occidentale dal religioso, dall’orizzonte del sacro. Io penso, invece, che la cosiddetta secolarizzazione sia un fatto molto limitato, e in fondo anche ingannevole, se intendiamo il sacro in termini mimetici e metamorfici, come la forza trascendente del segno che tiene unite le società umane facendo dell’unità stessa un valore supremo, per il quale la vita stessa può essere richiesta e data. Nel tempo può mutare la forma dell’elemento coesivo del singolo gruppo umano, possono mutare gli aspetti concreti delle ritualità che esso genera senza sosta, ma rimane intatto il valore fondativo del “sacrificio della vita per un ideale più alto”: anche nelle società laiche, democratiche e tecnotroniche dell’Occidente.


>>> continua...

Armando Catalano - 02-04-2004
Un dirigente scolastico che si dimostra autonomo!
Da quando è stata istituita la nuova figura del Dirigente Scolastico (settembre 2000), a seguito del Decreto 59/98 oggi confluito nell’articolo 25 del D.L.vo 165/2001, vi sono stati alcuni momenti in cui su di essa si sono riversati i conflitti di natura sindacale e politica che la scuola sta vivendo in questi ultimi anni con particolare intensità.
Ricordiamo che, appena insediato il Governo Berlusconi, nell’agosto del 2001, i neodirigenti vennero chiamati, con una Nota, peraltro non firmata, del Ministero, a nominare i supplenti annuali di loro competenza anche adottando criteri diversi da quelli previsti dalle leggi come la precedenza in graduatoria.. Si propose per la prima volta il dilemma: obbedire al Ministero, che strizzava l’occhio con complicità alla Dirigenza Scolastica proponendole un incremento di prerogative (chiamare direttamente i supplenti annuali a discrezione) o obbedire alle leggi? La naturale prudenza dei Dirigenti e la reazione sindacale fecero schierare i Dirigenti per la seconda soluzione: fu una prova di autonomia data allora dai Dirigenti Scolastici che tuttavia non fece scuola per il Ministero.
Infatti, un anno dopo, sempre di agosto, i Dirigenti delle scuole elementari furono interpellati tramite cellulare personale sulle spiagge o ai monti, direttamente da zelanti funzionari degli ex Provveditorati, oggi ribattezzati Centri dei Servizi Amministrativi (CSA), per conto del Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca (MIUR), affinché aderissero ad una iniziativa di sperimentazione che anticipava alcuni aspetti della controriforma nella scuola elementare. Si ripropose il dilemma: aderire a quella specie di ordine di scuderia amministrativa, impegnando la scuola, oppure attendere, come prevedono le leggi, le delibere del Collegio Docenti e del Consiglio di Istituto? La stragrande maggioranza degli interpellati declinò l’invito, oppure, pur impegnandosi, lo fece con la subordinata che comunque a decidere dovessero essere necessariamente gli Organi Collegiali. Sappiamo come è andata a finire: solo 251 scuole alla fine hanno aderito e di queste una gran parte è fatta di scuole private la cui autonomia dall’apparato amministrativo è assai opinabile.
Oggi la vicenda si ripete su larga scala. I Dirigenti Scolastici vengono chiamati ad applicare il Decreto Legislativo 59/2004 e la conseguente Circolare Ministeriale 29/2004, attuativo della contestatissima Legge di controriforma 53/2003. In una situazione, in cui gli stessi documenti ministeriali sono ritenuti illegittimi sotto il profilo giuridico e contrattuale da parte dei Sindacati Confederali.Da parte ministeriale ci si aspetta dai Dirigenti una pedissequa applicazione delle direttive, come solerti funzionari e Dirigenti centrali e periferici hanno lasciato capire in questi anni, esprimendosi sulla illiceità del comportamento di questo o quel Dirigente Scolastico che, magari, ha pubblicamente espresso critiche alla legge Moratti, ha consentito ai Collegi Docenti di esprimere il loro punto di vista senza contrastarli e senza spiegare la bontà dell’”innovazione” governativa , e ha consentito le “occupazioni” degli edifici ai genitori fuori orario del servizio (e quindi senza penalizzazione e disturbo delle lezioni).



