Anno scolastico 2011-2012 - mese di ottobre
Lucio Garofalo - 31-10-2011
Una politica economica ottusa e avventata, che comporta un ulteriore indebolimento dei redditi da lavoro, è inevitabilmente destinata a provocare un calo verticale dei consumi, innescando un circolo vizioso che rischia di alimentare e procrastinare la recessione.
I processi storici sono difficilmente reversibili. Dalla crisi in atto non è possibile uscire con soluzioni adottate all'interno del quadro capitalistico. Finora il capitalismo è caduto in crisi per causa propria, ma inizia ad affacciarsi tra la gente (non solo tra gli Indignati) l'ipotesi che esso possa non essere l'unico modo per organizzare i rapporti economici e sociali e possa esistere un'alternativa storica credibile e praticabile, oltre che urgente.
Gigi Monello - 28-10-2011
Allo studioso dello scorretto argomentare che tra cinque lustri preparerà il suo tomo intorno al ventennio berlusconiano, non sfuggirà la perla che Giuliano Ferrara ha di recente depositato nello sconfinato giacimento. Ospite di Mentana e accanto ad uno Scalfari accennante disgusto, il Giuliano nazionale architettava a difesa del Principe il seguente raziocinio: "gli Italiani sono abituati a sentirsi rappresentati da fenomeni grandiosamente anomali ... Garibaldi, Mussolini, Berlusconi". Potremmo definirlo sofisma di "vaghezza e mescolanza". Notissimo trucco: consiste nel mischiare insieme cose diverse e persino contrarie, spostando l'attenzione sopra una generica somiglianza. Un tempo bastava una discreta scuola media per non cascarci; adesso, a seconda dei casi, neppure aver finito il liceo.
Gennaro Tedesco - 27-10-2011
Di fronte alla crisi economica incalzante e dilagante, l'Europa saprà rinunciare alle tentazioni neo-imperialistiche per incamminarsi su vie alternative ed innovative?
Fino ad ora la storia, soprattutto, quella più recente, ha risolto tali ciclopiche e globali crisi con le guerre, le dittature e cicli ricorsivi di contrazione e sviluppo all'interno delle economie capitalistiche.
E' anche vero che fino ad ora l'Europa ha espresso solo il potere dei mercanti e dei burocrati. Ora sarebbe finalmente il momento dei cittadini, ma soprattutto dei suoi lavoratori. A questo punto, e concludiamo, inevitabilmente , se si vuole per davvero dare un corso diverso al movimento della storia, dovremmo finalmente assistere alla rapida riorganizzazione e immediata ricostituzione di un forte e consapevole fronte di lavoratori europei, accomunati dall'esigenza di porre un limite alla ripresa e al rilancio di ideologie imperialistiche .
Enrico Maranzana - 26-10-2011
Il mondo corre e la scuola sta a guardare, ferma agli inizi del '900, quando la sua funzione era integrare gli studenti in un contesto socio-economico-culturale in lentissima evoluzione. Oggi, che tutto cambia e si ristruttura velocemente, anche per effetto della tecnologia, la questione relativa "al cosa e al come insegnare" si complica a dismisura, senza trovare risposte convincenti. Eppure il legislatore, interpretando le istanze della società contemporanea, ha elaborato indirizzi chiari e univoci che le scuole, però, hanno disatteso.
Lorenzo Picunio - 25-10-2011
Ridurre il numero degli insegnanti di sostegno è uno fra gli obiettivi ipotizzati da qualcuno nel cercare soluzioni per ridurre la spesa pubblica.
Tutti i lettori sanno cos'è un insegnante di sostegno? Una legge, la 517 del 1977 ha riconosciuto il diritto dei bambini con handicap ad essere inseriti nella scuola di tutti. Veniva riconosciuto un intervento di 6 ore settimanali, allora, per ogni bambino, creando quindi la figura di un insegnante apposito per questo compito.
