Signor ministro, accetti le sue responsabilità
Enrico Maranzana - 13-10-2011
Il ministro Gelmini, commentando l'eliminazione di circa un quinto delle domande predisposte per selezionare la futura classe dirigente della scuola, ha affermato: "La commissione che ha prodotto i test non l'ho nominata io. Sono errori gravi, non mi capacito. Gli autori non saranno retribuiti e l'agenzia che li ha scelti sta valutando se chiedere i danni" [la repubblica 9/10].

"La commissione non l'ho nominata io": la batteria di test, però, è stata pubblicata sul sito del ministero, interfaccia dell'istituzione con il paese.

"Non mi capacito": evidenti e giustificati il disorientamento e lo sconcerto perché molti membri della commissione sono persone competenti, di indubbia professionalità e esperienza. Tra questi, oltre a tutto, è presente un consigliere di fiducia del ministro, già presidente della cabina di regia della riforma della secondaria di secondo grado.

Quali sono le cause di questa stupefacente situazione? Eccone alcune:

Assenza della visione sistemica: carenza che emerge evidente nella frase "Gli autori non saranno retribuiti e l'agenzia che li ha scelti sta valutando se chiedere i danni": un gruppo di lavoro è produttivo solamente se è coeso, se lo scopo comune è stato formalmente e dettagliatamente enunciato, se l'interdipendenza dei membri è garantita, se le sinergie sono valorizzate.
Il mandato conferito ai membri della commissione era ben formulato e derivava da un approccio globale e strutturato al problema ?

*** La mancanza della cultura sistemica ricorre nei provvedimenti dell'attuale ministero: si consideri ad esempio la finalizzazione del sistema educativo, di istruzione e formazione che la legge fa corrispondere alla promozione delle capacità e delle competenze dei giovani. Ebbene nei documenti del ministero la categoria capacità non esiste o, quantomento, è molto, molto appannata!

Mancanza di progettualità: gli item del questionario sono disaggregati, non sono interconnessi. Eppure il campo d'indagine era diviso in aree il cui titolo indicava l'ambito entro cui l'accertamento doveva essere effettuato, precisandone la finalità. Se fosse stata applicata una rigorosa metodologia di sviluppo se ne sarebbero primariamente definiti i corrispondenti obiettivi, sarebbe stata prefigurata la struttura della prova, si sarebbero specificate le prestazioni attese e, finalmente, le domande potevano essere concepite.

*** Non si tratta di un caso sporadico, ci sono precedenti: la stessa superficialità d'azione si può riscontrare anche nelle indicazioni nazionali che avrebbero dovuto sviluppare quanto disposto nei regolamenti di riordino della scuola secondaria di secondo grado [si veda in rete "La riforma delle superiori: un buco nell'acqua".

Inosservanza dei dettami delle scienze dell'organizzazione: l'idea di scuola intorno a cui le domande sono state confezionate è lineare, nonostante l'inidoneità del modello organizzativo gerarchico nel dominare contesti dinamici e complessi. Si tratta di un'opzione che contrasta con la legge che fa propri i dettami dalle discipline dell'organizzazione.

*** Il DDL Aprea segue la stessa, inefficace logica organizzativa.

Confusione tra i concetti di conoscenza e di competenza: l'intera batteria di test è volta all'accertamento delle conoscenze, scelta inadeguata: la funzione della selezione riguarda l'individuazione di persone in grado di dirigere la scuola, di "animare" gli organismi di governo, di controllare la legittimità delle scelte collegialmente assunte. In altri termini: la prova avrebbe dovuto presentare situazioni in grado di sollecitare l'esibizione di specifici comportamenti produttivi.

*** Identica confusione si riscontra tra
• il profilo dello studente liceale orientato alla promozione di competenze con l'utilizzo della didattica laboratoriale e con la ridefinizione dell'oggetto delle discipline, arricchito dagli aspetti metodologici;
• la specificazione delle competenze specifiche delle indicazioni nazionali, fatta attraverso l'indicazione di conoscenze e abilità: i mezzi hanno preso il posto delle finalità [legge 53/2003].

"L'agenzia che li ha scelti sta valutando se chiedere i danni" compendia la situazione descritta: si propone una strategia tipica dello "scaricabarile", mirata a occultare le responsabilità di chi è chiamato e ha accettato di stare al timone per governare e per risolvere problematiche complesse.

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