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Redazione - 02-04-2004
Ci viene segnalata e volentieri riportiamo da: il Quotidiano.it

Ho tolto alla mia famiglia per la scuola Signor Presidente del Consiglio

Lettera aperta al Presidente Berlusconi sulla Riforma scolastica promossa dal Ministro Moratti.

di Prof.ssa Antonella Piunti*


Si, Signor Presidente, oggi ho scioperato per mio figlio, per la generazione del futuro, ho scioperato perchè credo fermamente nella scuola pubblica, quella in cui ho studiato, dove si è formato mio marito, che frequenta mio figlio e dove lavoro da undici anni, assunta con l'ultimo concorso ordinario che la scuola ricordi. Ordinario sottolineo, e non per effetto di quelle leggine speciali... clienterali, e comunque toccasana di molti disoccupati intellettuali e non solo.

Si, Signor Presidente, oggi ho scioperato, ma come fanno ormai da qualche tempo gran parte delle brave madri del nostro paese, avrei dovuto salvaguardare meglio l'economia domestica della mia famiglia; ora dovrò spiegare a mio figlio che il prossimo mese lui dovrà fare a meno di qualcosa, un giocattolo, un libro magari, ed io, della messa in piega in parrucchieria, o di una serata in pizzeria con mio marito (e siamo fortunati!).

Si, Signor Presidente, scioperare per noi insegnanti (e non solo), costa troppo, 50 euro al mese fanno la differenza sa! Scioperare non è più per noi un diritto da tempo, non possiamo neanche esprimere le nostre idee, il nostro dissenso all'opinione pubblica, la nostra energia reattiva contro una nuova riforma della scuola (già malata da tempo per essere onesti fino in fondo) che fa finta di non sapere che molte se non tutte delle sue probabilità di successo dipendono dalla questione docente.


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Consiglio d'Istituto - 02-04-2004



Istituto Comprensivo “G. Lucatelli” - Tolentino -

DOCUMENTO DEL CONSIGLIO DI ISTITUTO
SULLA “RIFORMA MORATTI (D.L. 23/O1/04)”


Il Consiglio di Istituto dell’Istituto Comprensivo “G. Lucatelli” di Tolentino, riunito in data 31 marzo 2004, preso atto dell’orientamento espresso quasi all’unanimità dagli insegnanti del Collegio dei Docenti nella mozione approvata in data 5 marzo 2004, condivide quanto indicato nel documento e, in modo particolare, sottolinea quanto segue:

1. Il D.L. 23 gennaio 2004 di attuazione della legge di riforma, nella scuola dell’infanzia e nella scuola elementare e media, ha avuto vita senza alcun coinvolgimento degli insegnanti, dei genitori, degli alunni, degli organi collegiali della scuola e delle parti sociali. In sostanza, viene, imposta una riforma calata dall’alto, priva di consenso e di risorse, a dispetto del forte dissenso delle Organizzazioni sindacali e professionali e delle Associazioni dei genitori.

2. Riteniamo che ciò rappresenti un atto di forza contro le rimostranze delle famiglie e del personale docente e non docente della scuola, che chiedono il mantenimento dei livelli quantitativi e qualitativi messi fortemente in discussione dal Decreto stesso.

3. Il dissenso espresso dal Collegio Docenti dell’Istituto Comprensivo “G. Lucatelli”, - che non nasce da pregiudizi di natura politica, vista la quasi plebiscitaria condivisione della mozione – è motivato da ragioni di merito. Con il D.L. 23 gennaio 2004 si sostanzia un arretramento dei modelli e livelli di qualità nella scuola ben collaudati e verificati nel tempo.


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Coordinamento insegnanti-genitori - 02-04-2004
Napoli , 31/03/2004


Il coordinamento insegnanti-genitori di Napoli si è riunito il 30 marzo alle ore 17,00 nei locali del caffè letteraio Intra Moenia in p.zza Bellini - Napoli .
Erano presenti genitori di diversi circoli didattici di Napoli, insegnanti di scuole elementari di diverse aree della città, alcuni insegnanti di scuola media e superiore.

Argomenti trattati:

1) punto della situazione nelle scuole: mediamente i dirigenti temporeggiano ed i collegi, quindi, non si sono ancora espressi ufficialmente con delibere sulla riforma. In alcune situazioni i dirigenti fanno aleggiare minacce, non concretizzate in alcuna iniziativa, per intimorire i docenti.

