IL TUO GIUDIZIO SULLA RISORSA
Pluridisciplinare
Il portfolio delle competenze individuali - Formazione sulla riforma a.s. 2002/2003
Lingua:
Italiana
Destinatari:
Insegnanti
Tipologia:
Programmazione, Progetto, Curriculum
Abstract:
Il portfolio delle competenze individuali
di Elena Vaj
Già pubblicato in Puntoedu Formazione sulla riforma a.s. 2002/2003
INDICE
- Introduzione generale
- Obiettivi generali
PARTE I - Valutazione e certificazione: la centralità dell’allievo nel nuovo quadro riformatore
Introduzione alla prima parte
Obiettivi della prima parte
1.1- L’allievo nei documenti della Riforma
- Introduzione
- Obiettivi
- Parliamo di competenze
- Quale alunno dentro il Portfolio?
1.2- Promuovere le competenze: Unità di Apprendimento e Piani di Studio -
Personalizzati
- Introduzione
- Obiettivi
- Dal Pecup al Portfolio e ritorno: la circolarità del processo formativo
- Obiettivi Formativi, Unità di Apprendimento, Piani di Studio Personalizzati
1.3- Gli Oggetti della valutazione
- Introduzione
- Obiettivi
- I diversi aspetti della valutazione
- La valutazione esterna
- I due momenti della valutazione interna
- Come si intrecciano i diversi piani della valutazione?
- Conoscenze e abilità, o capacità e competenze? Cosa documentare nel Portfolio
1.4 - A chi serve il Portfolio? La definizione dei criteri di compilazione
- Introduzione
- Obiettivi
- I vincoli: il livello di prescrittività
- I criteri: il livello di discrezionalità
- Scegliere e organizzare i materiali
Riepilogo della prima parte
Spunti per la riflessione
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PARTE II - Finalità, funzioni, contenuti, compilazione del Portfolio
Introduzione alla seconda parte
Obiettivi della seconda parte
2.1 - Il Portfolio: uno o tanti?
- Introduzione
- Obiettivi
- Documentare un percorso formativo: il Portfolio "esteso"
- Il Portfolio "ridotto": la versione per la scuola
2.2 - Cosa c’è dentro il Portfolio?
- Introduzione
- Obiettivi
- Quali materiali inserire nel Portfolio?
- Come organizzarli?
- Come scegliere i tempi?
2.3 - Compilazione: soggetti, ruoli, responsabilità
- Introduzione
- Obiettivi
- La responsabilità della compilazione
- Il coinvolgimento degli alunni
- La cooperazione educativa della famiglia
Riepilogo del modulo
Spunti per la riflessione
PARTE III - La realizzazione e la compilazione del Portfolio
Introduzione alla terza parte
Obiettivi della terza parte
3.1 - Condividere i criteri
- Introduzione
- Obiettivi
- Dal Profilo…al POF…al Portfolio
- Obiettivi formativi e certificazione delle competenze
3.2 - Compiliamo un portfolio
- Introduzione
- Obiettivi
- La fase di progettazione
- La fase di realizzazione
Riepilogo del modulo
Spunti per la riflessione
Approfondimenti
Bibliografia
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INTRODUZIONE
Introduzione generale
Il testo presenta una riflessione sui criteri di valutazione introdotti dalla Riforma e
propone percorsi metodologici per la compilazione del portfolio.
Il tema chiave è la centralità dell’allievo nella valutazione, pertanto l’esposizione:
· evidenzierà il percorso che, nel nuovo quadro riformatore, conferma la centralità
dell’allievo sul piano relazionale e didattico, e realizza il coinvolgimento e la
condivisione della responsabilità educativa della scuola e della famiglia
· proporrà una riflessione sulla necessità di uno strumento di valutazione in grado
di documentare l’ampiezza del percorso formativo, quale risultato di competenze
acquisite attraverso apprendimenti formali ma anche non formali e informali
· presenterà le finalità e le funzioni del portfolio come strumento di certificazione e
documentazione delle competenze individuali
· proporrà percorsi e indicazioni operative per la realizzazione e la compilazione
del portfolio
Obiettivi generali
Gli obiettivi sono:
· rendere esplicite le finalità del portfolio all’interno del significato attribuito nella
riforma alla promozione delle competenze e alla condivisione della responsabilità
educativa
· chiarire in che modo l’utilizzo dei nuovi strumenti di lavoro (UA, PSP, Portfolio)
può favorire il percorso di crescita e formazione degli allievi
· presentare modi e strategie per realizzare e compilare il Portfolio delle
competenze individuali.
· cogliere, attraverso queste riflessioni, l’unitarietà del significato e le relazioni
funzionali tra i documenti ministeriali, Indicazioni Nazionali per i Piani di Studio
Personalizzati e il Profilo Educativo, Culturale e Professionale dello studente, e tra
Unità di Apprendimento e Piani di Studio Personalizzati
· mettere a fuoco come il Portfolio ne rappresenti la documentazione declinata al
livello del singolo allievo.
