Un invito
Flc Cgil Modena - 21-05-2005
OGGETTO: SEMINARIO
di FLC CGIL di Modena

Alle RSU delle scuole della Provincia di Modena

In allegato alla presente il programma del seminario del 31 maggio di cui all'oggetto.
Il seminario si avvale del contributo giuridico dei massimi teorici dell'autonomia scolastica, serve per cogliere il contesto giuridico e per agire con maggiore serenità e precisi strumenti giuridici dentro le scuole dell'autonomia.
I rappresentanti delle RSU possono trovare nella definizione del ruolo dirigente in relazione all'autonomia scolastica spunto per meglio intrecciare le loro relazioni sindacali con la dirigenza scolastica.
Per questo a nome della segreteria e mio personale saremmo felici se partecipaste al seminario.

Cordiali saluti
Il Segretario Provinciale della FLC-Cgil
Cinzia Cornia FLC CGIL di Modena - ProteoFareSapere



DIRIGENTE NELLA SCUOLA DELL'AUTONOMIA:
RUOLO, PREROGATIVE, POTERI


Martedì 31 maggio ore 8,30 - 13

Sala del 10° piano, Piazza Cittadella 36 Modena

PRESIEDE:

Nico Danieli

coordinatore provinciale dirigenti scolastici cgil

RELAZIONI:

Augusto Bagni

presidente Rismo di Modena
Il dirigente scolastico tra autonomia scolastica e Miur

Federico Niccoli
docente legislazione scolastica Università Bicocca, Milano
Una definizione giuridica dell'autonomia scolastica e della funzione dirigenziale

Anna Armone

Dirigente Ministero funzione Pubblica, Roma
Scrutini e ruolo del dirigente scolastico: un caso emblematico per definirne la funzione

DIBATTITO

CONCLUSIONI

Angelo Marinelli

esecutivo nazionale dirigenti scolastici cgil

Cinzia Cornia
segretaria provinciale flc cgil

DESTINATARI: dirigenti, Dsga, assessori, docenti

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 Flora    - 23-05-2005
I poteri del Dirigente scolastico...

Dirigenti che millantano di essere i massimi teorici giuridici dell'autonomia...

Deve trattarsi di uno scherzo...

 Giuseppe Aragno    - 23-05-2005
Sono sinceramente stupito. Come mai la compagna Cornia non ha pensato di includere tra gli invitati il prof. Berlinguer e la sig,ra Moratti? La prossima volta poi più concretezza. A che serve chiamare le Rsu? I presidi sono così esperti e affidabili che possono farne tranquillamente a meno.
Adelante Cinzia cum iudicio...


 ilaria ricciotti    - 23-05-2005
La Moratti e Berlinguer?
Se dovessero venire, per favore assemblee separate!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Io naturalmente ascolterei con immenso piacere Berlinguer!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 Francesco Mele    - 24-05-2005
Sento il dovere di esprimere il mio dissenso dall’iniziativa della segreteria provinciale di Modena, di cui comunque faccio parte. Penso che in una fase come questa sia sbagliato, e decisamente fuorviante per chi legge le azioni del sindacato, fornire questa occasione di riflessione per i dirigenti scolastici senza parallelamente fare tutto il possibile per fornire ai collegi la controinformazione necessaria per supportare la loro resistenza e rispondere punto per punto alle strategie che gli stessi dirigenti scolastici, guidati dalla Direzione Regionale e dal CSA, hanno messo e stanno mettendo in campo in questo anno scolastico. Non convincono a tale proposito le motivazioni che anche i DS “sono sotto attacco” su entrambi i fronti e che anche loro fanno parte del sindacato.
Purtroppo gli orientamenti prevalenti, in questo momento, sono altri e allora si ritiene più utile organizzare un seminario su ruolo, prerogative e poteri dei dirigenti scolastici nelle scuole dell’autonomia, chiamando a conferire solo dei dirigenti scolastici o addirittura dirigenti del ministero e invitando le RSU a partecipare per “trovare nella definizione del ruolo dirigente in relazione all’autonomia scolastica spunto per meglio intrecciare le loro relazioni con la dirigenza scolastica”.
Sembra un po’ singolare ma è proprio così: le RSU vanno a lezione dai dirigenti scolastici e dal ministero, su quali sono i ruoli, le prerogative e i poteri della dirigenza.
In un momento di alta conflittualità come è questo ci servirebbero una riflessione e un aiuto diversi. Ma chi aiuterà le RSU a conoscere, rivendicare e difendere i ruoli, le prerogative e i poteri delle rappresentanze dei lavoratori, degli organi collegiali, dei singoli che in questo ultimo anno più volte e in più scuole della nostra provincia sono stati messi in discussione?