Giuseppe Aragno - 25-10-2011
Dallo Speciale Racconti



Da un po', negli studi e nelle redazioni dei Tg, la preoccupazione era ormai palpabile e a far fronte alla "crisi" non era certo bastato il palliativo del "fuori onda" impietoso di un noto anchorman che s'era messo a urlare: "Niente di niente, cazzo! Ansa Adnkronos, Italpress, France Press, persino l'Atene News dalla Grecia disastrata! Niente. Elettroencefalogramma da stato comatoso. Porca puttana, qua se non ci pensa un attentato coi fiocchi o non fanno fuori un altro idiota come Arrigoni, siamo veramente fottuti. Fo-ttu-ti!".
Linguaggio da facchino, certo, ma come dargli torto? La situazione non era più sostenibile.
Giuseppe Aragno - 21-10-2011
Avrebbero avuto ben altro senso, la condanna della violenza e l'improvvisa passione legalitaria, se ci si fosse sdegnati con pari veemenza per i patti con Gheddafi, gli omicidi libici e le leggi razziste di questi anni. Non è stato così e i nuovi "nonviolenti" hanno votato indifferenti due destre responsabili di violenze ben più gravi di quella che li indigna. Sarebbe stato credibile il palpito di "nonviolenza", se dei presidi messi in piedi dai nostri figli contro i campi di concentramento per stranieri, avessimo fatto bandiera di legalità violata da una inaudita violenza di Stato. Se, dico per dire, quando i giovani, violentemente privati del futuro, lottavano per la scuola della Costituzione, tra cariche e lacrimogeni, i "neononviolenti", nati evidentemente a Roma il 15 ottobre del 2011, fossero stati con loro per protestare sull'invalicabile linea rossa che il 14 dicembre scorso protesse i violentissimi tagli della Gelmini e la compravendita parlamentare.
Lucio Garofalo - 21-10-2011
Ormai persino i "santoni" di Wall Street, padroni assoluti della finanza globale che sta strozzando i popoli europei, studiano le teorie di Marx per spiegare le dinamiche capitalistiche, analisi confermate dalla storia, per cui se ne avvalgono come un valido strumento di comprensione e, dunque, di potere. Non per interpretare e trasformare il mondo come suggeriva il grande pensatore, bensì per modificarlo in peggio, per speculare più liberamente, rovinare milioni di piccoli risparmiatori e soffocare le energie vive del lavoro, per esercitare un controllo assoluto sulle masse e dirigere verticisticamente i processi della finanza e dell'economia mondiale senza più il filtro costituito dalla sovranità degli Stati nazionali e dei Parlamenti eletti democraticamente.
Gennaro Tedesco - 20-10-2011
Si può comunicare la Storia ad adolescenti e giovani senza ricorrere a un saggio monografico di stampo accademico o a un manuale? Mi sento di rispondere affermativamente a questa domanda per tanti motivi. Il primo di questi è "filosofico", perché la "verità" ha tante facce quanti sono i soggetti che la vivono, la comunicano e la ricevono in un processo interattivo, ciclico e ricorsivo. E gli approcci, le forme e i modi della comunicazione non solo storica nella nostra epoca globalizzata, policentrica, poliedrica, frammentata e frammentaria che ha posto al centro dei suoi interessi e del suo divenire la pervasività informativa e informatica non sono più riducibili esclusivamente al saggio monografico o al manuale onnicomprensivo di storia o ai libri di testo.
Attraverso quali sottili linee e margini di confine delle varie discipline oggi assurdamente compartimentate e parcellizzate possiamo sperare di trovare dei sentieri trasversali atti a introdurci nel mondo della Scuola e dell'Università opportunamente deterritorializzate, denazionalizzate e despecializzate alla riconquista dell'uomo non a una dimensione, ma interculturale, multilaterale e multidimensionale?
Monica Capezzuto - 19-10-2011
Forrest Gump diceva: "Stupido è chi stupido fa".