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PARTE I - Valutazione e certificazione: la centralità dell’allievo nel nuovo
quadro riformatore
Introduzione
La prima parte descrive il percorso che, nel nuovo quadro riformatore, realizza la
centralità dell’allievo sul piano relazionale e didattico, proponendo una lettura dei
documenti dal punto di vista della persona che è soggetto e oggetto dell’azione
formativa. Mette in luce come, sulla base di presupposti pedagogici ampiamente
condivisi, vengono introdotti dalla riforma strumenti operativi che da un lato
rispettano e valorizzano la piena autonomia progettuale delle scuole e dei docenti, e
dall’altro dirigono l’azione verso una precisa attenzione all’alunno come persona in
formazione e rendono imprescindibile la condivisione della responsabilità educativa
della scuola e della famiglia.
Obiettivi
Obiettivi:
· Presentare gli elementi che nei documenti ministeriali valorizzano la centralità
dell’allievo
· Costruire una guida alla lettura trasversale di tali documenti
· Mettere in luce gli elementi di qualità con cui la riforma intende:
a) Promuovere l’autonomia progettuale e la professionalità del docente che
pensa, organizza, adatta in itinere, realizza l’azione formativa per i suoi alunni
all’interno di uno scenario che si compone intersecando gli aspetti generali
normativi e quelli specifici di contesto
Garantire alle famiglie la partecipazione alle scelte educative per i propri figli
Integrare gli apprendimenti non formali e informali nella definizione e nella
certificazione di tali percorsi, riconoscendo come la crescita educativa e
formativa sia determinata da tutti i contesti con cui l’alunno interagisce.
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1.1 - L’allievo nei documenti della Riforma
Introduzione
In questo paragrafo viene proposta una lettura trasversale dei documenti presentando
le innovazioni che nella riforma valorizzano la centralità dell’allievo.
Obiettivi
L’obiettivo è quello di fornire strumenti di lettura e comprensione dei cambiamenti che
determinano la nuova modalità di valutazione che la riforma introduce.
Parliamo di competenze
Dalla lettura dei documenti esterni alla scuola, il Pecup e le Indicazioni Nazionali, che
costituiscono il preciso riferimento per la elaborazione dei documenti interni, Piani di
Studio Personalizzati e Portfolio delle competenze individuali, emerge una prima
considerazione: non si tratta solo di promuovere il sapere degli alunni, finalizzato alla
costruzione di un personale e consapevole progetto di vita, ma il percorso va declinato
in termini di competenze, documentato, certificato.
Ma quando una persona è riconosciuta competente? Il Pecup definisce competente il
soggetto che sa mobilitare tutte le sue capacità attraverso le conoscenze e le abilità
che apprende e che possiede per dare un senso personale alle sue esperienze di vita e
per viverle risolvendo al meglio i problemi che incontra.
Attribuire significati condivisi ai termini che si utilizzano è fondamentale per non
compromettere una discussione che cerca di "stare sulle cose" piuttosto che "sulle
parole".
Nelle Raccomandazioni per l’attuazione delle Indicazioni Nazionali vengono date
alcune definizioni per chiarire con quale accezione tali termini sono intesi nei
documenti nazionali.
Con capacità si intendono le risorse che il bambino possiede e la sua propensione a
fare, pensare, agire: sono le sue possibilità potenziali.
Le conoscenze sono il sapere. Quello teoretico ma anche quello pratico: principi,
regole, valori che nelle Indicazioni costituiscono gli Obiettivi Specifici di
Apprendimento della Convivenza Civile.
Le abilità si riferiscono al saper fare, che è anche consapevolezza di ciò che si fa e dei
diversi risultati che si ottengono con modalità diverse dell’operare e del produrre.
Le capacità personali degli allievi, grazie all’utilizzo formativo delle conoscenze e delle
abilità riunite negli Obiettivi Specifici di Apprendimento declinati nelle Indicazioni,
diventano loro competenze personali.
Dai documenti nazionali emerge la modalità con cui osservare lo studente:
· considerando le sue capacità potenziali
· confrontando le conoscenze e le abilità che possiede con quelle in dicate negli
Obiettivi Specifici di Apprendimento
· definendo quali obiettivi formativi sono a lui accessibili e per lui significativi per
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promuovere le competenze personali.
La vera novità per la scuola è data dal compito di individuare, descrivere, acc ertare,
certificare una competenza: se la definizione teorica può essere condivisa, come la
darne la definizione operativa? Si tratta di trovare un accordo su come è possibile
provarne l’esistenza, con quali strumenti , e su come documentarla.
Quale alunno dentro il Portfolio?
Parliamo di Portfolio delle competenze individuali: è l’alunno "competente" che deve
emergere da questo documento. L’attenzione è alla persona, alle sue modalità di
apprendimento, alle caratteristiche particolari con cui affronta le esperienze formative,
alle competenze che mobilita per gestire le difficoltà.
Questo non significa costruire una sorta di immagine ideale dell’alunno: dentro il
Portfolio c’è l’individuo che cresce, ci sono i momenti che documentano i suoi
progressi, ci sono le sue difficoltà e le competenze che riesce a mettere in campo per
affrontarle. Ci sono le sue reali conoscenze, le sue abilità.
I modelli di certificazione che fino ad oggi si sono succeduti nella scuola, hanno
rappresentato la declinazione operativa di precise interpretazioni teoriche della
valutazione. Il Portfolio rende possibile uno spazio per la dimensione personale degli
allievi, personalizzando la valutazione come coerente conseguenza della
personalizzazione dei Piani di Studio.