 Emanuela Cerutti    - 24-05-2005
Ma il R.I.S.M.O. che cos'è? Incuriosita dalla segnalazione ne ho trovato poche tracce sul sito del C.S.A provinciale e dell' Ufficio Scolastico regionale. E' un protocollo di intesa tra Dirigenti? E che c'entrano i DS? Mica sarà un accordo politico...?

 isa    - 24-05-2005
..rappresentanti delle RSU possono trovare nella definizione del ruolo dirigente in relazione all'autonomia scolastica spunto per meglio intrecciare le loro relazioni sindacali con la dirigenza scolastica.
Questa frase è molto sibillina per un convegno organizzato da una confederazione sindacale.
Mi spiace ma ritengo che questa frase faccia presupporre che siano i Dirigenti ad essere in difficoltà e che quindi le RSU debbano stendere una mano per relazionarsi meglio.
In effetti è vero il contrario, siamo noi docenti che siamo sempre in difficoltà, quando un Dirigente parla è perchè ha già deciso, e il timone lo tiene sempre lui.
Sono finiti i tempi in cui un Dirigente ascoltava il Collegio e teneva in considerazione le discussioni e le scelte che ne uscivano, caso mai agevolando il dibattito ed arrivando assieme alle conclusioni.
Ora i Dirigenti si riuniscono tra loro e decidono gli atteggiamenti da tenere nei Collegi, da lì non si smuovono.
Sono diventati sempre più controparte.
Almeno, questa è la mia esperienza.

Concordo pienamente con l'ultima frase scritta da Francesco Mele, che riporto :
In un momento di alta conflittualità come è questo ci servirebbero una riflessione e un aiuto diversi. Ma chi aiuterà le RSU a conoscere, rivendicare e difendere i ruoli, le prerogative e i poteri delle rappresentanze dei lavoratori, degli organi collegiali, dei singoli che in questo ultimo anno più volte e in più scuole della nostra provincia sono stati messi in discussione?

Isa

 da ItaliaOggi    - 24-05-2005
Il Miur corre ai ripari

Il ministero dell'istruzione corre ai ripari. Se sono in crescita le sentenze di condanna per comportamento antisindacale dei presidi, c'è un evidente problema di conoscenza degli obblighi contrattuali. Si deve dunque intervenire sul fronte della formazione dei dirigenti.

A questo scopo sono stati stanziati 1,582 milioni di euro che saranno spesi il prossimo anno per aggiornare circa 8 mila dirigenti scolastici. La direttiva sulla formazione dei presidi è stata inviata dal ministero dell'istruzione alla Corte dei conti mercoledì scorso per la registrazione. La nota definisce, oltre alle priorità dell'azione formativa, anche la ripartizione territoriale dei fondi: 1,258 milioni di euro sono andati alle regioni, in base al numero di presidi in servizio; la restante somma finanzierà ´interventi formativi sui processi di innovazione e di riforma per il personale della scuola'. In primo luogo, l'aggiornamento dovrà riguardare il versante contrattuale.

È cresciuto infatti il potere decisionale dei dirigenti con obblighi però di contrattazione e di informativa verso le Rsu, le Rappresentanza sindacali unitarie. Una migliore conoscenza della nuova normativa può servire a evitare la crescita esponenziale delle tensioni tra le due parti. L'attuazione della legge n. 53/2003, poi, ha essa stessa ricadute sia sul fronte organizzativo sia contrattuale. Altro fronte, sempre connesso alla legge sui cicli scolastici, è quello dell'adeguamento del piano dell'offerta formativa per il raggiungimento degli obiettivi specifici di apprendimento previsti per la scuola dell'infanzia e il primo ciclo di istruzione.