Secondo uno studio di alcuni ricercatori di Boston, vivere in aree con alti livelli di inquinamento da traffico ridurrebbe le prestazioni nei test cognitivi.
Dunque, lo smog ci renderebbe più stupidi e, secondo l' OMS, ucciderebbe in media 2 milioni di persone l'anno nel mondo.
Ma c'è allora una giustificazione alla stupidità? Stupidi si diventa, non si nasce o, piuttosto, c'è un terreno fertile su cui le tossine attecchiscono più facilmente rispetto ad altri?
Con tali presupposti, si potrebbero trarre molteplici conclusioni, legate alle variabili ambientali, quali gli stili di vita che si conducono, la scelta di abitare in città o in campagna , l'effetto che i tubi di scappamento delle auto hanno sui bambini, visto che sono ad altezza passeggino.
Gli esempi sarebbero infiniti.
Leonardo De Franceschi - 18-10-2011
Dallo Speciale Il tempo e la storia


Martedì scorso a Roma, si è tenuto un interessante convegno sulla giolittiana Guerra di Libia (1911-12) di cui quest'anno ricorre il triste centenario, amabilmente rimosso dai media, televisione in testa... La guerra immaginata. L'avvento della civiltà mediale e la Guerra di Libia (1911-1912), questo il titolo, si inserisce nell'ambito di una ricerca che poggia sulla scommessa, tutt'altro che agevole, di coinvolgere l'Esercito nel sostegno a un progetto universitario di storiografia del cinema e dell'immaginario mediale, basato anche sui materiali visivi contenuti negli archivi dello Stato Maggiore. Solo il tempo potrà evidenziare la portata dei risultati di questo progetto ma, a giudicare dal convegno, che auspicabilmente ne rappresenta solo una prima tappa, valeva la pena di fare questa scommessa.
Antonio Limonciello - 17-10-2011
A me non interessa parlare del potere e della natura di chi sta dalla sua parte, a me interessa parlare di chi mi sta a cuore, di quella parte che per cambiare il potere deve conquistarsi con abnegazione, rigore e tanta fatica la credibilità di portatrice di un mondo migliore. Non è nelle manifestazioni che si può interagire con loro, sono altri i momenti e gli spazi per tessere relazioni. Le manifestazioni da una decina d'anni a questa parte sono diventate una teoria di mucchi di bottiglie vuote, perché per emozionarsi, per stare bene insieme non basta un'idea, una passione, no, la passione è sostituita dall'alcol, da musica mandata ad alto volume, e anche da altre sostanze eccitanti.
Fuoriregistro - 15-10-2011
Avrebbe potuto essere il compleanno di un longevo Italo Calvino, oggi.
Ci piace ricordarlo, per tutto quello che ha rappresentato.
Oggi, giornata in cui le speranze fanno i loro conti con la realtà e troppe volte non trovano un passaggio, nemmeno piccolo e difficoltoso.
Oggi, giornata in cui l'indignazione corre i suoi rischi: e il principale è l'indifferenza, sorniona e complice, o aggressiva e violenta, del "va bene così". Meglio: "A me va bene così, deve andarlo anche a te".
La pagina che conclude le "Città invisibili" racconta di un sogno, di una delusione e di una speranza.
A questa affidiamo fatiche, pensieri e desideri.
Franco Buccino - 15-10-2011
Anche alcune migliaia di docenti della Campania hanno partecipato alla snervante prova preselettiva del concorso a dirigente scolastico: nella nostra regione e, molti, in altre regioni d'Italia. Le motivazioni che li spingono a partecipare sono parecchie e di diversa natura. Intanto per i docenti è l'unico sbocco di carriera, poi da presidi si guadagna di più, si svolge un ruolo di direzione, si occupa una posizione strategica per intervenire nei processi di riforma. Tutti validi motivi che rendono gli aspiranti determinati e insieme indifferenti a ogni polemica.
