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IL TUO GIUDIZIO SULLA RISORSA
Filosofia
Intercultura
Cos'è la società civile - Una sfera autonoma rispetto allo Stato, tra comunità liberalismo - di FRANCESCA RIGOTTI
Lingua:
Italiana
Destinatari:
Alunni scuola media superiore, Formazione post diploma
Tipologia:
Ipermedia
Abstract: Cos'è la società civile
Una sfera autonoma rispetto allo Stato, tra comunità liberalismo
Il concetto di società civile è un concetto occidentale, coniato nel sec. XVII dal filosofo politico inglese Thomas Hobbes come alternativa al regno e alla chiesa, interpretato nell'800 da Hegel come primo gradino per la costruzione dello Stato, ripreso recentemente nell'Europa dell'est negli anni Ottanta del '900 nonché impostosi dapprima e poi dilagato negli anni Novanta nell'Europa occidentale e negli Stati Uniti. Esso incarna lo «spirito della comunità» e del volontariato individuale, interpretando la società come una comunità autoregolantesi di individui la cui esistenza non coincide e non si esaurisce nell'essere cittadini di uno Stato. Da un punto di vista ideale la società civile è il regno della scelta e della partecipazione, della associazione libera e non vincolata; essa è formata dalla rete delle associazioni e delle organizzazioni volontarie non regolate né dal mercato né dal governo, ove il potere statale risulta mitigato e temperato dalla presenza di gruppi indipendente autogovernantisi.
Il concetto di società civile è ora analizzato, concettualizzato e criticato in questo eccellente volume collettaneo (Simone Chambers and Will Kymlicka, «Alternative Conceptioons of Civil Society», Princeton University Press, Princeton and Oxford, pagg. 238, sip), di grande chiarezza, curato da Will Kymlicka (filosofo politico canadese studioso del multiculturalismo e dei problemi delle minoranze, ben noto al pubblico italiano), e da una giovane politologa statunitense che insegna a Boulder (Colorado), autrice di una monografia sulla politica del discorso di Jürgen Habermas premiata come miglior «opera prima» dalla American Political Science Association.
Il volume si concentra sul concetto di società civile osservato da diverse tradizioni, i cui rappresentanti o difensori spiegano volta per volta che cosa distingue una società civile da un aggregato di associazioni, che cosa ne unifica le componenti, quali valori essa offre ai suoi membri, in che misura si diversifica dallo Stato e dalla famiglia, se è conciliabile con la visione liberale eccetera. Le prospettive sotto le quali viene esaminata sono sia secolari che religiose: le prime comprendono l'egualitarismo liberale (M. Walzer), la teoria critica (S. Chambers) e il femminismo (A. Phillips); le seconde il cristianesimo (M. Banner), l'ebraismo (S. Last Stone), l'islamismo (H. Hanafi) e il confucianesimo (R. Madsen). Altri interventi prendono in esame le origini storiche del concetto di società civile, le radici liberali, il suo rapporto col diritto naturale; con lo stato minimo, con l'etica.
Dell'idea di società civile si sono serviti pensatori della destra quanto della sinistra: i primi ne hanno sottolineato l'opera di decostruzione del potere statale, sostituito da istituzioni intermedie basate sul volontariato sociale; i secondi hanno insistito sulla sua identificazione con movimenti sociali esistenti al di fuori dallo Stato. Ciò che comunque la società civile rappresenta ed esalta è la dimensione pubblica dell'interazione nella quale l'individuò si forma grazie allo scambio con gli altri. Se poi essa coincida con l'ideale della democrazia e dell'eguaglianza, se sia conciliabile col pluralismo, se soddisfi i bisogni del femminismo (le donne sono state a lungo escluse sia dalla teoria sia dalla realtà della società civile) è quel che i coautori esaminano nelle loro trattazioni singole. Attenzione comunque, ripetono tanti di loro, a non farsi "colonizzare" dai fattori economici: la natura autonoma della società civile ne verrebbe snaturata e rischierebbe di accogliere le istanze della pubblicità più che quelle della critica.
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