 Francesco Mele    - 24-05-2005
Nell’AS 2002-2003 le DD e le SMS della provincia di Modena hanno stipulato un accordo di rete a cui è stato dato il nome RISMO; la rete ha diverse finalità, che vi le elenco come riportate anche nel documento dell’USR ER citato da Emanuela:
- rappresentare le scuole aderenti alla rete
- promuovere l’immagine della scuola sul territorio, scambi e sinergie tra le scuole, di tipo organizzativo e amministrativo
- promuovere l’accrescimento della qualità dei servizi e l’ottimizzazione delle risorse
- svolgere attività strumentali quali l’acquisto di beni e servizi, individuazione dei supplenti
All’inizio di quest’anno scolastico il un gruppo di lavoro del RISMO, costituito da 5 presidi (Tinti, Zetti, Farri, Zitano, Dirotti) ha elaborato un documento intitolato “Riflessioni sull’applicazione della riforma” le cui finalità, già dal titolo, erano di fornire ai DS della provincia interpretazioni normative, argomenti, modalità di comportamento, utili a garantire l’applicazione della riforma e vincere l’opposizione dei collegi poco disponibili o decisamente resistenti.
Leggendo il documento si coglie bene questa finalità visto che si passano in rassegna tutte le possibili situazioni nelle quali può trovarsi il DS alle prese con l’applicazione della riforma. Per ognuna c’è una risposta con citazioni della normativa e interpretazioni della stessa. Una particolare attenzione è rivolta ai collegi dei docenti e alle prerogative che consentirebbero ai DS di bloccare o annullare di fatto, le delibere ritenute illegittime. Si arriva fino a consigliare di abbandonare il collegio in casi estremi, quando non è possibile fare null’altro, trasformandolo di fatto in un’assemblea di docenti senza alcun potere deliberante.
Questo documento viene proposto all’approvazione dell’assemblea dei DS e votato a larghissima maggioranza dei presenti (forse 3-4 contrari). Da quel momento in poi (novembre/dicembre) diventa il documento del RISMO e comincia a circolare tra gli addetti ai lavori.
A me risulta che in alcuni collegi sono state utilizzate le strategie contenute in quel documento ma un’indagine a tappeto su tutte le scuole della provincia non è stata mai fatta anche se sarebbe auspicabile un’indagine conoscitiva presso tutte le RSU delle DD, SMS e IC della provincia, per valutare la situazione di attuazione della riforma e dare un’idea dei bisogni di informazione e controinformazione dei collegi.
Augusto Bagni è il DS dell’IC capofila della rete RISMO, quindi non so se si possa parlare di presidente del RISMO, ma di sicuro si tratta di un suo autorevole rappresentante, nel bene e nel male.

 Cocco    - 24-05-2005
Non sono molto convinta che le sentenze di condanna per comportamento antisindacale dei DS sia da ricondurre ad un problema di conoscenza degli obblighi contrattuali, come si legge nell’Italia Oggi di oggi.
Se è vero che spesso la conoscenza degli stessi da parte dei Dirigenti è scarsa, è anche vero che sempre più spesso le condanne riguardano questioni proposte e riproposte dai lavoratori in tutte le salse e che solo una persona completamente esterna al problema può ignorare.
Solo qualche esempio.
Una significativa recente condanna sulla problematica dell’assegnazione della funzione tutoriale, ad esempio, non ha altra spiegazione che la caparbietà del dirigismo e non l’ignoranza della norma:
un DS è stato condannato per aver individuato unilateralmente dei docenti cui attribuire la funzione tutoriale.
http://www.meridianoscuola.it/modules.php?name=News&file=print&sid=8170


