La nausea del perbenismo
Cosimo De Nitto - 18-12-2010
Anche io mi riscopro un cattivo maestro

Alla mia età avrei l'obbligo di essere saggio, dispensare pillole di buon senso, trincerarmi dietro il principio dell' antiviolenza, ma non ce la faccio, nemmeno io.
Prevale in me la nausea che mi provoca il perbenismo, il benpensantismo, l'ipocrisia, la farisaicità che dai salotti televisivi e dai giornali ammorba l'aria e diffonde un fetore insopportabile. E monta anche in me la rabbia verso questi sepolcri imbiancati che predicano il rispetto delle regole democratiche mentre fanno strame della democrazia, dello spirito e della lettera della Costituzione, contro la quale invocano la cosiddetta Costituzione materiale, cioè la propria a proprio uso, consumo, interesse.
Mi vien la nausea perché si attribuisce sempre ad un nemico esterno la fonte del disordine sociale (l'extracomunitario, il diverso, lo straniero, il black bloc, il comunista...) rimuovendo ipocritamente il dovere di riflettere, pensare e trovare il perché delle cose che accadono, che non sono mai altre, non ci trascendono, ma coinvolgono ciascuno di noi con le nostre responsabilità, indipendentemente che partecipiamo o siamo spettatori.
Il 14 abbiamo avuto, nello stesso quadro, da un lato il Parlamento ridotto a foro boario, mercato nauseabondo per la compravendita di persone anzichè animali. Dall'altro una marea di giovani studenti e persone che per diverse ragioni avevano tutto il diritto di protestare con forza necessaria a scalfire il muro di gomma eretto intorno alle proteste sociali, che hanno meno spazio e attenzione dai media rispetto ai "commenti" insultanti e alle derisioni da parte dei padroni della nazione. Sono proprio questi padroni che da un lato inducono alla violenza come unico mezzo per evitare la narcosi e l'oblio dei media, dall'altro pontificano contro la violenza di quattro ragazzi stando seduti nei salotti televisivi satolli di privilegi, prebende, potere.

Ebbene sarò un cattivo maestro anche io, ma non ipocrita. Sono con questi ragazzi e con il loro diritto di essere ascoltati.
E' forse meno violento l'atteggiamento di una ministra che si rifiuta di riceverli e parlare con loro, e in cambio li deride apostrofandoli nei modi più volgari e offensivi (non capiscono, non sono informati, sono strumentalizzati, sono minoranza e non rappresentano nessuno, insomma sono dei minorati violenti che si oppongono al cambiamento e alle riforme), è forse meno violenta e offensiva la reazione di un presidente del consiglio che non vede il disagio e la protesta che da due anni sta attraversando il mondo della scuola e dell'università e si chiede "Proteste? Gli studenti veri sono a casa a studiare. In piazza ci sono quelli dei centri sociali fuori corso". Proprio così. Questa non è forse istigazione e provocazione a delinquere? Possibile che la responsabilità debba essere richiesta ad uno studente minorenne mentre i massimi esponenti delle istituzioni possono "delinquere" quando e come vogliono? Con le decisioni, con l'uso dei media, con tutti i mezzi che mette a disposizione il potere.
Mi dispiace solo che contro quei disgraziati il potere manda altri disgraziati che il giorno prima erano anche loro su quelle piazze a protestare per un disagio insopportabile.
La violenza va disinnescata prima, molto prima. E non credo che possa farlo un ministro dell'interno che è stato a capo della "Guardia Nazionale Padana", ed è stato condannato per resistenza a pubblico ufficiale.
Per coloro che dovrebbere fare proprie e sostenere con forza, argomenti, determinazione le ragioni degli studenti e dei lavoratori che invece balbettano tremebondi davanti ad un La Russa o un Alemanno provo solo pena.
Forza ragazzi, siate appassionati, intelligenti, non fatevi isolare. Il futuro è vostro, le lotte sono le vostre. Qualche cattivo maestro di sicuro non vi mancherà.

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