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IL TUO GIUDIZIO SULLA RISORSA
Storia
IL SEME DELLA RESISTENZA di Dario Betti - A cinquant’anni dal martirio della Rosa Bianca, Hans, Sophie ed i loro amici mantengono ancora la promessa affidata al quarto volantino: Noi non taceremo, noi siamo la voce della vostra cattiva coscienza; la Rosa Bianca non vi darà pace.
Lingua:
Italiana
Destinatari:
Alunni scuola media superiore, Formazione permanente
Tipologia:
Materiale di studio
Abstract: cinquant’anni dal martirio della Rosa Bianca, Hans, Sophie ed i loro amici mantengono ancora la promessa affidata al quarto volantino:
Noi non taceremo, noi siamo la voce della vostra cattiva coscienza; la Rosa Bianca non vi darà pace.
L’invito alla resistenza risuona con straordinaria convinzione e chiarezza nel libro di Paolo Ghezzi. Evitando il doppio rischio del saggio agiografico e della fredda analisi storica, viene proposta una "lettura dall’interno" della vicenda della Rosa Bianca: se infatti non si trascura la puntuale ricostruzione degli avvenimenti, l’attenzione è piuttosto rivolta al percorso umano, culturale e spirituale che porterà i giovani studenti di Monaco alla scelta resistenziale e al sacrificio finale.
Quando non si può essere uomini
E’un ritratto a colori, che sembra voler uscire dalla pagina. Davanti agli occhi scorrono, quasi corporei, sentimenti di gioia ed inquietudine, paura e coraggio, attesa ed azione, colti nella freschezza e nella luminosità di esistenze troncate alle soglie della maturità: non eroi angelicati, ma persone vive che hanno voluto fino in fondo essere "normali". Nascono in ambienti sociali e culturali differenti, si formano seguendo percorsi diversi, ma ancor prima di conoscersi sono accomunate dalla quotidiana attenzione per l’altro, dal gusto all’esplorazione sulla scia del Wandervogel, dall’ascolto delle domande dell’io. La scelta resistenziale esiste in nuce già qui, nel voler restar fedeli a se stessi, quando invece
ogni individuo è stato chiuso in una prigione spirituale mediante una violenza lenta, ingannatrice e sistematica; e soltanto quando si è trovato ridotto in catene, si è accorto della propria sventura (dal primo volantino).
Non si può rimanere normali nella Germania nazista, è pericoloso credere di poter essere semplicemente uomini. "Buttarsi a capofitto nel mondo" e "gettarsi nel turbinio nella vita", respirare a pieni polmoni la Bergfreiheit, condividere lo stupore dell’arte, della musica, della letteratura: la coscienza della ricchezza della libertà li pone subito fuori dall’ordine imposto dal regime nazista, li allontana dalla massa "che non tende null’altro che al proprio tornaconto", senza però relegarli nella solitudine atomistica rispetto ad un mondo a cui si sentono sempre più estranei; se in alcuni momenti è forte la tentazione di andare in una "grande pianura deserta", di "vivere in un’isola da Robinson Crousoe", si accorgono con precoce lucidità che "isolarsi dal mondo è un tradimento, è una fuga":
Bisogna sopportare il quotidiano. Dalle macerie risorge alla luce il nuovo spirito. Ma il quotidiano è contraddizione. Macerie e luce nello stesso tempo. Io sono piccolo e debole, ma voglio fare ciò che è giusto (da una lettera di Hans Scholl).
Il nostro stare insieme ha sempre un certo fascino...
Non si può rinunciare al mondo e non si può nemmeno vivere da soli "nel tempo in cui ognuno deve cercare e trovare risonanza nell’altro": l’incontro fondante di Hans Scholl e Alex Schmorell avviene come "riconoscimento reciproco" attorno all’istanza di rivolta che nasce da un’affine sensibilità nel guardare a se stessi ed al mondo. La "religione dell’amicizia" è indispensabile per "poter resistere in tempi oscuri". Scrive Willi Graf: "Finché trovi ancora persone con cui stare insieme, il tuo idealismo non va perduto". La Rosa Bianca nasce nelle ore di studio comune, negli appuntamenti ai concerti e nei parchi, nelle serate passate a cantare, bere vino, discutere: confermare e rafforzare reciprocamente la propria identità personale per non adeguarsi al conformismo quotidiano della Germania nazista, per non abbandonarsi alla disperazione della vita di trincea, per progettare infine quella resistenza altrimenti inconcepibile per "solitari amareggiati".
La coscienza vi ordina di parlare
Le grandi letture, l’incontro con i maestri Huber, Muth e Haecker, la riscoperta progressiva della centralità della fede non aggiungono nulla, ma esplicitano le radici culturali e religiose di questa scelta, ne chiariscono il senso profondo, ne tracciano le conseguenze. La ricerca appassionata nelle pagine della Bibbia, di Dostoevskij, Bernanos, Hölderlin, Goethe, Schiller, Wiechert, Guardini costruisce spessore storico, filosofico, teologico alla difesa di quei principi fondamentali che il nazismo sembra esser riuscito a cancellare nella coscienza della stragrande maggioranza del popolo tedesco. Da qui vediamo ripartire la Rosa Bianca: dal primato della persona, dal diritto inalienabile alla libertà, dal principio di responsabilità. "La cricca di capi privi di scrupoli e dominati da torbidi istinti" può versare fiumi di sangue al fronte solo perché prima ha calpestato nelle coscienze quelli che sono i fondamenti di ogni forma di convivenza umana:
ogni uomo preso singolarmente ha il diritto di pretendere un governo efficiente e giusto che assicuri sia la libertà individuale, sia il bene della collettività... Invece il cosiddetto "Stato" in cui viviamo oggi è la dittatura del Maligno (dal terzo volantino).
