
DUE LINGUE SONO MEGLIO DI UNA
I carabinieri hanno chiuso la scuola coranica di Sassuolo(Modena),perché era senza autorizzazioni e i bambini che la frequentavano erano fuorilegge perché non adempivano all’obbligo scolastico(appena in tempo prima che diventi diritto-dovere).
Sempre all’arma dei carabinieri apparteneva quel signore che un po’ di tempo fa venne alla Direzione Didattica del 3°Circolo di Modena per avere informazioni circa il corso di arabo quivi istituito.Sia in un caso che nell’altro i carabinieri erano alla ricerca di centri integralisti musulmani di matrice eversiva.
Ho la fortuna di essere il maestro di un bimbo che l’anno scorso frequentava la scuola coranica di Sassuolo e quest’anno frequenta la scuola pubblica a tempo pieno “Giovanni XXIII°”.
La prima precisazione ovvia, ma evidentemente non scontata per tutti, è che R. non è un pericoloso sovversivo,anche se non esita a disubbidire alla mamma mentre gioca nel cortile della scuola e perciò torna a casa con le scarpe e i pantaloni sporchi o infangati. Nemmeno il papà è un pericoloso talebano o un terrorista clandestino,anche se momentaneamente è rimasto senza lavoro e perciò ha più tempo della mamma per accompagnare il figlio a scuola,dove è sempre il primo a firmare gli avvisi degli insegnanti e a partecipare alla iniziative della scuola.
Probabilmente è stato proprio il papà che, esattamente un anno fa, ha deciso di presentarlo come privatista all’esame di ammissione alla classe terza. R non ha superato l’esame e perciò è stato iscritto alla classe seconda,la mia appunto. In effetti concordo con le colleghe che lo hanno esaminato: R non aveva una conoscenza dell’italiano ,scritto soprattutto,che gli permettesse di frequentare la terza elementare. Infatti ho dovuto programmare per lui un intervento individualizzato,che gli permettesse di fare in modo accelerato il percorso che i suoi compagni avevano fatto l’anno prima per imparare a leggere e scrivere. R si è molto impegnato e i risultati non si sono fatti attendere. Il papà è stato molto contento quando gli abbiamo comunicato che da gennaio al sabato mattina sarebbe partito un corso di lingua araba,anzi, a dir la verità, è stato uno dei motivi principali per cui, pur avendolo bocciato, ha deciso di iscriverlo comunque alla nostra scuola.
Probabilmente il progetto di vita del papà prevede un rientro nella terra d’origine e sicuramente non contempla l’abbandono della lingua madre per i propri figli. Momentaneamente è disoccupato,sente il peso di farsi mantenere dalla moglie,ma conserva intatta la sua dignità. Come ha vissuto R questa doppia esperienza scolastica? Quando è arrivato era molto chiuso e scontroso,probabilmente l’esperienza della scuola coranica non è stata positiva dal punto di vista della socializzazione,troppo ristretto e omogeneo il gruppo di compagni. Anche delle sue competenze nella lingua araba,ha preferito non parlare fino a quando non è cominciato il corso di lingua araba,che gli ha fatto capire come per la sua lingua ,quella che usa in casa ogni giorno con la mamma e il papà, c’era davvero un posto anche nella nuova scuola. Il suo volto si è illuminato tutto con un sorriso quando, negli ultimi giorni di scuola, compilando un questionario, per il gemellaggio che abbiamo appena iniziato con il Brasile,ha potuto rispondere che oltre la lingua madre parla un'altra lingua : l’italiano.
Oltre a lui hanno potuto rispondere allo stesso modo solo le sue due compagne che come lui frequentano il corso di lingua araba.
Tra gli altri compagni “italiani”,qualcuno,roso dall’invidia,avrebbe voluto rispondere che sapeva parlare l’inglese,ma dopo averci riflettuto,ha dovuto ammettere che se dovesse entrare in una classe di bambini inglesi non riuscirebbe a farsi capire così bene come fa R con lui. Ad ogni buon conto posso tranquillizzare Andrea Leoni di Forza Italia,che aveva tuonato contro il Comune di Modena per aver istituito il corso di lingua araba, che R e le sue compagne torneranno a scuola dal 14 al 30 giugno per un corso intensivo di lingua italiana,che il nostro istituto attiva ormai da sei anni per gli alunni stranieri. Perché ”do lengui is mey che one” come direbbe la pubblicità. E deve essere proprio vero se anche la Moratti nella Circolare 29 raccomanda di privilegiare”ove possibile,la coltivazione dell’eventuale lingua madre che fosse diversa dall’italiano”.
Arturo Ghinelli arturoghinelli@katamail.com
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