Ics: "Rifugiati, in Italia un diritto negato"
di Flavia Capitani ROMA -
Il titolo è eloquente: “Rifugiati in Italia: la protezione negata”. L’Ics, Consorzio Italiano Solidarietà, ha redatto il primo rapporto sul diritto d’asilo in Italia, che analizza tutte le carenze nella tutela di chi arriva nel nostro paese e richiede che gli sia riconosciuto lo status di rifugiato.
Ecco un’anticipazione dei principali temi analizzati nel rapporto:
I DATI Secondo ICS nel 2003 i richiedenti asilo in Italia sono stati 25.795. Secondo il ministero dell’Interno 10.550. Un dato particolarmente significativo se si pensa che proprio per la mancanza di puntualità del governo nel produrre le statistiche, la commissione europea ha ridotto del 69.05% i finanziamenti per la tutela e l’accoglienza dei richiedenti asilo.
L’ACCOGLIENZA I fondi stanziati dallo Stato per il “Sistema di protezione dei richiedenti asilo” coprono il 6,76% del reale bisogno. Coloro che non riescono ad entrare in questo sistema di protezione e accoglienza trovano alloggio presso connazionali, in strutture abitative temporanee per i senza fissa dimora o sono costretti a occupare capannoni dismessi e stabili abbandonati.
I COSTI Nel 2003 accogliere un richiedente asilo all’interno delle strutture previste dal “Sistema di Protezione” è costato allo Stato italiano 17,99 euro al giorno (tutto compreso: vitto, alloggio e servizi di assistenza legale, orientamento sociale, inserimento). Trattenere un cittadino straniero in un centro di permanenza temporanea è costato in media 71.11 euro. Quando a fine aprile entrerà in vigore il decreto di attuazione della Bossi-Fini i richiedenti asilo finiranno nei “centri di identificazione”, dove verranno trattenuti in attesa dell’esame della loro richiesta. Nel 2003 per l'attivazione, la locazione, la gestione dei Cpt e la costruzione, l'acquisizione di immobili destinati a centri di permanenza e identificazione per stranieri irregolari e richiedenti asilo sono stati spesi 131.123.164 di euro.
LE FRONTIERE Solo nel 2004 sono state 280 le “vittime del Mediterraneo". Nel 2002 sono stati 37.656 i cittadini stranieri respinti alla frontiere. Nel 2003 24.202. Il respingimento alla frontiera vuol dire negare al cittadino straniero l’accesso al territorio italiano e negare quindi l'accesso alla procedura di asilo di chi cerca protezione. ICS denuncia nel rapporto l'assenza di qualsiasi forma di garanzia in merito.
LA COMMISSIONE CENTRALE PER IL RICONOSCIMENTO DELLO STATUS DI RIFUGIATO Nel 2003 delle 11.319 istanze di asilo esaminate dalla Commissione, 555 sono state accolte e 9.878 respinte. E’ significativo notare la notevole diminuzione, in termini percentuali, delle domande accolte, che passano dal 15.8% del 2001, al 7.4% del 2002 fino al 4.9% del 2003. Secondo l’ICS nonostante la Commissione Centrale sia un organo collegiale, il richiedente asilo viene spesso ascoltato da un’unica persona: il 30,4% delle audizioni si svolge in presenza di un solo commissario, nel 43,5% dei casi in presenza di due. “E’ fin troppo facile osservare come questa circostanza impedisca alla Commissione di mantenere una linea di condotta comune che garantisca omogeneità nelle decisioni. – si legge nel rapporto - La presenza di un solo commissario non tutela a sufficienza il richiedente asilo dal rischio inevitabile di valutazioni soggettive. Infine, il simultaneo svolgimento di più audizioni spesso impedisce al rappresentante dell’ACNUR di essere presente”.
Secondo lo studio effettuato dagli operatori del Consorzio Italiano Solidarietà la quasi totalità dei richiedenti asilo denuncia una generale insoddisfazione per la superficialità del colloquio: il poco tempo a disposizione, in media 15 - 20 minuti, non permette di raccontare in modo esaustivo e sufficientemente dettagliato la propria storia. Nel 5,48% dei casi l’intervista non dura oltre i 5 minuti e solo in 3 casi su 100 supera la mezz’ora. Questa durata comprende anche la traduzione dell’interprete. “Ovvio – si legge nel rapporto - che in così pochi minuti è pressoché impossibile per il richiedente asilo far emergere quanto vorrebbe e per i commissari raccogliere informazioni complete e approfondite. L’amarezza aumenta se si pensa alla sproporzione tra la lunga attesa per la convocazione (in media 18 mesi) e la durata dell’audizione stessa”.
Al termine del lungo e dettagliato rapporto l’Ics ribadisce soprattutto la necessità di una legge sul diritto di asilo e richiede che: - l'accesso alla procedura di asilo sia garantito a quanti arrivano in Italia anche in modo irregolare, essendo molto limitati i casi nei quali i richiedenti asilo riescono a lasciare il proprio paese con un passaporto e un visto di ingresso per l'Italia; - ci sia una procedura unica ed equa che si basi in via prioritaria sulle singole storie dei richiedenti asilo e non sulla generale valutazione del loro paese di origine; - il riconoscimento dello status di rifugiato sia fatto sulla base di quanto stabilito dalla Convenzione di Ginevra del 1951 e dalla Costituzione italiana (all'articolo 10). Secondo quest’ultima il diritto di asilo viene riconosciuto allo straniero “al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana”. - l'accoglienza di richiedenti asilo venga fatta in strutture che non limitino la loro libertà personale e che possano garantire servizi di assistenza legale e orientamento sociale; - sia garantito il diritto alla difesa in caso di diniego di riconoscimento dello status di rifugiato e pertanto la possibilità di permanere regolarmente sul territorio italiano nel caso di ricorso al giudice, fino a quando non sia emanato un provvedimento definitivo in merito.
(21 marzo 2005 - ore 18.42)
http://www.ilpassaporto.kataweb.it/dettaglio.jsp?id=25582&s=0
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