Scrive Thomas Eliot: Dov'è la saggezza che abbiamo perso in conoscenza? Dov'è la conoscenza che abbiamo perso in informazione? Interrogativi integrati da:
Bruno Santoro - 28-03-2015
Nella nostra epoca il problema dell'istruzione ovvero quello della formazione del cittadino si gioca sensibilmente attorno al rapporto tra didattica e tecnologia, in particolare le tecnologie dell'informazione. Un rapporto che spesso si scontra con il vuoto di elaborazione di modelli didattici e con l'aggressiva esuberanza di soluzioni tecnologiche che dichiarano di potere risolvere i problemi a cui quei modelli didattici dovrebbero rispondere. Tentare di bilanciare questo rapporto significa quindi colmare questo vuoto, selezionare le offerte e scegliere le soluzioni.
Bruno Santoro - 21-03-2015
Ciò di cui abbiamo bisogno è essenzialmente una strategia, una pianificazione attenta modellata sui nostri bisogni e che, con sufficiente consapevole, approfitti dei molti, innegabili e profondi vantaggi che la tecnologia oggi offre al mondo dell'istruzione. Perché accogliere la tecnologia all'interno della didattica si deve, quindi, ma anteponendo la necessità di una strategia, disegnandola preventivamente attorno ai problemi, ai bisogni e alle caratteristiche del contesto di apprendimento.
Stefano Ulliana - 14-03-2015
Se l'insegnamento della filosofia è apertura consapevole alla ricerca, libera ed incondizionata, intorno al vero ed al reale, tutte le acquisizioni relative ai singoli autori ed alla loro relazione con il contesto e la tradizione storica non possono non rimanere potenzialmente e dinamicamente sempre riorientabili, in un rapporto dialettico continuo fra la proposta del singolo pensatore e gli orizzonti culturali prevalenti nella sua contingenza e nella trasmissione effettiva o potenziale delle versioni dominanti o di quelle apparentemente recessive e/o alternative.
Maria Laura Vanorio - 07-03-2015
Perché, ad esempio, dedicare un anno ai Promessi Sposi? Non si potrebbe leggere altro? A volte vengono avanzate domande più sottili e insidiose: è giusto leggerli al secondo anno? Difficile prendere posizione sia con gli studenti che ci pongono queste domande sia con la comunità degli addetti ai lavori. Mi interessa piuttosto capire perché molti di noi e molti dei nostri alunni, almeno nel ricordo abbellito, dichiarano: a scuola i classici mi sembravano noiosissimi, ma poi rileggendoli forse non sono così male. Calvino ce lo ha detto per primo e con grande ironia, i classici sono quei libri di cui si dice sempre "li sto rileggendo"...
Bruno Santoro - 27-02-2015
Eh si, sembra proprio che senza tecnologie non si possa davvero più insegnare, a tutti i livelli della scuola italiana. Siamo in ritardo, è stato sentenziato, rispetto alla solita Europa, che quando si tratta di livellare sembra sempre un passo ...
Bruno Santoro - 20-02-2015
Il problema principale in una didattica per competenze, individuata la competenza a cui si sta lavorando con i propri colleghi, sta nel nel decodificarla, cioè nell'indicarne gli snodi interni in termini di abilità costitutive. Tutti gli insegnanti, in una didattica per competenze, lavorano a tutte le competenze di cittadinanza. Una volta identificati questi elementi (sub-competenze? abilità? attitudini evidentemente da valorizzare con il medesimo obiettivo) è possibile compilare il vero 'foglio di lavorazione' cioè realizzare il progetto di attività attraverso la quale ci si propone di sviluppare quella o quelle determinate abilità.
Giuseppe Aragno - 13-02-2015
Nella nostra storia ci sono anche le foibe, evento minore che nei manuali scolastici e nel Paese è diventata «centrale». Vicenda minore di scarso significato, che ha radici nella «grande guerra», tragedia ben più grave, in cui su seicentomila «caduti», centomila li fecero la fame e il governo, che li lasciò al loro destino, prigionieri di Germania e Austria che non potevano alimentarli. Perché?
Marcello Sala - 07-02-2015
Poiché ogni approssimazione-imprecisione nel linguaggio porta a un'approssimazione-imprecisione nel concetto, l'esperto che comunica ha la necessità di essere rigoroso, di usare il termine appropriato che, credo non solo nelle discipline scientifiche, è un termine "tecnico", ovvero ristretto nel suo significato al contesto della disciplina; finisce così per usare termini tecnici per spiegarne altri, dando per scontato proprio ciò che deve essere ancora spiegato; ciò significa rendere incomprensibile al non esperto la spiegazione che si ritiene indispensabile per consentirne l'apprendimento.