2) Organizzazione territoriale del movimento: le scuole attualmente più attive e presenti si faranno carico, in diverse aree della città, di comunicare ed " adottare" altre scuole, per raccordare le iniziative: 5° circolo ( zona Nord) , 28° e 36° ( Vomero zona collinare), 73° (zona flegrea), 33° ( zona Soccavo), 19° ( zona centro). E´ assolutamente necessario coinvolgere più attivamente le scuole medie.


3) Resoconto dell'incontro nazionale (27 e 28 marzo) dei coordinamenti che si sono riuniti a Bologna :

a) i prossimi due mesi sono decisivi per allargare ancora il dissenso; b) costruire insieme a tutti i comitati già attivi uno sciopero della scuola unitario con una grande manifestazione nazionale contro la riforma; c) continuare a proporre mozioni agli organi collegiali che mantengano gli assetti organizzativi e rifiutino la definizione dei criteri per nominare i docenti-tutor; d) una campagna per la non adozione dei testi con i programmi della Riforma, l'adozione alternativa o la conferma dei libri di testo con i vecchi programmi; e) un manifesto da diffondere al più presto nelle scuole per mostrare con semplicità e chiarezza come sia possibile e pienamente legittimo opporsi alla Riforma Moratti .

4) Quale mobilitazione nei collegi


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Giovanni Cocchi - 02-04-2004
Gentili insegnanti, genitori, cittadini,
il 27 e 28 marzo a Bologna si è svolto il 2° Convegno sulla scuola a Tempo Pieno (potete consultare gli Atti e i resoconti dei gruppi di lavoro sul sito http://www.iperbole.bologna.it/iperbole/cespbo/testi/atti2.htm ). Già all'interno del fitto dibattito dei gruppi di lavoro sono emerse numerose idee per contrastare nella maniera più efficace la riforma Moratti.

Alleghiamo qui sotto il verbale con tutte le idee emerse.

In particolare nella riunione del CoordTempoPieno che si è svolta domenica pomeriggio è stato riconosciuto che i prossimi due mesi sono decisivi per bloccare l'attuazione della riforma e per allargare ancora il dissenso nel momento in cui giungerà alle scuole l'attribuzione degli organici (che ovviamente non potranno coprire le richieste reali di Tempo Pieno promesse dalla Moratti). Si è posto l'accento sulla necessità di costruire insieme a tutti i comitati già attivi uno sciopero della scuola unitario con una grande manifestazione nazionale contro la riforma come forma di lotta determinante per contrastarle.


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David - 01-04-2004
Beh, direi proprio che adesso ci siamo!
In questi ultimi mesi di scuola i Collegi dei Docenti decideranno i criteri per l'individuazione dei tutor e i dirigenti procederanno alle nomine... è interessante il punto di vista che emerge dal mio Collegio: l'insegnante tutor insegnerà tutte le materie e lavorerà solo di mattina, gli altri inservienti (pardon, insegnanti) si faranno tutte le mense e i pomeriggi...
Se uno finora ha svolto il suo lavoro con passione, penso che dal prossimo anno scolastico, relegato a fare il "badante" pomeridiano, senza alcuna incidenza né responsabilità educativa, non potrà che adagiarsi in questa deprimente situazione... però, futuri inserv...insegnanti di laboratorio, pensate ai vantaggi:


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Dedalus - 01-04-2004
Quella del docente tutor rischia di diventare una storia fantastica, quasi irreale. Come l'isola che non c'è di Peter Pan. Così come la distinzione tra “tutor-figura" e "tutor-funzione” si presta all'ennesimo gioco di prestigio, nella migliore tradizione di questo governo e del suo funambolico Presidente.
Cerchiamo allora, ancora una volta, di fissare qualche punto fermo, in questa giostra in cui tutto si muove e, a seconda delle convenienze, tutto e il contrario di tutto spesso si dice.