Elena Duccillo - 14-10-2011
Alzi la mano chi non è stato mai impropriamente usato dietro insistenza, imposizione o cortese favore in compiti che esulano dal proprio status di docenti.
"Ma che venissero gli ispettori ministeriali! Che ce lo dicano loro come possiamo tenere la scuola aperta e gli alunni in classe senza avere gli organici minimamente sufficienti per permettere la frequenza!". Queste parole echeggiano alle ammonizioni bonarie di chi tenta di far comprendere che di abuso si tratta.
Le soluzioni adottate per tirare la coperta corta fanno un baffo all'olandese volante Hendrik Johannes Cruijff ritenuto il miglior fantasista di tutti i tempi.
Enrico Maranzana - 13-10-2011
Il ministro Gelmini, commentando l'eliminazione di circa un quinto delle domande predisposte per selezionare la futura classe dirigente della scuola, ha affermato: "La commissione che ha prodotto i test non l'ho nominata io. Sono errori gravi, non mi capacito. Gli autori non saranno retribuiti e l'agenzia che li ha scelti sta valutando se chiedere i danni" [la repubblica 9/10]. La batteria di test, però, è stata pubblicata sul sito del ministero, interfaccia dell'istituzione con il paese. Inoltre molti membri della commissione sono persone competenti, di indubbia professionalità e esperienza. Quali sonoallora le cause di questa stupefacente situazione? Eccone alcune.
Severo Laleo - 13-10-2011
Strano Paese l'Italia, quando si parla di Merito!
Tutti invocano il Merito, ma pochi sanno proporre riforme perché il merito sia visibile e valutabile, e produca risultati e utilità per il singolo e per il paese tutto. Anzi, spesso, a esaltare il Merito sono proprio i tanti miracolati sulla strada del successo senza merito. E, a sentire i detrattori dell'ideologia, il Merito sarebbe di destra insieme alla severità, e il disinteresse per il Merito, l'egalitarismo, sarebbe di sinistra, insieme al lassismo. Ideologia, appunto. Eppure, tra tanti e così illustri nomi esemplari per Merito, nella destra c'è sconforto, perché la "severità" e il Merito, fondamenti del programma liberale del Popolo della Libertà e della Lega, non hanno sfondato a scuola, nei confronti dei minorenni in crescita e in formazione. Così, dopo i vani tentativi di nascondere i dati, l'esemplare Gelmini, intristita, è costretta a comunicare, pare ancora non completi, i dati...
Andrea Tornago - 12-10-2011
Dallo Speciale Aufklärung


La scuola e l'università si sono «quotate in borsa» verso la fine degli anni '90 pensando che non ci fosse più posto nel mondo per un'istituzione svincolata dal mercato. Catapultare sul mercato uno dei servizi essenziali della società non ha avuto ripercussioni esclusivamente economiche: ha prodotto la sistematica introiezione dello schema formale dell'economia di mercato (credito/debito) fino a farne il nuovo rapporto di produzione del sapere. Ora che l'economia europea e mondiale stanno implodendo in una crisi senza precedenti, scuola e università non si trovano a soffrirne solo per la penuria di risorse dedicate alle attività di insegnamento e ricerca, ma per l'impossibilità di pensarsi autonome rispetto a questo mondo in crisi.
Gennaro Tedesco - 12-10-2011
Ho seguito e seguo su Repubblica e su altri quotidiani nazionali tutti i brillanti e dotti interventi sulla nostra Scuola. Indubbiamente interessanti e lungimiranti, infarciti di buoni sentimenti e di splendidi propositi, denotano, però, un solo difetto : non fanno i conti con la realtà "prerivoluzionaria" della nostra Scuola .
Qui non ho lo spazio e il tempo per descrivere nei dettagli la situazione non solo scolastica, ma anche universitaria del Bel Paese. Ma alcune brevissime analisi e considerazioni si possono e si debbono elaborare e proporre al pubblico dibattito senza ipocrisie di alcun genere.