Rosalba Conserva - 24-01-2015
Occorre tenere ferma l'idea dell'unità del vivente per ripensare i presupposti culturali su cui si fondano i processi di insegnamento-apprendimento che si praticano a scuola. Nella complementarità conservazione/cambiamento, la relazione che si crea tra insegnante e allievo ha bisogno di una saggezza sistemica che, sola, può rendere legittimo e conveniente l'adottare pratiche didattiche riduzioniste.
Cesp Bologna - 16-01-2015
L'oggetto cui questi materiali di riflessione rivolgono lo sguardo è il fascismo, il regime che varò una legislazione razzista e antisemita, discriminò ebrei e africani, perseguitò chi non si piegava al razzismo di Stato e partecipò attivamente alla deportazione degli ebrei verso lo sterminio. In particolare si è scelto di puntare i riflettori storici sulla scuola del regime, soprattutto quella elementare, che si avviava ad accogliere percentuali della popolazione italiana sempre più ampie e che quindi funzionò come un potentissimo dispositivo di educazione (e indottrinamento) delle classi popolari. Il regime ne comprese subito l'importanza.
Giuseppe Aragno - 09-12-2014
Il laboratorio di metodologia della ricerca e sperimentazione di una didattica della storia, di cui sono stato ideatore ed esperto esterno, ha operato presso il Liceo Classico "Adolfo Pansini" di Napoli dal 2002 al 2011, grazie al prezioso lavoro delle colleghe Arianna Anziano, Luciana Blasi, Bianca Giuanquitto, Maria Palumbo ed Evelina Violini. Ne sono nati cinque saggi, scritti dagli studenti che hanno partecipato all'esperienza e pubblicati dagli editori Ferraro e La città del Sole nella collana "I Quaderni del Pansini". Tutto iniziò con una visita al preside, Salvatore Pace, al quale esposi il progetto. Benché sconcertato, il preside, che non mi conosceva, ne parlò ai docenti. Si formò così il gruppo che realizzò poi il laboratorio. Propongo ai lettori, con una punta di nostalgia, il testo del progetto, ritrovato per caso, mentre riordinavo vecchi documenti. Le difficoltà in cui versa la scuola,
Gennaro Tedesco - 21-11-2014
Il 1918 è l'anno del rientro dal fronte: ritornano a casa, alla vita civile, milioni di tedeschi, italiani, francesi, inglesi. In Italia e in Germania più che in Francia e in Inghilterra la fine del primo conflitto mondiale introduce segni evidenti di disgregazione politica e sociale oltre che economica. Certo tutta l'Europa, all'indomani della prima tragedia mondiale, è attraversata da una crisi economica lacerante e profonda. La produzione bellica cessa, non si riesce, per il momento, a intravedere qualcosa di alternativo ad essa.
Le industrie europee, uscite dal conflitto, non possono più produrre per il mercato unico e standardizzato imposto dalle esigenze belliche. Le forniture belliche richiedono una concentrazione di capitali che conduce alla formazione di cartelli industriali monopolistici, altamente tecnologici e organizzati.
Marco Barone - 01-11-2014
Facendo una ricerca nel motore di ricerca dell'archivio storico della Camera dei deputati, ho voluto dedicare attenzione alle prime discussioni dedicate, nel corso della storia, alla voce scuola. La prima volta che si affronta una problematica inerente tale tematica nel Regno di Sardegnaè durante la tornata del 20 giugno 1848: Il segretario Cottin legge all'assemblea una petizione riguardante la città di Chambéry. "Parecchi abitanti di questa città chiedono che non sia fatto ostacolo né divieto al mantenimento delle attuali corporazioni religiose, che però ogni libertà sia concessa all'insegnamento laico, e che i maestri di scuola e gli istitutori non siano più sottoposti ad arbitrarie disposizioni". Dunque si cerca la via del compromesso...
Ristretti orizzonti - 25-10-2014
Ogni anno a novembre la Conferenza nazionale Volontariato Giustizia organizza una Giornata Nazionale aperta a persone detenute, operatori del settore, giovani e adulti, dedicata a un progetto che vuole far incontrare il Carcere e la Scuola. Due mondi che si devono conoscere e confrontare, per riflettere insieme sul sottile confine fra trasgressione e illegalità, sui comportamenti a rischio, sulla violenza che si nasconde dentro ognuno di noi.
