Insegnare la grammatica in modo intuitivo
Rosanna Olivieri
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Insegnare la grammatica di una lingua straniera in modo intuitivo


(Rosanna Oliveri)


 


 


La grammatica ha sempre rappresentato la parte più noiosa e pesante dell’apprendimento di una lingua straniera. Chiunque abbia fatto l’esperienza di apprendere una lingua straniera si sarà imbattuto in questa difficoltà, che è sia tecnica, perché effettivamente si fa fatica a ricordare le regole grammaticali, le forme dei verbi, la consecution temporum, … ma è anche, e direi soprattutto, psicologica. Si ha l’impressione che la grammatica blocchi la nostra comunicatività, ci piacerebbe parlare tanto per comunicare qualcosa a qualcuno che in ogni caso ci sembra che ci capisca ugualmente.


Le cose, però, non stanno esattamente così. Se parliamo una lingua in modo approssimativo, gli altri ci capiranno in modo approssimativo; è importante, invece, conoscere bene le regole di una lingua per poterle dominare con sicurezza e trasmettere esattamente il nostro pensiero, dato che, il linguaggio è lo specchio di ciò che pensiamo. L’uso di congiuntivo al posto di un indicativo può indicare una sfumatura di ciò che pensiamo.


Sembrerebbe, allora, che l’apprendimento di una lingua debba per forza di cose passare attraverso lo studio noioso e faticoso di regole e coniugazioni da imparare a memoria.


Tuttavia, si può apprendere la grammatica anche in un altro modo, ovvero, in maniera intuitiva, come fecero i nostri antenati che prima crearono la lingua e, solo in seguito, riconobbero le regole grammaticali che la regolavano. Si partirà, quindi, sempre dalla lingua viva e si chiederà agli studenti di andare a cercare in un testo, che potrà essere sia scritto che orale, determinati elementi sintattico- grammaticali. Naturalmente si dovrà dare loro indicazioni ben precise, dicendo per esempio di cercare tutti gli elementi temporali, oppure tutti i verbi con una forma temporale uguale a quella che indichiamo noi. Una volta trovati gli elementi, gli studenti dovranno capire a seconda del contesto anche le regole. Per facilitare la riflessione si dovrà porre loro delle domande di riflessione o degli esercizi a scelta multipla, chiedendo, per esempio, quando viene usate una determinata forma verbale. Lo studente o la studentessa verrà, così, guidato passo a passo nella scoperta delle regole che regolano la lingua. Possiamo aiutare gli studenti anche a trovare le regole grammaticali più complesse, come per esempio, la consecution temporum. In questo caso, si potrebbe estrapolare una frase dal contesto e mostrare come si colloca su un’ipotetica linea del tempo. Ci serviremo, per esmpio, di un grafico, aiutando così gli studenti con la memoria visiva, che in questi ultimi tempi sembra essere la più sviluppata grazie l’abbondanza d’informazioni visive che riceve il nostro cervello attraverso la televisione, il cinema e la pubblicità fotografica che sembra di maggiore effetto rispetto alla sua sorella radiofonica.


Ecco come potrebbe essere la presentazione di una regola grammaticale complicata e ostica come la consecution:


 


 


Linea del tempo


____prima__________________________dopo_________________________








che avresti capito







Pensavo

 


 


 


 


 


 


 


 


 



Linea del tempo


____prima_(stesso tempo)_________________________dopo________________


                                                                                             








Pensavo







che  capissi

 


 


 


 


 


 


 


 



Linea del tempo


____ancora prima_________________________prima_________________________


 








Pensavo







che avessi capito

 


 


 


 


 


 


 


 


 



Dopo aver osservato attentamente lo schema, l’apprendente passerà autonomamente alla formulazione della regola generale.


Si può obbiettare, allora, che in questo modo la regola non è più intuitiva ma viene data dall’insegnante. Con questi schemi, però, non si offre propriamente la regola, ma si colloca semplicemente le frasi nel tempo, cosa che un parlante naturale fa in ogni caso perché sa a quale tempo si riferiscono i fatti di cui si parla. Se qualcuno ci dirà, per esempio: “ pensavo che capissi” noi capiamo in modo naturale che le due azioni sono contemporanee, perché conosciamo lo svolgimento dei fatti di cui stiamo parlando, cosa che invece, va indicata a chi ascolta o legge un testo dal di fuori. Si offrirà solo un elemento in più che sarà prezioso per comprendere l’uso di una forma verbale invece di un’altra. 


L’apprendente costruisce, così, attivamente il suo processo d’apprendimento in un modo che gli sembrerà più naturale. L’insofferenza per questa parte di una lingua straniera diminuirà, poiché si capirà che è necessario capire queste regole per comprendere in pieno quello che qualcuno avrebbe l’intenzione di dire e, allo stesso modo, per comunicare esattamente ciò che pensiamo. 


L’acquisizione delle regole in modo attivo attraverso l’esperienza, comporta anche un’altra fondamentale differenza: queste regole si fissano nella memoria per moltissimo tempo e, anche dimenticate perché magari non praticate da lungo tempo, non faticheranno a tornare alla memoria di fronte alla necessità di parlare nuovamente quella lingua.


 


Rosanna Oliveri


email: rosanna.oliveri@libero.it   



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