GRAZIA CASAGRANDE INTERVISTA GABRIELE NISSIM SU DIMITAR PESHEV
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MEMORIA: GRAZIA CASAGRANDE
INTERVISTA GABRIELE NISSIM SU DIMITAR PESHEV


[Dal sito www.cafeletterario.it riprendiamo questa intervista del 9 ottobre
1998.
Grazia Casagrande e' giornalista, scrittrice, redattrice di "alice.it",
portale dedicato alle segnalazioni librarie.
Gabriele Nissim, nato a Milano nel 1950, saggista, ha fondato nel 1982
"L'Ottavo Giorno", rivista italiana sul tema del dissenso nei paesi dell'est
europeo. Opere di Gabriele Nissim: con Gabriele Eschenazi, Ebrei invisibili,
Mondadori, Milano 1995; L'uomo che fermo' Hitler, Mondadori, Milano 1998,
2000; Il tribunale del bene, Mondadori, Milano 2003, 2004.
Dimitar Pesev, vicepresidente del Parlamento bulgaro nel 1943, informato
dell'imminente deportazione di 48.000 ebrei bulgari, costrinse il re e il
governo a ordinare che i treni per Auschwitz non partissero. Opere su
Dimitar Pesev: Gabriele Nissim, L'uomo che fermo' Hitler, Mondadori, Milano
1998, 2000. Su Dimitar Pesev si veda anche l'utile sito:
http://peshev.org]

- Grazia Casagrande: Da cosa e' nata la sua ricerca su questo "eroe
sconosciuto" e sulla sua straordinaria impresa?
- Gabriele Nissim: Mi sono sempre occupato del totalitarismo, soprattutto di
quello comunista, e avevo gia' scritto un libro intitolato Ebrei invisibili,
in cui affrontavo quella che era stata la sorte degli ebrei, dopo
l'Olocausto, nei paesi dell'Europa orientale. Lavorando a quel libro mi
imbattei nella figura di Peshev, quando un bulgaro mi disse che la vicenda
del salvataggio degli ebrei era stata fino a quel momento strumentalizzata e
che se lui era salvo lo doveva solo a Dimitar Peshev. Mi incuriosii e quando
un mio caro amico dovette recarsi a Sofia colsi l'occasione e lo incaricai
di cercare qualche parente di Peshev a cui chiedere informazioni piu'
precise. Fui piuttosto fortunato perche' rintraccio', grazie solo all'elenco
telefonico, alcuni nipoti che tenevano ancora nascoste in casa (il crollo
del regime in Bulgaria avvenne in realta' solo nel 1997) quelle che erano le
memorie di Peshev, quaderni scritti a mano nei quali si raccontavano le
vicende di quel periodo. Su queste basi ho cominciato a lavorare e ho poi
cercato materiali negli archivi del Ministero degli Interni, pur con grandi
difficolta'. Molte informazioni le ho poi paradossalmente tratte proprio dai
verbali del processo che i comunisti gli intentarono. Nel 1944 infatti
Peshev e altri deputati subirono uno dei processi piu' terribili dell'est
europeo. Tre quarti dei deputati furono condannati a morte e lui si salvo'
solo per miracolo.


*


- Grazia Casagrande: Come e' proseguita la sua indagine?
- Gabriele Nissim: Ho cercato poi tutti i discorsi da lui tenuti in
Parlamento (fu vicepresidente del Parlamento e Ministro della Giustizia), e
con l'aiuto di una giovane storica bulgara ho setacciato tutti gli archivi
cercando testimonianze. C'e' stata poi un'altra parte del lavoro avvenuta
attraverso la ricerca di persone che lo avevano conosciuto. Peshev e' morto
nel 1973 e attraverso inserzioni sui giornali abbiamo trovato gente anziana
che lo aveva conosciuto e ci ha fornito molte informazioni sulla sua vita;
poi ho contattato alcuni suoi vecchi amici, anche in Israele, e infine,
attraverso internet, ho rintracciato a Washington, quasi per caso, il figlio
dell'avvocato che aveva difeso Peshev davanti alla Corte comunista. Mi sono
subito precipitato a Washington per incontrare quell'uomo, che non solo mi
ha fatto avere documenti di suo padre relativi al processo, ma mi ha anche
riferito la propria testimonianza, dal momento che aveva seguito
personalmente la vicenda, malgrado allora avesse solo diciassette anni.