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2.2 - Promuovere le competenze: Unità di Apprendimento e Piani di Studio
Personalizzati
Introduzione
In questo paragrafo viene presentata una riflessione sul rapporto tra Obiettivi
Generali del processo formativo, Obiettivi Formativi, Obiettivi Specifici di
Apprendimento e Portfolio delle competenze
Obiettivi
L’obiettivo è offrire una chiave interpretativa delle indicazioni contenute nei documenti
nazionali per progettare operativamente percorsi formativi
Dal Pecup al Portfolio e ritorno: la circolarità del processo formativo
La formazione è un processo continuo, non ha un punto di inizio e prosegue per tutto
l’arco della vita: il bambino possiede capacità, conoscenze, abilità e competenze che
rappresentano il bagaglio personale con cui inizia il suo percorso nella scuola, una
sorta di "Portfolio in entrata" informale già all’ingresso nella scuola dell’infanzia.
Il Portfolio delle competenze "in uscita" al termine di ogni anno scolastico, sarà sia il
punto di arrivo del percorso compiuto, sia il punto di partenza per la promozione
progressiva delle competenze definite nel Profilo Educativo, Culturale e Professionale
dello studente alla fine del primo e del secondo ciclo di istruzione.
Il Pecup, descrivendo come ci si aspetta che sia lo studente a 14 o 18 anni, costituisce
la bussola che orienta l’azione formativa. Collegati al Pecup ma riferiti ad ogni
specifico grado di scuola, gli Obiettivi Generali del processo formativo contenuti nelle
Indicazioni Nazionali, orientano le scelte educative e didattiche dei docenti e della
scuola declinate nel Piano dell’Offerta Formativa.
Rispetto ai diversi periodi didattici sono elencati, sempre nelle Indicazioni Nazionali, gli
Obiettivi Specifici di Apprendimento : si tratta di conoscenze e abilità che la scuola è
invitata ad organizzare in attività formative unitarie per promuovere le competenze
degli allievi a partire dalle loro capacità: competenze che saranno certificate e
documentate nel Portfolio e coerenti col Pecup.
Obiettivi Formativi, Unità di Apprendimento, Piani di Studio Personalizzati
Il nodo centrale del processo educativo è rappresentato dalla personalizzazione dei
piani di studio: è definitivamente superata l’astrattezza dei programmi, generali e
uniformi per tutti, che il docente doveva applicare contestualizzandoli nella specificità
della sua scuola e nella particolarità personale degli alunni. Il percorso parte ora
direttamente dall’alunno.
Alla professionalità del docente è richiesto il compito di progettare, a lla luce degli
Obiettivi Generali del processo formativo e degli Obiettivi Specifici di Apprendimento,
una Unità di Apprendimento che sia caratterizzata da obiettivi, attività, metodi ,
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verifiche formativi.
Il docente conosce due punti fermi: il Profilo, il punto di arrivo rispetto alle
competenze attese, e le Indicazioni Nazionali che elencano, oltre agli Obiettivi
Generali del processo formativo, gli Obiettivi Specifici di Apprendimento, conoscenze e
abilità da promuovere in un dato segmento scolastico. Ha di fronte i suoi allievi, e può
confrontare la loro situazione attuale di conoscenze e abilità, ed anche capacità
potenziali, con il punto di arrivo: il Pecup.
Con queste consapevolezze procede alla definizione degli Obiettivi Formativi: sono
quelli adatti e significativi per ciascun allievo, quelli che devono essere sviluppati per
consentire un progresso personale verso i risultati attesi. Può partire dall’analisi
dell’esperienza degli allievi ed individuare le dissonanze, cognitive e non, rispetto a
Pecup e OSA, cercando di cogliere i loro punti di forza su cui costruire il percorso
personale.
Od anche può guardare il Pecup e gli OSA cercando in essi quegli aspetti che " possono
inserirsi nella storia narrativa personale o di gruppo degli allievi " e che hanno per loro
il senso e il significato di traguardi importanti da raggiungere. Oppure ancora
utilizzare, qualora lo ritenga funzionale, entrambi i percorsi.
Questo è lo scenario rispetto al quale , tenendo conto delle capacità degli allievi,
definire all’interno dell’Unità di Apprendimento, gli Obiettivi Formativi descritti in
termini concreti di apprendimenti: cosa deve sapere (conoscenze), cosa deve saper
fare (abilità) e a quale livello (standard). La scelta delle attività, dei metodi, dell e
soluzioni organizzative, completa la progettazione della Unità di Apprendimento.
E’ ovviamente un’ipotesi del lavoro, non un percorso strutturato da seguire. Proprio
perché
è centrato sugli alunni, sulle loro capacità, sui loro tempi, non è possibile pr evederne a
priori l’articolazione: quello che si può fare è appunto un’ipotesi di percorso, che via
via si sviluppa e si curva rispetto ai bisogni formativi dei singoli allievi.
Le Unità di Apprendimento rappresentano lo strumento per raggiungere gli Obiettivi
Formativi e trasformarli in competenze personali degli allievi, utilizzate in situazioni
concrete. L’insieme delle Unità di Apprendimento costituisce il Piano di Studi,
personalizzato sia nella progettazione e realizzazione, con le Unità di Appre ndimento,
sia nella verifica, con il Portfolio.