Un altro fenomeno che si verifica ripetutamente e dappertutto è l’assegnazione da parte dei DS degli spezzoni di ore inferiori a 6 ai docenti di ruolo senza consultare la disponibilità del personale precario.
Sono anni che si va avanti così. Non vorremo credere che non hanno ancora imparato come si fa!!!
Altrimenti sono “di coccio”! In tal caso come mai fanno i dirigenti scolastici?
La seconda situazione che ho messo in evidenza è estremamente diffusa, quasi generalizzata, e la condanna del DS responsabile si verifica solo a seguito di ricorso individuale di qualche lavoratore che s’impunta. Capirete che il singolo, spesso e volentieri, anche qualora venga a conoscenza del danno a suo carico, rinuncia ad intraprendere la battaglia individuale che, seppure sa di poter vincere, lo stresserà notevolmente.
Sull’argomento riporto un dato recentissimo che riguarda un episodio per il quale il DS ha pensato bene di rettificare prima dell’incombente ricorso del precario, senza la minaccia del quale tutto sarebbe proceduto secondo le consuete “abitudini”.
http://www.scuolidea.it/didattika/nov_1776.htm


Concetta

 iscritti alla FLC di Modena    - 25-05-2005
Peccato, pensavamo che la nuova segretaria della FLC CGIL, donna e nuova, fosse un segnale di modernità di una struttura ormai vecchia, come vecchia è l'organizzazione sindacale a cui appartiene. Ed invece, apprendiamo, non senza qualche disappunto, che formalizzeremo nelle sedi opportune, e con le modalità opportune...(stracciando la tessera), che anche Modena è come il resto della CGIL scuola....comodo giaciglio per bontemponi in attesa di una meritata??? pensione!! Ma lo sapete
che tristezza!

 clara    - 25-05-2005
L'iniziativa verso i dirigenti scolastici non mi sembra sbagliata di per sè, visto che è vero che anche loro sono sotto tiro.

Trovo un po' assurdo invece, e come dice Francesco politicamente inopportuno, quindi sbagliato, estendere l'invito alle RSU, perchè i punti di vista sono diversi.

Spetta se mai al sindacato fornire a ciascuno strumenti di approfondimento e se possibile elaborare anche una propria visione di sintesi.
Visto che si è scelto di convivere anche in uno stesso sindacato.




 stefano    - 25-05-2005
Niccoli, a parte la valutazione, non è l'ultimo arrivato.

E anche se su questo punto le sue idee non coincidono con quelle del movimento, molte sue argomentazioni contro la riforma ci sono state utili.

Penso che ai dirigenti, anche quelli di Modena, non faccia male dialogare con lui.

 Roberto Renzetti    - 25-05-2005
Se una iniziativa proviene da Modena, Proteo è dietro di essa e Proteo è uno dei fautori di queste operazioni di sedicente aggiornamento che stanno squalificando sempre più la CGIL Scuola, che inopinatamente si accoda sempre.

La questione è la seguente: è cresciuta enormemente la conflittualità tra RSU e Dirigenti Scolastici. Tale conflittualità vede spesso contestazioni di RSU a Dirigenti Scolastici CGIL Scuola. Tale cosa è abnorme perché dovrebbe poi essere un delegato sindacalista anche della CGIL Scuola ad intervenire per dirimere le controversie. Vi è ora la straordinaria eventualità, mai denunciata con forza da nessuno degli iscritti CGIL Scuola, che una RSU CGIL Scuola ed un Dirigente Scolastico CGIL Scuola, sono nello stesso sindacato e a volte il Dirigente Scolastico è anche Dirigente Sindacale. Vi è un pasticcio incredibile che le OO.SS. confederali non vogliono risolvere: il conflitto d'interessi che si è creato nel sindacato da quando Bassanini e Berlinguer hanno dato vita a quella cosa orrenda chiamata Dirigenza. Da quel momento il Dirigente Scolastico è la CONTROPARTE del lavoratore della scuola e non può quindi essere Dirigente Sindacale dei lavoratori della scuola, ma invece lo è e resta caparbiamente tale.

Le RSU, già lasciate spesso sole, stanno ora scontrandosi con il proprio sindacato e noi tutti stiamo perdendo piano piano questi volenterosi compagni che non ne possono più di una tale situazione. Per buon peso arriva lo sfregio dei dirigenti che aggiornano le RSU.

