Le aberrazioni delle decisioni del federalismo svizzero e le responsabilità politiche del centro e della destra nell’affaire immigrazione
Ecumenici - Leonhard Ragaz
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«Sono meticcio»,grida un pittore dalla tavolozza accesa,
«sono meticcio»,mi gridano gli animali perseguitati,
«sono meticcio»,declamano i poeti peregrini,
«sono meticcio»,riassume l'uomo che mi incontra

nel dolore giornaliero d'ogni angolo,
e perfino l'enigma di pietra della razza morta
accarezzando una vergine di legno dorato:
«è meticcio questo grottesco figlio del mio ventre».
Anch'io sono meticcio in altro aspetto:

nella lotta in cui uniscono e respingono le due forze
che si contendono il mio intelletto,
le forze che mi chiamano assaporando
delle mie viscere lo strano sapore del frutto
imballato prima di prenderlo maturo all'albero.
Mi volgo nel limite dell'America ispana
ad assaporare un passato che ingloba il continente.
Il ricordo sfugge con soavità indelebile
come il suono lontano di una campana


(Che Guevara)


http://ecumenici.altervista.org/html/


Le aberrazioni delle decisioni del federalismo svizzero e le responsabilità politiche del centro e della destra nell’affaire immigrazione












Il Consiglio degli Stati è composto da 46 deputati dei Cantoni svizzeri. I Cantoni di Obvaldo, Nidvaldo, Basilea Città, Basilea Campagna, Appenzello Esterno e Appenzelleo Interno eleggono un deputato ciascuno; gli altri Cantoni, due.



In maggio, il Consiglio nazionale aveva deciso che il Consiglio federale poteva ritrarre una parte o l’intera somma dell’aiuto pubblico allo sviluppo a quegli Stati che si rifiutano di cooperare nel riprendere loro cittadini respinti dalla Svizzera. La proposta è stata accolta – 80 voti contro 74 - grazie all’appoggio dei deputati democratici cristiani.


Svizzera: Consiglio degli Stati inasprisce la legge sull’asilo


(ve/livenet) Il Consiglio degli Stati segue le indicazioni di Blocher e inasprisce la legge sull’asilo. Lo scopo è quello di tenere lontani gli immigrati poveri.

20 marzo 2005 - (ve/livenet) Le osservazioni e gli appelli delle chiese, degli enti umanitari e di alcuni professori di diritto, espresse prima del dibattito parlamentare, non sono stati ascoltati dai senatori. Il Consiglio degli Stati ha introdotto delle misure addirittura più restrittive di quelle proposte dal Nazionale. L’Aiuto Svizzero ai Rifugiati ha parlato di un “giorno nero per la protezione dei diritti dei rifugiati e dei principi fondamentali in Svizzera”.

No all’ammissione umanitaria
In base a quanto deciso dal Consiglio degli Stati, le autorità potrebbero mettere in stato di detenzione, per un periodo fino a 18 mesi, richiedenti l’asilo la cui domanda è stata respinta al solo scopo di convincerli a lasciare il paese. Richiedenti che si oppongono al decreto di rimpatrio potrebbero essere condannati a pene detentive fino a due anni. Il Consiglio degli Stati ha cancellato, praticamente senza discussione, l’ammissione a titolo umanitario, proposta dal Consiglio Federale e dal Consiglio Nazionale. Richiedenti l’asilo privi di permesso di soggiorno che non possono essere rimpatriati per vari e validi motivi, non potranno richiedere il ricongiungimento famigliare.

No agli aiuti urgenti
Con 25 voti favorevoli e 11 contrari, il Consiglio degli Stati ha deciso che tutti i richiedenti l’asilo la cui domanda è stata respinta non potranno più ottenere aiuti sociali. Gli aiuti sociali costituirebbero un motivo che spinge i richiedenti a rimanere in Svizzera, ha dichiarato il ministro di giustizia Christoph Blocher. Inoltre, ha proseguito il consigliere federale, lo stop agli aiuti d’emergenza ai richiedenti la cui domanda è stata respinta, in vigore dall’aprile 2004, si sarebbe rivelato un ottimo deterrente. Christiane Brunner, del Partito Socialista, ha ricordato che le persone colpite da tali misure si rifugiano spesso nella clandestinità contribuendo all’aumento del numero di lavoratori in nero e alla crescita della microcriminalità. Il ministro Blocher ha negato che ciò corrisponda al vero.