Essendo l’insieme organizzato delle Unità di Apprendimento, come queste il Piano di
Studi Personalizzato si costruisce durante il percorso, è completo solo alla fine e
documenta le attività svolte con l’inte ro gruppo classe o con i gruppi di laboratorio.
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1.3 - Gli oggetti della valutazione
Introduzione
In questo paragrafo vengono esaminati i differenti aspetti della valutazione, per
mettere in evidenza gli elementi innovativi, e proporre una riflessione su come,
ciascun aspetto può contribuire alla definizione dei criteri per la compilazione del
Portfolio.
Obiettivi
Gli obiettivi sono:
· chiarire i nuovi aspetti della valutazione introdotti dal quadro riformatore
· far emergere la visione globale e unitaria della funzione della valutazione
I diversi aspetti della valutazione
Parlare di valutazione nella scuola dell’autonomia significa delineare due differenti
piani:
· il piano della valutazione esterna, realizzata dall’ I.N.VAL.S.I., con funzione di
supporto alle politiche educative nazionali e alla valutazione interna della scuola:
· valutazione degli elementi strutturali di sistema
· valutazione dei livelli di padronanza da parte degli allievi delle conoscenze e
abilità indicate negli Obiettivi Spec ifici di Apprendimento.
· il piano della valutazione interna:
· autovalutazione di istituto, rispetto agli elementi di sistema
· valutazione diagnostica, formativa e sommativa dei singoli allievi
Il D.P.R. 275/99, il regolamento dell’autonomia scolastica, ha introdotto nuovi criteri
di verifica dell’azione formativa della scuola. Declinandone i principi ispiratori nel
contesto specifico del percorso formativo individuale, la riforma individua nel Portfolio
delle competenze individuali lo strumento per la documentazione e la certificazione del
percorso dell’alunno.
Quali sono i principali aspetti innovativi? Come questi aspetti si intrecciano passando
dal generale al particolare? La valutazione dei singoli allievi è di esclusiva competenza
del docente: in che modo questa azione si intreccia con gli altri livelli di valutazione?
La valutazione esterna
La trasformazione del sistema scolastico in una forma poliarchica che vede tre diversi
soggetti (Stato, Regioni ed Enti Territoriali, Istituzioni Scolastiche autonome)
interagire nella organizzazione dei percorsi di istruzione e formazione, da una parte
valorizza le autonomie territoriale, dall’altra espone il sistema stesso ad una
disomogeneità sul territorio nazionale.
Una delle funzioni dello Stato è quella di garantire l’uniformità del sistema di
istruzione, attraverso modalità che consentano di evitare forti dislivelli quantitativi e/o
qualitativi dell’offerta formativa sul territorio o di avere, anche nella stessa zona di
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riferimento, scuole di serie A e scuole di serie B, con il rischio di frammentazione e di
polarizzazione del sistema stesso.
A tal scopo è stato costituito l’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema di
Istruzione con i compiti di verifica da una parte del raggiungimento degli obiettivi di
apprendimento da parte degli allievi, e dall’altra degli standard di qualità del servizio.
Per la verifica degli apprendimenti, all’inizio di ogni biennio, vengono predisposte
prove nazionali da sottoporre a tutti gli allievi: la finalità no n è quella di dare giudizi
valutativi sui singoli soggetti, allievi o istituzioni scolastiche, ma fornire un quadro
generale di riferimento utile sia a livello centrale, per le scelte di politica educativa, sia
alle singole scuole come indice di confronto utile alla valutazione interna.
All’esame che conclude il primo e il secondo ciclo, saranno presumibilmente presenti
prove nazionali che costituiranno elemento di valutazione ai fini del punteggio
d’esame.
I due momenti della valutazione interna
La valutazione interna della scuola si articolata in due momenti: da una parte
l’autovalutazione di istituto che prende in esame gli elementi generali: corrispondenza
dei risultati con quanto dichiarato nel Piano dell’Offerta Formativa, qualità del servizio,
soddisfazione degli utenti…; dall’altra la valutazione diagnostica, formativa,
sommativa dei singoli alunni, di competenza del docente all’interno dell’autonomia
didattica.
La valutazione diagnostica è direttamente correlata con i Piani di Studio
Personalizzati: il docente individua le capacità, le conoscenze e le abilità dei singoli
allievi, descrivendo la situazione di apprendimento di ciascuno. Questo è il punto di
partenza per definire, individuati gli Obiettivi Formativi personali, quali percorsi, con
quali strategie, attraverso quali Unità di Apprendimento ciascun alunno potrà
ampliare, sviluppare, acquisire nuove competenze.
Le valutazioni formativa e sommativa, periodiche, annuali e biennali, sono strumenti
del processo di insegnamento/apprendimento: verificano i livelli di apprendimento di
ciascun alunno rispetto alle capacità individuali, alle conoscenze e abilità indicate in
ciascuna Unità di Apprendimento e nel Piano di Studi Personalizzato, e documentano
le competenze raggiunte.