In principio era l'insegnante "prevalente". Così avevamo inteso noi e non solo noi, ma anche un esponente autorevole della maggioranza come l'on. Brocca, responsabile scuola dell'Udc, che non a caso contro questa ipotesi ha espresso da subito una posizione di netta contrarietà.
Il passaggio epocale e riformatore prevedeva infatti la rimozione del "gruppo docente" della legge 148/90, fondato sulla pari titolarità dei docenti di ambito. Gruppo docente sostituito dalla nuova "équipe pedagogica" che si differenzia per il fatto che diversi docenti ne fanno parte ma uno solo ne ha la supremazia. E' attorno al tutor infatti che ruota e si costituisce l'équipe pedagogica. Come aveva avvertito l'on. Brocca, uno degli estensori della legge 148/90, che non aveva esitato a cogliere le differenze di fondo, il cambiamento sta tutto qua. Si delinea un'evidente differenziazione di compiti tra i docenti: non potendo tornare all'insegnante unico di una volta, si prospetta una figura di docente che assume su di sé le funzioni principali, sia di insegnamento disciplinare che di rapporto con alunni e genitori, attorniato da altri docenti che svolgono attività complementari di laboratorio. Gli altri docenti che compongono l'équipe pedagogica infatti sono o insegnanti specialisti (religione, inglese, sostegno) o insegnanti di laboratorio. E il cerchio si chiude.


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Sabina Focoso - 01-04-2004
Il programma radiofonico di RADIO 1, condotto da Aldo Forbice, scivola sulla "I" dell'inglese

Gentile dott. Aldo Forbice,

La ringrazio molto per avermi dato la possibilità di parlare della riduzione delle ore di inglese nella scuola media che, come tutti gli insegnanti sanno, passerà da 3 ore settimanali a 1 ora e 38 minuti.

Nel brevissimo tempo a mia disposizione, ho fatto presente che tale riduzione non verrà compensata da un aumento di ore nella scuola elementare, in quanto il monte ore totale rimane fermo a 297. Cambierà solo la distribuzione di queste ore. Infatti prima della riforma era previsto un insegnamento obbligatorio di 3 ore settimanali a partire dalla terza classe (un'ulteriore quota oraria poteva essere aggiunta per chi iniziava lo studio dell'inglese a partire dalla classe prima); dopo la riforma si studierà 1 sola ora settimanale in prima e 2 ore settimanali nelle classi successive.

Con grande stupore e una qualche irritazione ho notato che nessuno dei giornalisti ospiti della Sua trasmissione ha creduto alle mie affermazioni, anzi queste sono state motivo per sottolineare come gli insegnanti siano sempre ostili a qualsiasi tipo di riforma.

I Suoi ospiti hanno, infatti, affermato che se mai c'è stata una diminuzione delle ore di inglese alle medie (cosa di cui hanno dubitato fortemente in quanto l'inglese è stato un "cavallo di battaglia" del programma elettorale dell'attuale governo), questa è sicuramente compensata da un aumento dell'inglese alle elementari .

Hanno citato Ricciato (responsabile nazionale SNALS) a sostegno delle loro affermazioni ("chi meglio di lui") e a dimostrazione delle mie infondate asserzioni. Ricciato nella nota trasmissione "Porta a Porta" dedicata alla scuola avrebbe infatti confermato che l'inglese e le lingue straniere sono uno dei punti più qualificanti della Riforma.

Ma le cose non stanno affatto così.


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Pier Alberto Caruso - 01-04-2004
Mentre per le strade di Roma si snodavano i vari cortei di manifestanti contro la politica economica del governo, da piazza “G Belli “, sotto la pioggia battente, prendeva avvio il corteo degli insegnanti di educazione tecnica associati ANIAT
( associazione nazionale italiana area tecnologica ).
I docenti, numerosi, percorrendo il viale Trastevere, hanno accompagnato il feretro, contenente le spoglie dell'Educazione Tecnica e della Tecnologia, piangendo la scomparsa, prematura, della “ Cultura Tecnologica “, barbaramente e disinvoltamente uccisa dall’attuale governo, per mano del Ministro Letizia Arnaboldi Brichetto “ Moratti “ e con la tacita indifferenza di partiti politici e sindacati.
Dietro il corteo, i manifestanti , gridavano con rabbia il disappunto contro la riforma della scuola che riduce drasticamente le ore di insegnamento della disciplina., da tre ad una ora .
Giunti al MIUR hanno depositato la “ bara “davanti all’ingresso e acceso un cero in memoria di tanto scempio.


>>> continua ...

galassia scuola
Spazio aperto alle riflessioni e alle opinioni personali su quanto avviene nella scuola in generale, nella nostra scuola in particolare, nelle piazze e nei palazzi in cui la scuola è all’ordine del giorno. Insegnanti, ma anche studenti, operatori, genitori … possono dar vita a un confronto su tematiche attuali, a patto che la discussione sia corretta.
Astenersi anonimi e perditempo!
La Redazione
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