Padroni senza legge

Dietro il triangolo degli schiavi ci sono gli imprenditori dell'agricoltura foggiana e molte industrie alimentari. Piccole o grandi aziende non fanno differenza. Quando devono assumere personale stagionale per la raccolta nei campi, quasi tutte scelgono la scorciatoia del caporalato. Il compenso per gli stranieri varia da 2,50 a 3 euro l'ora (ai quali però vanno tolti tutti i 'servizi' per il caporale). Anche per questo gli italiani sono scomparsi da questo tipo di lavoro. Solo una piccola minoranza degli agricoltori interpellati da 'L'espresso' dice di pagare i braccianti da 4 a 4,50 euro l'ora. Ma sempre in nero e rivolgendosi a caporali. In Veneto e in Friuli un raccoglitore guadagna in media 5,80 euro l'ora più i contributi, se in regola. Oppure da 6,20 a 7 euro l'ora se ingaggiato in nero.
La legge prevede una retribuzione ordinaria di 35 euro al giorno. Per favorire le assunzioni regolari, il governo ha abbassato i contributi che gli imprenditori devono versare di circa il 75 per cento. Mentre il contributo dell'8,54% che il bracciante deve dare all'Inps è rimasto inalterato. I controlli sono inefficaci o inesistenti. Nell'ultimo anno in provincia di Foggia soltanto un imprenditore, a Orta Nova, è stato arrestato per sfruttamento dell'immigrazione clandestina.
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