Anno scolastico 2014-2015 - mese di ottobre
Francesco di Lorenzo - 24-10-2014
In media, nelle nostre scuole, c'è un computer ogni dodici studenti. In Europa, uno su tre. Naturalmente in assoluto le statistiche dicono poco, bisogna capire, valutare i numeri, cercare anche con un po' di creatività di interpretare i dati che ci vengono forniti. Comunque, le indagini su questo argomento forniscono sempre una serie di indicazioni, ed offrono altrettanti spunti di riflessioni. Certo, c'è poco da riflettere sul fatto che peggio di noi stanno la Grecia (un computer ogni 17 alunni) o la Turchia (uno ogni 22); mentre ci suggerisce qualche pensiero il fatto che gli alunni delle nostre elementari sono i più disagiati, a differenza di quelli delle superiori. Ma noi siamo speciali. Noi siamo il paese che per l'82% diciamo (come idea) che per stare al passo con i tempi si dovrebbe conoscere almeno una lingua straniera; però il 62% degli italiani dice di non padroneggiane alcuna, mentre il 32% dichiara di non avere mai provato a studiarne una.
Francesco di Lorenzo - 17-10-2014
Il ministro Giannini si autoassolve così, dandosi un voto, un bel sette e mezzo, per quello che ha fatto finora per la scuola italiana. In effetti, a guardare bene all'entità di ciò che veramente ha prodotto, siamo nella più completa approssimazione. Lei si è detta severa e secchiona. A noi, invece, sembra che sia stata solamente larga di manica. Il suo ultimo annuncio, dopo essersi autopromossa, è che saranno valutati anche gli insegnanti. Il sistema per farlo? 'Prevediamo una valutazione interna e una esterna alla scuola, secondo regole internazionali'. Come dichiarazione è quanto di più generico e confuso possa esistere. Intanto, mentre si discute sull'esame di Stato fatto solo con i commissari interni e si allunga la lista di chi non è d'accordo, arriva la notizia che la dispersione scolastica è su cifre da record negativo. Non sarebbe ora di passare dal dire al fare?
Piero Bernocchi, Marco Barone - 10-10-2014
Giornata movimentata quella del 10 ottobre. Centinaia di manifestazioni in tutta Italia, Cobas, collettivi studenteschi, diverse realtà organizzate ma anche tante singole individualità sono scese in piazza per contestare la proposta politica della "buona scuola" renziana bollata semplicemente come cattiva scuola. Renzi aveva chiesto un referendum sul suo Piano per la scuola, un Piano che farebbe trionfare la cattiva scuola-azienda, la pessima scuola-miseria, l'ignobile scuola-quiz. Ebbene lo ha avuto e lo ha perso nettamente. Quasi centomila NO in più di 80 città gli sono stati recapitati da una marea di studenti, docenti ed Ata in piazza e circa il 30% delle classi non hanno svolto le regolari lezioni. La proposta politica della buona scuola non è migliorabile, è inaccettabile. Aspettiamo che ora Renzi ci mostri almeno altrettante decine di migliaia di "addetti ai lavori" che condividono la sua cattiva scuola.
Francesco di Lorenzo - 04-10-2014
Non è affatto inedito il presidente del Consiglio Renzi che ha pronunciato a Londra tre volte la parola educazione (in inglese) per indicare quale strada, per lui, ci aprirà le porte del futuro. Avrà di sicuro voluto fare una citazione di un celebre discorso di Blair, in cui l'allora candidato a premier laburista, 18 anni fa, si presentò per la prima volta agli elettori dicendo proprio di puntare decisamente sull'istruzione. Potrebbe essere questo un cambiamento di rotta importante? Per chi si illude, forse.
La notizia che avvalora l'ipotesi espressa prima, e cioè che le buone intenzioni mai, o quasi mai, qui da noi, si sono tradotte in fatti, l'ha data la senatrice Manuela Serra, del movimento 5 Stelle. In breve, chi tra gli insegnanti si aggiorna e frequenta un dottorato di ricerca o una specializzazione post-laurea, viene penalizzato perché perde punteggio nella graduatoria di istituto.
voci dal fronte
Il notiziario settimanale che esplora il mondo della scuola per aiutarci a disegnare un quadro il più possibile chiaro degli eventi e dei processi che lo attraversano.
Informazioni ad ampio raggio, corredate da commenti puntuali sui quali sviluppare riflessioni e immaginare azioni di cambiamento contro un degrado che appare sempre più difficile arginare. E però non impossibile, ne siamo convinti.
La redazione
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