Indagine Ipsos per la Giornata Mondiale del Risparmio.
Crescono investimenti 'sicuri', inferiore la quota destinata al mattone
Acri, più povera la metà degli italiani
Ma non scende la spesa per cellulari
Gli intervistati bocciano in larga maggioranza la riforma del Tfr
Si ritengono svantaggiati dall'euro, ma non vogliono indietro la lira
di ROSARIA AMATO
La telefonia è l'unica voce di spesa non ridotta dalle famiglie in difficoltà
ROMA - Il risparmio rimane sempre un obiettivo primario degli italiani, anche a costo di un peggioramento del tenore di vita, ma mettere da parte qualcosa diventa sempre più difficile: secondo l'indagine Ipsos presentata dall'Acri (l'associazione delle Casse di Risparmio italiane) in vista dell'81esima Giornata mondiale del risparmio, fissata per domani, infatti, "per la prima volta dal 2001 il numero di italiani soddisfatti della propria situazione economica è sceso al di sotto del 50%". E inoltre nell'anno in corso per quasi una famiglia su due (il 44% degli intervistati) è stato faticoso riuscire a mantenere il proprio tenore di vita, mentre per il 20% c'è stato un sensibile peggioramento.
E tuttavia gli italiani rimangono in prevalenza formiche, come sottolinea il presidente dell'Acri Giuseppe Guzzetti: "Non solo la propensione al risparmio si mantiene costante - spiega - ma per la prima volta da quando viene condotta quest'indagine, gli italiani non mettono i soldi solo sotto il materasso, ma investono, sia pure scegliendo strumenti finanziari tranquillissimi. Il risparmiatore però allo stesso tempo chiede allo Stato maggiori controlli, un assoluto rispetto delle regole".
No al ritorno alla lira, no alla riforma del Tfr. Dall'indagine emergono poi due dati importanti su questioni molto dibattute: l'introduzione dell'euro e l'investimento del Tfr. In generale, gli italiani si sentono svantaggiati dall'introduzione dell'euro (il 71% si dichiara insoddisfatto), ma in maggioranza preferiscono tenersi la valuta europea, e non ritengono che reintrodurre la lira sarebbe una buona idea (la rivuole solo il 28% degli intervistati).
Mentre sul Tfr, il 57% degli intervistati e, tra questi, il 61% dei lavoratori dipendenti, si dichiara contro la riforma, preferendo piuttosto "tenere il Tfr e riscuoterlo all'uscita dell'azienda, come accade ora". E questo nonostante il 67% degli intervistati si dichiari "preoccupato per il futuro pensionistico", e il 65% "per la qualità futura delle prestazioni medico-sanitarie garantite. Del resto, solo il 22% dichiara di avere attivato forme previdenziali integrative.
Situazione economica peggiorata per la metà degli italiani. Secondo l'indagine Ipsos, per il 20% della popolazione la situazione economica è in miglioramento, e dunque per questa fetta della popolazione crescono sia i consumi che il risparmio. Per il 30% appare stabile, si tratta di una percentuale che riesce in qualche modo a "galleggiare", e per il 50% è in netto peggioramento. Tra questi ultimi, c'è un 18% che non solo non riesce più a risparmiare, ma che, pur avendo abbassato decisamente il proprio tenore di vita, per tirare avanti deve ricorrere ai risparmi passati o ai prestiti. "In 5 anni - rileva l'Ipsos - queste famiglie sono aumentate di quasi 10 punti percentuali, passando dal 13 al 22%". Il peggioramento è cospicuo anche rispetto all'anno scorso, quando la percentuale era del 14%.
Calano gli investimenti nel mattone. Scende dal 68 al 62% la quota di intervistati che preferisce mantenere liquidi su un conto corrente i propri risparmi. E dunque, la quota degli investimenti cresce di 6 punti percentuali e, a sorpresa, non solo a vantaggio del mattone, investimento storicamente preferito dagli italiani. Infatti gli investimenti immobiliari sono passati dal 70% del 2004 al 66%, mentre sono cresciuti del 4% gli investimenti finanziari definiti dagli intervistati "più sicuri", e cioè polizze vita, pensioni integrative, certificati di deposito. Si ravvisa inoltre un lieve, rinato interesse per i fondi di investimento.
Per chi e per cosa si risparmia. I figli sono in cima alle ragioni di risparmio: per il loro futuro mette da parte i foldi il 59% degli intervistati. Il 38% lo fa per fronteggiare situazioni di crisi e momenti di emergenza, e il 43% per avere dei soldi per quando si diventa vecchi. Pochi risparmiano per una vacanza o un lusso (il 10%) o per delle spese particolari come auto o barca (5%).
Si taglia su tutto, tranne che sui telefoni. "Per due italiani su tre - spiega il presidente dell'Ipsos Ferdinando Pagnoncelli - gli ultimi anni sono stati vissuti all'insegna dell'attenzione, della fatica a far quadrare i bilanci familiari. Colpisce come l'unico comparto di spesa che non sia stato tagliato tra le famiglie il cui tenore di vita è peggiorato sia quello della telefonia, segno che ormai la comunicazione viene considerata una necessità". Infatti dai dati emerge che per il settore telefono e telefonia tutte le categorie di famiglie hanno aumentato la propria quota di spese, e le famiglie in difficoltà hanno comunque mantenuto costanti i consumi in questa categoria, pur riducendoli in tutte le altre, compresi gli alimentari, i prodotti per la casa, il vestiario e gli spostamenti.
Per le famiglie il cui tenore di vita è migliorato le spese sono cresciute in tutti i comparti tranne che per "cinema, teatri e concerti". Le famiglie che sono riuscite a mantenere il proprio tenore di vita hanno speso di più per tutto e ridotto viaggi e vacanze, ristoranti e ancora una volta cinema, teatri e concerti.
Aspettative. Gli italiani secondo l'Ipsos danno una doppia lettura del futuro. Se s'interrogano sulle proprie personali prospettive, ritengono in prevalenza che la propria situazione migliorerà (33%) o rimarrà uguale (42%). Mentre sulla situazione italiana ritengono in prevalenza che peggiorerà (47%) o rimarrà uguale (22%), solo il 24% ritiene che migliorerà.
Responsabilità individuali e collettive. La maggior parte degli italiani (il 71%) chiede regole più rigorose per la tutela del risparmio, e ha una scarsissima fiducia (25%) nelle capacità di autoregolamentazione del mercato. Il 60% ritiene che le attuali regole e leggi a tutela del risparmio non siano efficaci. La stragrande maggioranza quando investe tiene a considerazione solamente il rendimento dell'investimento (56% se ci si riferisce ai propri investimenti, 79% se ci si riferisce in generale a quelle che si ritiene siano le scelte degli italiani). Solo il 29% dichiara di scegliere investimenti "in attività che contribuiscano allo sviluppo dell'Italia, anche se il rendimento è un po' inferiore".
(28 ottobre 2005)