ROMA - "Salam aleikum", ha detto Abdullah Redouane. "Shalom" gli ha risposto Riccardo Di Segni. E' con queste parole che significano entrambe "La pace sia con te, la pace sia su di voi", che è iniziato il primo incontro ufficiale nella grande Moschea di Monte Antenne di Roma tra la comunità musulmana e quella ebraica di Roma.
Stamattina alle 10.50 il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, accompagnato da alcuni esponenti della comunità ebraica romane, è arrivato alla moschea. Ad accoglierlo il direttore della Lega Musulmana Mondiale in Italia, Mario Scialoja, ed il segretario del Centro culturale islamico, Abdellah Redouane e decine di cronisti. Un momento storico: è la prima volta che un alto rappresentante della comunita' ebraica capitolina si reca in visita ufficiale al luogo di culto dei musulmani. "E' ora di parlarsi" ha commentato Di Segni entrando nella moschea.
"Per noi ebrei è stato scontato - ha detto Di Segni, che ha inviato Redouane e Scialoja in sinagoga - anche in questa città, reagire e protestare contro le vignette satiriche nei confronti di ciò che è sacro all'Islam, e manifestarvi la nostra solidarietà. La lotta contro l'Islamofobia e l'antisemitismo devono procedere parallele. Con lo stesso spirito di rispetto dobbiamo vigilare per impedire che la violenza e l'odio, da qualsiasi parte provengano non si alimentino con la religione".
E la tesi che le religioni non debbano dividere è stata rilanciata anche da Redouane: "Le religioni devono essere momenti che uniscono e non dividono. A Dio dobbiamo rivolgerci nei momenti difficili e se l'aiuto di Dio è salutare, l'impegno di ciascuno di noi è indispensabile. Invochiamo Dio affinchè ci guidi tutti sulla retta via".
Nel suo discorso, Di Segni ha ricordato che "l'afflusso in massa in Europa di fedeli dell'Islam in brevissimo tempo ha posto problemi di integrazione". Essi, ha aggiunto, "non sono per noi una novità, ma rappresentano una costante della nostra esperienza comunitaria, spesso dolorosa". Secondo Di Segni, "quando ad esempio si parla del rischio attuale di "ghettizzazione" delle nuove comunità immigrate, non si può ignorare che il ghetto era il luogo di residenza coatta degli ebrei e che in questa città è finito solo nel 1870. Conosciamo i problemi che vi preoccupano per questi motivi riteniamo che la nostra esperienza possa esservi quanto mai utile in questo processo difficile di integrazione e siamo pronti a comunicarvela".
Poi, alle 12.20, la delegazione della comunità ebraica ha lasciato la moschea. Prossimo appuntamento alla sinagoga di Roma: "''Non c'è nessun problema e nessuna riserva. C'e' solo da concordare la data'' ha detto Redouane.
Positivi i commenti all'incomtro, a partire da quello del sindaco di Roma Walter Veltroni che parla di "evento epocale": "A Roma le diverse religioni, le diverse culture si parlano e si incontrano, trasmettendo al mondo un importantissimo segnale di speranza.
(13 marzo 2006)
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