CENTRO DI RICERCA ED EDUCAZIONE ALLO SVILUPPO. La scuola al centro dell’azione pedagogica.
di LAURA TUSSI
L'educazione allo sviluppo in ambito scolastico è una delle attività che Mani Tese persegue ormai da parecchi anni e, come tutte le sue attività, è finalizzata a contribuire alla creazione di una nuova cultura dello sviluppo, uno sviluppo sostenibile. Ciò che sta alla base di questo impegno è la convinzione che un vero processo di sviluppo deve innanzitutto permettere ad ogni paese, ad ogni società, di esistere e funzionare secondo le proprie scelte e le proprie scale di valori, nel rispetto della cultura e dei valori degli altri popoli. Naturalmente risulta subito evidente come una cultura basata su questi principi comporti problemi di tale rilevanza che, allo stato attuale, sembrano insormontabili.
Vediamo allora di partire da due considerazioni di prioritaria importanza: 1) i problemi dello sviluppo riguardano tutti i paesi del mondo e non solo, come si è creduto ed ancora si crede (o si vuol far credere), quelli che vengono chiamati “in via di sviluppo”; 2) lo sviluppo necessita di trasformazioni importanti tanto a livello di strutture socio-economico-politiche e culturali che a livello di comportamenti e atteggiamenti individuali sia nel paesi industrializzati che nel paesi del Sud del mondo.
In base a queste premesse risulta chiaro quanto sia importante che anche il processo educativo delle nuove generazioni sia rivisto ed eventualmente riformato, al fine di poter rispondere in modo più adeguato a queste nuove esigenze del mondo contemporaneo. La scuola, con il suo corpo di metodi, materie, contenuti, non può restare estranea a questa modificazione dell'orizzonte dentro cui la formazione del cittadino deve realizzarsi. In quanto momento privilegiato del progetto educativo, la scuola assume di fatto un ruolo determinante, non può infatti esimersi dall'affrontare questi problemi perché essi rispuntano in tutti i modi e da tutte le parti, entro e fuori dalle discipline, entro e fuori dalla vita quotidiana della classe. La scuola deve allora prenderne coscienza e conseguentemente accrescere negli studenti la percezione del fatto che le possibilità di sopravvivenza fisica di tutti gli abitanti della terra, in un clima di convivenza pacifica e civile, sono fortemente condizionate dalla presenza o meno di un rapporto equilibrato tra le nazioni.
La scuola non può quindi rifiutare l'onere di sollecitare la sensibilizzazione e l'informazione nei confronti delle nuove generazioni sulla necessità di un rapporto più equilibrato e solidale tra i popoli.
Ma questi obiettivi, che sono propri dell'educazione allo sviluppo, presuppongono una pedagogia innovativa. Una pedagogia basata sulla valorizzazione delle differenze culturali e della solidarietà, che sappia interrogare educatori ed allievi sul loro modo di vita e di rapporto con gli altri, sul problema delle disuguaglianze sociali, su quello della distribuzione delle risorse, del sapere, ecc. Dati questi presupposti, l’educazione allo sviluppo non solo deve rientrare tra le grandi finalità del processo educativo scolastico, ma diventa anche uno strumento necessario al rinnovamento del sistema scolastico.