Entrambi gli aspetti della valutazione sono presenti nel Portfolio che, come vedremo,
si compone di due sezioni: la sezione dedicata alla valutazione e quella riservata
all’ orientamento. Le due sezioni sono peraltro strettamente correlate, in quanto la
dimensione orientativa rende consapevoli delle proprie capacità, mentre la
dimensione valutativa delle competenze.
L’idea è quella di uno strumento che possa rappresentare una valutazione dell’alunno
positiva nel senso che documenta i progressi, fa percepire i livelli di apprendimento e
l’ampiezza delle competenze raggiunte, contribuendo a renderlo consapevole del suo
percorso e delle potenzialità personali.
Una documentazione così concepita è di per se stessa orientativa, in quanto fa
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emergere le capacità e le competenze che, coniugate a conoscenze e abilità,
costituiscono gli elementi fondanti delle scelte e della progettualità personale.
Come si intrecciano i diversi piani della valutazione?
Possiamo pensare a ciascun momento della valutazione come ad un punto che
contiene in sé tutto l’insieme a cui appartiene:
il POF, primo oggetto della valutazione interna, è strettamente correlato al Profilo (che
indica le competenze attese in uscita) e alle Indicazioni Nazionali (che declinano
Obiettivi Generali e Obiettivi Specifici di Apprendimento): rappresenta infatti la
contestualizzazione dei principi in essi contenuti nella specificità dell’Istituto.
Questa contestualizzazione rimanda alla valutazione degli elementi strutturali del
sistema, alla capacità della scuo la di organizzare le proprie attività per rispettare il suo
mandato istituzionale, oggetti del primo aspetto della valutazione esterna.
Il POF è, d’altro canto, il documento che dichiara i criteri organizzativi e didattici
condivisi all’interno della scuola e sulla cui base sono elaborati i Piani di Studio
Personalizzati: questi sono finalizzati alla acquisizione di conoscenze, abilità e
competenze da parte degli allievi, che il Portfolio certifica e documenta, in stretta
correlazione con le competenze attese declinate nel Profilo Educativo, Culturale e
Professionale.
Si ritorna al Pecup con la possibilità, attraverso il confronto col Portfolio, di conoscere
l’efficacia dell’azione formativa e la coerenza degli interventi didattici adottati.
Conoscenze e abilità, o capacità e competenze? Cosa documentare nel
Portfolio
Il Portfolio documenta capacità, progressi e competenze, ma nel percorso didattico di
un alunno ci sono anche insuccessi, valutazioni negative: come è possibile coniugare
la finalità di promozione della persona e di valorizzazione delle sue competenze con la
necessità di una valutazione che descriva in modo chiaro anche le conoscenze e le
abilità non raggiunte?
Per rispondere può essere utile analizzare la questione da un altro punto di vista
chiedendosi quali sono le nuove dimensioni della valutazione e della certificazione che
la riforma introduce.
La dimensione innovativa è quella della maturazione personale, che per la prima volta
entra a far parte di un documento di certificazione; lo sguardo è all’unitarietà della
persona e alla continuità del suo processo formativo: è la dimensione dell’essere, delle
capacità e potenzialità personali, delle competenze che per definizione non possono
che essere positive.
E’ la dimensione che, introducendo la visione globale della persona, supera la divisione
tra scuola ed extrascuola, tra apprendimenti formali, non formali, informali che
unitariamente vengono recuperati ai fini della valutazione.
La valutazione non è comunque riferita unicamente alle competenze: anzi, le
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competenze sono raggiunte grazie a percorsi didattici unitari, progettati dai docenti,
rispetto ai quali sono individuati gli standard di apprendimento nelle conoscenze e
abilità da acquisire, e conseguentemente i livelli di apprendimento raggiunti da
ciascun alunno (ciò che l’alunno sa e sa fare). Questa può essere definita la
dimensione dell’avere .
Le dimensioni dell’ essere e dell’avere non sono sovrapponibili: si richiamano, ma sono
su piani differenti e non è possibile ricavare da risultati di conoscenze e abilità
valutazioni sulla persona. I due aspetti della valutazione coesistono e sono tra loro
complementari.
Sarà la singola scuola a decidere i criteri con cui compilare il Portfolio, ma le due
dimensioni della valutazione devono essere presenti, e proprio dal loro intrecciarsi
emergerà la valenza orientativa che il Portfolio deve avere.
1.4 - A chi serve il Portfolio? La definizione dei criteri di compilazione
Introduzione
In questo paragrafo viene proposta una sintesi delle finalità e delle funzioni del
Portfolio e una riflessione sul compito di scelta dei criteri di compilazione, affidato alla
autonomia di ciascun istituto scolastico.
Obiettivi
Chiarire come le diverse funzioni del Portfolio possono contribuire alla definizione dei
criteri per la compilazione.
