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LA STORIA E LE DISCIPLINE: UNA LUNGA ATTESA, QUALCHE DUBBIO di Flavia Marostica - 29 novembre 2004

Lingua: Italiana
Destinatari: Insegnanti
Tipologia: Materiale per autoaggiornamento
Abstract:

LA STORIA E LE DISCIPLINE: UNA LUNGA ATTESA, QUALCHE DUBBIO

di Flavia Marostica -  29 novembre 2004

Le Voci propongono una discussione sulla presenza della storia nell'insegnamento delle singole discipline - umanistiche e scientifiche (la proposta di seminario, e altri contributi, in questa sezione del sito).
Flavia Marostica accoglie l'invito e ci offre alcune "riflessioni minime": dubbi, qualche critica, domanda - proprio quello che ci vuole per una discussione seria.
Osservazioni e commenti, come sempre, a insegnare@iger.org

Ho iniziato ad insegnare nel 1971 nella scuola superiore e anche ad aspettare la riforma. Ho discusso, approvato, criticato, sperato. Quando è stata approvata la legge 30 mi sono venute le lacrime agli occhi, ma poi è stata sospesa. È stata varata la legge 53, ma ancora nulla è certo per la scuola superiore.

Dopo 14 anni di insegnamento, 3 di esonero sindacale, 3 di esonero come collaboratrice vicaria del preside, 1 di assenza per maternità, 14 anni di comando come ricercatrice all'IRRE sto quasi andando in pensione: in poche parole un'intera vita professionale passata in un'attesa senza fine della riforma. Mentre vedevo fiorire, affermarsi, moltiplicarsi sperimentazioni di ogni genere e specie, senza che mai ci fosse un momento per discutere con le persone che queste sperimentazioni hanno costruito e/o attuato e che potevano raccontare quanti problemi queste risolvevano e quanti invece ne aprivano.

Oggi la scuola superiore è tutto e il contrario di tutto e l'unico pezzo che era stato riorganizzato (per via amministrativa), adesso lo stanno letteralmente disfacendo (istituti professionali). A livello personale/biografico capisco, quindi, bene la preoccupazione tutta centrata sulla scuola superiore.

Tuttavia alcuni dubbi mi premono:

1) come si fa a parlare delle superiori prescindendo da un ragionamento più generale sul sistema scolastico? come si fa a dire cosa si potrebbe fare e far fare in questo segmento, senza prendere in considerazione i saperi di base e la scuola di base? come si fa a parlare di discipline, senza riflettere sulla opportunità di curricoli verticali, anche se in alcune (matematica) così si fa e senza problema tra insegnanti, esperti, associazioni, universitari all'unisono, mentre in altre sembra una cosa a dir poco impossibile (storia)?

2) come si fa a parlare tranquillamente di discipline, senza tenere conto che mentre alcuni continuano a pensare (come io sono convinta) che le discipline siano una grande risorsa per dotare i giovani di capacità ampiamente spendibili anche nella vita concreta, ci sono anche altri (che stanno diventando sempre più numerosi) che parlano solo ed esclusivamente di transdisciplinarietà, cosa che magari ha senso a livello scientifico e può anche rappresentare una modalità da tenere presente in alcuni segmenti dell'attività didattica, ma che trascura i bisogni formativi dei giovani ? come fa un giovane, infatti, ad orientarsi, a capire cosa gli risulta più congeniale e interessante tanto da stimolarlo e cosa invece no, senza attraversare le discipline portanti in tutte le loro dimensioni e potenzialità?

3) come si fa a parlare tranquillamente delle discipline tralasciando il fatto che gli insegnanti, che le discipline insegnano, sono sempre più spesso coinvolti, impegnati, trascinati, indotti ad occuparsi di altro e sono anche gratificati e remunerati per fare altro, mentre si lascia loro sempre meno tempo per occuparsi delle loro discipline e del modo di lavoraci con i loro ragazzi/ragazze? come si fa a parlare di discipline senza constatare che nella scuola viene sempre di più trascurato l'insegnamento disciplinare e gli insegnanti su di esso non vengono ascoltati, accompagnati, impegnati, mente i giovani passano la stragrande maggioranza del loro tempo scuola proprio a lavorare con le discipline e solo in modo del tutto residuale a far altro?

4) come si fa a parlare di discipline, di impianto didattico, di modalità di insegnamento/apprendimento, quando non ci si chiarisce per primo a cosa serve esattamente apprendere una disciplina, a cosa nei diversi livelli di scuola? come si fa in altre parole a pensare ai diversi aspetti dell'insegnamento disciplinare, senza partire dall'individuare le conoscenze dichiarative e procedurali, ma anche le abilità e le competenze (e anche lei risorse più profonde) che alla fine del percorso un giovane dovrebbe padroneggiare per …

5) questo è il punto: pensiamo a un giovane che in uscita dalla scuola superiore sia un buon cliente che pensa poco, ma compra e spende molto, docile da mandare oggi in questo e domani in quel lavoro senza mai riuscire a trovare la sua strada e la sua autonomia? oppure pensiamo ad un cittadino che abbia gli strumenti per capire cosa ha intorno e per decidere e realizzare la sua vita con intelligenza e passione, gli strumenti per cogliere lo spessore del presente alla luce del passato in modo da essere capace di proiettarsi nel futuro, di costruire il futuro, di modificare il futuro?




http://www.iger.org/voci_mat_rel/rel_2004_14_01.htm


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