Lorenzo Picunio - 11-10-2011
Le istituzioni scolastiche in Italia sono circa 9 mila, con una media di 80 insegnanti e 20 unità di personale A.T.A. per ciascuna. Cinque anni fa la media era maggiore di circa 5 e 3 unità rispettivamente, mancano cioè all'appello 45 mila insegnanti e 30 mila A.T.A., per un totale di 75 mila lavoratori. Questo è l'effetto di 20 mila pensionamenti all'anno, circa 30 mila assunzioni, ma queste ultime soltanto quest'anno, e soprattutto di un fenomeno ben più corposo.
Giuseppe Aragno - 11-10-2011
Un libro di storia, qualche legge da esaminare ed eccolo il problema che non si pone con forza perché il silenzio dell'informazione si compra pagando o intimidendo. In quanto alla scuole e all'accademia, se nelle aule spieghi agli studenti che la Banca d'Italia è di fatto un Istituto privato, ti prendono per pazzo e non mancherà lo scandalo per "il professore fa politica". Si sa, siamo una "grande democrazia". Pochi vogliono vederlo, molti lo nascondono e in tanti minimizzano, ma il conflitto c'è ed è grave. La solfa del debito pubblico terrorizza, ma non è mai chiaro chi sia il debitore e chi il creditore. La verità è che il famigerato "debito", non è ciò che noi dobbiamo a qualcuno, bensì l'ammontare del prestito che i cittadini fanno alla Banca d'Italia acquistando titoli di Stato.
Giocondo Talamonti - 08-10-2011
Vajont è il nome del torrente che scorre nella valle di Erto e Casso per confluire nel Piave, davanti a Longarone e a Castellavazzo, in provincia di Belluno. La storia di questa comunità fu sconvolta dalla costruzione della diga del Vajont che determinò la frana del monte Toc nel lago artificiale. La sera del 9 ottobre 1963 si elevò un'immane ondata, che seminò ovunque morte e desolazione.
La Legge 14 giugno 2011 istituisce la Giornata nazionale in memoria delle vittime dei disastri ambientali e industriali causati dall'incuria dell'uomo, con ricorrenza proprio il 9 ottobre.
Gianfranco Pignatelli - 08-10-2011
"I" come ironia, come ignavia, come Italia.

C'è un'ironia crudele ed una bonaria. La prima è del destino beffardo, quello che rende il suo popolo ostaggio di un miserabile tra i più ricchi al mondo.
Poi c'è un'ironia bonaria, quella mossa dal superiore distacco. Quella che irride con sarcasmo chi squalifica, spadroneggia, truffa, evade, delinque e si autoassolve. Questa è l'ironia peggiore, dell'Italia peggiore.
A incentivarla è l'ignavia.
Quella del Paese del tanto così fan tutti, del capitasse a me non ci penserei su due volte, del potessi mi sistemerei anch'io, del tanto chi me lo fa fare, dell'ormai così deve andare, e via così, di ignavia in ignavia. È il popolo delle escort, né belle, né minorenni né giovani. È il popolo che non s'indigna ma ci sta, che si piega alle lusinghe del potere e ai propri tornaconti...
Cosimo Scarinzi - 08-10-2011
Come è noto il Ministro della sempre meno Pubblica Istruzione ci ammannisce con una pertinacia degna di miglior causa una tesi di questo genere.
"A causa di politiche sciagurate, secondo la nostra eroina, i docenti sarebbero mal retribuiti a causa di un presunto eccesso di consistenza della categoria e del fatto che non si sarebbe premiato il merito."
La recente vicenda del surreale numero di errori nelle domande per l'accesso al ruolo di dirigente è, se ve ne fosse bisogno, una riprova del carattere cialtronesco della meritocrazia in salsa Gelmini.