I vincoli: il livello di prescrittività
Nelle Indicazioni Nazionali possiamo trovare elementi precisi che, nella compilazione
del Portfolio, vanno rispettati:
1. l’individuazione dei criteri di scelta per organizzare i materiali contenuti nel
Portfolio è un preciso dovere di ogni istituzione scolastica
2. il Portfolio non deve essere semplicemente un contenitore ma una selezione di
materiali dotata di organicità e significatività
3. i materiali sono scelti con precise annotazioni sia dei docenti, sia delle famiglie, ed
eventualmente, degli alunni
4. comprende due sezioni, una valutativa e l’altra orientativa, in cui comunque le due
dimensioni della valutazione e dell’orientamento sono strettamente interconnesse;
5. la compilazione esige il coinvolgimento dell’alunno e della famiglia
I criteri: il livello di discrezionalità
Rispettati i vincoli, la ciascun Istituto autonomamente individua i criteri per la
compilazione del Portfolio sulla base delle linee contenute nel Piano dell’Offerta
Formativa.
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Quali sono i fattori che possono essere presi in considerazione per la definizione di tali
criteri?
Il Portfolio è uno strumento destinato agli alunni: consente di conoscere in modo
progressivo e sistematico il percorso personale di crescita e maturazione dello
studente, aiuta a dare il senso della costruzione progressiva delle proprie competenze,
a riflettere su di sé, sulle proprie capacità e potenzialità, ad orientare le scelte future.
E’ destinato anche alle famiglie, che in tal senso possono essere maggiormente
coinvolte nel percorso formativo, nella condivisione delle responsabilità educative,
nella collaborazione per comprendere motivazioni e interessi, esplicitando
l’intersecarsi degli apprendimenti formali, informali e non formali che contribuiscono
alla crescita e alla maturazione personale.
Serve agli insegnanti sia come strumento per monitorare l’efficacia dell’azione
didattica e la congruenza delle scelte metodologiche, sia per promuovere negli alunni
la capacità di leggere la propria esperienza e costruire una "memoria" che li aiuti a
tracciare la loro storia personale.
E’ destinato anche alla scuola successiva: accompagna l’alunno nel suo percorso
scolastico ed ha una funzione particolarmente importante nel passaggio da un ordine
di scuola all’altro. La collaborazione tra i docenti per lo scambio di informazioni, la
continuità educativa, la verifica degli apprendimenti, la progettazione successiva
possono trovare nel Portfolio un utile strumento di lavoro.
Il Portfolio serve anche alla scuola che ha in carico in quel momento l’alunno: può
essere letto come testimonianza della pertinenza degli interventi educativi, della loro
efficacia, della congruenza con il Piano dell’Offerta Formativa e con i documenti
Nazionali. Può essere indicatore della qualità del servizio scolastico, ed elemento per
la valutazione interna di istituto.
Scegliere e organizzare i materiali
Da ciascuna funzione possono essere individuati criteri per definire quale struttura
dare, quali materiali selezionare, come organizzarli; se si vuole, ad esempio,
privilegiare la dimensione attuale del bambino, un criterio organizzatore potrà essere
quello di raccogliere materiali che documentano tutte le conoscenze e le abilità
promosse e trasformate in competenze attraverso l’attività scolastica in un dato arco
di tempo.
La suddivisione e l’organizzazione dei materiali per periodi temporali consente di
avere il quadro di tutte le conoscenze, le abilità e le competenze possedute in un dato
memento del percorso e sapere chi è, cosa sa, che cosa sa fare quell’alunno.
Se si sceglie di privilegiare la dimensione evolutiva, i materiali potranno essere
selezionati rispetto a specifiche conoscenze, abilità e competenze ed organizzate per
tipologia: potremo avere l’idea del processo di maturazione e di crescita personale,
delle dinamiche relazionali, del percorso di apprendimento.
Ugualmente, il criterio di selezionare e organizzare i materiali rispetto alle competenze
indicate nel Profilo, declinandole al livello dell’ordine di scuola e di età dell’alunno, può
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consentire una maggiore funzionalità nel momento del passaggio alla scuola
successiva.
Riepilogo della prima parte
In questa parte è stato analizzato il modello di certificazione proposto dalla riforma,
inquadrandolo all’interno del percorso di innovazione che introduce modalità e
strumenti per la personalizzazione di tutta l’azione formativa. Vengono descritti i
diversi aspetti della valutazione e i punti di attenzione per individuare vincoli e criteri
per la compilazione del portfolio.
Spunti per la riflessione
1. Andrea, alunno di prima elementare, è un bambino intelligente, sempre pronto a
rispondere, impara con facilità e sa già leggere e scrivere con una certa
accuratezza; il problema è la sua iperattività: non sta seduto, gira continuamente
per la classe, ha sempre qualche giochino nella cartella, e, soprattutto verso la fine
della mattinata, mette veramente a dura prova la pazienza della maestra. Le
insegnanti stanno pensando di valutare meno positivamente le prove di Andrea,
per dare un segnale di come sia importante il comportamento anche per i risultati
didattici.
· Mi è già capitato un caso come quello di Andrea? Se sì , come mi sono
comportato/a rispetto alla valutazione del profitto?
· Qual è il mio parere sulla proposta delle insegnanti di Andrea?
Il Portfolio è uno strumento che può essere utile non solo nel momento della
valutazione finale, ma anche durante il percorso per elaborarlo e costruirlo, con
l’alunno stesso, con i genitori, con gli altri docenti: prova a descrivere i modi
possibili in cui il Portfolio può essere uno strumento che aiuta a gestire il caso di
Andrea.