 Silvia    - 25-05-2005
A Milano abbiamo avuto - mi pare il 7 aprile o giù di lì - un convegno di dirigenti scolastici con Niccoli e l'Armone.
In quella fase l'argomento "caldo" erano gli scrutini, e la partecipazione ad essi del dirigente.
Ma comunque è stato utile per puntualizzare il ruolo del dirigente nell'autonomia, da un punto di vista giuridico e anche molto concreto.
In quella sede la figura del dirigente è risultata molto più in conflitto con il MIUR che con i collegi, anche se alcune posizioni del movimento ci hanno visto in contrasto.
Spero che l'occasione sia utile anche per i colleghi di Modena, anche se mi ha un po' stupito l'utilizzo dello spazio dei contributi di fuori registro per un'iniziativa locale, compresa la pubblicazione della lettera di invito personale alle rsu.

 Giuseppe Aragno    - 25-05-2005
Non è vero, caro Renzetti, scusami se te lo faccio notare, ma non è vero che nessuno le abbia mai detto queste cose. C’è addirittura chi si è stancato di dirle. Non la faccio lunga. E’ solo un commento, ma due parole le spendo. Che l’Italia sia un paese ricco di misteri – qualcuno glorioso, qualche altro meno, ma comunque misteri – è un dato ormai storicamente accertato. Di tutti i misteri, il mistero più misterioso è che ci sia ancora chi consideri la Cgil Scuola, ora FLC, un sindacato, vale a dire, cito Allen, per usare una definizione “classica”, un’organizzazione costruita e costituita da individui che vendono la loro forza-lavoro e intendono promuovere un’azione collettiva per proteggere e migliorare il proprio livello di vita.
E questo non vuol dire che essere un sindacato significhi organizzare la rivoluzione bolscevica. Vuol dire, anzi, che un sindacato – che è la “parte” - può alimentare e gestire il conflitto con l’azienda o con chi la rappresenta – la “controparte” - può trattare, mediare, accelerare o frenare. Nulla di dirompente: un sindacato è elemento di equilibrio. La sua ragione d’essere è tuttavia il “conflitto”: senza lotta e senza distinzione netta tra parti e controparti è una corporazione. I fascisti, e non a caso, distrussero la Cgl, quella senza la i, che si trovarono tra i piedi e la sostituirono con un sistema sindacale corporativo: misero assieme chi fa la multa e chi è multato, il vigile e l’automobilista, la guardia e il ladro, Agnelli e l’operaio del Lingotto, il manager che razionalizza e il lavoratore che perde il posto di lavoro. Nel nostro caso il dirigente scolastico e il sindacalista. Solo che il sindacalista in regime corporativo si chiamava - e giustamente - fiduciario, cioè uomo di fiducia del padronato, colui che spegne il dissenso e cancella allo stesso tempo il conflitto e... il sindacato.
Che il Dirigente Scolastico sia controparte lo sanno tutti, Cgil compresa. Nella nota di chiarimenti n. 7732 del 22 maggio 2001 l’Aran lo scrive a lettere chiarissime: “operando il dirigente scolastico con i poteri del privato datore di lavoro, la sua posizione è di controparte contrattuale”. Una posizione ribadita dal Miur, Gabinetto, Telefax urgentissimo UO/4 prot.6649/MR del 22 ottobre 2003, che distingue nettamente – e correttamente - tra RSU e Dirigenti Scolastici.
Che dire? Alla Cgil i Dirigenti non solo fanno lezione alle Rsu, ma dirigono il sindacato. In Campania, per esempio, il segretario regionale della FLC è un preside. Preside e sindacalista è anche Panini. Questa è la realtà. Questa è la Cgil. E non potrebbe essere altro, se siamo al punto in cui siamo. Capisco il dramma di chi ci lotta ancora dentro sognando che cambi e ne immagino, perché l’ho vissuta, la fatica e il dolore. Chi ha scelto di dare battaglia la darà, si farà male e vedrà spezzarsi rapporti umani anche profondi. L’esperienza non si trasmette: è giusto che sia così.



 paola    - 25-05-2005
L'idea di dirigente che esprime Aragno è quella di dirigente di un'azienda.
Che come tale difende un profitto (quello dei proprietari dell'azienda e di riflesso il suo).

