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Dell’educare. 48
“La didattica è tutta orientata al futuro …“
Aldo Ettore Quagliozzi
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Le poche righe che seguono sono state tratte da “Essere insegnanti, divenire maestri“ del professore Raniero Regni, lavoro pubblicato sulla rivista “School in Europe“, e sono un invito esplicito e pressante a rendere il lavoro quotidiano dell’educatore sempre più affrancato dalla routine e dalle programmazioni le più varie, a lasciare ampio spazio alla sfera delle emozioni e a dare ascolto al pulsare continuo, spesso sotto traccia, delle esigenze giovanili il più delle volte sacrificate o mortificate sull’altare dell’efficienza e dei risultati imposti dai programmi.
“( … ) La didattica è tutta orientata al futuro, al Kronos; è presa da un senso lineare, cumulativo, cronologico, senza sorprese: indispensabile come il cibo quotidiano ma intossicante e pericoloso come il dio greco ( … ) che divorava i suoi figli.
Se l’educazione è solo prosa quotidiana, se il tempo su cui fonda la sua efficacia è quello dei momenti tutti eguali, allora è sotto la tirannia del motto scritto su di un’antica meridiana “tutti feriscono, l’ultimo uccide“.
Il tempo didattico deve far spazio anche ad un’altra dimensione che è quella del ”tempo debito“, del Kairòs. Il tempo che fugge e lascia la sua impronta, “il tempo debito”, l’occasione, il momento, l’attimo fuggente.
E’ evangelico e saggio cogliere il momento che passa. Al di qua o al di là delle programmazioni e dei progetti, dobbiamo lasciare aperta la porta del destino. ( … )“
maggio 2006
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