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I ghetti
Il ghetto di Roma rimase attivo per più di tre secoli e la vita degli ebrei della città - pur con i rapidi momenti di libertà degli anni repubblicani e rivoluzionari - fu condizionata dalle restrizioni sancite da Paolo IV Carafa nel 1555.
Lo scopo della politica dei ghetti era la conversione degli ebrei; chi si fosse convertito avrebbe avuto diritto, in premio, ad una vita ricca di privilegi. Sebbene, dunque, dalla condizione di miseria e esclusione dei ghetti di età moderna fosse possibile uscire e lo scopo della loro istituzione fosse, esclusivamente, l’umiliazione e l’impoverimento degli ebrei al fine di facilitarne la conversione, la normativa di separazione tra gli ebrei e gli altri inaugurata allora, sarà, come vedremo, destinata a essere ripresa, secoli dopo, dalla legislazione razziale fascista.
Nel 1938, però, per gli ebrei non era possibile alcuna via di fuga: il fascismo stabiliva l’ebraicità di una persona esclusivamente in base a criteri biologici e il battesimo, se effettuato in data successiva alla proclamazione delle leggi razziali, non comportava alcuna modifica in quei criteri.
Affinché gli ebrei siano ovunque riconoscibili come tali e non possano quindi nascondersi o celarsi in alcun modo, siano obbligati e costretti, gli uomini a indossare un berretto ben visibile, le donne un altro segno di facile riconoscimento, entrambi di colore grigio (glaucum); ...che tutti gli ebrei debbano vivere in un’unica zona, o, se questo non è possibile, in due o tre o quante siano necessarie... Tali quartieri, stabiliti da Noi nell’Urbe e dai Nostri Magistrati nelle altre città, avranno un solo ingresso e quindi una sola uscita.
In Roma, nella Chiesa di S. Marco, 14 luglio 1555 - Papa Paolo IV Carafa
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* La musica dei lager - Da AVVENIRE del 24 gennaio 2008 un articolo di Anna Foa |
| http://fuoridalghetto.blogosfere.it/ |
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Il Ghetto ebraico di Roma, tra i più antichi ghetti del mondo.
Il 12 luglio 1555 papa Paolo IV, al secolo Giovanni Pietro Carafa, con la bolla Cum nimis absurdum, revocò tutti i diritti concessi agli ebrei romani ed ordinò l'istituzione del ghetto, chiamato "serraglio degli ebrei", facendolo sorgere nel rione Sant'Angelo accanto al Teatro di Marcello. Fu scelta questa zona perché la comunità ebraica, che nell'antichità classica viveva nella zona dell'Aventino e, soprattutto, in Trastevere, vi dimorava ormai prevalentemente e ne costituiva la maggioranza della popolazione.
Oltre all'obbligo di risiedere all'interno del ghetto, gli ebrei, come prescritto dal paragrafo tre della bolla, dovevano portare un distintivo che li rendesse sempre riconoscibili: un berretto gli uomini, un altro segno di facile riconoscimento le donne, entrambi di colore glauco[1] (glauci coloris). Nel paragrafo nove, inoltre, veniva loro proibito di esercitare qualunque commercio ad eccezione di quello degli stracci e dei vestiti usati.
Inizialmente erano previste due porte che venivano chiuse al tramonto e riaperte all'alba. Il numero degli accessi, aumentando l'estensione e la popolazione del ghetto, fu successivamente ampliato a tre, a cinque e poi ad otto. |
| http://it.wikipedia.org/wiki/Ghetto_di_Roma |
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SFIDA NEL GHETTO - Webstory interattiva sulla condizione degli ebrei durante la II Guerra Mondiale. ITIS Copernico (da richiedere presso la scuola) |
| http://www.itiscopernicofe.it/default.asp |
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Cum nimis absurdum - Il 14 luglio del 1555, a meno di due mesi dalla sua elezione al soglio pontificio, Paolo IV Carafa emanò una disposizione destinata ad essere centrale per la storia degli ebrei di Roma e dell’Europa tutta. La costituzione Cum nimis absurdum, infatti, obbligava tutti gli ebrei dello Stato della Chiesa a vivere, in ogni città, in piccoli quartieri prestabiliti, chiusi da portoni sorvegliati da custodi assunti appositamente, in cui ciascun ebreo era tenuto a rientrare prima del tramonto. Il papa, inoltre, si preoccupò di regolamentare, materia per materia attraverso una lista precisa di divieti minuziosi, la vita quotidiana degli ebrei, il loro lavoro e le loro, scarse, possibilità di incontro e contatto con i concittadini cristiani. |
| http://www.judeideurbe.net/testi231/ghetto.htm |
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Il 1938, anno di promulgazione delle leggi razziali fasciste, vide gli ebrei privati dei diritti civili e l'inizio delle persecuzioni nazi-fasciste che a Venezia portò alla deportazione di 204 ebrei veneziani: di questi solo 8 fecero ritorno dai campi di sterminio.
Quello che fu il primo ghetto d'Europa (1516) è oggi un vivo e frequentato rione della città dove permangono tuttora le istituzioni religiose e amministrative ebraiche e cinque sinagoghe. |
| http://www.museoebraico.it/ |
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Il Ghetto di Cracovia (1939-1943) |
| http://www.olokaustos.org/geo/ghetti/cracovia/cracovia1.htm |
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«Juden haben waffen!» - Storia dell'insurrezione del Ghetto di Varsavia. L'azione organizzata e la reazione nazista. 18 gennaio 1943, gli ebrei si difendono Himmler ordina: "distruggete il Ghetto di Varsavia". |
| http://www.olokaustos.org/geo/ghetti/varsavia/index.htm |
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Nel ghetto di Roma. 1022 deportati la mattina del 16 otobre 1943 |
| http://www.repubblica.it/speciale/2004/diario/html/15102003.html |
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