Anno scolastico 2010-2011 - mese di dicembre
Serenella Presutti - 28-12-2010
Il D.S. è il leader dell'Istituzione scolastica, riconosciuto dalla normativa e dalla sua applicazione nella gestione diretta nella Scuola; in quanto tale è il soggetto solitario nel contesto in cui opera, per il ruolo che gli viene assegnato. Le caratteristiche riconosciutegli sono quelle considerate "naturali" dei decisori, vale a dire POTERE E SOLITUDINE, con tutte le diverse declinazioni del caso ( il capo è solo; la solitudine di chi poi decide, ecc...).
Il Capo di un Istituto scolastico, alla luce dei fatti, nella situazione odierna dovrebbe invece reinterpretare questo "copione", se non addirittura sovvertirlo, per una serie di motivazioni, potremmo dire, sia opportune che necessarie.
Proverò ad identificarle, soprattutto per quelle competenze che di più appartengono ad un contesto di comunicazione psicosociale.
Giuseppe Aragno - 27-12-2010
Se in Italia scuola e università sono un disastro, gli studi dell'avvocato Gelmini sono il frutto di quel disastro, sicché, a rigor di logica, una cultura disastrosa riforma un presunto disastro e invano Cassandra ci allerta: Troia perirà.
Il 14 dicembre scorso i fatti di Roma ci hanno posto davanti a uno specchio. Sarebbe bastato tener presente il monito di Lucrezio - "il lato ch'è destro del corpo sta nello specchio a sinistra" - e avremmo guardato la realtà in maniera più problematica. Di che morte moriamo? Ci acceca lo splendore del sole o è una notte profonda a toglierci la vista?
E' difficile dirlo. Qual è la realtà e quale l'immagine sua deformata?
Giancarlo Talamini - 27-12-2010
Con queste righe sento il dovere di ringraziare tutti gli studenti universitari e delle superiori che, fin dallo scorso anno, con le loro iniziative, fanno sentire il loro disappunto verso la riforma Gelmini. Purtroppo i docenti , soprattutto quelli precari, dopo la grande manifestazione del 30 ottobre 2008 si sono affievoliti tra rassegnazione, individualismo, ricerca dei famosi "spezzoni" annuali fino ad abbassarsi a proporsi nelle paritarie.
Non so se i manifestanti di martedì' a Roma siano i nuovi partigiani ma, senza prendere alcuna distanza da quanto accaduto (a quella ci ha pensato il solito ipocrita conformismo borghese), ritengo che la causa di ciò non sta nell'ottusità del Governo ma in quella di chi l'ha eletto ben sapendo di eleggere un esecutivo che non nutre alcun rispetto verso lo stato sociale.
Vincenzo Pascuzzi - 27-12-2010
Da "Il Forum per i postali" di MondoPoste (mondoposte.it) si può apprendere che la retribuzione mensile di un portalettere è circa 1.500-1.600 euro netti. Forse e se il progetto sperimentale Gelmini di premiazione del merito andrà in porto e poi a regime, i prof "particolarmente meritevoli" arriveranno a percepire quasi quanto un portalettere. Allegriaaa! Allegriaaa!!
Libero Tassella - 24-12-2010
Confermato, il governo congela le graduatorie ad esaurimento.
Congelate le graduatorie, che noi al loro comparire, chiamammo, "delle gabbie e delle tre code della vergogna"; con un ennesimo colpo di mano, preannunciato da un sindacato della scuola, il Governo, con il decreto mille proroghe, ha inteso prorogare le graduatorie ad esaurimento per i precari della scuola per il prossimo anno scolastico 2011/12.
E' emblematico che tutti i sindacati , a fronte di questa perentoria volontà governativa, quasi un diktat, (non c'è stato neppure un confronto preventivo tra governo e sindacati rappresentativi, un accenno di dissenso da parte di questi ultimi?), siano ora rimasti in assoluto silenzio, con la sola eccezione, con ragioni diverse, dei sindacati Cobas e Anief.
