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Commento alla Direttiva del Ministero della Pubblica Istruzione 6 febbraio 2001. Linee guida per l’attuazione, nel sistema di istruzione, dell’Accordo sancito dalla Conferenza unificata il 2 marzo 2000. (Centri Territoriali Permanenti, corsi EdA)

Lingua: Italiana
Destinatari: Insegnanti
Tipologia: Materiale per autoaggiornamento
Abstract:

Commento alla Direttiva del Ministero della Pubblica Istruzione 6 febbraio 2001.

Linee guida per l’attuazione, nel sistema di istruzione, dell’Accordo sancito dalla Conferenza unificata il 2 marzo 2000.

di Pietro Alessio Palumbo  

 

1.     Premessa.

 

 

Certa parte della popolazione adulta del Paese Italia è a c.d. rischio alfabetico. Tanto ciò è vero se si considera che soltanto il 20% circa degli adulti riesce a compilare in maniera corretta i moduli occorrenti nella quotidiana vita burocratica: pochissimi adulti hanno effettiva padronanza del linguaggio scritto. Per molti adulti, d’altro canto, si registra un singolare fenomeno, la c.d. caduta delle competenze. I mezzi informatici e telematici garantiscono soluzioni pronte e le competenze, non più esercitate invecchiano, “cadono”. Manutenere le proprie conoscenze diviene quindi obbligo dello Stato. Il diritto alla formazione continua è quello che in sede europea è stato definito “diritto di cittadinanza”. In cosa si sostanzia tale diritto? Nella possibilità di utilizzare gli strumenti di lettura, i linguaggi specifici della “società dell’informazione”, di essere competente nel porre domande ed analizzare fatti e quindi di sapersi collocare “a testa alta” nel contesto vitale, sociale e lavorativo. Tutto ciò è particolarmente vero per le fasce deboli della popolazione quali i disabili, i detenuti e gli extracomunitari che sono in qualche modo naturalmente poco stimolati all’apprendimento volontario. Da ciò deriva che l’alfabetizzazione degli adulti diventa strumento di intervento mirato per le c.d. forme di esclusione sociale. Per far fronte a tali prospettive, l’insegnamento per gli adulti deve essere “personalizzato”. Gli adulti, per loro storia individuale e per la natura stessa delle proprie capacità di cognizione e concettualizazione (nonché astrazione) imparano diversamente dai giovani che frequentano scuole i cui contenuti disciplinari si articolano in modo c.d. sequenziale. Per tali motivi, deve essere favorita la diffusione di insegnamenti volti alla valorizzazione della pluralità delle intelligenze atte a mantenere stabile nel tempo la qualità della vita personale, in rapporto al mutare delle esigenze individuali, lavorative e sociali. L’adulto è in grado di costruire un dialogo valido quando sente un clima positivo nella fase di inizio del processo di formazione che avverte confacente alle caratteristiche ed alle motivazioni individuali. Per poter imparare durante il corso della vita rivestono pregnante importanza le competenze c.d. trasversali: l’autostima, il saper valutare il proprio potenziale, il saper riconoscere le proprie aspettative, il sapersi collocare nei contesti, l’attribuire senso al proprio ed altrui fare, il sapersi orientare, scegliere decidere, conoscere i propri stili d’apprendimento. Ergo, deve essere approntato un Dossier individuale ed un Progetto di sviluppo personale per ogni soggetto. Per questa via la modularità dei percorsi formativi agevola la personalizzazione degli insegnamenti e permette la frequenza a persone che non possono partecipare a programmi intensivi. Al contempo la modularità consente una marcata intenzionalità educativa, perché comporta l’acquisizione di saperi essenziali, significativi, stabili e perché no capitalizzabili. I contenuti dei moduli sono strumento per rendere reali il “diritto di cittadinanza attiva” e per fruire dei beni letterari, artistici e scientifici che appartengono alla collettività. Inoltre la modularità è utile per inserire in fasi e momenti diversi del percorso di formazione, adulti che possiedono crediti riconosciuti e per alternare momenti di studio e di lavoro nonché per certificare competenze spendibili nel rientro in percorsi di istruzione, di formazione e nel lavoro, nonché ancora, latu senso, per essere creativi ed innovativi nel cercare soluzioni. D’altro canto, nella progettazione del percorso personale devono essere previsti moduli specifici per il recupero di precedenti deficit di istruzione e formazione accertati nella fase di orientamento e di accreditamento in ingresso. La certificazione personale deve documentare competenze, conoscenze e capacità acquisite (crediti). Cavalcando questa onda di pensiero (e di esigenze), il 26 giugno 2001 veniva pubblicato sulla G.U. n°147, l’Accordo sancito dalla Conferenza Unificata Stato-Regioni-Città del 2 marzo 2000. Il 29 maggio 2001 sulla G.U. n°123 è stata pubblicata la Direttiva MPI 6 febbraio 2001.   

 

 

 

2. Ambito applicativo ed obiettivi della Direttiva.

 

Ad una prima lettura, la Direttiva in commento si caratterizza per la particolare discorsività delle disposizioni (e questo è già un dato di pregio). Si tratta, nella sostanza del “foglietto illustrativo” delle previsioni di cui all’Accordo sancito il 2 marzo 2000 da parte della Conferenza Unificata Stato-Regioni-Città. Subito lo zoom sul sistema di istruzione del Bel Paese: la Direttiva precisa che lo stesso deve concorrere con il sistema di formazione professionale e con quello di organizzazione dell’educazione permanente degli adulti affinché sia potenziata la formazione continua dei cittadini.

