Somalia – Italia: quelle storie parallele di emigrazione
Condividi questo articolo


Somalia – Italia:
quelle storie parallele di emigrazione


Disegno di uno degli studenti della scuola di italiano Asinitas      Disegno di uno degli studenti della scuola di italiano Asinitas



ROMA, 5 maggio 2009 - “Passavano centinaia e centinaia di emigranti per notte e con nidiate intere di bambini. Malconci, pallidissimi, le labbra violacee”. Erano i tristi giorni degli emigranti italiani che, braccati dalla fame, valicavano clandestinamente le frontiere. Nel 1947, il giornalista del corriere della sera Egidio Corradi si unì a un gruppo di loro per scrivere un reportage sulla traversata clandestina delle Alpi, verso la Francia. Sessant'anni dopo, il suo racconto viene letto con stupore dagli alunni della scuola di italiano organizzata dall'associazione “Asinitas”, a Roma. Sono una cinquantina di ragazzi. Vengono da molti paesi del mondo. E sono i sopravvissuti delle traversate clandestine di oggi. Somali, eritrei, afgani, da qualche mese partecipano a un laboratorio sulla storia dell'emigrazione italiana. C'è chi ha attraversato il deserto del Sahara e il Canale di Sicilia. E chi invece ha valicato le montagne innevate tra Iran e Turchia, per poi arrivare in Grecia via mare, e in Italia nascosto sotto un camion.


Né più né meno come i 27 milioni di italiani che lasciarono il loro paese tra il 1876 e il 1976. Tra loro c'era anche il papà del Pandoro, Ruggiero Bauli. Partì per il Brasile nel 1927, sulla nave Principessa Mafalda. La nave affondò al largo del Brasile, la notte del 7 ottobre. Morirono 314 persone. Le foto in bianco e nero dei transatlantici diretti in America sono appese alle pareti della classe. Altre immagini ritraggono la povertà delle famiglie contadine, dei minatori e dei passeggeri nei compartimenti di terza classe. E alle immagini si sovrappongono le note delle canzoni popolari che hanno accompagnato l'addio alla “amata terra mia”. Amara e bella. La nostra storia si confonde con la loro. E conoscerla diventa il punto di partenza per rileggere il proprio viaggio, per contestualizzarlo, e per rielaborarne le emozioni, i traumi e le aspettative. La scuola di Italiano serve anche a questo. La lingua è un pretesto. L'obiettivo è la creazione di uno spazio conviviale e aggregante dove poter esprimersi, riflettere e riformularsi. Come sulla soglia tra due mondi. Tra un prima e un dopo. Perché il viaggio è finito ma ancora nessuno si sente arrivato.


La giornata tipo della scuola di “Asinitas” inizia con la colazione, intorno alle dieci del mattino. Caffè, tè e biscotti. Poi un gioco in cerchio, per rompere il ghiaccio. Al corso di base siedono una cinquantina di studenti, la metà sono donne. Dietro la cucina, dove si prepara il pranzo, una classe di una cinquantina di studenti con un livello di italiano più avanzato lavora sull'auto-narrazione, a partire dai testi delle fiabe. E dopo pranzo, una volta a settimana, un gruppo di studenti somali partecipa al cerchio narrativo. Anche questo è un modo di stare a scuola. Ogni cerchio ha un suo tema, è un modo per condividere ricordi, emozioni, speranze e delusioni. Qui nel corso del 2008 è stato ideato e girato il documentario “Come un uomo sulla terra” e più recentemente – il 16 aprile 2009 – è stata celebrata una commemorazione civile in memoria delle vittime dell'emigrazione nel Mediterraneo, tre settimane dopo il naufragio che costò la vita ad oltre 230 persone davanti alle coste libiche di Tripoli.


Una commemorazione particolare. Perché a ricordare le vittime sono stati i sopravvissuti di quello stesso viaggio, che parte a sud del Sahara e porta diritto all'isola di Lampedusa. C' è chi nella traversata ha perso i propri parenti e amici. Yahya Abdirahman era partito da Mogadiscio, in Somalia, insieme a Mohamed Abdullahi, che però a Tripoli si è imbarcato su un'altra nave, e è affondato. “Tutti sono morti – dice oggi Mohamed in un italiano ancora balbettante -. Mi dispiace tanto. Ma oggi voglio ricordare”. Il loro è un viaggio senza ritorno. Lo dice anche una canzone popolare somala, cantata più volte durante la commemorazione: “ci aspetta un lungo viaggio e che non ha ritorno e aspetta tutti noi”. In Eritrea si dice che per ogni essere umano ci sia una stella che brilla nel cielo. E che per ogni uomo che muore ci sia una stella che cade. Asmoron si chiede “quante stelle sono cadute” e prega dio che “li faccia riposare in pace e che la loro brillantezza non si spenga mai nei nostri cuori”



(questo articolo è stato pubblicato su L'Unità del 29 aprile 2009)


http://fortresseurope.blogspot.com/2006/01/somalia-italia-quelle-storie-parallele.html



Condividi questo articolo

in News: Il soffio ringhioso di una politica miope e xenofoba, che spira nelle osterie padane, è stato sdoganato. La Stranieri in classe, a Bolzano tetto del 30%Migreurop: Offensiva xenofoba sull’educazione e la sanità in ItaliaACLI, ARCI, LEGAMBIENTE - CESSATE IL FUOCOLe misure di polizia non arrestano, bensì deviano dai nostri ad altri porti le masse migratorie - Lorenzo Prencipe - Presidente Centro Studi Emigrazione RomaMediatori negli ospedali - Al via progetto di formazioneDalla parte degli ultimi - GIULIANO BATTISTON INTERVISTA VANDANA SHIVAGENOVA >>> STOP AL MASSACRO DI GAZAGUERRA UMANITARIA - Stefano Sarfati Nahmad (Rete degli ebrei contro l'occupazione)La speranza di Yousef - Testimonianze da GazaDolore muto di Dacia MarainiBologna - Progetto Pace in Palestina: Gaza, la questione morale del nostro tempo - un appello di Moni Ovadia e Ali RashidDdl sicurezza, una schedatura etnica di Carlo BeriniI cattolici e la recessione: vie di uscita dalla pazza crisi
di Annachiara ValleI cattolici e la recessione: L’altro mercato possibile - 
di Leonardo BecchettiKufia, canto per la PalestinaCoppie miste - CGIL e FLC - Non siamo spie, non siamo razzisti! Tutte le bambine e i bambini hanno gli stessi diritti. Appello all’obiezione di coscienza della scuolaRoma Eventi 17 marzo ore 11,00 IX Infopoverty World ConferenceRivoluzione Immigrazione: Chiesa mettiti in gioco - Appello di Alex Zanotelli e dei missionari comboniani al mondo missionario, alla Cei e alle chiese per chiedere la disobbedienza civile alle leggi razzisteInizia dalla Camera l’iter della Legge Delega per l’Istituzione dell’Albo dei MediatoriIl Laboratorio interculturale di narrazione teatrale presenta la
Rassegna di narrazione: IL DONO DELLA DIVERSITÀ – III EdizioneSomalia – Italia: quelle storie parallele di emigrazioneLaboratorio - Il viaggio incisoProfili di tutela dei minori immigratiLa Provincia di Genova: Ci sono 6 milioni di euro per chi non sa l'italianoLa crisi spinge gli immigrati a tornare a casa: a scuola meno bimbi stranieri20 anni di intercultura nelle scuole italiane  


Copyright © 2002-2011 DIDAweb - Tutti i diritti riservati