Francesco Masala - 23-12-2010
Mutatis mutandis, ma non è lo stesso nella scuola, solo con la Cgil che esclude dalla rappresentanza e dalle assemblee sui luoghi di lavoro le sigle che non firmano?

Certo che mi dispiace per la Fiom, e molto, ma esiste qualcuno che fa autocritica sulle regole che vanno bene per i nemici, ma le stesse regole sono vergognose se danneggiano gli amici?
Emanuele Rainone - 22-12-2010
Mettiamola così: dopo le geometrie non-euclidee, dopo i numeri immaginari e l'aritmetica transfinita, esiste anche una matematica molto più umile ma speciale: l'aritmetica della valutazione scolastica. È un sistema assai originale, con un dominio numerico limitato, di diritto dall'1 al 10, di fatto, a seconda del docente e della situazione, la gamma dei numeri utilizzabili si può anche restringere, per esempio dal 3 al 9. Esistono poi delle alterazioni, molto più simili a dei cromatismi musicali che ad una vera e propria traduzione in termini decimali: 6 e mezzo, dal 6 al 7, 6 +, 6 - .
Lucio Garofalo - 20-12-2010
E' stata messa in moto una sorta di mostruosa fabbrica della violenza e dell'odio, che genera comodi capri espiatori per suscitare e giustificare il bisogno di interventi repressivi da compiere all'interno e all'esterno delle società affaristiche e guerrafondaie. In questo meccanismo perverso e criminale trovano una loro ragion d'essere i vari Bin Laden ed affini, i violenti e i terroristi che rappresentano uno spauracchio utile ad una logica di riproduzione perenne della violenza istituzionalizzata che serve a perpetuare i rapporti di forza, di comando e subordinazione, sia all'interno, cioè sul piano nazionale, che all'esterno delle società imperialistiche ormai in fase di decomposizione avanzata.
Vincenzo Pascuzzi - 20-12-2010
Il 18 novembre, appena un mese fa, era stato proclamato "giorno storico" perché dopo "decenni di dibattiti", si suppone sterili e inconcludenti, partiva (senza dibattito) un "progetto concreto" consistente però in una vaga e imprecisata "sperimentazione", da fare in tempi stretti, con modalità affrettate e non note, con estensione limitatissima tanto da meritare più il termine "prova a perdere" che "sperimentazione". E ciò con esplicito riferimento a non si sa quali "migliori esperienze europee ed internazionali". Insomma, più che un progetto concreto una cosa farlocca, a fini propagandistici e fumogeni per nascondere e camuffare quello che Miur ha fatto o non ha fatto.
Cosimo De Nitto - 18-12-2010
Alla mia età avrei l'obbligo di essere saggio, dispensare pillole di buon senso, trincerarmi dietro il principio dell' antiviolenza, ma non ce la faccio, nemmeno io.
Prevale in me la nausea che mi provoca il perbenismo, il benpensantismo, l'ipocrisia, la farisaicità che dai salotti televisivi e dai giornali ammorba l'aria e diffonde un fetore insopportabile. E monta anche in me la rabbia verso questi sepolcri imbiancati che predicano il rispetto delle regole democratiche mentre fanno strame della democrazia, dello spirito e della lettera della Costituzione, contro la quale invocano la cosiddetta Costituzione materiale, cioè la propria a proprio uso, consumo, interesse.
Libero Tassella - 17-12-2010
- dopo il taglio di 11.000 docenti e 15.000 lavoratori nel personale ATA
- dopo i nuovi criteri per la costituzione di classi sovraffollate dove si insegna male ed è più difficile imparare
- dopo la riconduzione delle cattedre a 18 ore, che compromette la continuità didattica e impedisce la sostituzione dei docenti assenti
- dopo il taglio drammatico al bilancio delle scuole che ha impedito il normale svolgimento dell'attività didattica e il diritto allo studio, spingendo anche le istituzioni scolastiche nella fascia dell'obbligo a chiedere alle famiglie il cosiddetto "contributo volontario"
- dopo il riordino della scuola superiore che di fatto riduce il tempo scuola "sforbiciando" qua e là ore di insegnamento e lasciando intatti programmi e metodologie obsoleti

il progetto sperimentale si propone obiettivi inaccettabili per i motivi di seguito specificati...
