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Acerra Lancet-Oncology: Nola, Acerra e Marigliano: tre città campane tristemente note per l'emergenza rifiuti si guadagnano ora il ben poco invidiabile appellativo di «Triangolo della morte» sulla prestigiosa rivista The Lancet- Oncology . Nella zona un'impennata di morti per tumore.
La questione dello smaltimento dei rifiuti, spesso accumulati negli stessi centri e a diretto contatto con la popolazione, infatti, sarebbe alla base di indici di mortalità per tumore più alti rispetto al resto della regione.È la denuncia contenuta nel reportage firmato dal ricercatore Alfredo Mazza, dell'Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa, pubblicato sul numero di settembre della prestigiosa rivista The Lancet Oncology
30.08.2004

Lingua: Italiana
Destinatari: Alunni scuola media superiore, Formazione post diploma, Formazione permanente
Tipologia: Documentazione
Abstract:

Acerra Lancet-Oncology:
Nella zona un'impennata di morti per tumore
30.08.2004

 Nola, Acerra e Marigliano: tre città campane tristemente note per l'emergenza rifiuti si guadagnano ora il ben poco invidiabile appellativo di «Triangolo della morte» sulla prestigiosa rivista The Lancet- Oncology . La questione dello smaltimento dei rifiuti, spesso accumulati negli stessi centri e a diretto contatto con la popolazione, infatti, sarebbe alla base di indici di mortalità per tumore più alti rispetto al resto della regione.È la denuncia contenuta nel reportage firmato dal ricercatore Alfredo Mazza, dell'Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa, pubblicato sul numero di settembre della prestigiosa rivista The Lancet Oncology.
Il problema dei rifiuti ambientali nell'Italia meridionale, si legge nell'introduzione al reportage, «sta ora raggiungendo proporzioni epiche e la questione è stata collegata all'incremento degli indici di mortalità per cancro». L'area attorno a Salerno e Napoli, sottolinea ancora The Lancet-Oncology, «produce una quantità di rifiuti maggiore rispetto a quella che le discariche e gli inceneritori della regione sono in grado di gestire e, da anni, la criminalità organizzata italiana ha fatto dello smaltimento illegale dei rifiuti un lucroso business». E proprio contro l'eco-mafia dei rifiuti punta il dito il ricercatore italiano: «Oggi - scrive - la differenza tra lo smaltimento legale dei rifiuti e la loro manipolazione illegale, con potenziali conseguenze negative aumentano». Una situazione, ricorda Mazza, giunta anche all'attenzione della Commissione Europea che, lo scorso luglio, ha inviato all'Italia lettere di ammonimento per 28 casi di violazione delle leggi Ue in materia ambientale.

Forte preoccupazione e critiche, prosegue Mazza, anche per «le 5.000 discariche illegali o incontrollate presenti nel nostro Paese», tanto che l'Ue ha rimandato l'Italia alla Corte di giustizia europea per ulteriori azioni. Ma qual è, dunque, l'effetto dei processi di trattamento dei rifiuti sulla salute dell'uomo? Pochi gli studi effettuati su questo argomento, tuttavia, sottolinea Mazza nel Reportage, «i dati dal Registro dei tumori italiano relativi all'Unità sanitaria locale (Asl) Napoli4, che comprende la zona ad est di Napoli con una popolazione di circa 550.000 persone, sono allarmanti rispetto al resto della Campania e dell'Italia in generale». I dati al febbraio 2002, denuncia Mazza, «mostrano infatti come gli indici di mortalità per cancro al fegato, stomaco e vescica, leucemia e linfomi siano considerevolmente più alti proprio nel distretto 73, parte della Asl che include la città di Nola con 250.000 abitanti, rispetto al resto della Asl Napoli4»: vale a dire, la zona in cui, denuncia, l'ecomafia gestisce molti dei suoi affari. Il “Triangolo della morte” comprende anche le città di Marigliano e Acerra, «un tempo importanti centri agricoli, ma - afferma Mazza - questa parte della Campania è stata utilizzata dall'ecomafia per lo smaltimento illegale dei rifiuti per un periodo così lungo che il terreno, oggi, è praticamente inutilizzabile». Migliaia di persone, denuncia il ricercatore, «sono state esposte a inquinanti tossici per decenni; Gli inquinanti nell'aria, nell'acqua e nei prodotti della terra sono ben al di sopra dei livelli consentiti».

I dati sono chiari: per il cancro al fegato, ad esempio, l'indice di mortalità per 100.000 abitanti è, tra gli uomini, di 14.0 in Italia e 15.0 in Campania, mentre svetta a 38.4 nella Asl Napoli4 e 35.9 nel distretto 73 (per le donne, il tasso di mortalità è di 20.8 nella Asl Na4 e 20.5 nel distretto 73, contro il 6.0 della media italiana e l'8.5 della Campania). Un indice, cioè, «tre volte superiore alla media nazionale e regionale». Mortalità più alta, in queste zone, anche per quanto riguarda il cancro alla vescica, al sistema nervoso e alla prostata. Mazza si dice dunque convinto che esista un legame tra i livelli di inquinamento causati da inadeguati metodi di controllo dello smaltimento dei rifiuti e dalle discariche illegali e gli alti indici di mortalità per cancro nella regione, «in costante crescita nel periodo 1995-2000».Il governo italiano, conclude il ricercatore, dovrebbe «dichiarare lo stato di emergenza e, se necessario, mobilitare le Forze armate prima che Nola diventi un'area contaminata, con gravi conseguenze socio-economiche e possibili esplosioni di violenza da parte di una popolazione ormai esasperata».




http://www.uonna.it/acerra-troppi-tumori.htm


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