Ma se la scuola che vogliamo non è un'azienda, il dirigente non è "quella cosa lì".

E il conflitto più che essere tale è distinzione di ruoli e dialettica all'interno di un'istituzione che è PUBBLICA, e come tale interesse di tutti che funzioni.


 roberto renzetti    - 25-05-2005
Sono d'accordo Aragno con tutto quanto scrivi.
E' che è assolutamente deprimente assistere a queste cose e sentire che vi sono compagni che "poi discuteranno della vicenda nelle sedi adeguate".
Purtroppo ancora non si è capito quale sistema di scambio funziona in CGIL Scuola (non la chiamo FLC perché mi viene da pronunciare Federazione Lavoratori delle Costruzioni, chi penserebbe a Conoscenza con tale personale dirigente ?), proprio quel sindacato che mentre spingeva per il concorsone per gli insegnanti lottava per trasformare tutti i presidi ed i direttori didattici in Dirigenti senza alcun esame e che ora rivendica la prima fascia della dirigenza.
Totò diceva che è la somma che fa il totale. Qui si continua solo a sommare.
Leggete gli interventi di cigiellini rampanti e diessini associati, anche in Fuoriregistro, e capirete che carriere si sono fatte a spese dei lavoratori della scuola.
Cari saluti Aragno.

Roberto Renzetti

 federica    - 25-05-2005
Beh insomma, questi dirigenti (non poveri in senso economico, ma....), il Ministero vuol spingerli a diventare dei suoi galoppini e delle carogne.

Se non gli diamo un'alternativa noi, anzi, se li stringiamo al muro, cosa pensiamo che possano fare?

 Giuseppe Aragno    - 26-05-2005
Ripeto: “operando il dirigente scolastico con i poteri del privato datore di lavoro, la sua posizione è di controparte contrattuale”. Nota di chiarimenti n. 7732 del 22 maggio 2001 ARAN, Paola, non ARAGNO .
Telefax urgentissimo UO/4 prot.6649/MR 22 ottobre 2003, MIUR non ARAGNO.

