Conferenza europea sulla popolazione Rom. Riconoscere i Rom come minoranza linguistica - 22.01.2008
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22.01.2008


Lucidi: «L'Italia è impegnata nella protezione dei diritti dei rom in un contesto di legalità dove i doveri sono imposti a tutti»


Alla presenza del ministro dell'Interno Amato, il sottosegretario ha aperto la ‘Conferenza europea sulla popolazione Rom’ alla SSAI. Presentata una ricerca del Professor Mannheimer. Il ministro della Solidarietà sociale Ferrero ha proposto di creare un progetto nazionale con fondi 'dedicati'.


Riconoscere i Rom come minoranza linguistica. Questa la proposta del sottosegretario all'Interno Marcella Lucidi, in apertura della ‘Conferenza europea sulla popolazione Rom’, organizzata dal Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del ministero dell’Interno e dal ministero per la Solidarietà sociale, che ha preso il via alla Scuola Superiore dell'Amministrazione dell'Interno con l'inaugurazione della mostra ‘Fotografie e documenti’.


Il sottosegretario Lucidi ha illustrato il progetto di riconoscere la minoranza linguistica dei rom, riprendendo quanto già previsto da una legge del 1999, e anche di agevolare la ricostruzione dello status giuridico dei rom, di cui si occuperà una commissione interministeriale ed anche le associazioni delle comunità. Per il sottosegretario, l'obiettivo del Governo è predisporre politiche nazionali positive contro l'emarginazione, che interessino i rom, i sinti e i camminanti, a cui ha chiamato a lavorare, con responsabilità, gli enti locali e le associazioni.


«Sia ben chiaro - ha affermato - dire come invece vogliamo che l’Italia, come e con gli altri Paesi europei, è impegnata nella protezione dei diritti dei Rom  e nella loro integrazione non significa chiamar fuori questo progetto da un contesto di legalità, dove i doveri sono imposti a tutti. ”Una sfida per l’unione europea”, come è scritto in una recentissima risoluzione del Parlamento europeo, una questione complessa, quindi, che sarebbe anche utile adottare in un’ottica di condivisione tra i Paesi comunitari perché sia politicamente sostenibile da quelli che sono più interessati da presenze e flussi di ingresso. E tra questi c’è certamente l’Italia».


«Per queste comunità - ha proseguito - vanno affermati diritti e doveri ed è necessaria la collaborazione tra Stati europei». Anche per quanto riguarda la sicurezza, il sottosegretario Lucidi ha precisato che si tratta di un tema che vale per tutti, compresi le donne e i bambini rom, che ben conoscono i comportamenti violenti di cui sono vittime. «La storia ci dice - ha affermato - che i rom non hanno mai combattuto una guerra. E' anche questa una buona ragione per cui si meritano la nostra attenzione». 


La Conferenza è stata organizzata alla vigilia della Giornata della memoria, per sottolineare la necessità di non disperdere il ricordo dello sterminio dei Rom durante la Seconda Guerra Mondiale; nel corso delle due giornate di dibattito, per una migliore conoscenza delle minoranze, sarà svolta una ricostruzione storica della presenza dei Rom, Sinti e Camminanti in Italia e in Europa e saranno affrontati i temi dell'istruzione, come elemento fondante della convivenza, della casa, come sostegno per un’integrazione possibile, e della tutela dei diritti e rispetto delle regole. 


«Ci è sembrato giusto e doveroso svolgere comunque questa conferenza - ha concluso il sottosegretario - perchè ha un valore simbolico sulla responsabilità che il Governo ha su questi temi».


Il Professor Marco Impagliazzo, docente all'Università per stranieri di Perugia, ricostruendo la storia della presenza dei Rom in Europa ed in Italia, ha ricordato che «la più grande minoranza d’Europa, circa 7-9 milioni di Rom sono presenti sul nostro continente sin dal XIV sec, viene da una storia fatta di sette secoli di intolleranza nei loro confronti e di persecuzioni culminate con il genocidio subito sotto il nazismo. Anche il sentimento diffuso in Europa di “antigitanismo” ha provocato ed è stato alla base dello sterminiio subito dal popolo zingaro». 


«Attualmente gli zingari sono tra i 110.000 ed i 130.000 - ha affermato il Prof. Impagliazzo - 60.000 dei quali sono italiani. Dobbiamo superare l'approccio emotivo ed emergenziale al tema della presenza degli zingari in Italia, che risale al quindicesimo secolo, e non può essere trattata come un'emergenza».
«Gli zingari - ha concluso - sono a pieno diritto cittadini europei, ma non sempre godono degli stessi diritti degli altri abitanti del continente».


Alla giornata inaugurale della Conferenza ha offerto il suo contributo anche il Prefessor Renato Mannheimer, Presidente dell'Istituto per gli Studi sulla Pubblica Opinione (ISPO), che ha illustrato i risultati della ricerca quali-quantitativa 'Italiani, Rom e Sinti a confronto'.


Alexander Vladychenko, direttore generale della coesione sociale del Consiglio d’Europa, ha riferito l'apprezzamento dell'Organizzazione europea per lo sforzo del governo italiano «di organizzare questa conferenza sui Rom con i Rom  perché, e questo è anche l’approccio del Consiglio, se si lavora per i Rom si deve lavorare con i Rom».
«La minoranza Rom deve  essere riconosciuta - ha detto Vladychenko - attraverso una specifica legge di tutela così come avviene per le minoranze linguistiche e per tanto si dovrebbe estendere la tutela prevista dalla legge sulle minoranze anche  ai Rom».



«Il problema dei Rom - ha detto Dana Varga, consigliere personale del primo ministro romeno per la problematica dei rom - non deve essere affrontato a livello politico nazionale, ma occorre portare il problema  a livello europeo con soluzioni condivise chiare e concrete».


Il ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero ha quindi concluso i lavori della prima giornata della Conferenza: «E’ stato importante e significativo aver organizzato questo convegno - ha detto Ferrero - in un data vicina al giorno della Memoria anche per ricordare il genocidio subito dal popolo Rom durante il nazismo». Il ministro ha proposto «di creare un progetto nazionale con fondi 'dedicati', nel rispetto delle autonomie degli enti locali ma che vada coordinato e supportato a livello centrale».


«Va ricordato - ha detto il ministro - che i Rom non sono incompatibili con il fatto di avere una casa, andare a scuola ed avere un lavoro. Ecco perché è necessario costruire una politica su tre pilastri: scuola, casa e lavoro».


Il ministro si è espresso per un riconoscimento della minoranza Rom «perché – ha concluso - il processo di inclusione deve andare di pari passo con la possibilità di preservare la propria identità culturale». 


http://www.interno.it/mininterno/export/sites/default/it/sezioni/sala_stampa/notizie/minoranze/0992_2008_01_22_conferenza_rom_sinti.html



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