Cosimo Scarinzi - 17-12-2010
A fronte dell'evidente débacle della "sperimentazione della valutazione dei docenti" a Torino - sono ormai più di cinquanta i collegi docenti che hanno rifiutato con maggioranze schiaccianti il tentativo del Ministero di indurci a sottoporci ad una singolare "valutazione" - l'Ufficio Scolastico Regionale tenta di spiazzare gli insegnanti allargando dalla città di Torino - per la quale era prevista - alla provincia la possibilità di accedere alla "sperimentazione" e spostando i termini per la candidatura a questa stessa sperimentazione.
Nel frattempo il nuovo Direttore Scolastico Provinciale presenta il suo biglietto da visita alle scuole inviando la bizzarra circolare "Emergenze occupazione istituti scolastici"...
Antonella Vaccaro - 17-12-2010
Il Collegio Docenti dell'I. C Adelaide Ristori di Napoli respinge il progetto sperimentale annunciato con un comunicato stampa il 18 novembre dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca. Tale progetto mira ad individuare metodi e criteri per premiare gli insegnanti delle scuole di due città, Torino e Napoli che avranno aderito volontariamente alla sperimentazione e che si distinguono per le capacità e la professionalità dimostrate.
La costituzione di un "nucleo valutativo" composto dal Dirigente scolastico, da due docenti eletti dal Collegio dei docenti e dal presidente del Consiglio di Istituto in qualità di osservatore che valuti i curricula, i documenti di autovalutazione (peraltro non ancora approntati!), che istruisca indagini per rilevare l'apprezzamento da parte delle famiglie e degli alunni per una "valutazione non professionale del docente" sono criteri e metodi in varia misura discutibili e sconcertanti.
Bianca Capece - 17-12-2010
L'introdurre di fatto forme di competizione all'interno del corpo docente costituirebbe di per sé un paradosso, diseducativo nel contesto scolastico. Il Collegio reputa infatti che l' esempio formativo che debba essere vissuto da alunni e famiglie sia, come già sopra esposto, quello di una comunità educante il più possibile armonica e cooperante, in cui le diversità costituiscono ulteriore ricchezza, e non fonte di competizione. Ogni giorno ci battiamo nelle nostre classi perché gli stessi alunni apprendano a cooperare, non a competere tra loro, a riconoscere le rispettive diversità personali come ricchezza, e non come causa di frantumazione sociale. Tutto questo assume ancora maggior valore in questi anni, in cui il fenomeno del bullismo sembrerebbe tendere a svilupparsi in modo crescente.
Giuseppe Aragno - 16-12-2010
Morto di freddo, stanco, i nervi a fior di pelle e la consapevolezza che, comunque vada, è sempre più difficile, per uno come me, stare tra i ragazzi senza correre il rischio di sembrare l'eterno "cattivo maestro". In questo stato prendo la penna e scrivo. Faccio finta che ci sia chi me lo chieda, ma lo so: ho bisogno di domandare a me stesso che penso davvero, al di là di quello che dico nelle assemblee. Non mi sottraggo, come mi consiglia l'istinto. Non mi sottraggo e, tuttavia, per precauzione scrivo a me stesso e non provo a parlare. Senza fermarmi, come si fa quando in mano c'è la penna, mi riuscirebbe molto più difficile dire fino in fondo la mia incerta e problematica opinione.
Lascio da parte i pacifisti convinti e militanti. Ne ho un profondo rispetto. La dico come può vederla uno come me, che non ama il conflitto, ma lo ritiene parte integrante della vicenda umana e fatalmente ragiona senza scartare a priori le categorie della guerra "che è nelle cose".
Francesco Di Lorenzo - 16-12-2010
Dallo Speciale Notizie dal fronte



C'è un'iniziativa dal titolo bellissimo: "Scuola pubblica bene comune". Partita da alcune scuole di Milano, si sta rapidamente diffondendo in tutta la penisola attraverso una serie di associazioni.
