Isfol: molto lavoro è part time ma cresce quello femminile
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Isfol: molto lavoro è part time ma cresce quello femminile




ROMA – L’Isfol ha appena pubblicato un rapporto sui connotati* del mercato del lavoro e della formazione in Italia.


Prevalenza del part-time: Il rapporto rivela che tra le possibilita’ di lavoro più utilizzate c'è il part-time (19%) e il contratto di apprendistato* (14%). Seguono il lavoro occasionale e accessorio (9%) e il lavoro a progetto* (7%). Le imprese* del Nord utilizzano più delle altre il lavoro a progetto e il lavoro occasionale, mentre il contratto di apprendistato è maggiormente apprezzato dalle imprese del Centro. Ma l'aumento del lavoro è collegato soprattutto alla componente femminile.


Occupazione femminile: +7% in 10 anni. Tra il 1998 e il 2003 il tasso di attività femminile è aumentato del 3,7% contro il 2,1% nell'Europa e negli ultimi dieci anni l'incremento* è stato di quasi 7 punti in più. Il 43% delle donne in età di lavoro è quindi occupata (anche se gli uomini sono al 69%). In cima alla classifica delle donne occupate si trovano le donne laureate (71%), gli uomini arrivano al 76%.


Tuttavia* al decrescere* del livello del titolo di studio, il tasso di occupazione femminile si riduce e soprattutto aumenta la differenza con i valori della componente maschile: gli uomini occupati con un basso livello di istruzione superano le donne del 34%.


Tra i settori a maggiore impiego femminile si distinguono la Pubblica amministrazione (+10%) e il commercio. Le donne inoltre preferiscono lavorare part-time. Il 64% dei lavoratori a tempo parziale è donna. Ancora elevato* il numero di donne che hanno lasciato il lavoro alla nascita del primo figlio: 2 milioni e 300 mila.


  Le cause dell'esclusione: Nell'ultimo decennio* l'Italia ha visto crescere i livelli di partecipazione al mercato del lavoro del 3,6%. Nonostante ciò il nostro Paese registra tassi* di attività tra i più bassi d'Europa: i livelli di partecipazione per la popolazione con più di 15 anni sono, infatti, del 49%, contro una media europea del 57%.


Sono tre i motivi di inattività indicati dai soggetti non occupati: primo, non riuscire a integrare lavoro e impegni familiari. In questo caso si tratta per lo più di donne che per il 44% non lavorano per assistere i figli e i familiari anziani. Poi il non disporre* delle competenze necessarie per inserirsi nel mondo del lavoro a condizioni accettabili. Per finire, lo scoraggiamento* da periodi troppo lunghi ed infruttuosi* di ricerca.


Formazione in aumento: in 7 anni si laureano due studenti su tre. Aumenta il livello di partecipazione degli italiani al sistema scolastico. Il tasso di abbandono universitario, che fino a 4 anni fa era intorno al 60%, è sceso al 48% Cresce anche la percentuale dei possessori di un titolo secondario superiore. Tra i giovani di età compresa tra i 25 ed i 34 anni quelli che hanno conseguito un titolo di scuola secondaria superiore rappresentano il 61,3% mentre i laureati sono il 12,7%. Negli ultimi anni è anche migliorata la "produttività universitaria", calcolata sulla base del rapporto fra il numero di laureati (in corsi di lunga durata) in un determinato anno ed il numero di immatricolati* sette anni prima. Tra quanti hanno iniziato gli studi sette anni fa, arriva alla laurea ormai uno studente su due.


 
(Adattato da Repubblica online, 24 novembre 2004)


Glossario:


 connotati* : caratteristiche;


apprendistato* : periodo di lavoro che si fa per imparare un mestiere;


a progetto* : contratto di lavoro legato alla durata di un progetto di lavoro;


imprese* : ditte; aziende;


incremento* : aumento;


Tuttavia* : però;


decrescere* : diminuzione;


elevato* : alto;


decennio* : periodo di dieci anni;


tassi* : numeri;


disporre* : avere;


scoraggiamento* : perdita delle speranze;


 infruttuosi* : senza fortuna, senza frutto, inutile;


immatricolati* : iscritti al primo anno di università


http://www.myitalt.com/isfol.htm



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