No a chi arriva senza documenti
Contro il parere della sinistra, il Consiglio degli Stati ha inasprito i criteri che portano alla decisione di non entrata in materia. Domande inoltrate da richiedenti l’asilo che non sono in grado di presentare documenti d’identità nel giro di 48 ore non devono più essere automaticamente prese in considerazione. I richiedenti devono dimostrare, in modo convincente, di non essere essi stessi all’origine della perdita dei documenti. Se c’è il sospetto che i documenti presentati (dichiarazioni di nascita o patenti di guida) possano essere falsificati, scatta la decisione di non entrata in materia.

Ruolo degli enti umanitari
Rappresentanti degli enti umanitari possono continuare ad assistere al primo interrogatorio dei richiedenti. Una proposta che prevedeva di non ammettere più delegati degli enti umanitari ai colloqui, presentata dall’UDC Maximilian Reimann, è stata respinta dai senatori. La legge, approvata con 27 voti favorevoli e 11 contrari, torna ora al Consiglio Nazionale.

Violazione della Costituzione
Il direttore dell’ente umanitario delle chiese evangeliche in Svizzera ACES, Franz Schüle, si è detto amareggiato per la decisione presa da Berna. E ha ribadito che il compito degli enti d’aiuto continuerà comunque a essere quello di ”aiutare i profughi, così come ci ordina l’evangelo”.
Secondo Schüle in Svizzera manca una corte costituzionale alla quale rivolgersi nei casi in cui si registra una violazione della carta fondamentale. Il Consiglio degli Stati “ha interpretato con molta leggerezza la Costituzione”, ha detto Schüle, ”senza tenere conto degli studi presentati dai professori di diritto Jörg Paul Müller e Walter Kälin”, i quali sostengono che togliendo gli aiuti d’emergenza e introducendo l’obbligo, per i profughi, di presentare dei documenti,
Berna viola il diritto internazionale e la stessa Costituzione svizzera (livenet Peter Schmid).

Ulteriori informazioni in lingua tedesca:

Il dibattito parlamentare 
Dibattito in Parlamento 

Appello delle chiese e delle comunità israelitiche 

Appello delle chiese  



Appello di un gruppo di giuristi contro l’inasprimento della legge Appello dei giuristi
 





La presa di posizione dell’Aiuto Svizzero ai Rifugiati


 Loi sur l’asile: Atterrissage forcé après un vol à l’aveugle


pro 2005-03-17


Jour de deuil pour la protection des réfugiés et le respect des droits fondamentaux en Suisse : le Conseil des Etats a approuvé de nombreuses aggravations de la législation sur l’asile. Certaines d’entre elles portent atteinte à notre Constitution ainsi qu’aux engagements internationaux pris par la Suisse et restreignent l’application de droits fondamentaux.


Plusieurs membres de la Chambre haute de sensibilités politiques différentes ont vivement déploré la procédure bâclée qui a entravé une évaluation un tant soit peu sérieuse de la portée des nouveaux durcissements. Or des expertises émanant d’experts reconnus du droit constitutionnel et du droit international avaient remis en cause des points centraux du projet de révision de la loi sur l’asile – et la justesse de ces expertises n’ont à ce jour pas été réfutée autrement que de façon expéditive. Aucun Message explicatif n’a accompagné les nouvelles propositions d’aggravation acceptées en août 2004 par le Conseil fédéral. Des bases d’appréciation importantes telles que le rapport du Contrôle parlementaire de l’administration (CPA) relatif à l’application des mesures de contrainte n’ont pas été mises à la disposition du Conseil des Etats. Le suivi (monitoring) par l’Office fédéral des migrations des conséquences de l’exclusion de l’aide sociale n’est pas achevé.