Lo scopo dichiarato è il bisogno di vigilare e di ricordare a chi di dovere che l'articolo 33 della Costituzione recita: "Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato". Essi chiedono il semplice reintegro dei fondi sottratti alla scuola pubblica, e la restituzione di quelli concessi alle scuole private.
Tanto più che è già passato alla Camera e al Senato la previsione di spesa che sancisce l'aumento dei tagli alla scuola per il 2011.
E chi lo fa notare viene subito bollato come sobillatore, mandato da altri, disfattista.
Maurizio Tiriticco - 15-12-2010
Nella scuola media, com'è noto, sono stati reintrodotti i voti, per le valutazioni periodiche e finali, e la certificazione delle competenze al termine dell'esame di Stato. "L'esito dell'esame di Stato conclusivo del primo ciclo è espresso con valutazione complessiva in decimi e illustrato con una certificazione analitica dei traguardi di competenza e del livello globale di maturazione raggiunti dall'alunno; conseguono il diploma gli studenti che ottengono una valutazione non inferiore a sei decimi (legge 169/08, art. 3, c. 4)". "A coloro che conseguono un punteggio di dieci decimi può essere assegnata la lode da parte della Commissione esaminatrice con decisione assunta all'unanimità" (dpr 122/09, art. 3, c. 8)".
Il tutto sembrerebbe scontato se... E il "se" è più che d'obbligo! Il fatto è che un conto è parlare di competenze, altro conto è invece indicare di quali competenze si tratta.
Enrico Maranzana - 15-12-2010
E' stato detto che all'origine delle difficoltà incontrate nel venir a capo di problemi matematici c'è una modellazione scorretta, proprio come quella che traspare dagli organigrammi disegnati dalle scuole: la bidimensionalità non è in grado di riprodurre la realtà scolastica.
La lettura dell'art 6 della legge 15/2009 giustifica tale addebito - Principi e criteri in materia di dirigenza pubblica: "Per conseguire la miglior organizzazione del lavoro e di assicurare il progressivo miglioramento della qualità delle prestazioni .. al fine di rafforzare il principio di distinzione tra le funzioni di indirizzo e controllo spettanti agli organi di governo e le funzioni di gestione amministrativa spettanti alla dirigenza .. in modo da garantire la piena e coerente attuazione dell'indirizzo politico degli organi di governo in ambito amministrativo".
Emanuele Rainone - 15-12-2010
Quando si parla di scuola sembra che basti parlare di meritocrazia per mettere tutti d'accordo e far dondolare tante teste vuote in senso di approvazione, ma spesso si ha la sensazione che non si sappia di cosa si stia parlando e che quando qualcuno sventola questa parola da un qualsiasi pulpito è come se stesse indicando qualcosa e tutti, al posto di guardare in un certa direzione, si concentrino affascinati e compiaciuti sul dito che indica. Come tutte le parole usate ed abusate nel linguaggio politico, 'meritocrazia' viene lanciata come un oggetto sonoro nel dibattito pubblico per ottenere consensi, a volte urlata con grande clamore, come se dietro di essa si celasse un significato dorato, stabile, fisso, qualcosa che solo per il fatto di essere nominato abbia la fantomatica capacità di risolvere tutti i problemi. Ma questo non è il ruolo delle antiche e delle sempre contemporanee divinità che basta nominare per poter risolvere, mediante un rito o un esorcismo, un problema?
Lucio Garofalo - 14-12-2010
Il concetto di populismo, confuso abitualmente con la demagogia autoritaria e paternalista, gode di una pessima reputazione presso gli ambienti della sinistra radical chic e politically correct, affetta da un viscerale antipopulismo e snobismo intellettuale. Un vizio atavico e incorreggibile che la induce a nutrire un profondo disprezzo nei confronti delle masse popolari, in particolare verso il "popolo profondo", visto con alterigia e spocchia aristocratica.

