Darfur: Rapporto dall'Alto Commissario per i diritti umani
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Darfur: Rapporto dall'Alto Commissario per i diritti umani


Darfur picture  
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C’è grande preoccupazione nell’ambito della comunità internazionale per il riacutizzarsi della crisi e della violenza nella regione sudanese del Darfur, in particolare per gli intensi combattimenti registrati nelle ultime settimane in alcuni centri urbani, dai quali anche gli organismi di aiuto umanitario sono stati costretti ad evacuare il proprio personale.


Lo scorso 27 gennaio il Segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, ha invitato le parti coinvolte nel conflitto a rispettare gli accordi e le norme di diritto internazionale umanitario, a protezione dei diritti elementari della popolazione civile, condannando gli attacchi effettuati dalle forze del Movimento di liberazione popolare nei centri di Golo e Shearia, e richiamando tutte le parti in causa a cessare immediatamente le ostilità.


Nei giorni precedenti il Segretario generale, in un articolo apparso sul Washington Post, espresseanche la necessità di una trasformazione della Missione dell’Unione Africana (AMIS) nel Darfur inuna operazione di pace sotto l’egida delle Nazioni Unite e con un chiaro mandato del Consiglio di Sicurezza che permetta di proteggere, anche mediante l’uso della forza se necessario, la popolazione civile. Gli sforzi realizzati fino ad oggi dalle Nazioni Unite e dall’Unione Africana non hanno dati risultati durevoli e in molte zone del Darfur continuano gli omicidi, le violazioni e lo spostamento in massa dellapopolazione a causa del conflitto.


Attualmente l’ONU è presente nella regione con l’operazione di peacekeepingUNMIS (United Nation Mission in Sudan), che ha il mandato di monitorare e dare attuazione agli Accordi di Pace sottoscritti il 9 gennaio 2005 tra il Governo sudanese e il Sudan People's Liberation Movement/Army. L’operazione, oltre a dare un supporto politico e logistico alla Missione dell’Unione Africana, coordina le attività delle agenzie e dei programmi ONU impegnati nella regione.


 


L’Ufficio dell’Alto Commissario per i diritti umani, presentando a Ginevra il Secondo Rapporto periodico sulla situazione dei diritti umani in Sudan, ha invece richiesto al Governo sudanese di porre fine immediato agli attacchi contro i civili nella regione. L’Alto Commissario sollecita inoltre il Governo sudanese a disarmare le proprie milizie e a creare un sistema di amministrazione della giustizia per contrastare e porre fine all’impunità e alla violenza dilaganti.


Il Rapporto presenta una valutazione generale della situazione nel Darfur ad un anno dalla firma degli accordi di pace. Sono inoltre documentate le violazioni che continuano in varie parti del Paese, soprattutto a Khartoun e nei centri di reclusione, nonché denunciate le restrizioni imposte ai mezzi di comunicazione e alla società civile. Il Rapporto suggerisce anche una serie di raccomandazioni affinchè le speranze sortite dopo gli accordi di pace si realizzino.


Il Rapporto è stato redatto in cooperazione con la Missione delle Nazioni Unite in Sudan (UNMIS) e documenta gli effetti di quello che è considerato il peggior disastro umanitario degli ultimi decenni. Dall’inizio della crisi, nel 2003, il conflitto che imperversa nella zona tra le forze governative, le milizie armate e i ribelli ha provocato più di 180.000 morti e oltre 2 milioni di sfollati. La crisi ha reso dipendenti dall’assistenza alimentare internazionale 3 milioni di persone, metà degli abitanti della regione, in uno scenario sempre più pericoloso anche per gli operatori umanitari.


 


Infine è da segnalare anche la firma di un accordo tra l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e i governi della Repubblica Democratica del Congo e del Sudan, per facilitare e accelerare il rimpatrio volontario degli oltre 13.000 cittadini sudanesi rifugiati nella Repubblica Democratica del Congo, fuggiti dal Sudan tra il 1994 e il 1996 e raccolti negli accampamenti gestiti dall’UNHCR. L’accordo, sottoscritto lo scorso 31 gennaio, prevede anche la possibilità per i 7.000 congolesi rifugiati in Sudan, fuoriusciti dal loro paese tra il 1965 e il 1968 e sebbene ormai in gran parte integrati nella realtà sudanese, di poter ritornare al loro paese di origine. L’accordo firmato è il secondo di sette previsti, che l’UNHCR spera di concretizzare nei prossimi mesi con i paesi confinanti con il Sudan.


 


Altri siti di approfondimento in rete:


Sudan Information Gateway
Il sito propone risorse, rapporti, schede, database e informazioni relative alle attività delle Nazioni Unite in Sudan


Unicef Italia – Pagine con aggiornamenti e approfondimenti
http://www.unicef.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/467


Peacereporter.it - Scheda in italiano sul conflitto in corso


S.O.S. Darfur – Coordinamento di organizzazioni nongovernative italiane che intervengono nella regione - Sito ospitato da Vita.it
http://www.sosdarfur.it/




06/02/2006



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