L’APPROCCIO INTERCULTURALE A SCUOLA
Oggi, quasi tutti i sistemi educativi europei (paesi membri dell’Unione Europea, paesi candidati e paesi AELS/SEE) tengono conto, nei programmi di insegnamento, dell’approccio interculturale, definito come “l’insieme dei processi attraverso i quali sono stabilite le relazioni fra le diverse culture”( 1). La definizione qui considerata, esclude l’apprendimento basato sulla cultura e sui valori nazionali, anche se una conoscenza in questo senso può essere necessaria per una migliore comprensione delle altre culture.
L’approccio interculturale deve permettere alle scuole di gestire la diversità culturale delle società, aumentata con i movimenti migratori degli ultimi decenni. È parte integrante dell’istruzione o delle attività intese per tutti gli alunni, che siano immigrati o nativi. Mentre riflette una preoccupazione comune ai paesi presi in considerazione, il suo scopo e modello di applicazione varia da un paese all’altro.
6.1. Obiettivi
Un’analisi dei programmi di insegnamento e della normativa relativa all’istruzione nei paesi europei, rivela che gli obiettivi dell’approccio interculturale si riconducono a tre aspetti principali:
• l’aspetto dell’apprendimento della diversità culturale, che dovrebbe aiutare gli alunni a sviluppare i valori di rispetto e di tolleranza. In alcuni paesi, la lotta contro il razzismo e la xenofobia è una parte integrante di questo aspetto;
• l’aspetto internazionale che, attraverso lo studio delle problematiche economiche e sociali che sottostanno alle relazioni internazionali (in particolare nord/sud), così come lo studio della storia del fenomeno della migrazione e delle sue cause, fornisce la comprensione della diversità culturale odierna nel suo contesto storico e sociale;
• l’aspetto europeo, incentrato sulla comprensione delle caratteristiche culturali dei popoli europei, la storia dell’integrazione europea e il ruolo svolto in Europa dal paese considerato, che permette agli alunni di sviluppare un senso di identità europea.
Solamente l’Islanda e la Bulgaria non tengono esplicitamente conto dell’approccio interculturale nei loro curricoli. In Islanda, tuttavia, l’approccio interculturale è l’oggetto di un progetto pilota lanciato in una scuola di Reykjavik, con lo scopo di diffondere i risultati fra le altre scuole.
In tutti gli altri paesi, la diversità culturale è sempre considerata nei curricoli. Molti di essi, precisamente Belgio (Comunità francese), Estonia, Italia, Austria, Portogallo e Svezia, pongono l’accento principalmente su questo aspetto. Dove l’approccio interculturale è parte dell’educazione preprimaria, l’attenzione viene posta principalmente sul rispetto e sulla tolleranza delle diversità culturali. Obiettivi più formali, come le questioni inerenti alle relazioni internazionali e allo sviluppo di un’identità europea, fanno la loro comparsa a livelli di istruzione più avanzati.
La dimensione europea è presente nella metà dei paesi considerati, inclusi sia i paesi già membri dell’Unione europea che quelli appena entrati a farne parte ed è sempre associata alla valorizzazione della diversità culturale.
I tre obiettivi principali dell’educazione interculturale sopra descritti, possono essere raggiunti tramite l’insegnamento di determinati tipi di conoscenze (accademiche) sulle caratteristiche culturali dei diversi popoli e sui contesti storico, sociale ed economico, nei quali sono radicate le distinzioni culturali. Questa componente più teorica dell’offerta insiste sull’importanza di non considerare l’altro nella sua alterità, in modo da evitare che venga ostacolato lo scopo principale dell’educazione interculturale di facilitare le relazioni interculturali. La valorizzazione della diversità culturale può anche essere indotta attraverso un approccio più generale, teso a dotare gli alunni di certe competenze sociali che li guidino verso i valori del rispetto e della tolleranza nei loro rapporti con le altre culture.
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(1) Consiglio d’Europa, 2004. Facets of interculturality in education (2004), p.9.
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