Non esprimo un'idea personale di dirigente, riporto la definizione ufficiale di Dirigenze espressa dal Ministero e dall'Agenzia che tratta con i sindacati per conto del Governo e dal Ministero. Mi spiace di dover insistere, ma Aragno non c'entra.
L'Aran e il MIUR, del resto, hanno le loro buonissime ragioni per farlo: sanno che i Dirigenti Scolastici hanno un contratto a parte, non quello del comparto scuola, sanno che è un contratto a tempo determinato, soggetto a valutazione, sanno che hanno interessi da difendere. E non è tutto.
Se leggi il tuo contratto, ci trovi scritto che per avviare la pratica di licenziamento di un lavoratore della scuola occorre che il Dirigente avvii una procedura. Senza una sua iniziativa il licenziamento non si fa. Saprai anche, ne sono certo, che è il Dirigente Scolastico ad assumere e licenziare supplenti, saprai che di queste assunzioni è personalmente responsabile sul piano giuridico e su quello economico. Saprai anche che nelle trattative con le Rsu i Dirigenti non difendono le stesse posizioni dei sindacalisti, altrimenti che trattativa sarebbe? Saprai - e se non lo sai informati - che spesso tra Rsu della Cgil e capi d'Istituto iscritti alla Cgil ci sono durissimi scontri. Io, da dirigente sindacale a tempo pieno della Cgil ho avuto sempre gravi difficocltà con presidi iscritti al mio sindacato ed ho chiesto più volte alla Cgil di togliere loro la tessera, di espellerli: mai accaduto. Un capo d'Istituto cigiellino mi ha messo alla porta davanti a numerosi testimoni e niente, la Cgil lo ha lasciato al suo posto: tessera, convegni, lezioni alle Rsu. A te tutto questo sembra normale e regolare? A me no.
Tu certamente sai che sull'autonomia, sulla scuola paritaria, sulla Dirigenza e sul ruolo del Sindacato nella Cgil c'è stato uno scontro molto duro. A Napoli l'ho vissuto in prima persona. La Cgil Scuola attraversò una crisi gravissima che non è stata mai superata. Si giunse ad un congresso difficilissimo. La maggioranza contava su numeri risicati, ma l'opposizione fu costretta a lavorare in condizioni impossibili. E la logica che ha guidato l'organizzazione in questi ultimi anni: se apri uno scontro stai cercando di ottenere qualcosa. E questo va bene: un accordo si trova. L'anomalia è che tu difenda un'idea, un ideale, una concezione del sindacato. L'anomalia è che non cerchi vantaggi personali, che fai una battaglia politica e sindacale. Allora diventi davvero un corpo estraneo all'organizzazione e saltano le regole: quelle scritte e quelle non scritte. Ci si fecero mille ostacoli, fummo costretti a fare ricorsi ad ogni più sospinto, io ero il solo dirigente esonerato dell'opposizione e fui costretto a fare quasi tutte le assemblee congressuali, perché i miei compagni non ottenevano esoneri sindacali. Ogni assemblea fu occasione di pesantissimi attacchi personali. Nonostante questi penosi mezzucci, i due documenti di opposizione raccolsero il 45 % dei delegati. Bene. Quando si aprì il congresso l'opposizione era praticamente assente: i delegati erano a scuola, impossibilitati a partecipare perché privi di permesso sindacale! L'opposizione abbandonò il congresso, denunciò le gravissime scorrettezze alle commisisoni di garanzia - provinciale, regionale, nazionale - ma non ebbe risposta né allora né poi: silenzio su tutta la linea. I ricorsi, giunti a Roma, si persero nei meandri del palazzo. La maggioranza risicata divenne maggioranza assoluta, occupò senza provare vergogna tutti i posti nel Comitato Direttivo, elesse il suo bravo Segretario Generale - un dirigente scolastico naturalmente, che ora è segretario regionale - e instaurò la dittatura. Fu una cosa scandalosa, ma andò così. Mi spiace, Paola, non puoi immaginare quanto mi spiaccia, ma la storia della Cgil Scuola in questi ultimi anni è questa. Lo attestano gli atti del congresso, vivi sono i protagonisti della vicenda, viva è davanti a te l'organizzazione, con i suoi silenzi, i suoi dirigenti scolastici, le sue pesantissime responsabilità.



 Salvatore    - 28-05-2005
Raccolgo ben volentieri l'invito che mi è stato rivolto ad intervenire in questo spazio sulla gestione dei cosiddetti "poteri" dei dirigenti.

Lo faccio segnalando un importantissimo commento di Pino Patroncini che definisce e lega questa problematica al tentativo di stravolgere e compromettere i criteri di democraticità del personale docente precario.
Quasi a voler dire “iniziamo” dall’anello più debole…
Bisogna stare molto attenti ad avallare questo tipo di comportamento.

Sentendo il parere dei colleghi che ho intorno, in questo periodo, i diversi interventi che leggo di Patroncini sono come il sale sulla minestra per la maggioranza degli iscritti.

 paola    - 28-05-2005
non è vero che è il dirigente scolastico ad "assumere e licenziare supplenti".
Da come lo dici sembra che possa farlo a proprio arbitrio, mentre sai bene che le assunzioni avvengono tramite graduatorie.
Appunto perchè la scuola è pubblica.

Sulle altre cose che denunci non so cosa dire perchè riguardano fatti che non conosco, e non so il merito dei contrasti.
Fra l'altro, dire che avrebbero dovuto espellere un dirigente perchè ti ha buttato fuori dalla porta...insomma, mi pare un po' strano.

Comunque nel merito magari avevi mille ragioni.

Il che non toglie che il dirigente scolastico, se opera correttamente, non porti avanti interessi privati.
Per cui anche i rapporti e i conflitti dovrebbero avere un carattere diverso.

 Isa    - 28-05-2005
Beh insomma, questi dirigenti (non poveri in senso economico, ma....), il Ministero vuol spingerli a diventare dei suoi galoppini e delle carogne.

Se non gli diamo un'alternativa noi, anzi, se li stringiamo al muro, cosa pensiamo che possano fare?