*


- Grazia Casagrande: E' stata quindi una scoperta sempre piu' interessante,
man mano che otteneva informazioni. E' questo che l'ha tanto appassionata?
- Gabriele Nissim: Sono un grande ammiratore di Hannah Arendt, che nel suo
libro La banalita' del male si era posta questo interrogativo, esaminando la
figura di Eichmann: sono in grado di pensare autonomamente quelle persone
che vivono all'interno di un regime dove le regole sono cambiate, dove i
principi sono cambiati, dove il delitto diventa la regola? L'amore che ho
avuto per Peshev deriva dal fatto che la sua figura si sposava benissimo con
questa problematica. Non e' stato un uomo che ha deciso di agire perche' fin
dall'inizio aveva capito come andava la storia, come andava il mondo: no,
negli anni Trenta era stato fra coloro che avevano creduto nella Germania
nazista, aveva creduto in Hitler. Aveva creduto che la Germania nazista
avrebbe potuto dare alla Bulgaria soddisfazione per le sue rivendicazioni
territoriali e pensava che dalla Germania sarebbe nato un nuovo ordine in
Europa, che avrebbe aiutato le piccole nazioni ingiustamente dimenticate
dagli occidentali. Era uno che aveva seguito quest'onda, aveva dichiarato in
Parlamento che Hitler era il piu' grande dirigente della nostra epoca.


*


- Grazia Casagrande: Non aveva nemmeno contrastato le leggi razziali...
- Gabriele Nissim: Addirittura, pur avendo stretti rapporti con ebrei, aveva
pensato che queste leggi fossero ben poca cosa. Pensava che fossero una
sorta di tributo formale che era dovuto alla Germania, in modo che poi
potesse aiutare la Bulgaria per le rivendicazioni territoriali. Lo scrive
nelle sue memorie, dice che pensava fosse tutto una farsa.


*


- Grazia Casagrande: Quando capisce che la faccenda e' estremamente seria?
- Gabriele Nissim: Quando il tempo passa e i tedeschi fanno delle
sollecitazioni per la consegna degli ebrei Peshev, sollecitato da un amico
di famiglia, comincera' a riflettere e seguira' una sorta di percorso
tipicamente arendtiano: prima agira' per un istinto di coscienza e per la
richiesta di aiuto ricevuta dall'amico, poi iniziera' a ragionare. Allora,
da privato che aiuta un amico, diventa personaggio politico: si precipita al
Ministero degli Interni con una delegazione di parlamentari e dichiara che,
se la deportazione prevista per il giorno dopo non sara' bloccata, fara'
scoppiare uno scandalo politico. Non si fermera' li', ma scrivera' un
documento che fara' firmare a quarantadue deputati della maggioranza (una
maggioranza filotedesca) in cui si afferma che se la Bulgaria avesse
accettato questo crimine si sarebbe macchiata di fronte alla Storia nei
secoli a venire. E' un uomo di governo che usa il suo potere e svolge
un'azione politica fondamentale. Se facciamo un raffronto con altri paesi
satelliti della Germania, compresa l'Italia, Peshev e' stato l'unico uomo
politico di un governo filotedesco a dire di no.


*


- Grazia Casagrande: La presa di coscienza nasce da un evento privato. La
volonta' di salvare un amico...
- Gabriele Nissim: C'e' una sorta di attivazione della coscienza in un
momento in cui tutti, dal re ai ministri, ai principali personaggi politici,
occultavano quei misfatti. Tutti vivevano una sorta di crisi di coscienza
per quello che avveniva, ma trovavano varie forme, che nel libro definisco
"di depistaggio morale della coscienza" per non pensare. In Bulgaria queste
leggi c'erano, ma non erano applicate: si pensava di poter restare in buoni
rapporti con la Germania e al tempo stesso di poter difendere gli ebrei,
c'era questo clima. L'episodio determinante invece crea una autentica crisi
di coscienza e provoca il movimento.


*


- Grazia Casagrande: Oggi, attraverso il suo sito Internet sta provocando
una mobilitazione collettiva a favore di Peshev.
- Gabriele Nissim: Questo sito Internet e' una sorta di monumento virtuale a
Peshev ed e' stato pensato in modo che, da tutto il mondo, migliaia e
migliaia di persone possano dare il loro nome per ricordare questa figura.
Una sorta di omaggio che sta avendo degli esiti clamorosi. Da questa
campagna sono infatti nati tre eventi internazionali: sara' ricordato nel
Parlamento italiano il 16 ottobre da Luciano Violante, Nando dalla Chiesa,
Furio Colombo, alla presenza del vicepresidente del Parlamento bulgaro;
proprio al Parlamento bulgaro si terra' una sessione straordinaria, in
occasione della quale sono stato invitato a presentare la figura di Peshev;
il Parlamento europeo infine ha deciso di indire una giornata, il 17
novembre, in ricordo di questo personaggio. Ho raccolto anche tante adesioni
dal mondo della cultura, dal mondo della politica e sia il libro che il sito
Internet mi hanno permesso di riabilitare un uomo, "un giusto del nostro
secolo".


Centro di ricerca per la pace
nbawac@tin.it



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