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Politiche del PAESAGGIO - i concetti che stanno alla base di una corretta azione pubblica che si occupa non solo delle porzioni di territorio che appaiono particolarmente pregiate e che sono dunque da tutelare e tramandare nella loro strutturale connotazione, ma anche e soprattutto dei paesaggi antropizzati, vivi e vitali, da conservare, gestire e pianificare, secondo obiettivi e requisiti di qualità in relazione alla loro evoluzione sociale ed economica. Editoriale di Mariella Zoppi

Lingua: Italiana
Destinatari: Alunni scuola media superiore, Formazione permanente
Tipologia: Materiale di studio
Abstract:

Politiche del PAESAGGIO

Editoriale di Mariella Zoppi

Assessore alla Cultura della Regione Toscana
Autunno 2005

Paesaggio come bene culturale, paesaggio come identità profonda e radicata dei singoli territori relazionata alle popolazioni che in quei territori vivono ed operano, paesaggio come risorsa trasformabile, ma non rinnovabile e quindi da proteggere nella sua evoluzione. Questi sono i concetti che stanno alla base di una corretta azione pubblica che si occupa non solo delle porzioni di territorio che appaiono particolarmente pregiate e che sono dunque da tutelare e tramandare nella loro strutturale connotazione, ma anche e soprattutto dei paesaggi antropizzati, vivi e vitali, da conservare, gestire e pianificare, secondo obiettivi e requisiti di qualità in relazione alla loro evoluzione sociale ed economica.
Il paesaggio o forse più correttamente i paesaggi, identificano e rendono riconoscibili le differenti parti dei territori, ne testimoniano la storia tramandando i segni delle loro trasformazioni, avvenute in tempi più o meno luoghi e legate alla cura ed al lavoro degli uomini: paesaggi naturali, paesaggi rurali, urbani e periurbani vanno così a comporre un grande continuo mosaico che tende a sovrapporsi al territorio ed alla sua infrastrutturazione, per proporsi come un momento di attualità in grado di collegare la morfologia, l'assetto dei luoghi e le sedimentazioni temporali con il loro destino futuro di mantenimento o di trasformazione.
In questa complessità di relazioni, la prima azione non può che essere riferita alla conoscenza degli elementi, degli ambiti e delle relazioni.
Per questo le politiche sul paesaggio della Regione Toscana sono partite dalla individuazione delle emergenze: quelle già tutelate con provvedimenti statali che nel nostro paese hanno la profondità di un secolo e quelle identificabili che dovranno essere oggetto di provvedimenti di protezione.
La Carta dei vincoli è stato il primo concreto passo in questa direzione. Realizzata in stretta collaborazione con la Soprintendenza regionale, ha consentito di riportare, georeferenziandoli, sulla carta tecnica regionale tutti i vincoli esistenti sul territorio della Regione e con un sistema ipertestuale, di leggere contemporaneamente, la dimensione del vincolo nel suo riferimento catastale e la trascrizione del suo decreto relativo. Un lavoro che ha occupato quasi due anni e che viene continuamente aggiornato grazie al flusso costante di informazioni che si è stabilito fra gli organismi periferici dello Stato preposti alla tutela e la Regione. Oltre al costante aggiornamento, grazie anche alle nuove competenze attribuite alla Regione dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, stiamo lavorando alla identificazione georeferenziata delle emergenze: geologiche (terminata), potenzialità archeologiche, architetture del Novecento, archeologia industriale, beni ecclesiastici non tutelati (in corso) al fine di costruire una grande banca dati di "attenzioni" (non necessariamente "vincoli") cui attingere nei diversi processi di pianificazione del territorio. In attesa del Piano Paesaggistico regionale, che sarà parte integrante del sistema della pianificazione territoriale della Regione, secondo quanto previsto dalla LR 1/2005, e dell' istituzione delle Commissioni provinciali ai sensi dell' articolo 137 del Codice dei beni culturali e del paesaggio che avranno il compito di sottoporre alla Regione le proposte per la dichiarazione di notevole interesse pubblico dei beni paesaggistici, abbiamo dato avvio ad un processo sperimentale di campionatura su due ambiti al fine di costruire sistemi di relazioni culturali e paesistiche, che si connotano come Parchi culturali. I Parchi culturali individuano un'area - su segnalazione delle singole amministrazioni comunaliche si propone come campo di sperimentazione di lettura, individuazione e gestione di beni ed attività storico, artistiche e culturali che traggono origine e linfa da un particolare territorio. È, in breve sintesi, un tentativo di applicare i principi della Convenzione Europea del Paesaggio che relaziona fattori antropici, attività e luoghi in un processo di conservazione ed innalzamento di quegli obiettivi di qualità che intercettano la particolarità e la bellezza di specifici ambiti territoriali. Le prime due sperimentazioni sono iniziate, una nell'area del Valdarno a cavallo fra le Province di Arezzo e Firenze sulla Cassia Vetus, nota come Strada Provinciale dei Sette Ponti, l' altra a Massa Marittima incentrata sul rapporto tra un centro urbano di grande pregio ed il territorio agricolo circostante.
I Parchi culturali sono dunque entità fisiche che contengono beni ed attività e si pongono come sistemi ordinatori ed attrattori di cultura. Su di essi potranno essere costruiti atti di pianificazione ordinaria basati su una visione emergente dei fattori culturali e paesaggistici, individuati come fattori trainanti dell'organizzazione sociale ed economica del territorio o potranno essere visti come paralleli alla pianificazione e valutati come contenitori e/o evidenziatori di un sistema di relazioni esistenti, da potenziare o da costruire in grado di dare significato e protezione al paesaggio toscano. Un paesaggio, come si è esplicitato, non legato a suggestioni, immagini ed atmosfere da cartolina, ma relazionato alla vita delle comunità cui da secoli appartiene.

Mariella Zoppi
Assessore alla Cultura della Regione Toscana


http://www.cultura.toscana.it/assessorato/culturae/culturae_10.shtml


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