Gennaro Tedesco - 07-10-2011
Una "Cittadinanza e Costituzione" veramente ambiente di apprendimento e pratica sociale non può che essere legata alle dinamiche culturali, interdisciplinari e metodologiche : la storia del mondo e non la storia della nazione, della regione, del territorio, della provincia, o dell'Europa o dell'Occidente come nucleo fondante dal punto di vista epistemologico e politico oltre che educativo .
Enrico Maranzana - 07-10-2011
L'immobilismo, il rifiuto della scientificità e la negligenza caratterizzano l'attuale gestione della scuola italiana: alle direttrici elaborate dal legislatore per sviluppare e adeguare l'istituzione al contesto contemporaneo si contrappongono l'indisponibilità al cambiamento e l'irrazionale difesa di una mentalità e di un'operatività primordiali.
Il concorso bandito per la selezione della futura classe dirigente della scuola fornisce materia sufficiente per dimostrare la fondatezza della denuncia: si metteranno a confronto le norme vigenti con le batterie dei test preselettivi elaborati dal MIUR.
Giuseppe Aragno - 04-10-2011
A quanto pare, è una delle ultime occasioni e va colta al volo, prima che sia tardi, sperando che la legge poi non abbia anche valore retroattivo. Ormai è evidente: questione di giorni, poi, con tutta probabilità, ci tapperanno la bocca e, per dirla con Arfè, bisognerà tornare al ciclostile. Wikipedia s'è autocensurata e chi non seguirà la sua via rischia davvero molto. Troppo, se la penna e la testa non danno conto a padroni.
Alla pag. 24 lettera a) il Disegno di legge sulle norme in materia di intercettazioni telefoniche che la Camera dei Fasci e delle Corporazioni si accinge a votare recita testualmente: "Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono".
Lorenzo Picunio - 03-10-2011
La discussione sulla crisi economica di questi mesi sembra volutamente ignorare (almeno nella versione diffusa da molti giornali) almeno tre aspetti importanti, che invece sono ben presenti all'attenzione degli economisti.
Da una parte il tema della spesa pubblica può essere affrontato attraverso l'imposizione fiscale sui grandi patrimoni, quella "tassazione dei ricchi" che è stata da poco decisa negli USA da Obama. Si è dimostrato che anche con un'aliquota ancora inferiore a quella sui lavoratori dipendenti, tassare i grandi patrimoni porta a risultati fiscali importanti per i bilanci nazionali.
Gianfranco Pignatelli - 01-10-2011
C'è chi porta voti, chi donne, chi sfiga. E c'è chi porta voci. In un Paese dove i politici sono più in tv che in aula, nei dicasteri o a casa loro, ci sono anche i portavoce. Occorrono quando i ministri hanno la bocca piena o la testa vuota. Divulgatori che scrivono poco e pensano meno. Prendono posizione su tutto e, per farlo, prendono pure una barca di soldi pubblici. Li chiamano addetti alla comunicazione.
Giuseppe Aragno - 01-10-2011
Parlare di scuola oggi è un obbligo morale e lo farò. Non avrebbe senso, però, metter mano alla penna, senza guardare al contesto storico in cui ci muoviamo, senza ribellarsi all'idea che parlare di scuola non sia anche, e forse soprattutto, partire dal significato che assume per la nostra vita e per la vita dei nostri figli la lettera della Banca Centrale Europea, di cui finalmente conosciamo le parole, i toni, gli obiettivi dichiarati. Scuola, quindi. D'accordo, ma scuola per dire che c'è bisogno di strumenti utili alla difesa.
galassia scuola
Spazio aperto alle riflessioni e alle opinioni personali su quanto avviene nella scuola in generale, nella nostra scuola in particolare, nelle piazze e nei palazzi in cui la scuola è all’ordine del giorno. Insegnanti, ma anche studenti, operatori, genitori … possono dar vita a un confronto su tematiche attuali, a patto che la discussione sia corretta.
Astenersi anonimi e perditempo!
La Redazione
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