Tuttavia, il discorso è più ampio, nella misura in cui la categoria del populismo è invisa alle moderne democrazie liberali, le quali ravvisano nel populismo una strategia per riscuotere facili consensi tra le classi ritenute poco colte ed evolute, facendo leva su cliché che garantiscono un immediato riscontro emotivo.
Giuseppe Aragno - 14-12-2010
L'abbiamo insegnato per anni ed è vero: una dolorosa tragedia ha spesso un volto ambiguo, che suscita col pianto un'amara risata. Tragica e patetica, ma soprattutto plastica è la rappresentazione indecente che l'accolita di sedicenti rappresentanti del "popolo sovrano" - illustri sconosciuti che il popolo che non mai votato - offre di sé in questo 14 dicembre di passione. Domani sarà storia, oggi è fatto di cronaca, documento. Da un lato Montecitorio, il Palazzo, cieco e arrogante, protetto da blindati e armati, che decide del proprio futuro contro la gente e i suoi problemi reali. Dall'altro la piazza, Parlamento legittimo del dissenso, e un'intera generazione che prende la parola e dice basta.
Liana Gerbi - 14-12-2010
Tornare una volta di più sulla definizione di counseling è un modo per contribuire a una sempre maggiore chiarezza rispetto alla nostra professione. Quando una disciplina diventa chiara diventa più facilmente trasmissibile. Diventa più forte. Questa chiarezza si impone, come bisogno, per aiutarci a cogliere e a definire lo spazio del counseling nell'ambito delle scienze umane. In particolare, è importante definire il confine fra counseling e psicologia, fra counseling e psicoterapia. Mi sembra che esista confusione in merito e che occorra dibattere questo argomento per evitare fraintendimenti.

Il counseling non è psicologia e non è psicoterapia, come psicologia e psicoterapia non sono counseling. Si tratta di discipline diverse con ambiti di competenza diversi. E' importante che esista un confine che indichi chi è il counselor, chi è lo psicologo, chi è lo psicoterapeuta e quali sono gli ambiti di competenza di queste professioni.
Andrea Tornago - 13-12-2010
«Il mio rispetto per le Camere mi impone di aprire queste brevi considerazioni nell'interesse superiore della democrazia». Chissà chi li scrive i discorsi a Silvio Berlusconi. Il tono solenne, la voce compassata da professore che sa più di quel che dice, il presidente del Consiglio ha suonato la sua pifferata ai senatori vestendo i panni di un Giolitti o di un Depretis, grande uomo di stato che conosce il bene del Paese e lo difende nonostante la tempesta politica scatenata da intrigatori irresponsabili.
Il resto del discorso, nonostante il registro aulico, è di basso profilo concettuale e politico.
Vincenzo Pascuzzi - 13-12-2010
In pochi giorni la ministra Gelmini per ben due volte è inciampata e caduta malamente su questioni relative al "merito" da lei stessa sbandierato e proclamato ad alta voce.

La prima occasione è stata il duplice progetto di valorizzazione di docenti e scuole lanciato un mese fa. I docenti cominciano a respingerlo compatti e numerosi a Torino, a Pisa e a Napoli. Non si sa di Siracusa.

L'altra occasione è stata il suo goffo e maldestro tentativo di appropriarsi dei "successi" testimoniati dai risultati Ocse-Pisa 2009 dichiarandoli conseguenze delle sue riforme risparmiose e tagliose. Come se queste oltre a essere "epocali" fossero ad effetto "rapido" come .... l'aspirina effervescente 500 mg!
Giuseppe Aragno - 11-12-2010
A tre giorni da un evento centrale per la vita politica di un Paese che vanta d'essere "democrazia parlamentare" - il voto di fiducia al Governo - un fantasma si aggira per il Paese: il collasso della vita democratica. Perché il fantasma prendesse corpo, il Presidente d'uno sconsigliato Consiglio dei Ministri, ha addirittura chiuso le Camere, nell'inspiegabile silenzio delle opposizioni. Non era mai accaduto nella storia della Repubblica, ma questo non è l'unico "primato" d'una stagione politica oscura e pericolosa. La Camera, infatti, per suo conto, tutto è, tranne che un'assemblea di deputati eletti dal popolo.