2. Un gruppetto di insegnati sta discutendo: il problema è il Portfolio. Non si trovano
d’accordo sulle modalità di compilazione, sulla struttura, c’è persino chi non
approva il portfolio stesso, rimpiangendo già la vecchia scheda:
«non mi piace l’idea di strutturare il portfolio per periodi: mi sembra di voler
inquadrare ancora il lavoro in tempi che non sono certo uguali per tutti: propongo di
scegliere e inserire i materiali al termine di ogni Unità di Apprendimento: il portfolio
sarà completo alla fine dell’anno»
«io penso che un certo ordine ci voglia, anche un ordine nei tempi: come fa altrimenti
il bambino a ricostruire il suo percorso formativo se non corrisponde ad un tempo
preciso, uguale per tutti?»
«ma i voti, che fine fanno? Almeno la scheda era chiara rispetto al profitto»
«sai però come erano poco utili quei giudizi globali ormai un po’ standardizzati! Col
portfolio riesci a seguire davvero il percorso di ogni bambino, come potrebbe fare
altrimenti il tutor, se non avesse a disposizione uno strumento così ?»
«ma perché: i voti nel portfolio non ci sono?»
· Commenta gli interventi, riflettendo su quali sono gli aspetti che condivi e quelli
che non condividi e perché.
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PARTE II - Finalità, funzioni, contenuti, compilazione del Portfolio
Introduzione
La seconda parte presenta la struttura del Portfolio, chiarendo il rapporto tra
l’organizzazione e le funzioni. Propone una riflessione sulle specificità dei materiali che
possono entrare a far parte del documento, sulle modalità con cui possono essere
organizzati e in quali tempi. Darà inoltre evidenza alla pluralità dei soggetti coinvolti
nella compilazione, ai ruoli e alle responsabilità educative.
Obiettivi
Gli obiettivi sono:
· Chiarire la relazione tra finalità, funzioni, contenuti e struttura del portfolio
· mettere in risalto come il Portfolio, essendo una delle innovazioni del nuovo
sistema educativo, possa costituire una opportunità per rilanciare, sul piano
della condivisione della responsabilità educativa, la cooperazione tra i diversi
ordini di scuola e tra la scuola e la famiglia.
2.1 - Il Portfolio: uno o tanti?
Introduzione
Questa parte propone una riflessione sulla struttura del portfolio rispetto alla funzione
di un documento che è pensato per accompagnare l’allievo lungo il suo percorso
scolastico e formativo.
Obiettivi
· Realizzare un confronto tra la continuità educativa e la str uttura del documento
che l’accompagna
Analizzare la struttura del Portfolio rispetto alla sua funzione di documento formale
Documentare il percorso formativo: il Portfolio "esteso"
Il Portfolio è uno strumento che accompagna l’allievo nel suo percorso fo rmativo: " il
documento della Scuola Primaria si innesta su quello portato dai bambini dalla scuola
dell’infanzia e accompagna i fanciulli nel passaggio alla scuola secondaria di primo
grado" .
Innestarsi e accompagnare: due termini che rimandano ad immagini diverse. Se il
Portfolio del primo anno della scuola primaria si deve innestare su quello della scuola
dell’infanzia, la struttura deve essere molto simile, così da permettere che le singole
sezioni possano essere ampliate e articolate in modo organico.
L’immagine di accompagnamento rimanda all’idea di dare all’alunno qualche cosa che
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gli consenta di non sentirsi solo in un ambiente per lui nuovo e diverso, qualche cosa
che gli faccia percepire che la scuola lo accoglie "sa dove metterlo" e ha modo di
conoscere il percorso che ha già compiuto.
Il Portfolio delle competenze individuali "seguirà poi lo studente per tutta la durata del
suo percorso scolastico. Con gli opportuni adattamenti, potrà, inoltre rimanere un
documento che accompagna i cittadini anche dopo i 12 anni di istruzione e formazione
obbligatoria come strumento da utilizzare per la ricerca del lavoro, la riconversione
professionale e la formazione continua".
Il Portfolio è quindi uno strumento che ha una dimensione temporale ampia, e in tal
senso non è ipotizzabile un unico Portfolio per tutto il percorso formativo. Anche senza
eccedere nella raccolta documentaria, le dimensioni, qualunque sia "l’oggetto
materiale" utilizzato, possono rapidamente diventare significative.
Si può pensare alla realizzazione di un Portfolio annuale, o biennale, che possa
realisticamente contenere tutti i materiali selezionati. Questo Portfolio "esteso" potrà
essere consegnato all’alunno come documentazione del suo percorso scolastico e
formativo. L’anno seguente, mantenendo la struttura e i criteri organizzativi, si potrà
compilare il "volume successivo".
Il Portfolio "ridotto" : la versione per la scuola
Deve essere comunque garantita la funzione di documento formale del percorso
scolastico degli alunni: è quindi necessario trovare le modalità per avere agli atti della
scuola un documento che, anche se in forma meno estesa, contenga gli elementi di
valutazione e orientamento che certificano l’apprendimento dello studente.
Il criterio di selezione dei materiali da conservare in copia nel portfolio "ridotto",
rispecchierà i criteri per la compilazione del portfolio "esteso", tenendo anche in
considerazione quello che sarà il suo futuro impiego. Potrà essere una forma più agile,
di facile consultazione, anche per rendere più snella la comunicazione fra diverse
Istituzioni Scolastiche o fra i differenti ordini di scuola.