La ratio di questi obiettivi è nobilissima: il pieno esercizio del diritto di cittadinanza. Come realizzare questo nobile obiettivo? Aggiungendo carbone alle caldaie del c.d. long life learning (l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita). Per questa via, sarà approntata la revisione complessiva dei corsi di istruzione elementare e di scuola media inferiore e superiore per gli adulti. Inoltre sarà promossa l’alfabetizzazione funzionale degli adulti in considerazione dei bisogni individuali di istruzione e dei contesti locali in cui i soggetti vivono. Per altro verso, dovrà essere incentivata l’integrazione fra istruzione e formazione e dovrà essere potenziato il coordinamento tra i vari livelli locali(regioni-province-comuni). Occhio di riguardo dovrà essere tenuto per la personalizzazione dei percorsi formativi, per la realizzazione di un sistema integrato di certificazione, per lo sviluppo delle attività di orientamento, informazione e consulenza e non meno di aggiornamento.

 

 

 

3. Interventi operativi ed integrazione istruzione-formazione. I progetti pilota.

 

La riorganizzazione degli interventi di formazione dovrà essere operata dai CTP (Centri Territoriali Permanenti) e dalle Istituzioni scolastiche. Innanzitutto la revisione dei corsi di istruzione elementare per adulti, di poi quella dei corsi di scuola media di primo e di secondo grado. Ulteriori interventi trovano il proprio target nei percorsi di c.d. alfabetizzazione funzionale ed in quelli (ottimi!) di integrazione tra istruzione e formazione professionale nonché in progetti pilota per l’integrazione dei sistemi di formazione. Metodologia primaria degli interventi è sicuramente la personalizzazione degli insegnamenti e degli apprendimenti degli adulti attraverso l’organizzazione modulare dei percorsi formativi ed il riconoscimento di conoscenze e competenze “comunque” acquisite, con certificazione dei connessi crediti: gli interventi potranno essere persino individuali (informazione, orientamento, inserimento nel contesto sociale). I percorsi integrati istruzione-formazione sono destinati soprattutto alle fasce deboli della popolazione, sono volti allo sviluppo dell’istruzione e della formazione tenendo conto delle indicazioni di cui alla Programmazione Regionale dell’Offerta Formativa. Le operazioni saranno concordate tra Centri Territoriali Permanenti ed Agenzie di formazione professionale. I CTP sono centri di servizio del sistema d’istruzione, deputati all’attuazione dell’offerta formativa a mezzo di accordi di rete tra scuole di diverso ordine e grado. La dislocazione dei Centri è definita dalle regioni, d’intesa con gli enti locali e con il Dirigente dell’ufficio scolastico regionale, nel quadro degli obiettivi della Programmazione Regionale dell’Offerta Formativa ed attraverso il confronto con le parti sociali.

Scopo della succitata integrazione è prioritariamente il conseguimento di un titolo di studio con la contemporanea certificazione di crediti immediatamente spendibili. Finalità ulteriore è sicuramente il conseguimento di una qualificazione professionale e scolastica spendibile proprio nell’ordinamento scolastico e la connessa certificazione di crediti per la eventuale prosecuzione degli studi od il conseguimento di qualifiche professionali.

I progetti pilota per l’integrazione dei sistemi formativi sono volti allo sviluppo della produzione di una modellistica di elevata qualità con alto grado di trasferibilità nel territorio nazionale nel quadro, comunque, di una programmazione su scala locale.

 

 

 

4. Il personale.

 

Le professionalità da impegnare per l’educazione degli adulti sono definite in accordo con le organizzazioni sindacali allo scopo di individuare in ogni Centro, un nucleo di docenti con competenze plurivalenti. La formazione del personale impegnato negli interventi sarà assicurata da progetti di formazione dei docenti e degli operatori degli altri sistemi formativi. Saranno incentivati sistemi di didattica modulare, di progettazione integrata, di lavoro in rete. Particolarmente importante sarà l’attività svolta dagli IRRE (Istituti Regionali di Ricerca Educativa) che avranno il compito non solo di promuovere, ma anche di realizzare i succitati progetti di formazione. Nel caso di progetti integrati che prevedono anche finanziamenti regionali, l’attività di formazione del personale interessato dai progetti di educazione degli adulti sarà svolto da soggetti selezionati in base alle procedure determinate dalle regioni o dagli enti locali.

 

 

 

5.     L’offerta formativa locale.

 

I percorsi di alfabetizzazione funzionale degli adulti e quelli integrati di istruzione e formazione, nonché i progetti pilota per l’integrazione dei sistemi formativi diventano parte integrante della programmazione locale dell’offerta formativa a sua volta eseguita in attuazione degli indirizzi e dei criteri di cui alla programmazione regionale. Per altro verso, i corsi di istruzione elementare per adulti e quelli di istruzione secondaria di primo e secondo grado dovranno essere coerenti con la programmazione locale dell’offerta formativa. Per questi motivi, nelle procedure di approvazione dei piani dell’offerta formativa, le istituzioni scolastiche devono avviare rapporti competenziali con le svariate realtà territoriali nell’ambito di comitati locali ad hoc. L’offerta formativa integrata locale dovrà essere approntata dal comitato locale, ogni anno entro il mese di marzo. Nell’attesa della compiuta attuazione fattuale del citato sistema integrato per l’educazione degli adulti, la Direttiva ha istituito un comitato nazionale con funzioni programmatorie. Tale comitato dovrà collaborare in maniera particolarmente stretta con il IFTS (comitato nazionale per l’istruzione e per la formazione tecnica superiore).




http://www.diritto.it/materiali/scolastico/palumbo2.html


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