"Chi salva una vita salva il mondo intero". È una massima del ebraica ben conosciuta, ma pochi sanno che è riportata anche nel Corano. Una frase che racconta bene il valore del gesto dei Giusti dell’Islam, i musulmani che salvarono alcuni ebrei dalla persecuzione nazista. Una storia che è al centro di una mostra esposta all’Istituto Aloisianum di Gallarate dal 21 al 31 gennaio, a cura delle Acli Provinciali di Varese e della Comunità islamica di Gallarate.
Se la storia dei giusti ha un forte valore simbolico, la mostra è anche occasione per approfondimento e dibattito sul tema del dialogo interreligioso e della convivenza. «Raccontando la storia dei Giusti – spiega Ruffino Selmi delle Acli - non vogliamo opporre parzialità a parzialità, ma creare momenti di confronto e conoscenza tra le comunità e le culture religiose. È possibile che non si riesca ad andare al di là dei luoghi comuni? Noi pensiamo che si debba ragionare a partire non da ciò che divide ma da ciò che unisce». Quattro sono gli incontri in programma: si parte giovedì 21 con l’incontro di inaugurazione alle 20.30, con il curatore della mostra Giorgio Bernardelli, Daniele Nahum (Comunità ebraica di Milano) e Ibrahim ‘Abd an-Nur (Comunità Islamica di Milano). Se le condizioni di salute lo permetteranno, anche il cardinal Carlo Maria Martini, ospite dell’Aloisianum, farà un breve saluto.
L’iniziativa vede anche il sostegno di altre realtà locali e non, dalla Comunità di Sant’Egidio al Centro Missionario PIME di Milano, al Decanato di Gallarate: «Lo stesso percorso che ha portato alla mostra – continua Selmi - è stata una occasione di confronto e di incontro: è durato un anno e ha coinvolto i rappresentanti delle comunità e le associazioni. Avevamo già avuto la possibilità di esporla a giugno, ma abbiamo deciso di collocarla in un momento molto significativo, gennaio, caratterizzato dalla Giornata della Memoria e dalla settimana dell’ecumenismo e del dialogo interreligioso». Il secondo incontro, sabato 23 gennaio, sarà dedicato al conflitto israelo-palestinese, con la presenza di Gianluca Solera, autore del libro “Muti, lacrime e zatar” e della pacifista ebrea Susanna Sinigaglia.
La terza serata, martedì 26 gennaio alle 20.45, è infine dedicata ad un confronto tra le due comunità, cattolica e musulmana, sui temi della quotidianità e della convivenza costruita giorno per giorno: accanto a monsignor Franco Carnevali, prevosto di Gallarate, e di Hamid Karthaoui, della comunità islamica di Gallarate, interverranno anche giovani, studenti, genitori.
«Da parte nostra – aggiunge Hamid Khartaoui - c’è la voglia di portare la mostra a Gallarate per far conoscere la storia dei Giusti. Io stesso no ne sapevo nulla, anche se sono cresciuto in un Paese, il Marocco, dove convivon islamici, cristiani ed ebrei. Anche per questo mi è piaciuta da subito l’idea della mostra»
Il tema “caldo” della libertà di culto è al centro del quarto appuntamento, venerdì 29 gennaio. Un momento che si confronta anche con la realtà locale, dove la questione del centro islamico è aperta da anni, pur in presenza di un clima più dialogante negli ultimi mesi. «La collocazione della mostra a Gallarate – spiega Ferruccio Boffi delle Acli cittadine - non è casuale. Speriamo che questa iniziativa possa aiutare gli amministratori a non allontanare o strumentalizzare la questione, ma spinga a riconoscere il contributo e quindi anche i diritti degli stranieri». Un tema che gli organizzatori sperano di affrontare senza polemiche e senza slogan.
Qui il programma completoUn invito particolare è rivolto alle scuole: le Acli sono a disposizione per organizzare le visite. Per informazioni: 0332/281204