Queste le considerazioni principali che emergono dai dati raccolti dall'Ufficio Statistica del Comune, che ha utilizzato come fonte l'anagrafe della popolazione residente.
Nel periodo compreso tra il 1997 e il 2003, secondo i dati dell'anagrafe la presenza straniera nella capitale è passata da circa 134mila a più di 200mila cittadini, l'86 per cento dei quali provenienti da paesi extracomunitari.L'aumento è stato dunque pari a circa il 50 per cento, con una crescita di 2,4 punti del peso percentuale sulla popolazione complessiva. Se alla fine del 1997, infatti, l'incidenza degli stranieri sul complesso dei cittadini romani di nazionalità italiana risultava pari al 4,8 per cento, nel dicembre 2003 questo dato ha raggiunto il 7,2 per cento, con un contributo femminile sempre più elevato.
Al declino demografico della popolazione autoctona, caratterizzata da una forte contrazione delle classi giovanili e da una presenza rilevante delle classi anziane, fanno inoltre da contraltare le forti potenzialità di ricambio demografico delle comunità di immigrati. Se tra i romani, infatti, figurano quasi 161 anziani ogni 100 giovani, tra gli stranieri questo rapporto si inverte, con 60 anziani ogni 100 giovani.
La comunità etnica più consistente è quella filippina, con oltre 26mila cittadini e una massiccia presenza femminile. Dal 2000, però, sono i romeni a conquistare il primo posto tra gli stranieri iscritti ogni anno in anagrafe. Dopo filippini e romeni, le comunità più numerose presenti nella capitale sono, nell'ordine, quella polacca, peruviana, egiziana, bangladese e cinese, e in generale - come precisato dal direttore dell'Ufficio Statistico - si registra una differenziazione tra le zone di insediamento scelte dalle correnti migratorie meno recenti e quelle dell'ultimo periodo. Anche se i municipi centrali e quelli nella parte settentrionale della città registrano un'incidenza maggiore di stranieri sul totale della popolazione, infatti, l'incremento maggiore degli ultimi cinque anni ha interessato soprattutto la zona orientale e sud-orientale del territorio comunale. In particolare, il Municipio VIII ha registrato un raddoppio delle presenze, che si attestano oltre le 10mila unità,
e il VII un incremento superiore al 75 per cento.
Certamente un segnale di radicamento della popolazione straniera in città, che non è più relegata soltanto nei ruoli tradizionali di colf e badanti domestici, ma sempre più inserita nel tessuto sociale. Questo radicamento sembra inoltre trovare una conferma nella crescita del numero dei coniugati tra gli stranieri, favorita anche dai ricongiungimenti dei nuclei familiari, e nel numero di stranieri che si sono iscritti nelle liste elettorali per partecipare all'elezione dei consiglieri comunali aggiunti in rappresentanza dei cittadini extracomunitari residenti a Roma.
In base ai dati definitivi, sono 33mila, pari al 22,4 per cento degli aventi diritto, quelli che hanno scelto di iscriversi nelle liste.