
ROMA - Un dibattito sui problemi, concreti, legati all'integrazione, la discussione di un documento con una presa di posizione precisa su terrorismo ed estremismo (che ha incassato 11 pareri favorevoli, due contrari e un astenuto), la rinnovata condanna di ogni "strumentalizzazione dei valori religiosi a fini politici" che "spinga all'odio e alla violenza" e l'apprezzamento, epresso dal ministro dell'Interno, della compostezza della comunità islamica italiana riguardo alla vicenda delle vignette. Ma anche la richiesta di istituire nelle scuole italiane l'ora di religione islamica come scelta alternativa, e di aggiornare e modificare i libri scolastici che contengono "notizie palesemente false sull'Islam ed i musulmani". Queste alcune delle proposte inserite nel documento che l'Unione delle comunità islamiche italiane (Ucoii) ha presentato oggi, alla seconda riunione della Consulta islamica al Viminale presieduta da Giuseppe Pisanu. Pronto il commento dell'ex ministro Calderoli: "Nei loro paesi i membri della consulta garantiscono i cristiani?".
No al fondamentalismo. Questo l'obiettivo della prima parte del documento presentato dal presidente delle donne marocchine in Italia, Souad Sbai e sottoscritto da undici membri della Consulta. Un documento che non era all'ordine del giorno, proposto con l'intento, spiega Sbai, "di dire agli italiani, prima di iniziare i lavori della Consulta, che la pensiamo come loro, che siamo d'accordo con il popolo italiano. E ringraziare per questa opportunità". Il documento, auspicando che "la pace e la democrazia si affermino come realtà concrete in tutti i paesi musulmani", ribadisce "il diritto di Israele a convivere a fianco dello Stato palestinese indipendente nella pace e sicurezza reciproca".
Condanna di strumentalizzazioni e violenze. "Il totale rifiuto di ogni presa di posizione che, strumentalizzando i valori religiosi a fini politici, spinga all'odio e alla violenza" è stato espresso dalla Consulta. Il ministro Pisanu ha espresso il "vivo apprezzamento alla Comunità per l'esemplare compostezza che ha saputo mantenere anche in momenti di gravi tensioni etnico-religiose". E la Consulta ha auspicato che "i mass media prestino maggiore attenzione a tali dimostrazioni di sensibilità civile e democratica che rivelano la crescita di un Islam italiano sempre più consapevole dei suoi diritti e dei suoi doveri". Ribadita "la più ferma condanna di ogni offesa ai valori e ai simboli religiosi e di ogni reazione illegale e violenta".
Lauree per imam e sermoni in italiano. Tra le proposte, la richiesta che i sermoni degli Imam vengano fatti in lingua italiana, l'introduzione nelle università pubbliche italiane di dottorati in Scienze religiose comparate, per curare la formazione degli imam medesimi, l'introduzione nelle scuole anche dello studio dell'arabo, per tutti gli alunni, compresi quelli italiani. E ancora, l'invito a evitare ghetti scolastici islamici e verificare che i corsi di lingua araba impartiti nei centri islamici siano rispettosi delle leggi.
Ora di religione islamica e "correzione" libri. Mohamed Nour Dachan, presidente dell'Ucoii, dopo aver votato contro il documento passato a maggioranza, ha presentato una serie di proposte per l'integrazione nella scuola, sul lavoro e nella distribuzione degli alloggi. Fra queste, l'istituzione nelle scuole italiane dell'ora di religione islamica come scelta alternativa, la modifica dei libri scolastici che contengono "notizie palesemente false sull'Islam ed i musulmani". Poi, alcuni "principi generali", come il rispetto della dignità umana e della libertà religiosa, gli aiuti alle famiglie, la concessione della cittadinanza per chi nasce in Italia e il contrasto ad ogni tipo di ghettizzazione degli immigrati.
Islam italiano o islamizzazione formalista? Sarebbe questa la differenza sostanziale tra il documento presentato da Souad Sbai e le proposte dall'Ucoii, secondo il vicepresidente della Comunità religiosa islamica, Yahya Pallavicini. "Il primo - spiega - è quello che ha ottenuto maggiori consensi e che definisce le linee guida di orientamento dell'Islam italiano: un Islam, cioè, 'distinto' e 'distante' da ogni forma di terrorismo e di fondamentalismo". Il documento dell'Ucoii invece, prosegue, "punta su una islamizzazione formalista e sulla legittimazione dell'Islam all'interno della società italiana, più che su una vera integrazione, con il rischio di creare società parallele".
(7 marzo 2006)
http://www.repubblica.it/2006/c/sezioni/esteri/vignette3/consultisla/consultisla.html?ref=hpstr2