Niente bambini nella scuola islamica. Il Comune di Milano: è un edificio industriale, non può ospitare una scuola. L'opposizione: assurdo, intervenga il prefetto
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«Niente bambini nella scuola islamica»

 

Il Comune di Milano: è un edificio industriale, non può ospitare una scuola. L'opposizione: assurdo, intervenga il prefetto

 


 
















La moschea di Via Quaranta a Milano (Ap)
La lettera è stata spedita ieri.
La scuola di via Quaranta non è idonea e non può ospitare bambini. A pochi giorni dalla ripresa dell’attività scolastica, l’assessorato all’Educazione di Bruno Simini, in seguito a un sopralluogo eseguito tra maggio e giugno nell’edificio di via Quaranta, ha stabilito che negli spazi della scuola islamica non si possono svolgere attività per bambini perché si tratta di un edificio a uso industriale. La lettera è stata inviata al provveditorato, dopo che la «scuola araba Fajr» (così si chiama l’associazione culturale fondata per trovare una soluzione al caso di via Quaranta) aveva fatto richiesta di aprire una scuola straniera. Niente da fare. L’edificio di via Quaranta non può ospitare una scuola straniera e tantomeno, quindi, può continuare a ospitare la vecchia scuola islamica. Resta da capire chi farà rispettare il divieto di Palazzo Marino. Riesplode la questione della scuola islamica di via Quaranta. Immediata la reazione del centrosinistra con il leader dell’Ulivo, Sandro Antoniazzi, che da oltre un anno, segue la vicenda della scuola di via Quaranta, insieme all’assessore Simini: «È una clamorosa marcia indietro da parte di Simini - attacca Antoniazzi - e confligge clamorosamente con la lettera del 30 giugno in cui prometteva che se la scuola araba avesse chiesto la parità scolastica, il Comune avrebbe trovato una sede».

Replica durissima di Simini: «Questa lettera non chiude la strada alla legalità e alla richiesta di parità della scuola. Se la sinistra dice questo si sta ponendo in una situazione di gravissima illegalità. Perché la nostra lettera è coerente e conseguente con quello che diciamo da anni: la scuola di via Quaranta è illegale. La sinistra sta creando un alibi al contrario a chi non vuole portare avanti il percorso di legalizzazione. Cosi potranno sempre dire: ci chiudono le porte e quindi ce ne stiamo per i fatti nostri ». Ma a questo punto si apre un altro problema. Lunedì riaprono le scuole. «Che cosa faranno i mille bambini che studiavano alla Fajr? - si chiede Antoniazzi - Non si può chiudere una scuola dall’oggi al domani. Ne ho parlato con il prefetto Bruno Ferrante e anche lui è preoccupato. Che cosa succederà?». «Per quanto mi riguarda - replica Simini - devono andare a una scuola pubblica. Ce ne sono tante e funzionano anche bene. Spero che molti genitori seguano questo mi consiglio. Possono dare un segnale importante all’intera comunità».

In realtà, la Fajr potrebbe rimandare l’apertura di qualche settimana in attesa di una soluzione di transizione che sblocchi la questione della richiesta di scuola paritaria. Antoniazzi insiste su questa posizione: «Il prefetto dovrebbe aprire un tavolo con le altre istituzioni e trovare una soluzione». Antoniazzi spera anche in un intervento della Provincia: «Molti ragazzi non sono di Milano. Almeno un terzo vengono da fuori. A questo punto la Provincia potrebbe intervenire trovando una sede sperimentale. Maci vuole un quadro di consenso». Ma dalla Provincia arriva uno stop: «Siamo per la chiusura di via Quaranta - è la posizione ufficiale di Palazzo Isimbardi - e per quanto riguarda la sede noi siamo per l’integrazione e non per la ghettizzazione ». Insomma, per la scuola pubblica. Situazione difficile. Forza Italia, con Giovanni Terzi continua a chiedere la chiusura della scuola. «Chiudiamo la scuola e chiediamo al prefetto di chiuderla. Questo è il primo passo. Poi si vedrà »

 



Maurizio Giannattasio

 

08 settembre 2005
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2005/09_Settembre/08/giattanasio.shtml

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