Dolore muto di Dacia Maraini
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Dolore muto
di Dacia Maraini
(Fonte: http://www.ilmessaggero.it/)


Tre, cinque giovani uomini camminano portando in braccio dei bambini avvolti in
lenzuoli bianchi. Li tengono riparati come per difenderli dal freddo e dal vento,
camminando in mezzo ai detriti. Ma da come cadono all'indietro le piccole teste
sulle braccia dei giovani padri si capisce che quei bambini sono morti.
Due, tre donne se ne stanno sedute in quella che si indovina essere un'aula
scolastica, con le pareti tappezzate di disegni infantili dai colori squillanti. Le
donne stringono al petto dei fagotti avvolti in coperte colorate. Lì per lì
potrebbero essere prese per delle madri che tengono in braccio i figli addormentati.
Ma dal colore livido delle facce si capisce che sono bambini senza vita.
I giovani uomini camminano verso qualcosa che potrebbe essere una tomba, seguiti da
altri uomini. Non gridano, non danno segno di dolore. Le donne nell'aula scolastica
anche loro se ne stanno composte, sedute immobili con la testa china, i volti seri
coperti da fazzoletti a fiori bianchi e neri.


Sono due fotografie che prendono a pugni lo stomaco, uscite sui giornali più
popolari. Cosa ci dicono queste fotografie? Che il mondo sta uccidendo i suoi
piccoli. Un segno che, quando appare nell'universo animale, è sintomo di una volontà
di suicidio della specie. Uccidere bambini vuol dire sopprimere il futuro. E
sopprimere il futuro vuol dire togliere di mezzo la speranza e la gioia di vivere.
Sappiamo quanto sia complicata e difficile questa guerra. Sappiamo che Israele è un
Paese minacciato, non tanto dai palestinesi quanto da gran parte dei Paesi islamici,
soprattutto dall'Iran che ha dichiarato piu volte di volerla distruggere. Certamente
questo crea un irrigidimento della difesa ad oltranza. Ma sinceramente non crediamo
che i bombardamenti ciechi che uccidono tanti civili, colpevoli solo di abitare in
quella piccola striscia, sia un buon sistema per risolvere la questione.
Una prova di forza, lo capiamo. Ma quanto la forza militare riesce a risolvere le
cose? Sono riuscite le bombe a pacificare un Paese come l'Iraq? Sono riuscite le
bombe a liberare l'Afghanistan dai tirannici Talebani? La risposta abbastanza
evidente è no. Possibile che queste esperienze recentissime non abbiano insegnato
niente a un Paese civile come Israele?


Per fortuna molti israeliani in questi giorni stanno protestando contro questi
bombardamenti. E non sono solo intellettuali, ma gente comune, di tutte le classi e
tutte le età. I bombardamenti oltre che micidiali sono inutili. Più che inutili,
decisamente dannosi per il futuro del Paese. Ognuno di questi bambini è un motivo di
risentimento in più, un motivo di rabbia e uno sprone all'odio. Come non capire
questo semplice meccanismo di causa ed effetto?
Qualcuno ha parlato di ingenuità. Sono ingenui i pacifisti, si dice. Il mondo
procede solo per rapporti di forza. Quindi è inutile fare i buonisti quando tutto è
rapina, dominio, vendetta, voglia di distruzione. Si salva solo chi si mostra più
forte.


Ammettiamo che sia così. Che il mondo sia regolato solo dai rapporti di forza. E
allora io dico che Israele sottovaluta pericolosamente la forza di quei piccoli
corpi morti che colpiscono l'immaginazione di chi guarda. L'immaginazione ha una
forza che non possiede nessuna bomba, nessun fucile, nessun razzo al mondo.
L'immaginazione partorisce dolore. Il dolore partorisce giudizio. Il giudizio
partorisce indignazione. La grande madre immaginazione, anche quando se ne sta
nascosta e silenziosa, alla lunga non può che vincere sulla palese brutale forza
degli esplosivi.



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