Samir Kassir è biologicamente morto, ma le sue idee sono trionfanti.
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La vita di Kassir

Samir Kassir è biologicamente morto, ma le sue idee sono trionfanti.
La sua morte accelera la vittoria


Rami G. Khouri*



L'assassinio, il 2 giugno, dell'intellettuale e militante libanese Samir Kassir ha provocato in tutto il Libano un'onda d'urto per il momento in cui è avvenuto, per il bersaglio e per le implicazioni. Un paese sulla via della ricostruzione e di una pacifica rinascita si trova di nuovo alle prese con ritorsioni e intimidazioni politiche. La forte reazione dei libanesi e del mondo all'uccisione di Kassir riflette sia il valore dell'uomo sia la gravità della battaglia che infuria in tutto il Medio Oriente.

Nel grande conflitto che dagli anni cinquanta investe il mondo arabo – la lotta tra biologia e ideologia e tra sicurezza e libertà – Samir Kassir sarà ricordato come un coraggioso combattente e un leader. Anche se gli animi sono accecati dalla rabbia e dal dolore, è importante concentrarsi sulla natura dell'attuale battaglia e sulle forze in campo.

La battaglia tra biologia e ideologia oppone coraggiosi cittadini arabi a potenti forze statali e di sicurezza che vorrebbero cancellare l'autonomia individuale per mantenere l'attuale struttura di potere. Agli occhi di chi l'ha ucciso, la colpa di Samir Kassir era la sua impertinenza, che si rifletteva nello spirito di costante insubordinazione verso quelle autorità che volevano imporre a tutti i cittadini come comportarsi e cosa pensare e dire.

Kassir era convinto che la vera sicurezza venisse dalle reti di comuni cittadini che vivono in dignità e libertà, non dalle reti di funzionari che relegano il valore di una vita umana al terzo posto dopo l'ordine imposto con la forza e il potere inamovibile.

Kassir ha scritto sulla carta stampata e parlato in incontri pubblici. Si è opposto all'imperativo della sicurezza in Libano, in Siria e nel resto del mondo arabo, contestandolo e denunciandone gli eccessi degradanti. Per queste idee è stato un modello di coraggio, chiarezza e onestà – qualità che vengono oggi riconosciute dalla grande indignazione pubblica per la sua morte.

A mio avviso, il vero dato storico del suo impegno è stata l'insistenza con cui si è opposto ai sistemi polizieschi e repressivi, in un periodo in cui pochi osavano farlo, preferendo parlare con prudenza di riforme, democrazia e modernità. Quando la scorsa estate in Libano sono cresciute le tensioni per le voci che il mandato del presidente Lahoud potesse essere prolungato, Kassir e alcuni suoi colleghi sono stati tra i primi a opporsi, chiedendo di smettere di governare con la mentalità e i meccanismi delle forze di sicurezza.

Nei mesi successivi, dopo l'uccisione di Rafiq Hariri, le sue idee sulla necessità di limitare il peso politico dei servizi di sicurezza degli stati arabi sono diventate le richieste principali dei libanesi, della comunità internazionale e del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

È stata questa la misura della sua vittoria da vivo. Naturalmente non era solo: si sono fatti sentire molti altri coraggiosi cittadini libanesi del mondo della politica, della religione, dei mezzi d'informazione e dell'università. Col senno di poi, però, c'era qualcosa di pionieristico e speciale nel suo risoluto modo di agire; l'ho avvertito quando ci siamo incontrati e abbiamo avuto occasione di parlare insieme a delle conferenze. La sua principale qualità era una forma di coraggio unita a una serena fiducia in se stesso. Il non aver paura delle conseguenze delle sue azioni era la misura della profondità delle sue convinzioni: questo è il segreto per ispirare fiducia negli altri.

Kassir era convinto che la rivendicazione dei diritti dell'individuo e del cittadino a vivere in libertà e dignità, e il suo rifiuto dei sistemi di gestione dello stato basati sulle forze di sicurezza non erano la posizione marginale di tipi romantici come lui. Kassir ha espresso la richiesta collettiva di quasi trecento milioni di arabi che, istintivamente, condividevano i valori che lui metteva sulla carta o discuteva in tv. Il suo coraggio si fondava sulla sua legittimità, i discorsi che faceva in pubblico sui pensieri privati di milioni di cittadini che avevano troppa paura di esprimere ciò in cui credevano.

Altre persone saranno uccise o ridotte al silenzio in questa battaglia per un migliore ordine politico ed economico nel mondo arabo. Il coraggio che animava Kassir e altri come lui in diversi paesi arabi ha adesso superato il coraggio dei singoli individui per contagiare intere popolazioni. Questo è sempre più evidente nei forti movimenti di protesta in varie città arabe. Non è un caso che Libano e Palestina – le due terre tormentate che hanno fatto da cornice alla vita di Kassir – siano finora i due migliori esempi di società in cui i cittadini si sono sollevati in massa per rivendicare il diritto di vivere con decoro, dignità e autodeterminazione.

Samir Kassir sarà anche morto biologicamente, ma è ideologicamente trionfante. Quelli che ha ispirato e mobilitato con il suo esempio continueranno a condurre le grandi battaglie tra la sicurezza e le idee, in Libano come in altre terre arabe. La sua morte crudele accelererà il processo e il giorno della vittoria, perché la sua vita ha rispecchiato l'irreversibile punto limite oltre il quale il coraggio privato si trasforma prima in forza politica pubblica e poi in politica ufficiale dello stato.


Rami G. Khouri
*È direttore del Daily Star, quotidiano di Beirut.


Internazionale 594, 9 giugno 2005


http://www.internazionale.it/firme/articolo.php?id=9667



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