2.2 - Cosa c’è dentro il Portfolio?
Introduzione
In questo paragrafo vengono descritte le diverse tipologie di materiali che possono
essere inseriti nel portfolio, riflettendo in particolar modo sulla documentazione delle
competenze.
Obiettivi
· evidenziare le possibili modalità con cui elaborare il Portfolio
· stabilire criteri per selezionare i materiali
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Quali materiali inserire nel Portfolio?
Il portfolio si compone di due sezione: la sezione dedicata alla valutazione e la sezione
dedicata all’orientamento. Le Indicazioni Nazionali sottolineano come le due finalità
della documentazione si intrecciano, contribuendo entrambe a fornire una valutazione
complessiva dell’alunno. La scelta dei materiali diventa fondamentale.
I documenti selezionati devono riportare precise annotazioni che possono essere del
docente, del genitore o dello studente stesso: il commento costituisce una indicazione
rispetto alla paradigmaticità del materiale stesso, che acquista significato proprio
perché documenta momenti particolari del suo percorso personale.
Gli elaborati, le prove scolastiche, i materiali prodotti in lavori individuali o di gruppo
sono tutti espressione della personalità dell’alunno: consentono di capire quali
conoscenze e abilità possiede, ma, nello stesso elaborato, l’accuratezza
dell’esecuzione, gli argomenti scelti, le osservazioni o i commenti possono indicare gli
interessi, la motivazione rispetto a quella attività, il modo personale di porsi nei
confronti del lavoro scolastico.
Se facciamo riferimento alle due dimensioni della valutazione, possiamo ricavare
indicazioni diverse se diversi sono i punti di osservazione della prova. Se la
analizziamo secondo la dimensione dell’avere ricaveremo dati rispetto all’asse delle
conoscenze - abilità: ciò che l’alunno ha imparato, ciò che sa fare, le sue acquisizioni
culturali.
Se leggiamo la prova secondo la dimensione dell’essere avremo indicazioni rispetto
alle capacità- competenze: la sua maturazione personale. Come scegliere?
Sicuramente non tutti i prodotti dell’alunno sono di interesse per la documentazione
del suo processo formativo. Occorre aver chiaro di volta in volta ciò che si vuole
osservare e valutare, avendo cura di indicarlo nel momento della progettazione delle
Unità di Apprendimento.
Gli obiettivi formativi possono quindi rappresentare un criterio di scelta. Prove
scolastiche significative, materiali prodotti, osservazioni sul metodo di apprendimento,
commenti su lavori personali, risultati delle osservazioni sistematiche, indicazioni sugli
interessi e attitudini: sono rappresentativi nella misura in cui sono indicatori degli
obiettivi formativi adatti e significativi per quell’alunno.
Come organizzarli?
La modalità di organizzazione del materiale selezionato conferirà al portfolio una
funzionalità rispetto ad uno scopo piuttosto che ad un altro: una lettura simultanea
(come è, cosa sa, cosa sa fare in questo momento l’alunno che ho davanti) sarà
favorita da una organizzazione che raggruppa le prove e le documentazioni di tutte le
competenze ad un dato periodo.
Una lettura longitudinale (come era, come è questo alunno, quali progressi ha
compiuto rispetto ad una particolare abilità, quali competenze ha acquisito, come si è
posto e si pone nei confronti delle attività, con quali modalità si rapporta coi
compagni) sarà favorita da una organizzazione che raggruppa i materiali per
competenze.
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Come scegliere i tempi?
Quando selezionare i materiali? In quali momenti raccogliere le prove, i commenti, i
documenti da inserire? La finalità e la novità del portfolio come strumento di
documentazione e certificazione delle competenze è quella di consentire una
valutazione realmente personalizzata dell’alunno: questo comporta pensare ad un
tempo che non può essere standardizzato, uguale per tutti.
Il tempo è quello dell’alunno, il tempo "giusto" per lui. Le prove attestano un
progresso nel processo di maturazione, nel percorso di apprendimento: saranno
inserite nel portfolio in quel momento, che è un momento personale e non può quindi
essere unico per tutto il gruppo-classe.
2.3 - La compilazione: soggetti, ruoli, responsabilità
Introduzione
In questo paragrafo viene analizzata la compilazione del Portfolio: quali i soggetti
corresponsabili? Quale la partecipazione di ciascun soggetto rispetto al suo ruolo
educativo?
Obiettivi
L’obiettivo è chiarire quali soggetti sono coinvolti nella realizzazione, con quali funzioni
e con quali modalità di cooperazione.
La responsabilità della compilazione
La compilazione del Portfolio è affidata al docente tutor, in collaborazione con gli altri
docenti, i genitori e l’alunno stesso. Il suo compito di coordinatore delle attività
didattiche e di riferimento per la famiglia e l’allievo, gli permette di costruire
un’immagine generale della personalità dell’allievo a lui affidato, e di ricostruirla nel
portfolio, selezionando quegli elementi che meglio la rappresentano.
Il tu
http://www.bdp.it/inriforma/pdf/vaj_portfolio.pdf
Il tuo giudizio
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