Intercultura - È L'ORA DELLE RELIGIONI!
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È L'ORA DELLE RELIGIONI!


di Brunetto Salvarani


"L'educazione interculturale non può non fare i conti con le religioni". L'affermazione, tanto lapidaria quanto incontestabile, apre l'editoriale del numero 2/2005 della rivista Educazione interculturale , ed è firmata dal suo direttore, il pedagogista Andrea Canevaro. Al quale occorre essere grati, per aver nell'occasione risollevato con coraggio e competenza un tema che - com'è noto - sta molto a cuore a noi di CEM Mondialità . Che, negli ultimi anni, abbiamo fatto diversi passi nella stessa direzione: esplorando le possibilità di tradurre nel contesto italiano la positiva esperienza delle scuole di Bradford, in Gran Bretagna, e del loro Syllabus; dedicando alla questione un riuscitissimo convegno, svoltosi a Brescia nel 2002, e un volume che ne riporta gli atti, intitolato È l'ora delle religioni e curato da Lucrezia Pedrali; e poi ancora riflettendovi a tutto campo in parecchi articoli di questo mensile.


Ripetiamolo, dunque, nel mese che registra la riapertura di un nuovo anno scolastico, il primo a regime della Riforma-Moratti: se ben altri sembrano i problemi più urgenti e pressanti (l'elenco sarebbe lunghissimo!), la nostra scuola non può permettersi di chiamarsi fuori dai cambiamenti in corso nella nostra società, anche sul piano del moltiplicarsi delle confessioni religiose vissute sotto il cielo d'Italia .


Appare evidente, peraltro, che l'odierna istituzione scolastica non sia in grado di far fronte a tale nuova situazione. Che fare, allora? Certo, il tema è realmente complicato, e s'intreccia - volenti o nolenti - con l'Insegnamento concordatario della Religione Cattolica. Cosa che rende più delicata ancora la questione... Lo scrittore Gaspare Barbiellini Amidei, un intellettuale cristiano serio e competente, ai margini della cosiddetta battaglia del crocifisso di qualche tempo fa, così si esprimeva, sul Corriere della sera , in un articolo intitolato La scuola e le fedi : “Pesa in modo dannoso sulla lucidità della nostra convivenza multietnica il vuoto pedagogico intorno alle risposte che le popolazioni del mondo danno alle grandi domande esistenziali. Sappiamo insegnare ai bambini come è fatto l'ultimo sistema arrivato dalla California per il loro computer, ma non sappiamo spiegare loro il significato delle preghiere recitate dal compagno straniero. L'intolleranza si giova dell'ignoranza propria e di quella altrui sui simboli, sui riti, sulle vicende della pietà, sui santi e sui paradisi delle diverse fedi. Un'istruzione monotematica è incompatibile con un pacato rispetto di identità e di radici”. Un'analisi ineccepibile. Che probabilmente può dare fastidio ad eventuali nostalgici degli opposti integralismi, tanto di marca laicista quanto clericale. Ma se verosimilmente occorreranno anni e molte discussioni (che però bisogna cominciare a fare, più di quanto non accada oggi, anche sulle pagine delle riviste pedagogiche e didattiche) per giungere ad un necessario insegnamento delle religioni, è senz'altro già l'ora di prevedere, incoraggiare e proporre momenti di formazione per gli insegnanti, incentrati sul pluralismo religioso, sulla storia e i caratteri delle tradizioni delle fedi, sul dialogo ecumenico e interreligioso. Anche sulla Bibbia, si badi, lo straordinario grande codice della cultura occidentale, purtroppo autentico libro assente , più citato e storpiato che letto, alle nostre latitudini. So bene che l'impresa è difficile, che cozza contro cronici ritardi, privilegi consolidati, più o meno consapevoli miopie e sempre più frequenti ritorni a chiusure identitarie, ma resto altresì convinto che non si possa più andare avanti così. Col rischio, già oggi incombente, di una sorta di prossima balcanizzazione delle ore di religione, con la loro moltiplicazione a dismisura, e con la prospettiva di smarrire il senso autentico dell'istituzione scolastica: l'avvio alla riflessione critica, al confronto fra posizioni differenti, all'accoglienza intelligente dell'altro. Possiamo dunque cominciare a dibattere seriamente di una nuova pedagogia interreligiosa , anche per togliere l'acqua ad integralisti e fondamentalisti di ogni colore e provenienza?

 



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