Francesco Masala - 10-12-2010
Autonomia e RSU d'istituto hanno prodotto molte delle cose brutte della scuola di oggi. Ogni istituto è un regno a parte. Le stesse prestazioni vengono pagate, o no, in modo diverso dappertutto. Il mitico fondo d'istituto e l'autonomia, che avrebbero portato efficienza nella scuola, hanno finito di rovinare la scuola. Gli investimenti e gli stipendi di livello europeo sono una colossale bugia. Il magico fondo d'istituto è stato creato con soldi rubati agli stipendi, e distribuito secondo regole opinabili.
Le RSU sono morte, la sorte di ogni lavoratore dipende dal caso,se il DS segue le leggi, se i rappresentanti RSU non fanno un tesoretto per sé e i loro amici.
Vincenzo Andraous - 10-12-2010
Migranti, conoscenza, solidarietà, per starci dentro bisogna camminare con la giustizia nostra compagna di viaggio, unico collante che ci fa schierare dalla parte di chi non vede riconosciuti i propri diritti fondamentali, avendo più cura di occuparci di chi è calpestato ed è costretto a malapena a sopravvivere.
In questa guerra dei più poveri, dei più ultimi, abbandonando i vessilli da veterani di una battaglia che non è mai stata nostra, c'è un campo minato di sofferenze e dolore, dove il futuro non è più domani, ma adesso, perché in ballo ci sono gli affetti, gli ideali, i valori, le radici profonde di ogni possibile cambiamento.
Gianfranco Pignatelli - 09-12-2010
Nessuno più di lui. In 65 anni di storia repubblicana, Berlusconi ha governato l'Italia più di chiunque. 16 anni: più della somma dei 10 governi Andreotti, Cossiga e De Mita. Eppure si spaccia per "il nuovo", per l'estraneo al teatrino della politica. Così tenta di smarcarsi da qualsivoglia responsabilità.
Nel frattempo si realizza un vero miracolo laico. A compierlo Nichi Vendola, governatore della vicina Puglia. Un altro uomo della provvidenza o della delinquenza? Macché, solo un amministratore saggio e solidale. In un Paese che percola rancore verde Lega, ringhia livore e raglia egoismo ed odio questo è miracoloso per davvero.
Maria Palumbo - 09-12-2010
I docenti del liceo classico "A. Pansini" di Napoli, autoconvocatisi, riflettono sui motivi del loro disagio di cittadini e di insegnanti.
Nella nostra città pare si siano dati convegno gli eventi più sconvolgenti degli ultimi tempi, con riflessi negativi sulla civiltà antica e moderna: Pompei crolla sulle macerie della scuola pubblica. Mai come ora il disprezzo nei confronti della cultura sta rendendo ignorante e povero il nostro paese, erodendo gli spazi intellettuali e materiali dell'azione educativa.
Noi docenti non possiamo restare in silenzio.
Mentre nelle aule delle scuole prepariamo i ragazzi al loro futuro e nei monumenti conserviamo il loro passato, i cumuli di spazzatura assediano le strade dei cittadini e paralizzano le coscienze dei nostri studenti.
Cristiana Fiamingo - 08-12-2010
"Voi non dovete pensare"

Due file di carabinieri ai lati e un manipolo di poliziotti davanti, tutti in assetto da OP [NdA - ordine pubblico], scortano il corteo degli Studenti degli atenei milanesi a raggiungere i miei colleghi, sul tetto della Facoltà di fisica della Statale di Milano. "Son brutti brutti brutti. Son neri neri neri. Non sono scarafaggi ma son carabinieri". Mi sorprendo a camminare al ritmo di quest'orrendo slogan, dietro allo striscione, tra gli Studenti, ma sebbene mi senta offesa per quei lavoratori e tenti di scrutarne l'espressione, mi concedo il diritto di essere confusa per quanto sono arrabbiata, mentre alcuni ragazzi si scambiano il sacchetto di ghiaccio per tamponare gli ematomi sulla testa e la ragazza sbattuta contro il palo della luce si regge la schiena, sofferente. Difficilmente mi abbandoneranno le immagini di quegli scontri gratuiti.
