Denunciò gli stupri di gruppo il Pakistan imbavaglia Mukhtar
Svelando le violenze tribali, di cui era stata vittima, la donna era diventata un eroe dell'anno di "Time"
Non parla, non può più dire nulla. La donna che ha avuto il coraggio di denunciare il branco, quella che ha rialzato la testa dopo essere stata stuprata in pubblico da quattro uomini e poi mandata a casa seminuda come "punizione", ora dovrà tacere. Mukhtar Mai, pachistana di 33 anni famosa per aver fatto arrestare e condannare i suoi stupratori, non potrà più andare all'estero, nè raccontare la sua battaglia contro la legge tribale in nome della quale è stata violentata. Il presidente Pervez Musharraf ha deciso che lei, "eroina" secondo la rivista Time dovrà essere limitata negli spostamenti e nelle sue comunicazioni. ”Danneggia l’immagine del nostro paese" ha spiegato il generale. E' stato l'invito negli Stati Uniti di un'associazione di islamici moderati a spingere il governo pachistano a prendere drastiche misure contro la donna. Fermata dalla polizia, posta in isolamento, il nome di Mukhtar è anche stato segnalato sulla Exit Control List (Lista di controllo delle uscite), insieme a quelli dei pericolosi terroristi di Al Qaeda.
”Invece di cercare Osama Bin Laden, Musharraf si occupa di silenziare la vittima coraggiosa di uno stupro di massa” ha scritto Nicholas O. Kristof sul New York Times, chiedendo un passo diplomatico del presidente Bush nei confronti dell'alleato pachistano. ”Siamo sconcertati dal trattamento che è stato riseivato a questa donna coraggiosa" ha commentato un responsabile del l'ambasciata americana.
Il disonore e le umiliazioni sono un incuho ricorrente nella vita di questa donna. Nel giugno di tre anni fa, Mukhtar era stata violentata da un gruppo di volontari, scelti tra gli uomini del villaggio per compiere la"punizione"deci sa dalla jirga, il consiglio tribale. Il suo giovane fratello era accusato di aver molestato una donna del la tribù vicina. E lei doveva pagare in nome di tutta la famiglia. Lo stupro era avvenuto in piazza, a Meerwala, nella regione del Punjab, di fronte a oltre 300 spettatori. La legge tribale è molto diffusa in Pakistan. Secondo la commissione indipendente per i diritti umani, l'anno scorso 151 pachistane sono state vittime di strupri di gruppo, 176 sono state uccise per questioni di disonore. In teoria i "verdetti" tribali sono illegali, pochi però hanno il coraggio di contestarli.
”Mukhtar si ucciderà, non sentiremo più parlare di lei”, avevano pensato allora gli anziani del villaggio. Le donne cui vengono inflitte simili umiliazioni scappano o si suicidano. Ma non Mukhtar. Grazie all'appoggio di un imam (la legge tribale non trova giustificazioni nella religione islamica) è riuscita a denunciare i suoi stupratori e a diventare un caso nazionale. Sei uomini accusati di aver partecipato allo stupro pubblico sono stati condannati. Mukhtar ha ricevuto un risarcimento di quasi 8mila euro e le è stata anche offerta una casa per trasferirsi ad Islamabad.
Mukhtar è un’insegnante, ha scelto di rimanere nel suo villaggio dove ha usato i soldi per aprire nuove scuole. “L'educazione può compiere miracoli" ha raccontato, convinta che sia questo lo strumento per combattere le logiche tribali. I figli dei suoi stupratori sono stati invitati alla nuova scuola. Un anno fa, ha aperto un centro di accoglienza per le donne vittime della violenza. Mukhtar è diventata famosa, ha vinto premi, riconoscimenti, ha creato un sito (www.mukhtarmai.com). Amnesty International l'ha trasformata in una testimonial. Sabato doveva arrivare in America per una serie di conferenze. Due giorni prima della partenza, i poliziotti hanno bussato alla sua porta, è stata portata al commissariato, posta in isolamento. E' ricomparsa in pubblico martedì. ”Ho rinunciato ad andare in America perché mia madre è malata”, è stato il suo breve comunicato. Nessuno le ha creduto. I funzionari governativi spiegano che il caso di Mukhtar sta scaldando gli animi di molti integralisti in un momento politico e sociale particolarmente delicato per il Pakistan. Dopo le polemiche, Mukhtar è stata comunque tolta dalla lista di chi non può espatriare. E’ stata scortata fino al suo villaggio, dove potrà continuare a insegnare. Ma è impossibile riuscire a sentire la sua versione. Le è stato consigliato di non parlare troppo.
16/06/2005 | La Repubblica | PAKISTAN |
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