L’UCCELLINO DI HENNA 
Seduta su una stuoia colorata nella stanza, Nuf porse un palmo della mano a sua madre affinché vi disegnasse sopra un fiore di henna.
Quando la madre di Nuf ebbe finito di disegnare il fiore, Nuf le chiese di disegnare un uccellino con l’henna rimasto. La madre sorrise, disegnò un uccellino di fianco al fiore e la chiese di non muovere la mano fino all’indomani mattina, finché non si sarebbe asciugato l’henna.
Durante la notte, si asciugò l’henna sul palmo della mano di Nuf e l’uccellino sbatté le ali arancioni. Si guardò intorno. Vide Nuf e sua madre sprofondate nel sonno. Aprì le ali e prese il volo, lasciando il suo compagno fiore dormire da solo sul palmo di Nuf.
L’uccellino prese a volare tra le dune di sabbia e le grandi stelle, e si fermò solo quando vide sotto di sé delle luci e delle alte case. Si fermò sul muretto di un balcone a riposarsi, sentì una donna sussultare e commentare. "Un uccello dall’aspetto bizzarro e dallo strano colore".
Non scappò, la donna lo prese tra le sue mani, felice. Lo osservò bene e disse: "Il suo becco è più piccolo del becco degli altri uccelli. I suoi occhi più grandi. La sua testa storta. La lunghezza delle sue piume varia, il suo colore è esattamente come il colore dell’henna."
Quindi sospirò e disse: "Questo non è uno dei miei uccelli, Lo appenderò al mio abito": La donna chiamò il suo orafo. Arrivò portando con sé molti gioielli. Afferrò l’uccellino e disse: "E’ bizzarro e bello". Trasformò gli occhi dell’uccellino in due smeraldi verdi e la sua testa in corallo
rosso, il suo petto in diamanti luccicanti e le sue piume in zaffiri azzurri.
Infine, il suo becco in una perla. La donna afferrò l’uccellino e lo appese al suo abito con l’ago di uno spillo, senza prestare ascolto ai suoi gemiti di dolore.
La donna si tolse il suo abito, lo pose sulla sedia e sprofondò nel sonno.
L’uccellino si scrollò con forza. Caddero le pesanti pietre e l’uccellino volò via dalla casa, continuando a volare fino a quando l’alba incominciò a spuntare.
Si ricordò di Nuf, la bambina beduina, e di come si sarebbe stupita della sua scomparsa dal palmo della mano al risveglio. Si ricordò della morbidezza delle sue mani, del profumo dell’incenso che si diffondeva in ogni angolo della stanza. Si ricordò del fiore solitario che lo aspettava.
Si affrettò a volare dritto nella stanza. Vi entrò e si posò sul palmo della mano di Nuf, al suo posto originario.
E prese ad aspettare l’arrivo del sole insieme al fiore, per vedere la felicità di Nuf quando si sarebbe svegliata.
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