Carlo Ruta - 08-12-2010
Dallo Speciale Il tempo e la storia



La prospettiva unitaria non era solo nelle aspettative del ceto dirigente sabaudo e dell'industria del nord, penalizzata quest'ultima dalle barriere doganali che, lungo la penisola, deprimevano la circolazione delle merci. Veniva reclamata dal mondo intellettuale, che si riconosceva in una lingua comune e in un secolare patrimonio di tradizioni, scientifiche, letterarie e non solo. Correlata a istanze di tipo federalistico, veniva presa in considerazione da sicilianisti come Domenico Scinà, Pietro Lanza di Scordia, Isidoro La Lumia, Michele Amari. Fu tenuta in debito conto da Ruggero Settimo e dagli altri capi rivoluzionari del '48 palermitano, prima della inevitabile sconfitta. Su tale prospettiva, rivendicata pure dai locali padroni del vapore, dai Florio agli inglesi Woodhouse e Ingham, convergeva altresì, negli anni cinquanta, il radicalismo democratico che, lungo i tracciati mazziniani e garibaldini, andava diffondendosi fra i ceti medi e popolari dell'isola, sotto l'egida di personalità come Francesco Crispi e Rosolino Pilo. Tutto questo, associato ad alcuni iter in corso nel continente europeo, dovrebbe confortare la tesi di una storia tutto sommato coerente e liberale dell'unità d'Italia. Esistono nondimeno fatti, controversi, che tanto più oggi sollecitano a nuovi impegni interpretativi.
Francesco Mele - 08-12-2010
In questi giorni nel paese assistiamo ad una massiccia mobilitazione del mondo della scuola che vede coinvolti studenti medi e universitari nella difesa del loro diritto ad una istruzione qualificata giacché hanno preso coscienza di appartenere ad una generazione che pagherà, più delle precedenti, la povertà di risorse e di ricchezze culturali offerte alla Scuola e all'Università! Come Coordinamento composto da docenti, genitori e studenti che hanno a cuore la scuola della Repubblica, la scuola di tutti e per tutti, intendiamo affermare la nostra piena solidarietà con le buone ragioni che stanno muovendo le azioni degli studenti delle scuole superiori della provincia. Le scuole occupate di Modena e le attività di informazione, discussione e libero confronto che si stanno realizzando al loro interno, ci fanno sentire fieri di questi studenti, ragazze e ragazzi che dimostrano di non voler rinunciare al loro senso critico e che non accettano di chinare il capo di fronte alla categoricità di una riforma calata dall'alto senza alcuna consultazione dei soggetti coinvolti.
Vincenzo Pascuzzi - 07-12-2010
Ultimamente ha rinunciato ad andare alla Sapienza e al Convitto Nazionale di Roma e ha già dato forfait anticipato al convegno della Provincia di Bologna di venerdì 10 dicembre. Non visita mai, o quasi, le scuole. Teme contestazioni, proteste, forse non si reputa all'altezza di eventuali confronti dialettici estemporanei con docenti e studenti.

La sua riforma dell'università ha provocato il risveglio e la reazione degli studenti. Approvata dalla Camera, tra le proteste di piazza e sui tetti, è ora in lista d'attesa al Senato. Se il governo verrà sfiduciato o costretto alle dimissioni, la riforma salterà.

Perciò per poter vantare un qualche successo e recuperare immagine sta insistendo con il suo "monocratico" progetto per valorizzare il merito. L'annuncio è stato dato il 18 novembre scorso auto-proclamato "giorno storico"! Pochi giorni dopo, a fine novembre, ha anticipato una bozza del progetto in tre pagine. Questa bozza è solo un ballon d'essai? Un cauto sondaggio sulle reazioni di docenti, presidi, sindacati? La ministra cerca consensi tardivi? Non è dato sapere. Gelmini continua a credersi una pifferaia magica mentre soffia nel merito come in una assordante e stonata vuvuzela.
