Lunedì 26 alle ore 10
ci troveremo in via Gargano, angolo via Quaranta a Milano per un presidio pacifico e nonviolento. Con la nostra presenza solidale vogliamo sostenere le ragioni del dialogo che l'Amministrazione comunale milanese ha invece interrotto in modo brusco.
Noi docenti e genitori della Scuola Pubblica statale ci rifiutiamo di assistere in silenzio a questa vergognosa esibizione di inciviltà, alle affermazioni razziste e discriminatorie verso questa comunità di migranti, lontane dallo spirito di confronto e di incontro che insegniamo e pratichiamo nelle nostre scuole.
Ai cittadini che frequentano la scuola Fajr vogliamo far sentire l'esistenza di un'altra Milano che non insulta e non ringhia con argomentazioni razziste e xenofobe.
La chiusura della scuola egiziana di Via Quaranta a Milano ha riacceso una discussione da tempo sopita e rimossa. È una discussione a volte difficile. Crediamo tuttavia indispensabile continuare a interrogarci senza demagogia sulle difficoltà e sulle opportunità che l'incontro con culture diverse determina. Nel confronto potranno emergere proposte utili per progettare una buona scuola per la Repubblica, capaci di rimediare al vuoto pneumatico della "riforma" Moratti, partendo dalle buone pratiche di intercultura che hanno contraddistinto, fino agli anni scorsi, la nostra città.
ReteScuole.net
Perchè siamo solidali con la scuola di via Quaranta
C’è una scuola araba-egiziana di tipo consolare, per i figli/e di migranti, che applica i programmi in vigore in Egitto e l’insegnamento della lingua italiana;
c’è una scuola che ha visto crescere le iscrizioni fino a quasi 500 studenti per una insufficienza di “offerta” da parte della scuola pubblica;
c’è una scuola “paterna”, prevista dalle Leggi, che si è attivata per ottenere la “parificazione” e ne ha concordato l’iter con l’Assessore Comunale all’Educazione.
C’è un Comune di Milano che, prima si impegna per iscritto a trovare una sede, poi, con un clamoroso voltafaccia, pochi giorni prima dell’inizio anno scolastico fa marcia indietro, provocando la protesta di genitori, studenti e insegnanti che decidono di tenere lezioni all’aperto (Il terzo giorno al problema della scuola chiusa si aggiunge la tragedia del piccolo Samir travolto da un auto davanti alla scuola). Un Comune che comunque non ha avuto difficoltà a trovare una sede alla scuola di ebrei ortodossi, accogliendo anche la richiesta di una recinzione per separarli dai vicini alunni/e della scuola pubblica; che dal novembre 2004 si rifiuta di approvare in Consiglio una mozione d’indirizzo che propone di « ...dar vita, d’intesa con la scuola statale e le comunità di stranieri, a Poli culturali dedicati all’apprendimento della lingua d’origine per i bambini/e delle principali nazionalità presenti nella città…» Un Comune, infine, che ha drasticamente ridimensionato la Civica Scuola di Lingue Orientali, l’unica scuola civica in grado di poter offrire un servizio di mediazione linguistica e culturale professionale in città, decretando il proprio suicidio strategico verso il fenomeno migratorio.
C’è una Ministra dell’Istruzione che non ha mai inteso andare incontro ai bisogni di lingua, cultura (e religione) d’origine di larga parte di migranti, ma che anzi ha tagliato le figure docenti destinate all’utenza straniera nonostante quest’ultima sia in continuo aumento. Una Ministra che non parla più in questo caso di “scuola di mercato al servizio dell’utenza”, quando questa utenza è composta da immigrati. Immigrati che, ricordiamocelo, lavorano e pagano le tasse. Una Ministra che ha affossato da anni la Commissione Nazionale Interculturale e che ha escluso dai programmi lingue e culture extra-europee. Una Ministra che nella sua “riforma” non prevede l’educazione interculturale.
C’è un Direttore Regionale che promette e garantisce a questi studenti corsi di lingua d’origine nella scuola pubblica, Perché solo a questi?. Le scuole a Milano, sono in piena emergenza e inadeguate a rispondere ai bisogni dei 20.000 bambini/e migranti con soli 50 docenti distaccati (superstiti degli oltre 700 di quattro anni fa). In quante scuole vi sono corsi di lingua e cultura d’origine cinesi, arabi, africani, indiani, europei dell’est e latino-americani? NESSUNA.
C’è una Regione che ha bruciato i fondi della Legge 40/98, destinati anche alla “salvaguardia della lingua e cultura d’origine” e alla mediazione culturale delle Associazioni delle Comunità straniere, finanziando invece proprie strutture clientelari.
C’è un Ministro degli Interni che afferma in Parlamento che gli studenti arabi “devono frequentare la scuola pubblica”, ma non spiega perché solo loro e non anche gli studenti delle scuole private o parificate cattoliche, ebraiche, tedesche, inglesi e americane;
C’è un partito di Governo, la Lega, che si intromette violentemente nelle vicende scolastiche minacciando di fare picchetti per mandare al “loro paese” bambine/i, genitori e i/le docenti dalla scuola.
E POI CI SIAMO NOI, DOCENTI E GENITORI DELLA SCUOLA PUBBLICA che rifiutiamo di assistere in silenzio a questa esibizione di inciviltà, alle affermazioni razziste, discriminatorie verso arabi o islamici, lontane dallo spirito di confronto e di incontro che deve comunicare e praticare la Scuola della Repubblica. Da tre anni difendiamo la scuola pubblica e siamo contrari alle scuole “etniche” o confessionali. Riconosciamo tuttavia che attualmente la scuola pubblica è stata resa inadeguata alle nuove esigenze dei processi migratori e ai nuovi bisogni. Fino a quando il Ministero dell’Istruzione continuerà a ignorare queste problematiche, riteniamo che genitori ed alunni/e abbiamo il diritto di soddisfare i propri bisogni per altre vie. Per questo chiediamo al popolo della scuola di attivare la solidarietà a studenti e docenti della scuola di via Quaranta e di sostenere le richieste di riqualificazione della scuola pubblica in senso interculturale quali :
- Arricchire l’organico di ogni scuola di docenti specializzati per facilitare l’apprendimento della lingua italiana non solo come mezzo di comunicazione immediata, ma come veicolo per altri apprendimenti, come strumento per conoscere, conoscersi ed esprimere la propria identità.
- Favorire l’educazione interculturale attivando e finanziando progetti rivolti a tutte le classi indipendentemente dalla presenza di alunni/e migranti.
- Realizzare percorsi formativi interculturali per tutti i/le docenti
- Facilitare una cultura dell’accoglienza non solo rivolta agli alunni/e migranti , ma anche alle loro famiglie.
- Istituire apprendimenti per la lingua e cultura d’origine in orario scolastico ed extra-scolastico. Scuole aperte anche al sabato mattina a complemento delle attività di lingua e cultura d’origine
- Coinvolgere le Associazioni delle comunità straniere nelle attività scolastiche
- Permettere l’insegnamento delle religioni non cattoliche nella scuola pubblica (secondo il principio “o tutti o nessuno”)
I responsabili della situazione sconcertante e drammatica in cui si trovano la scuola pubblica e le comunità di immigrati devono dimettersi, dalla Ministro Moratti, incapace di una qualsiasi politica scolastica interculturale, fino all’Assessore all’Educazione di Milano Simini. Vanno infine respinte le ingerenze demagogiche nel mondo della scuola da parte del Ministero degli Interni e le barbarie della Lega.
http://www.retescuole.net/contenuto?id=20050925102442
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