L’INTERAZIONE DIALOGICA E DIALETTICA.Il setting autobiografico e le modalità comunicative
Laura Tussi
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L’INTERAZIONE DIALOGICA E DIALETTICA.
Il setting autobiografico e le modalità comunicative.


di LAURA TUSSI


Nell’ambito dell’incontro narrativo, tessere la trama della propria narrazione è una ricognizione biografica che pone attenzione agli atteggiamenti comunicativi dell’utilizzo del linguaggio dell’altro e la reciprocità dell’interscambio dialogico. L’interazione comunicativa tramite il linguaggio e il vocabolario di un lessico specifico e di uno stile espositivo si adatta ad un linguaggio impiegato in modo non artificioso, per cui il biografo riuscirà ad identificarsi anche transitoriamente, con il soggetto, che nella situazione dell’intervista vive un incontro naturale e dialogico, di accoppiamento comunicativo, quale risorsa apprenditiva di un’interiorità di significazione.


Modalità relazionali e comunicative nel racconto.


Nell’incontro-confronto tra due testimonianze si rivelano aspetti del raccontarsi non affidati alle parole, ma ai gesti, all’espressione del volto, la postura, lo sguardo, quali canali espressivi di sensazioni, emozioni e sentimenti rispetto a momenti, situazioni, svolte o incontri appartenenti alla relazione comunicativa, con emozioni, stati d’animo, i ritmi del discorso, le pause e i silenzi delle esitazioni su cui punteggiare il racconto.
Le esitazioni dell’intervistato si possono completare con interazioni di sospensioni nel prendere la parola, favorendo il silenzio, placando o attenuando il senso di ansia, di impotenza e fallimento, come preoccupante e ostile, per cui anche il silenzio emotivo dell’ansia può essere una forma di comunicazione che esprime momenti di disagio emotivo in reazione ad un intervento distonico nel silenzio di elaborazioni riflessive.


I luoghi e i tempi dell’ascolto.


Il setting autobiografico con i suoi elementi fisici di organizzazione dello spazio e del tempo favorisce una adattante relazione comunicativa che favorisce la propensione al lavoro su di sé e all’apprendimento autoriflessivo, quale spazio tranquillo e meditativo, silenzioso e privato, in cui il soggetto non venga interrotto frequentemente, favorendo l’instaurarsi di una relazione di intimità dialogica, perché luogo né personalizzato né troppo  anonimo, ma confortevole ed accogliente. Risulta sconsigliabile frapporre barriere tra gli interagenti dell’intervista, perché l’organizzazione dello spazio deve facilitare il tempo per disvelarsi.



Le domande nell’incontro dialogico.


Le condizioni di un racconto spontaneo e non condizionato richiedono una contrattazione iniziale dove i soggetti implicati nell’incontro narrativo forniscano stimoli, suggestioni, input proposti, traiettorie vitali, segmenti di esistenza nel percorso di autoriflessività narrativa.
Nel contesto del setting autobiografico si determinano approfondimenti contenutistici, censure, dimenticanze ed oblii secondo una curvatura focalizzante attribuibile alla biografia, caratterizzata dalle soste del tempo interiore, da sentimenti ed emozioni che ingenerano processi di autoriflessione e meccanismi di rifocalizzazione progettuale e decisionale in base a vissuti emotivi, e a pratiche cognitive, per cui la vicenda della storia degli effetti e delle esperienze pone attenzione a modalità comunicative e relazionali, al fine di indurre approfondimenti autoriflessivi e precisazioni che richiedano tecniche comunicative quali le questioni e i brevi questionari con implicazioni autoformative e autotrasformative.
Nel setting autobiografico si sperimentano modalità comunicative e relazionali al fine di ingenerare approfondimenti autoriflessivi e tecniche comunicative per ritrovare nel racconto nessi sintattici, collegamenti esplicativi e interconnessioni di significati, in eventuali contraddizioni,  non con un’intenzione e un tono valutativi o indiziari, per suscitare, stimolare e indurre autoriflessività rispetto alla coerenza della narrazione e alla coerenza di significati, combinando nell’interazione, in modo diverso le parti del discorso.
Queste pratiche narrative e narratologiche agevolano comportamenti comunicativi ed espressione di un clima relazionale nella fusione emotiva dell’elaborazione autoriflessiva e problematizzante, tramite la disponibilità e capacità di interrogarsi e di ripensarsi, evitando interpretazioni, ostacolando la riappropriazione riflessiva ed autoformativa.


L’analisi delle narrazioni.


L’analisi delle singole storie di vita prevede la comparazione tra più racconti, ossia la decodifica e la comprensione del testo narrato e reso esplicito attraverso un registro soggettivo e fenomenologico con strumenti ricognitivi diversi, aperti a linguaggi non solo descrittivi e verbali, ma anche di tipo simbolico e metaforico aprendo il pensiero a mondi personali, emotivi e cognitivi anche avulsi dal registro esclusivamente verbale. La decodifica dei materiali biografici raccolti, è svolta tramite un’analisi attenta e articolata di molteplici percorsi anche incrociati, per cui la scelta di uno o più percorsi di analisi di un testo, di un’intervista, dipende dai particolari, le peculiarità, i caratteri del materiale raccolto e da interessi nuovi che le narrazioni possono suscitare. L’ascolto attento e fluttuante che consente di cogliere la dinamica dell’intera intervista, in base a ipotesi predefinite da altre situazioni di ricerca, permette l’appropriazione del testo narrativo in cui annotare impressioni, temi emersi, passaggi di contenuto, ritmi del discorso, permettono di penetrare la trama narrativa biografica con le strutture intorno a cui si organizza la storia di eventi simbolico-rappresentazionali, con salienza tematica e tramite continua apicali. Nella narrazione è presente la recorsività di tipo linguistico e formale, nella ricorrenza di parole, di frasi-chiave, di modi di argomentare, nella forma spezzata e continua del discorso, nella rilevanza di certi eventi con lunghezza o brevità di alcuni nuclei tematici o determinate argomentazioni e affermazioni, annotando anche l’assenza di certi temi. L’analisi di una narrazione pone attenzione alla dinamica della narrazione stessa, con sequenze, determinati temi, rievocate situazioni e salienze relazionali, in cui si possono evidenziare salti logici, passaggi inferenziali o altre strutture del testo inclini a fluenze narrative, composite nelle trame con un effetto organizzante e coerente, esplicativo e giustificativo. Il mondo sensibile ed emozionale dell’intervistato propone motivi vitali ed esistenziali nel loro intrecciarsi in strutture aperte a potenziali narrazioni e mutamenti, nelle apicalità esistenziali dell’amore, del gioco, della morte…


 



 



 

nome:Laura cognome:Tussi email:tussi.laura@tiscalinet.it

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