Da L’Unità del 03/12/04, pag. 1/26
Migranti Il Giorno dei Diritti
Paolo Beni Filippo Miraglia
A due anni dall'entrata in vigore della Bossi-Fini gli effetti nefasti di quella legge e delle politiche del governo in tema di immigrazione, diritto d'asilo e lotta al razzismo sono davanti agli occhi di tutti.
Due milioni e mezzo di persone straniere vivono in Italia in condizioni di esclusione sociale, senza alcuna certezza per il futuro, vittime del razzismo istituzionale del centrodestra, usato spesso a fini di equilibrio interno della maggioranza, in spregio della Costituzione e del diritto nazionale e internazionale. Si pensi ad esempio alla produzione di “legislazione speciale” per i migranti e all'uso sistematico di procedure con garanzie minori o del tutto inesistenti per i provvedimenti che riguardano la restrizione della libertà personale degli stranieri.
Tutto questo è avvenuto in un quadro di complessivo peggioramento della legislazione europea in materia, che ha coinciso con un aumento degli episodi di razzismo e con la crescita di una cultura discriminatoria e securitaria, diffusa anche fra i governi di centro sinistra. Fa eccezione il governo Zapatero che ha introdotto - come promesso durante la campagna elettorale - un sistema di regolarizzazione permanente e una serie di garanzie sociali per le persone straniere a prescindere dal loro status giuridico.
Nello stesso periodo è cresciuto il protagonismo dei movimenti e della società civile, in particolare sul fronte del contrasto alla logica della guerra, ma anche su tanti altri temi che riguardano la globalizzazione. Cresciuto a tal punto che ancora oggi, in un momento in cui si parla, secondo noi a sproposito, di crisi del movimento, molti studiosi e commentatori continuano a considerare i movimenti come l'unica novità politica sul panorama internazionale. Un soggetto politico complesso e originale, ma che pesa sugli orientamenti di governi e parlamenti e, soprattutto, sull'opinione pubblica mondiale.
La lotta al razzismo e la difesa dei diritti dei migranti hanno rappresentato, in Italia come in Europa, uno dei tratti salienti di questo movimento, che però non è riuscito ancora a contrastare con la necessaria efficacia le politiche e la cultura di chiusura dominanti in questo ambito.
Il 4 dicembre prossimo a Roma, un vasto schieramento di forze politiche, sociali, del sindacalismo di base, del mondo dell'immigrazione, delle organizzazioni impegnate sul territorio in vertenze a tutela dei diritti dei migranti, scenderanno in piazza per dare visibilità ad una proposta unitaria alternativa alla Bossi Fini e anche alla cultura che ha ispirato la Turco -Napolitano (come recita il testo dell'appello che convoca la manifestazione).
Si tratta di una opportunità per la galassia di organizzazioni e singoli che hanno investito sul tema dei diritti, che sono impegnati da anni accanto ai migranti e che oggi vivono spesso - e paradossalmente, se consideriamo il radicamento di queste esperienze - una condizione di isolamento. Un isolamento che incide negativamente sull'esito di molte vertenze e sulla battaglia politico culturale necessaria a modificare in profondità la percezione della questione immigrazione.
È il primo appuntamento nazionale che arriva in un periodo segnato da una quantità di mobilitazioni locali, che proseguiranno nei prossimi mesi per arrivare alla giornata europea dei migranti del prossimo 2 aprile, fissata al Forum Sociale Europeo di Londra.
L'Arci è impegnata a fondo per la riuscita della giornata del 4. C'è bisogno di ridare spazio politico ad una questione agitata strumentalmente dalle destre e sulla quale l'opposizione di centro sinistra non è in grado di esprimere una vera alternativa.
Per questo è importante prevedere, accanto alle mobilitazioni, momenti di riflessione ed elaborazione su un tema strategicamente così rilevante per il futuro della società italiana. La situazione di difficoltà estrema che vivono i/le migranti, con il carico di razzismo, morti da frontiera, segregazione e disuguaglianza, ci convincono a impegnarci per percorrere tutte le possibili strade unitarie. Solo attraverso il protagonismo dei migranti e con uno schieramento vasto e unitario si potrà provare ad invertire la tendenza europea e italiana a governare l'immigrazione con le politiche di controllo, detenzione e persecuzione. Per questo stiamo lavorando perché sabato sia una bella giornata per la libertà e i diritti dei migranti, cioè una giornata importante per la nostra democrazia.
presidente nazionale Arci
Filippo Miraglia
responsabile immigrazione Arci
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