Hans, Sophie, Alex, Willi, Cristoph comprendono che si sta giocando la battaglia più grande, che può "avere solo due esiti: o la fine di Hitler o la loro fine". Ecco la definitiva scelta resistenziale: la vita -di ciascuno e di tutti - è possibile solo se sono ristabiliti questi diritti fondanti, altrimenti è non-vita:
Ma se un uomo non ha piú la forza di reclamare i propri dirittti, allora sì che egli deve inevitabilmente morire. Meriteremmo di essere dispersi per il mondo, come polvere al vento, se non ci sollevassimo in questa ultima ora, ritrovando finalmente il coraggio che ci è mancato fino ad oggi (dal terzo volantino).
Non si può non scegliere, bisogna schierarsi:
Ognuno vuol liberarsi da questa complicità, ciascuno cerca di farlo ma poi ricade nel sonno con la più grande tranquillità di coscienza. Ma egli non può scagionarsi: ciascuno è colpevole, colpevole, colpevole! (dal secondo volantino).
Resistenza del quotidiano
Il silenzio è complicità. Condanna civile, morale, religiosa si sommano nella Widerstand che è tanto piú obbligata per il cristiano posto davanti alla densità del male: si sta combattendo una guerra a "sfondo metafisico" contro il "messaggero dell’Anticristo":
Vi è forse, chiedo a te cristiano, in questa lotta per mantenere i tuoi beni piú preziosi, una possibilità di esitare, di trastullarsi con intrighi, di rimandare la decisione in attesa che altri prendano le armi per difenderti? Non ti ha forse Dio stesso dato la forza e il coraggio per combattere? Dobbiamo attaccare il male là dove è imperante, ed esso è imperante proprio nel potere di Hitler (dal quarto volantino).
Quelle che il presidente tedesco Von Weizsäcker ha chiamato "educazione alla libertà spirituale, al giudizio indipendente, alla volontà di decidere da soli" trovano, fortificate dalla maturazione culturale e religiosa, inevitabile sbocco nella scelta resistenziale, della contro-esistenza tesa a ricercare "le condizioni base della convivenza nello Stato e nella società". Non dunque la "reazione ideale" che qualcuno ha creduto di ravvisare, ma una formidabile "azione politica" nel momento in cui le premesse stesse della politica vengono negate. Così Huber riassume il senso della battaglia:
Il ritorno a principi chiari, morali, allo Stato di diritto, alla fiducia reciproca, non è un atto di illegalità, ma, al contrario, il ripristino della legalità.
Poichè il nazismo ha addormentato le coscienze, la resistenza deve partire appunto dalle coscienze, deve scuoterle "dal profondo per provocare un’azione". "Dare potere alla coscienza, dopo che per tanto tempo si è data coscienza al potere" direbbe don Mazzolari. Se gli studenti di Monaco non rinunciano a qualche temerario raid con vernice e pennello, sono piuttosto i volantini lo strumento che incarna meglio lo spirito del fare resistenza:
Adesso è necessario che ci si ritrovi fra noi tutti, illuminandoci da uomo a uomo, sempre pensandoci e non dandoci riposo fino a quando anche l’ultimo di noi non sia convinto dell’estrema necessità della sua partecipazione alla lotta contro questo sistema. Se un’ondata di ribellione si estende attraverso il paese, se questo "si sente nell’aria", se in molti contribuiscono, allora si potrà rovesciare questo sistema con un estremo poderoso sforzo (dal secondo volantino).
Non è certo una resistenza elitaria, nè idealistiche sono le proposte concrete di boicottaggio delle industrie belliche, delle adunate, del lavoro culturale e scientifico, delle pubblicazioni e delle collette: una diffusa "resistenza passiva" per arrestare la crescita del regime nazista ancora forte quando la Rosa Bianca diffonde i primi volantini.
Il chicco muore
La narrazione della vicenda degli arresti e dei processi si avvale anche della documentazione resa disponibile dall’apertura degli archivi della Stasi per ricostruire la paura della grande macchina nazista davanti a poche persone che hanno osato un’inaudita "coerenza totale". I futuri martiri non rinnegano nulla, anzi rivendicano puntigliosamente il significato morale della loro rivolta davanti alle maschere vuote del tribunale popolare. Non hanno paura davanti ad un destino che hanno sí cercato di evitare fino all’ultimo, ma che hanno contemplato come ipotesi fin dall’inizio. Hanno guardato al mondo, hanno acceso una luce, che lasciano in eredità perché altri "devono portare avanti ciò che abbiamo iniziato".
E’ difficile raccontare la vita di una persona in momenti come questi, senza cadere nella semplificazione e nella retorica; eppure queste pagine riescono a far intravedere l’estrema chiarezza interiore e serenità con cui Hans, Sophie, Alex, Willi, Christl, il professor Huber guardano ormai a "cieli nuovi e terra nuova". Affrontano la morte -passaggio verso la vera vita- con la consapevolezza di "aver fatto ciò che è giusto".
Cinquant’anni fa nella Germania nazista qualcuno è riuscito ad restare uomo, ad essere coerente con se stesso: ha fatto resistenza.
Paolo Ghezzi, La Rosa Bianca. Un gruppo di resistenza al nazismo in nome della libertà, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo 1993, L. 32.000
http://www.il-margine.it/rivista/modules.php?name=News&file=article&sid=114
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