Gianni Lamagna - 04-12-2010
Rileggo i giornali di questi ultimi giorni.
Due notizie mi fanno riflettere in modo particolare.

1) Le reazioni alla morte per suicidio di Mario Monicelli.

2) Dopo le rivelazioni di Wikileaks, adesso è tutto un susseguirsi di scuse o di smentite.
Insomma: il trionfo dell'ipocrisia!

Questo la dice lunga sul modo prevalente di intendere e di praticare la politica.
Vincenzo Pascuzzi - 03-12-2010
rappresentata da circa un 20% di dispersione scolastica e un altro quasi 20% di diplomati solo nominali. Questa ipotesi, che potrebbe contribuire a spiegare disagi, bullismo, anche disoccupazione, andrebbe approfondita e verificata e - se vera - contrastata.
È opportuno chiarire esplicitamente che, con quanto detto, non si intende affatto invocare né ulteriore rigore, né maggiore severità e nemmeno una presunta, fantomatica "terapia delle bocciature ". Si intende segnalare un possibile indice dell'inadeguatezza cronica della scuola, dell'inefficacia delle riforme e delle modalità di valutazione. Vedremo se il successore della Gelmini sarà in grado di porsi e affrontare questo problema.
Francesco Mele - 03-12-2010
Nel 1990 l'Italia spendeva per l'istruzione il 10,3% dell'intera spesa pubblica.
La spesa per l'istruzione è andata da quel momento diminuendo fino a diventare nel 2008 pari al 9,3%, cioè un punto percentuale in meno rispetto a quella del 1990.
Questa diminuzione ha avuto come conseguenza che negli anni dal 1990 al 2008 all'istruzione sono stati destinati complessivamente ben 80 miliardi di euro in meno!
Ma secondo voi come fanno le scuole a coprire i "buchi"?
Luigi Ambrosi - 01-12-2010
Assistiamo negli ultimi tempi nelle scuole a collettivi studenteschi sempre più partecipati e con posizioni sempre più radicali con occupazioni che si sovrappongono ad autogestioni
Dai giovani, dalle scuole emerge l'insofferenza verso un presente senza futuro e senza prospettiva e che si somma all'insofferenza per un quotidiano scolastico e sociale in progressivo degrado.
Gli stessi cortei, a differenza di altre volte nel passato, non hanno incontrato fastidio od ostilità da parte di cittadini, ma una grande attenzione e non raramente consenso e plauso. L'insofferenza di giovani e studenti può cominciare a contagiare la popolazione e anche se per ora le strade sono percorse solo da studenti, cresce il consenso sociale.
Giuseppe Aragno - 01-12-2010
Negli anni della nostra antica barbarie, quando Santa Romana Chiesa era croce di Cristo e suprema autorità secolare, il potere, a suo modo, tenne in tal conto la cultura, che scuole e università erano regno più o meno esclusivo d'ecclesiastici. Vi s'insegnavano "verità di fede" che si volevano scienza in un gergo da setta, incomprensibile ai più, che si definiva "lingua universale" ed era, in realtà, a un tempo, strumento d'esclusione del popolo dalla conoscenza, arma di repressione, e fondamento d'una gestione autoritaria della cosa pubblica. Furono tempi in cui la cultura era spesso pregiudizio o, se si vuole, opinione senza giudizio. "Dio esiste" - s'insegnava ai figli della povera gente da bambini - "e il conflitto è diabolico". Per tutta la vita ci s'inchinava e, al prepotente, s'offriva l'altra guancia.
galassia scuola
Spazio aperto alle riflessioni e alle opinioni personali su quanto avviene nella scuola in generale, nella nostra scuola in particolare, nelle piazze e nei palazzi in cui la scuola è all’ordine del giorno. Insegnanti, ma anche studenti, operatori, genitori … possono dar vita a un confronto su tematiche attuali, a patto che la discussione sia corretta.
Astenersi anonimi e perditempo!
La Redazione
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