"A scuola di libertà" è un progetto che serve per parlare di come si può arrivare a commettere un reato, per capire che potrebbe capitare a tutti di trovarsi "dall'altra parte", da quella dei "cattivi":
Pina Caporaso e Daniele Lazzara - 17-10-2014
In una quarta elementare i bambini e le bambine riflettono sull'identità di genere, attraverso le storie, le immagini televisive, il confronto e la discussione tra pari. Ne emerge un quadro in cui è evidente quanto siano radicate le visioni più ricorrenti del maschile e femminile, attraverso tanti noti stereotipi di genere. Al tempo stesso, però, si palesa la capacità dei bambini/e di notare le criticità e le ristrettezze di un adeguamento troppo rigido ai ruoli imposti ai generi. Una scuola, una classe, 26 bambini e bambine, due generi a confronto: per una fotografia dei rapporti tra maschile e femminile che ancora dobbiamo immaginare. Il documentario dura circa cinquanta minuti.
Gennaro Tedesco - 10-10-2014
L'Inghilterra liberale, la Francia clerico-conservatrice e la Russia zarista e reazionaria possono accettare e accettano l'unificazione e l'indipendenza della penisola sotto il Regno sabaudo, ma non possono accettare e non accettano il salto nel buio rappresentato da un possibile consolidamento della dittatura garibaldina in una eventuale Repubblica democratica del Sud. Sia l' Inghilterra che la Francia e la Russia hanno importanti interessi strategici e commerciali da salvaguardare nel Mediterraneo ed essenziale rimane la posizione centrale dell' Italia nell'area. Indipendenza e unità possono contribuire a diminuire la pressione delle potenze europee sugli staterelli italiani quasi completamente asserviti all'Austria; in questo modo si accresce la stabilità dell'intero bacino mediterraneo e dell'Europa.
Alfredo Tifi - 04-10-2014
Valutare gli studenti nei modi tradizionali non mi ha mai convinto: nessuna utilità per loro, nessuna utilità per me come loro insegnante. Ho, quindi, messo a punto una proposta che non mi pare esagerato definire rivoluzionaria.La rivoluzione principale è questa: i ragazzi cominceranno gradualmente a studiare per comprendere invece che per sapere cosa devono ri-dire o ri-fare; da subito si aplpicheranno per raggiungere scopi, e non per il "merito in sé" (voti). Impareranno a costruire comunità di apprendimento; diventeranno autonomi e responsabili.
Rivista italiana di Costruttivismo - 26-09-2014
Il modello Ceccatiano della mente, messo in atto nella sua pratica didattica di "Maestro inverosimile" nella scuola elementare e proseguito da un gruppo di suoi collaboratori, fornisce uno strumento per un rinnovamento della didattica e la comunicazione docente/allievo nella scuola e per la rimotivazione all'insegnamento e all'apprendimento. Nel contributo vengono forniti alcuni esempi di pratiche didattiche e alcune indicazioni per la formazione in questa direzione dei docenti.
Gennaro Tedesco - 19-09-2014
Il complesso degli Studi post-coloniali e subalterni e della Storia mondiale e globale è enorme e sofisticato. E nel Bel Paese solo in rarissimi casi ne abbiamo visto l'applicazione sul "campo" anche perché scontiamo una tradizione soprattutto storica e antropologica molto concentrata sulle nostre "radici" interne, cioè nazionali. E' molto difficile affacciarsi su interazioni globali, che proprio nel loro tentativo di transazionalità e transnazionalità rischiano di oscurare più che illuminare. Tanto più che tentativi del genere possono anche mettere a nudo eventuali carenze professionali soprattutto in una tradizione scolastica scientifica e universitaria come la nostra dedita alla specializzazione e alla parcellizzazione settoriale e disciplinare.
Anna Fogarolo - 11-09-2014
La fantasia e la creatività dell'insegnante di sostegno non ha eguali, ogni giorno oggetti di uso quotidiano diventano splendidi strumenti capaci di insegnare e integrare; per la prima volta alcune di queste idee, che da sempre caratterizzano il percorso dell'inclusione e dell'apprendimento scolastico, vengono raccolte e analizzate da un libro che propone strumenti didattici autocostruiti per attività educative di sostegno.
Idee, giochi, attività, sono presentate come vere e proprie attività educative troppo spesso segregate dentro gli armadi degli insegnanti di sostegno. Mollette, rulli profumati, pinze, rotoli vuoti di carta igienica, strumenti a basso costo diventano oggetti preziosi, spesso costruiti a costo zero.