Per quanto riguarda l'attività di educazione allo sviluppo in ambito scolastico, Mani Tese- si avvale della collaborazione del CRES-Centro Ricerca Educazione allo Sviluppo - costituito da un gruppo di esperti e di insegnanti di scuola elementare, media inferiore e superiore, riconosciuto idoneo dal Ministero della Pubblica Istruzione ad occuparsi della formazione degli insegnarti. Obiettivo fondamentale della sua iniziativa di. ricerca e di innovazione didattica è la diffusione di una nuova cultura dello sviluppo e della mondialità nella scuola, in quanto momento privilegiato per qualsiasi progetto educativo. I suoi interlocutori sono gli insegnanti verso i quali, grazie all'esperienza e al materiale accumulato in anni di lavoro, vuole costituirsi come risorsa. Attraverso questo tipo di scelta può essere possibile consolidare la presenza delle. tematiche dello sviluppo nel quotidiano dell'agire scolastico, evitando cosi la sterilità delle iniziative sporadiche ed estemporanee (a volte pur esse necessarie). Questa scelta ha voluto dire per il CRES impegnarsi nel seguenti tipi di attività:
* raccolta di pubblicazioni a carattere specialistico sui paesi del Sud del Mondo, sulle tematiche della cooperazione e della solidarietà internazionale, nonché sugli aspetti pedagogico-didattici legati all'educazione allo sviluppo, all’interculturalità, all'ambiente, ai diritti umani, alla pace e non violenza. Questo materiale (oltre 3.000 libri, 600 riviste, 2.600 dossier, 150 videocassette, 15.000 articoli) è disponibile alla consultazione.
* realizzazione di materiali a supporto del lavoro degli insegnanti, in particolare: una pubblicazione quadrimestrale dal titolo "Strumenti”, numerosi Quaderni, una Rassegna Stampa semestrale a carattere pedagogico-didattico, testi scolastici per gli studenti, testi di narrativa del Sud del mondo con apparato didattico e un CD-Rom sull’immigrazione in Italia. * organizzazione di momenti di formazione e di aggiornamento per gli insegnanti (Convegni di studio, Corsi, Laboratori...), sia a livello regionale che nazionale, sui temi legati all'educazione allo sviluppo.
Una certa idea dello sviluppo è il presupposto teorico dell'iniziativa del CRES. Lo sviluppo viene configurato come: a - problema GLOBALE, non meramente economico-quantitativo, ma ricco di implicazioni politiche, sociali, culturali, ambientali; b - problema SPECIFICO, determinato dalla peculiarità di situazioni locali, dalla diversità delle condizioni economiche, politiche, culturali. Viene rifiutata l'esistenza di un'idea assoluta dì sviluppo, di un modello da imitare, di una via univoca allo sviluppo; c - problema CULTURALE, determinato cioè dall'esistenza di un ventaglio di prospettive teoriche e di opzioni anche di tipo etico; d - problema MONDIALE, per via delle connessioni e del condizionamenti crescenti tra le varie aree del pianeta; e - PROCESSO attuato da soggetti, forze, comunità, dentro coordinate storiche determinate, sulla base di precise opzioni di tipo teorico, politico, morale.
Tali affermazioni hanno forti implicazioni di natura pedagogica. Richiedono, a chi scelga di collocare il proprio agire didattico dentro questo contesto di questioni, una ridefinizione delle finalità del proprio insegnamento che ponga al centro: - la conoscenza delle specificità e differenze esistenti tra le civiltà del pianeta (colte nel loro aspetti sociali, economici, tecnologici ecc.), che delinea la forte impronta pluri e interdisciplinare del nostro approccio; - la conoscenza delle dinamiche relazionali - così come nel corso della storia si sono determinate - tra quelle stesse civiltà (gli scambi, i conflitti, i condizionamenti); - un approccio problematico alla conoscenza da parte degli alunni, che dia conto da un lato della specificità del problema sviluppo e della relatività delle sue possibili soluzioni e, dall'altro lato, sia in grado anche di attivare comportamenti operativi, di far acquisire atteggiamenti di disponibilità al mutamento dinamico e responsabile, sulla base di scelte etico-politiche liberamente acquisite.
Tale complesso di opzioni pedagogiche esclude in modo netto che si possa parlare di educazione allo sviluppo come di spazio (o addirittura di materia) aggiuntivo agli altri esistenti. L'educazione allo sviluppo si costituisce invece come progetto pedagogico-didattico pervasivo rispetto agli spazi (materie) presenti nella scuola.
Laura Tussi
email: tussi.laura@tiscalinet.it
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