Cara Federica, non capisco il ragionamento.
Quale sarebbe, cioè, l'alternativa che noi dovremmo dare ai Dirigenti Scolastici.

Io credo invece che i DS dovrebbero sostenere le richieste del Collegio, solo in questo modo avrebbero oltre che un Collegio coinvolto e pronto a discutere, anche una forza che li sosterrebbe di fronte a vari organismi scolastici quali il CSA , i Consigli Scolastici Provinciali, il MIUR.
Vorrei vedere quale di questi organismi potrebbe sconfessare una delibera di un Collegio in rivolta contro circolari ministeriali, una delibera votata anche dal Dirigente.
il sostegno che i Dirigenti avrebbero dai Collegi potrebbe essere un modo per spezzare la catena di trasmissione delle cosiddette innovazioni, dal Miur direttamente alle scuole, tramite il Dirigente, loro (del MIUR) ultimo tentacolo di potere..
Da lì potrebbe iniziare una nuova partita.
Te lo immagini che bello, tutta la scuola nelle sue componenti unita contro disposizioni inique e sbagliate?
E invece no.

Non è solo che lo sia giuridicamente , la controparte, il Dirigente, rispetto ai docenti.
E' che in ogni occasione c' è sempre un livello di conflittualità che ad ogni riunione aumenta e si esaspera.. e così si giunge ad un nuovo sistema di relazioni in cui nelle scelte, anche quelle didattiche, ognuno esercita il potere che ha.
E prova a dire chi la vince..
Purtroppo questa lotta è ormai vissuta come persa da molti docenti che hanno gettato la spugna, assumendo atteggiamenti sempre più di rassegnazione, che io non condivido ma che posso anche capire.. chi ce lo fa fare di essere sempre sulle barricate, ci abbiamo già vissuto buona parte della nostra vita lavorativa, ora speravamo di smettere.. e fa te, ci troviamo anche a dover lottare contro Dirigenti che si riconoscono politicamente dalla nostra parte, mentre invece sono la nostra controparte..un bel sistema non c'è che dire.

Vabbè che è pur vero che esiste anche Rutelli nel centrosinistra..

Ma questo punto si fa fatica a riconoscersi in un sindacato che se da una parte sostiene le tue lotte, dall'altra sostiene anche quelle del Dirigente, e, se non lo sostiene, si defila.. un disagio incredibile.
Mah, credo che questa sia una questione da dirimere al più presto.
Non si può continuare oltre ad ascoltare Dirigenti Scolastici che da diversi vertici sindacali ci indicano quali lotte dobbiamo attuare..lotte che dall'altra parte vedono spesso schierati i Dirigenti a fare i difensori dei decreti del MIUR.
Forse, una delle ragioni per cui la lotta sindacale si è intiepidita e intorpidita, potrebbe essere questa frammistione di diverse competenze e ruoli.
Come fanno Sindacati retti da Dirigenti Scolastici a battersi a favore della loro controparte?

Possibile che il conflitto di interessi solo in Italia non sia sentito come emergenza, anche solo eticamente?
isa

 Sergio Delli Carri    - 29-05-2005
Confermo tutto quanto raccontato da Geppino Aragno.
Il Congresso nonostante ricorsi alla Commissione di Garanzia provinciale, regionale e nazionale si è tenuto con i risultati che Aragno ricorda.
Io stesso conservo l'originale di molti di questi ricorsi.
Io stesso formatore dei delegati (tra cui Aragno) e responsabile dell'Ufficio sindacale del Vomero sono stato sospeso per 3 mesi dal sindacato dalla Commissione di Garanzia (di chi?) senza sapere di cosa mi si accusava e riabilitato dopo qualche mese dalla Commissione Nazionale di Garanzia.
Intanto non ho potuto partecipare al Congresso Provinciale.
Ho inviato le mie dimissioni alla CGIL Scuola e la disdetta al MInistero del Tesoro insieme a molti compagni.
Risultato nessuno. Causa burocrazia continuiamo a pagare la nostra quota sindacale ad un sindacato nel quale non ci riconosciamo.

Saluti
Sergio Delli Carri
I:C. "G.Fiorelli" di Napoli

Chiaramente di tutto questo ho documentazione.