In questi giorni le scuole sono impegnate nella stesura del PEI provvisorio per improntare le azioni di sostegno didattico per alunni e studenti con disabilità
Sedi di strutture inagibili, servizi sospesi, famiglie sfollate e mancanza di punti di riferimento mettono in ginocchio famiglie e utenti, con particolari contraccolpi per le persone con disabilità
intellettive e del neurosviluppo, denunciano da ANFFAS
A seguito dell’incredibile episodio di aggressione di uno studente che ha ferito una professoressa, tutti si interrogano su chi ricada la “colpa” di questo evento mai
verificatosi prima in Italia.
È in atto un abbandono della professione da parte di educatori ed educatrici. Come mai? Le cause sono molteplici. Economiche («Aiuto una ragazzina che vuole uccidersi. È adeguata una paga oraria
di 7,50 euro?»); scarso riconoscimento sociale («A scuola sono vista come quella che accompagna al bagno il bambino con disabilità»); condizioni di lavoro precarie («Durante il covid siamo rimasti
senza tutele»); notti non pagate («Assurdo pensare che nelle comunità per minorenni di notte si dorma»)
Campagna «Chiedimi come sto». Al palo la Pdl della rete degli studenti medi e universitari depositata alla Camera e al Senato. Dopo gli annunci, il nulla. Come nel caso dei fondi per gli
affitti agli studenti, prima promossi poi scomparsi con tutto l'emendamento, anche sulla questione dei presidi per la salute mentale nelle scuole, il governo cincischia.
Insufficienti le misure, e sbagliate le modalità, secondo CoorDown, che si offre di collaborare con il Parlamento e i Ministeri per superare le criticità. Vediamo l'analisi del testo.
Intervista a tutto campo alla ministra per le Disabilità in occasione della sua visita alla cooperativa Società Dolce a Bologna. Oltre a parlare di scuola, Alessandra Locatelli ha annunciato l'avvio
dei lavori per una norma sul riconoscimento dei caregiver e la revisione delle procedure di certificazione: «Dobbiamo trovare un nuovo metodo che non sia più solo quello delle tabelle percentuali e
della residua capacità di lavoro»
Secondo lo psichiatra Vito D'Anza, i comportamenti violenti da parte delle persone con disturbi mentali si possono ridurre attraverso una reale applicazione della riforma della salute mentale legata
alla Legge 180, tramite un approccio che non neghi l'utilizzo dei farmaci, ma si componga di tanti altri elementi, come il dialogo, l'ascolto e la creazione di un rapporto di fiducia tra curante e
curato. Per far questo, però, servono le risorse, che al momento scarseggiano
La Federazione nazionale dei pazienti è impegnata in un progetto volto a incrementare la formazione medica sull'aspetto della salute mentale nelle persone con disabilità intellettiva.
S’impenna la curva delle patologie psichiatriche tra gli adolescenti. Lo dicono i dati resi noti in un convegno all’ospedale pediatrico “Gaslini” di Genova (organizzato dalla
CEI) sulla salute mentale infantile e adolescenziale.