En dépit de toutes ces réserves, le Conseil des Etats a adopté les nouvelles mesures à l’aveuglette, allant même ponctuellement plus loin que sa Commission des institutions politiques. Les votes ont généralement suivi les lignes de partage traditionnelles, mais le malaise de beaucoup de membres du Conseil d’orientation libérale était manifeste. Pourtant, les opinions préconçues l’ont finalement emporté.

De la sorte, des valeurs fondamentales connues par notre pays ont subi un atterrissage forcé. Requérants d’asile et réfugiés sont ceux qui en subissent les conséquences les plus directes.
Mais la réputation de la Suisse, qui est l’Etat dépositaire de la Convention de 1951 sur le statut des réfugiés, et sa crédibilité à l’égard du respect des droits de la personne humaine s’en trouvera sérieusement écornées.
Des principes de notre Etat de droit vacillent. Quelles autres catégories de personnes seront touchées après ces expériences de laboratoire menées dans le domaine de l’asile ? En se livrant à cet exercice, le Conseil des Etats a usurpé son appellation traditionnelle de « chambre de réflexion ».

L’Organisation suisse d’aide aux réfugiés (OSAR) regrette profondément cette évolution. Elle espère que le Conseil national saura annihiler les aggravations les plus incisives là où cela est encore possible.

Questions complémentaires:



  • Jürg Schertenleib, Leiter Rechtsdienst, Tel. 031 370 75 36 (Direktwahl)
    oder 078 824 25 95

  • Yann Golay, porte-parole, tél. 031 370 75 67 (ligne directe) ou 079 708 99 26

Aperçu des décisions du Conseil des Etats:



  • Les logements privés de requérants d’aile pourront à l’avenir être perquisitionnés sans mandat judiciaire. Cette mesure est définitivement acceptée car le Conseil des Etats a par là confirmé une option prise par le Conseil national. De la sorte se trouve violé le principe de l’intangibilité de la sphère privée. La Commission du Conseil des Etats avait pourtant rejeté cette proposition.
  • L’institution de l’admission humanitaire telle qu’elle avait été proposée par le Conseil fédéral et adoptée par le Conseil national est rejetée. L’admission pour inexigibilité du renvoi est restreinte aux situations de mise en danger de la vie.
  • Les cas de rigueur ne peuvent plus être régularisés par les autorités fédérales. A l’avenir, seuls les cantons pourront entreprendre cette démarche – et ils ne seront pas tenus de la faire.
  • La non-entrée en matière pour absence de papiers est aggravée, bien qu’une expertise du Professeur Kälin décrive cette mesure comme contraire aux engagements internationaux pris par la Suisse. Cette grave restriction d’accès à la procédure d’asile. Cette mesure barrera l’accès à une procédure d’asile ä des personnes effectivement persécutées et n’est pas compatibles avec les normes européennes.
  • L’exclusion de l’aide sociale est étendue à l’ensemble des requérants d’asile déboutés. Craintes et requêtes des cantons, des villes, des Eglises et des œuvres d’entraide n’ont pas été écoutées.
  • Même l’aide de première nécessité peut être refusée. L’article de li en question a seulement trouvé une autre articulation et une tournure rédactionnelle différente afin qu’apparaisse une divergence avec le Conseil national. Selon l’expert qu’est le Professeur Jörg Paul Müller, pareille disposition est clairement anticonstitutionnelle.
  • Des données personnelles peuvent être transmises aux autorités du pays d’origine déjà avant la clôture de la procédure d’asile. Ce durcissement est définitif. Seule la question de savoir si des données concernant une éventuelle procédure pénale peuvent également être transmises devra être soumise ä un aplanissement des divergences avec le Conseil national.
  • Mesures de contrainte : Les facultés d’assignation et l’interdiction de pénétrer dans un périmètre donné sont adoptées. La rétention de courte durée et la détention pour insoumission sont introduites. La durée maximale de détention doublée pour atteindre deux années.
  • Les soins médicaux pouvant être servis aux requérants d’asile sont limités.

Voir aussi «Dossier Révision de la loi sur l'asile».


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